Politici e stampa, il pericoloso gioco di chi “strizza l’occhio” ai no vax


Mentre le ultime sgangherate “prodezze” hanno svelato tutte le ipocrisie, le ambiguità e le contraddizioni della galassia dei no vax e no pass, esponenti politici, partiti e parte della stampa continua a dare spazio anche ai più squinternati deliri di quel variegato mondo

Non che ce ne fosse bisogno, almeno per chi li conosce e li segue da tempo. Di certo, però, le ultime sgangherate “prodezze” del paradossale e variegato mondo dei no vax e no pass di casa nostra ha impietosamente svelato tutte le ipocrisie, le contraddizioni, le ambiguità, le falsità, il pressapochismo e la più completa ignoranza di quella impresentabile galassia. Che solo in minima parte è composta da i cosiddetti “duri e puri”, una squinternata combriccola che comprende i “negazionisti” (cioè coloro che negano l’esistenza stessa del covid o almeno la sua letalità), i “complottisti” (che si battono contro il nuovo fantomatico ordine mondiale) e i veri e propri no vax, cioè i contrari a prescindere ai vaccini (o al vaccino anti covid nello specifico) perché catechizzati e plasmati a dovere al punto da non lasciarsi convincere neppure dall’evidenza dei fatti, dei dati, degli studi scientifici che pure non lascia spazio (a chi non ha i paraocchi) a dubbi ed interpretazioni.

Insieme a loro ci sono, poi, quei gruppuscoli dell’estrema destra (Forza Nuova soprattutto ma anche Casapound) e in parte anche dell’area dell’estrema sinistra e della galassia degli antagonisti che, senza farsi alcuno scrupolo, non potevano certo lasciarsi sfuggire l’occasione per provare ad alimentare le tensioni, per speculare in modo da lucrare qualche consenso in più. Non bisognava certo essere dei geni per capire che a loro in sostanza poco o nulla interessa del vaccino e del green pass. Ma di certo l’imbarazzante vicenda del leader di Forza Nuova Giuliano Castellino, che si è sottoposto a tampone per entrare a vedere la partita della Roma (dopo che in un comunicato aveva scritto in proposito che “chiunque, militante o dirigente, per qualunque ragione si adeguasse a questa intollerabile e definitiva operazione di controllo sociale, subirà l’immediata e irrevocabile espulsione”), ha spazzato in via in proposito ogni ulteriore dubbio.

C’è poi tutta quella parte, che costituisce la maggioranza di chi ancora non si è vaccinato e non sembra propenso a farlo, che comprende i dubbiosi (cioè coloro che non sono certi della pericolosità del covid o della sicurezza ed efficacia del vaccino), i timorosi (chi non vuole fare il vaccino, per la paura delle possibili conseguenze ma anche per il “terrore” del vaccino stesso) e i soliti “furbetti”, cioè tutti coloro che aspettano che siano gli altri a farlo fino al punto da raggiungere una percentuale tale da non rischiare più (o quanto meno da rischiare pochissimo) di essere contagiati. Con i primi (i cosiddetti “negazionisti”) e con i secondi (chi specula politicamente) è difficile dialogare, è praticamente impensabile anche solo provare a far capire, a farli ragionare.

Quale sia il loro livello, la loro credibilità, la loro competenza e, ancora più, la loro coerenza è apparso chiarissimo nei giorni scorsi. Sono scesi in piazza al grido di libertà poi, però, minacciano e aggrediscono non solo chi non la pensa come loro ma anche chi semplicemente svolge con serietà il proprio mestiere (l’inviata di Rainews Antonella Alba, il giornalista di Repubblica). Fanno improponibili e vergognosi paragoni con il passato, con le persecuzioni contro gli ebrei, e poi nelle loro chat private organizzano ritorsioni di stampo nazista nei confronti di virologi e giornalisti “colpevoli” di veicolare verità scientifiche “sgradite”. Cercano di dare una base alle proprie farneticazioni ma non sono neppure in grado di comprendere il significato e il valore di dati, approfondimenti e studi scientifici al punto da sbandierarne, ignari e inconsapevoli, alcuni che in realtà dimostrano l’esatto contrario, che sgretolano il loro castello di falsità, fraintendendo palesemente il loro vero significato.

L’emblema di questo scriteriato e squinternato approccio con gli studi scientifici è il parlamentare leghista Claudio Borghi che nelle settimane scorse ha sostenuto che i rischi rappresentati dai vaccini tra gli under 40 sarebbero superiori ai benefici, citando a supporto della sua farneticazione i dati sulle reazioni avverse dell’Aifa (l’agenzia del farmaco) che in realtà dimostrano esattamente il contrario. Sul suo stesso piano l’altro esponente leghista, Armando Siri che ha sostenuto che in realtà sono più a rischio di contrarre l’infezione e di avere conseguenze gravi i vaccinati piuttosto che coloro che non si sono vaccinati, citando i dati dell’Istituto superiore della sanità che in realtà dicono che in realtà, per quanto riguarda i contagi, le persone vaccinate sono una minima parte (intorno al 7%), mentre per quanto riguarda ospedalizzazioni, terapie intensive e decessi sono quasi esclusivamente tra i non vaccinati.

Per non parlare, poi, di Paragone, vero campione di “figuracce” che sembra avere una particolare inclinazione a citare studi e dati che, a suo dire, conforterebbero le tesi no vax ma che in realtà dimostrano esattamente il contrario. Il problema, poi, è che queste farneticazioni diventano subito i nuovi pilastri su cui si fondano le certezze dei cosiddetti “duri e puri”. Come anticipato è impensabile dialogare con questi esaltati con i paraocchi, per la più profonda ignoranza o per le solite indegne speculazioni politiche. E in realtà non dovrebbero neppure rappresentare una particolare preoccupazione, tanto che andrebbero praticamente ignorati (se non, naturalmente, quando superano determinati limiti).

Il problema e ciò su cui bisognerebbe invece riflettere è piuttosto sul comportamento di chi, più o meno volutamente, strizza l’occhio a quel mondo e a quella consistente parte di persone composta dai cosiddetti dubbiosi che, pur senza condividere quelle folli teorie e quelle ignobili speculazioni politiche, di fatto si comporta come i no vax e i no pass. Parliamo soprattutto della politica, di quegli esponenti politici e di quei partiti che, con il solito doppiogiochismo, sono attenti a “dare una botta al cerchio e una alla botte”.

La deputata del Pd Giuditta Pini, in un post, li ha definiti ironicamente quelli del “sono contrario e lo dico da vaccinato ma”, per altro abituati a questi giochini dialettici perché in gran parte sono gli stessi del “non sono razzista ma”. Sono politici della peggior specie, perché per un voto in più sarebbero pronti a far qualsiasi cosa. Perché non sono così ottusi (a parte qualche rara eccezione) da non capire e da non sapere che il vaccino è l’unica strada possibile per riprendere una vita il più vicino possibile a quella normale, dal non comprendere che il green pass è inevitabile nell’attuale situazione. Però strizzano l’occhio a tutta quella galassia così composita, barcamenandosi senza prendere una posizione decisa, in un senso o in un altro. Con comportamenti al limite dello schizofrenico, come quello della Lega che in Consiglio dei ministri ha votato per l’estensione del green pass, poi però in Parlamento ha votato insieme all’opposizione contro.

Ma quanto è ambiguo e contraddittorio  il comportamento di determinate forze politiche emerge con chiarezza nelle candidature per le elezioni comunali di autunno (si voterà, tra gli altri, a Roma, Milano, Torino, Bologna). A Roma, ad esempio, a supporto del candidato sindaco del centrodestra Enrico Michetti c’è anche l’ex grillina Francesca Benevento, nota per le sue posizioni complottiste e negazioniste, convinta sostenitrice del fatto che il coronavirus non esisterebbe e che la pandemia è stata pianificata a tavolino.

Stesso discorso a Torino, con la presenza tra i candidati del centrodestra della prof. Manuela Bonafortuna che nei suoi comizi parla della “panzana” del 5G e paragona i non vaccinati ad Anna Frank. Ovviamente non pensiamo che Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia condividano queste posizioni, anzi. Però non si fanno alcuno scrupolo di accoglierle, strizzando così l’occhio al mondo no vax e no pass, sperando di poter così raccattare i voti di quella galassia.

Per certi versi, però, peggiore di quello di alcuni politici e di alcuni partiti è il comportamento di una parte dell’informazione che, per ragioni in qualche modo analoghe a quelle dei politici stessi (non “inimicarsi” quella larga fascia di potenziali lettori) non si fa scrupoli di dare spazio alle tesi più strampalate dei no vax e dei no pass, trincerandosi dietro al dovere di informare. Naturalmente nessuno pensa che certe notizie dovrebbero essere tenute nascoste. Però quando ad esempio si riportano le tesi deliranti di questo o quel personaggio pubblico sui rischi dei vaccini o sulla presunta identica situazione tra vaccinati e non vaccinati, sarebbe quanto meno opportuno poi sottolineare e spiegare con decisione che i dati reali e gli studi scientifici dimostrano esattamente il contrario.

Così come quando si dà largo spazio agli appelli contro il green pass, che violerebbe la Costituzione e anche l’art. 36 del regolamento Ue, si dovrebbe comunque evidenziare che in realtà tutti i costituzionalisti sono insolitamente d’accordo nel sostenere che non esiste alcuna violazione della Costituzione (sarebbe sufficiente citare gli art. 16 e 17 della Costituzione per chiudere il discorso) e tanto meno dell’art. 36 del regolamento Ue che si riferisce ad altro (e che in realtà non è neppure un articolo ma è un “considerando” che non ha il valore di norma). In qualche caso, poi, pur di “tenersi buona” tutta la galassia no vax e no pass si è davvero esagerato.

Parliamo, ad esempio, della stucchevole lunga intervista, pubblicata da Open, con il professore precario di Lecco che ha deciso di non vaccinarsi, riproponendo le solite “bufale” del vaccino sperimentale (“non voglio fare da cavia”) e del fatto che non si dovrebbe vaccinare nel corso dell’epidemia, ampiamente smentite da dati e studi inconfutabili. Al di là del fatto che non ha alcun senso riproporre certe tesi fondati su “panzane”, ma almeno se proprio si vuole farlo sarebbe opportuno spiegare, a margine dell’intervista stessa, l’assoluta infondatezza di quei deliri.

Stesso discorso per un quotidiano locale che, due giorni fa, ha pubblicato una lunga intervista con un professore universitario del dipartimento di Scienze Agrarie della Politecnica delle Marche che, dall’alto di non si capisce quale competenza, spiegava di essere contrario al vaccino (e quindi poi al green pass) “perché il vaccino non riduce la possibilità di contagi né il rischio di finire in terapia intensiva o di decesso”. Il tutto senza che il giornalista che ha realizzato l’intervista sentisse il dovere di sottolineare che in realtà tutti i dati nazionali e internazionali e tutti gli studi scientifici dimostrano esattamente il contrario.

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