I fatti contrapposti ai “deliri”: stop agli show e alle farneticazioni no vax in tv


Dopo l’endorsment di Mentana e della Lucarelli, scende in campo anche l’associazione Patto Trasversale per la Scienza che chiede che le discussioni in tv sui vaccini si svolgano sulla base delle evidenze scientifiche accertate e con “esperti autentici e riconosciuti nel settore”

Lo scriviamo da mesi, da quando è iniziato l’insulso teatrino messo in scena dai no vax di casa nostra. Dare spazio e ospitare in tutti i programmi di approfondimentotelevisivi “apprendisti stregoni” e personaggi che non hanno alcuna competenza in materia, in una sorta di folle “par condicio” tra scienza e antiscienza, non ha nulla a che vedere, anzi è esattamente l’opposto, con quella che si definisce una corretta informazione. Per questo non possiamo che accogliere con grande favore le prese di posizione che vanno in questa direzione che si succedono negli ultimi giorni.

Ha iniziato il direttore del Tg di La7 Enrico Mentana, ha proseguito Selvaggia Lucarelli, poi è arrivato anche l’appello dell’associazione Patto trasversale per la scienza. “Mi onoro di non aver mai ospitato nel tg che dirigo alcun esponente no vax. Per me mettere a confronto uno scienziato e uno stregone, sul covid come su qualsiasi altra materia che riguardi la salute collettiva, non è informazione” sosteneva qualche giorno fa Enrico Mentana.“I no vax vanno raccontati, non legittimati – scrive Selvaggia Lucarelli sul quotidiano “Domani” – il dibattito è un confronto tra opinioni che partono, però, da un presupposto di verità. Se quel presupposto cade, il dibattito diventa disinformazione pericolosa e utile solo agli ascolti, in un corto circuito folle per cui i programmi di informazione puntano sulla disinformazione per attirare spettatori”.

Nelle ore scorse, poi, l’associazione Patto Traversale per la Scienza ha lanciato un appello al mondo del giornalismo e a quanti hanno responsabilità nella programmazione e gestione dei programmi di informazione, soprattutto i talk show, per fare in modo che le discussioni sulla campagna vaccinale si svolgano sulla base delle evidenze scientifiche accertate, fornendo un giusto approfondimento attraverso “esperti autentici e riconosciuti nel settore, nel rispetto e avendo riguardo alle loro singole competenze. Il concetto è semplice e chiarissimo e non ci dovrebbe neppure essere il bisogno di ribadirlo.

Non si tratta di invocare alcuna forma di censura o di auspicare un’informazione meno democratica, quanto piuttosto ribadire quello che dovrebbe essere un pilastro imprescindibile per chiunque vuole fare un’informazione corretta: il primo e principale riferimento non possono che essere i fatti. E, in tema di covid e vaccini, i fatti sono i dati ufficiali, gli studi effettuati, confutati e poi approvati dalla comunità scientifica, le evidenze scientifiche. Che, ovviamente, non possono essere discusse mettendo a confronto scienziati, esperti o chi studia e opera da decenni in quel settore con chi fino ad un anno e mezzo fa, all’inizio della pandemia, non aveva mai neppure letto un testo di medicina. E tanto meno possono essere messi in discussione da dati inventati, privi di alcun riscontro, teorie che non hanno alcuna base vagamente scientifica o, peggio ancora, basate su numeri “taroccati” e falsificati..

I no vax in Italia rappresentano una fetta di popolazione importante che non possiamo ignorare. Il punto, però, è che tra il far finta che queste persone non esistano e il far finta che tutte abbiano dignità di parola con un microfono appuntato alla giacca e una platea di milioni di persone, ce ne passa” spiega la Lucarelli che, poi, cita alcuni esempi che potrebbero servire a chiarire meglio in concetto.

E’ giornalisticamente interessante raccontare la storia di una vice questore che infiamma le piazze dichiarando che il green pass è anti costituzionale – afferma – il problema è trasformarla poi in una specie di personaggio televisivo che usa le telecamere per crearsi pubblico e credibilità, pur dicendo sciocchezze tipo “se si è in buona salute, con le terapie, il covid diventa affrontabile”. Messaggi sbagliati e pericolosi pure se divulgati su telegram, figuriamoci in tv, senza nessuno che le disattivi il microfono immergendolo nella resina sintetica. Così come è pericolosa la nuova star tv Maddalena Loy quando dice che i bambini non contagiano o altre falsità o l’ormai nota Francesco Donato la quale da due anni divulga fake news in prima serata e in confronti surreali con esperti che, va detto, si prestano a questi siparietti lunari”.

Tra quei personaggi che continuano ad impazzare su tutte le tv, dove indisturbati propinano “bufale” e “panzane” di ogni genere, c’è sicuramente anche Gianluigi Paragone, da mesi uno dei principali punti di riferimento per il variegato mondo no vax e no pass. Ex direttore della “Padania” (organo ufficiale della Lega) e dal 2018 senatore, eletto nel listino del proporzionale del Movimento 5 Stelle (che prima o poi dovrà pur chiedere scusa per aver portato in Parlamento simili personaggi), da cui poi è stato espulso nel gennaio 2020, dopo l’improbabile battaglia “per portare l’Italia fuori dalla Ue e dall’euro” ha ben pensato di provare a cavalcare  prima la protesta contro le chiusure per il covid poi contro il vaccino e il green pass. Con risultati in realtà disastrosi, visto che alle elezioni comunali di Milano, dove si è presentato come candidato sindaco, non ha neppure raggiunto il quorum necessario (3%) per entrare in Consiglio comunale.

Però da mesi è diventato praticamente una presenza fissa nei vari programmi di approfondimento televisivi dai quali spiega i motivi per cui ritiene assurdo il green pass (e fin qui nulla di strano) ma, soprattutto, continua a propinare le più paradossali “bufale” e le teorie anti scientifiche prive di fondamento (che, per altro, poi rilancia sul proprio blog), con l’assurda pretesa di avere la stessa credibilità di chi ha la competenza per parlare con cognizione di determinate questioni. Già nelle settimane scorse si era messo in luce rilanciando una delle più farneticanti teorie dei negazionisti, quella secondo cui il covid sarebbe meno letale dell’influenza stagionale, sulla base del report dell’Istituto Superiore della Sanità (Iss) che, però, sosteneva e dimostrava, numeri alla mano, esattamente il contrario.

Nei giorni scorsi, poi, non pago del clamoroso autogol realizzato sul proprio blog sul referendum in Svizzera sul green pass, secondo Paragone una “bufala” inventata dall’informazione mainstream (peccato che per dimostrarlo indichi il sito del Dipartimento federale dell’interno dove, però, c’è l’inequivocabile conferma che quel referendum verteva proprio la possibile applicazione di una sorta di green pass…), dagli schermi televisivi (e prima ancora dal suo blog) ha rilanciato la storiella che i vaccini favorirebbero l’insorgere di sempre nuove e pericolose varianti (già ampiamente confutata sul piano scientifico e dai fatti che dimostrano esattamente il contrario), per poi tirare fuori un “evergreen” tanto caro ai più fanatici no vax, quello sul presunto boom dei drammatici effetti collaterali e, conseguentemente, dei decessi provocati dai vaccini.

Citando, per altro, dati ufficiali di Eudravigilance (dell’Agenzia del farmaco europea Ema) che evidentemente non ha per nulla compreso o, più probabilmente, che ha volutamente distorto. Paragone, infatti, cita in maniera strumentale il dato sugli effetti avversi riportato da Eudravigilance, poco più di 500 mila reazioni avverse, guardandosi, però, bene dall’evidenziare innanzitutto che nello stesso sito di Eudravigilance viene preventivamente specificato che si tratta di segnalazioni la cui correlazione con il vaccino è tutta da verificare.

Ma, soprattutto, nel riportare quei dati il senatore ex grillino si guarda bene dal sottolineare non solo che in quel numero sono comprese le cosiddette reazioni lievi (dolore al braccio, gonfiore nel luogo dove è stata effettuata l’iniezione, mal di testa, ecc) che per altro sono la maggioranza. Ma anche che quel dato, che potrebbe sembrare impressionante, se rapportato al numero di vaccini effettuati in Europa (circa 950 milioni) assume ben altra dimensione perché equivale allo 0,05%. Ancora peggiori, poi, sono le allusioni sul presunto boom di decessi in seguito al vaccino, tutti i dati ufficiali dimostrano esattamente il contrario, cioè che nei paesi dove la percentuale di vaccinati è ancora bassa si continuano a contare centinaia di morti al giorno.

E, per chiudere ogni discorso, è della settimana scorsa il dato dell’Istat e dell’Iss che dimostra come, dopo un anno e mezzo di drammatico boom, in Italia la mortalità è tornata ai livelli del quinquennio 2015-2019 (quello pre covid), proprio grazie alla protezione assicurata dai vaccini. Tra i vari dubbi personaggi che, purtroppo, continuano a popolare le tv abbiamo citato non a caso Paragone perché l’ex direttore della Padania, ovunque si presenti, rivendica il suo essere giornalista e, quindi, meglio di tanti altri dovrebbe ben sapere che, prima di ogni altra cosa, il suo riferimento dovrebbero essere i fatti.

In contrapposizione a quelli che, in un post in cui vengono riportati i dati ufficiali del network degli ospedali sentinella di Fiaso (la federazione italiana delle strutture sanitarie e ospedaliere) sui ricoveri di no vax e di vaccinati, correttamente Mentana definisce “deliri”. “Dare voce a coloro che si battono attivamente contro il vaccino, affastellando teorie cospirazioniste e pseudo rapporti scientifici, terapie alternative di nulla consistenza scientifica e dati falsificati su contagi, ospedalizzaioni o decessi non è in nulla esercizio di pluralismo o democrazia” sostiene il direttore del TG di La7. Soprattutto è l’esatto contrario di quello che si dovrebbe pretendere da un’informazione corretta che, come detto, deve partire e avere come faro i fatti, oltre naturalmente la competenza e la più rigorosa verifica e conseguente selezione delle fonti. Principi evidentemente in totale contrasto con le farneticazioni no vax.

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