Record di contratti stagionali, i dati Inps smontano la “bufala” sul reddito di cittadinanza


“Per colpa del reddito di cittadinanza non si trovano più lavoratori stagionali” hanno ripetuto tutta l’estate politici, imprenditori e parte della stampa. Clamorosamente smentiti dai dati  Inps che parlano di 142 mila contratti regolari stagionali, un vero e proprio record…

E’ stato il tormentone di fine primavera e buona parte dell’estate: per colpa del reddito di cittadinanza non si trovano più lavoratori stagionali. I dati ufficiali dell’Inps, però, oggi smascherano impietosamente quella bufala costruita per le solite insopportabili speculazioni politiche e poi volutamente cavalcata, per non parlare altro, da buona parte della stampa e da alcune categorie produttive. E’ il solito insopportabile gioco della politica italiana, si prende di mira un provvedimento che si vuole cambiare o abrogare e, invece di affrontare la discussione in maniera seria e concreta, ci si costruisce intorno una realtà virtuale che dimostri la necessità di un simile intervento.

E’ accaduto così anche questa volta, dall’avvento del governo Draghi i due Matteo della politica italiana (Renzi e Salvini), insieme a gran parte della destra, hanno puntato il loro mirino contro il reddito di cittadinanza, chiedendone l’abolizione (o quanto meno una totale rivisitazione). Senza entrare nel merito (sintetizzando non siamo contrari al reddito di cittadinanza, riteniamo però che vada aggiustato il tiro), a prescindere dalle differenti opinioni, una battaglia legittima, soprattutto se adeguatamente motivata. Invece, come purtroppo ormai avviene in quasi in ogni circostanza, per sostenerla adeguatamente si è costruita una realtà virtuale da utilizzare per dare sostanza ad una battaglia che, evidentemente, non si era in grado di sostenere con argomentazioni concrete e valide.

E allora, con l’avvicinarsi e poi l’avvio della stagione estiva, ecco che ha preso piede quello che poi si è trasformato in un vero e proprio tormentone. Secondo il quale per colpa del reddito di cittadinanza ci sono problemi per trovare lavoratori stagionali. E’ bastato che qualche operatore balneare lanciasse l’allarme (poi, in qualche caso, si è scoperto che in realtà non trovava lavoratori stagionali per le inaccettabili condizioni economiche e lavorative offerte…) che subito una parte della politica, spalleggiata per ovvi motivi di convenienza dalle associazioni di categoria e da gran parte di un’informazione che ormai non ricorda più quale sia il suo vero compito, ha costruito questo surreale racconto del reddito di cittadinanza che metterebbe in crisi il lavoro stagionale e, quindi, addirittura anche la stagione turistica.

Con l’aggiunta, poi, del solito “pippotto” sui giovani di oggi che non hanno voglia di fare sacrifici, che preferiscono starsene tranquilli e rilassati in divano, tanto lo Stato gli regala qualche centinaio di euro al mese, invece di ottenerli con il sudore e la fatica. Oggi i dati ufficiali dell’Inps smascherano in maniera sin troppo clamorosa ed inoppugnabile quella “Molti preferiscono il reddito di cittadinanza al lavoro in riviera a Gabicce” affermava Renzi. “Preferiscono tenersi i 500 euro per restare a casa a vedere gli Europei di calcio” aggiungeva l’altro Matteo, Salvini, con le solite “truppe cammellate” di Italia Viva e della Lega pronte a rilanciare, amplificando improponibili esagerazioni ed esasperazioni.

Da imprenditore del settore del turismo – accusava a giugno Daniela Santanchè dagli schermi di La7 – non posso che confermare la difficoltà che abbiamo a trovare lavoratori stagionali perché molti prendono il reddito di cittadinanza. Quindi preferiscono lavorare due giorni in nero, guadagnando così quello che a loro serve”. Addirittura il governatore della Campania, in una sorta di drammatico appello, sosteneva che “molte attività non riapriranno perché, a causa del reddito di cittadinanza, non si trovano più camerieri”.

E mentre gli imprenditori del settore furbescamente (per evitare che si parlasse d’altro, magari di tanti di loro che più che lavoratori stagionali cercano persone da sfruttare…) hanno subito cavalcato e rilanciato questa irrealistica costruzione, spalleggiati da una sempre più vergognosa informazione, alla fine è arrivata la sentenza definitiva e inoppugnabile di Matteo Renzi. “Il reddito di cittadinanza – ha sentenziato l’ex presidente del Consiglio – rende pigri e svogliati questi giovani che non hanno voglia di faticare e spaccarsi la schiena come una volta”.

Come sempre la costruzione opportunistica della politica, con annessa insopportabile generalizzazione e banalizzazione sui giovani di oggi (un refrain che si ripete di generazione in generazione), è distante anni luci da quanto avviene nel paese reale. Sarebbe sufficiente sottolineare, ad esempio, che sempre i dati ufficiali dell’Inps evidenziano come a percepire il reddito di cittadinanza siano soprattutto nuclei familiari (più di un terzo con figli a carico) e, di conseguenza, in larghissima maggioranza persone di età più avanzata rispetto ai cosiddetti giovani. Quanto ai giovani stessi “pigri e svogliati” è una generalizzazione che non trova alcun conforto nella realtà Sicuramente ce ne saranno di ragazzi che non hanno voglia di “sudare” per guadagnare qualcosa ma da qui a fare un discorso generale ce ne passa.

Perché, utilizzando lo stesso metodo, allora sarebbe sin troppo facile generalizzare e sostenere che non si trovano lavoratori stagionali per il semplice motivo che si propongono condizioni da inaccettabile sfruttamento. Perché di operatori che offrono condizioni economiche-lavorative improponibili (con turni di lavoro massacranti, paga ridicola e in diversi casi anche “in nero”) ce ne sono numerosi. Ma non sarebbe affatto corretto, perché a fronte di tanti che mettono in atti veri e propri “ricatti economici” ce ne sono altrettanti, anzi sicuramente di più, che offrono contratti stagionali in regola e condizioni economico-lavorative adeguate.

Così come ci sono tantissimi ragazzi che sono tutt’altro che “pigri e svogliati” come invece li descrive Matteo Renzi. Sarebbe stato sufficiente farsi un giro ad Ascoli e dintorni per scoprire come la realtà sia completamente differente. Questa estate, così come la precedente, abbiamo incontrato decine di ragazzi e ragazze che nel corso dell’anno frequentano l’Università ma che nella stagione estiva non esitano a svolgere lavori stagionali in locali, bar, pizzerie, ristoranti, anche con turni lavorativi molto faticosi. Alla faccia dei pigri e svogliati…

Tornando al presunto problema del reddito di cittadinanza che metterebbe in crisi il lavoro stagionale, nei giorni scorsi l’Inps ha reso noti i dati dei contratti stagionali sottoscritti in questa estate 2021 e, contro ogni aspettativa (almeno contro quella di chi aveva costruito quella realtà virtuale), siamo di fronte ad un vero e proprio record, con ben 142 mila contratti regolari stagionali. Erano quasi 10 anni che neppure ci si avvicinava a quella cifra, praticamente il doppio rispetto al 2017 e 50 mila in più rispetto al 2018, cioè quando ancora non c’era il reddito di cittadinanza.

Sarà rimasto senza parole chi in questi mesi ha cavalcato questa assurda costruzione dei giovani svogliati, del divano sempre occupato a far nulla, del reddito di cittadinanza che ha diseducato, che ha fatto perdere di vista il valore del lavoro. I dati parlano chiaro e sono inconfutabili e dimostrano come intorno al reddito di cittadinanza sia costruita l’ennesima “bufala”, con annessa la solita stucchevole retorica dei giovani che non hanno più voglia di far nulla. “A questo punto aspettiamo curiosi i commenti su questi dati da parte di chi ci ha spiegato per mesi che non si trovano lavoratori stagionali per colpa del reddito – afferma ironico il deputato Nicola Fratoianni – da Renzi alla Santanchè, fino a Salvini. Tutti uguali, tutti dei gran cialtroni”.

In realtà non serviva attendere i dati dell’Inps per giudicare assolutamente infondato e ideologico l’attacco al reddito di cittadinanza, almeno sulla base di questa improponibile costruzione. Basata esclusivamente sulla propaganda della politica nostrana che mira a ridisegnare l’umore popolare a proprio piacimento. Con i grandi imprenditori che, ovviamente per una questione di interesse personale, hanno subito fatto da megafono a questa narrazione, con i piccoli imprenditori locali che hanno fatto il resto. Eppure non è certo un mistero che nel locale i contratti stagioni sono spesso un miracolo e, come detto senza voler generalizzare, è semplicemente irrealistico parlare di assenza di sfruttamento, con giovani e meno giovani che raccontano di turni massacranti pagati non più di 20-25 euro, per giunta “in nero”.

I dati dell’Inps parlano chiaro e sono anche sin troppo facilmente interpretabili perché dicono che, dove ci sono condizioni “umane” e contratti regolari, non c’è affatto carenza di lavoratori, anzi, come dimostrano i numeri record dei contratti stagionali. Piuttosto il discorso, in qualche modo legato al reddito di cittadinanza, può essere un altro. Come abbiamo visto grazie al reddito di cittadinanza le famiglie in difficoltà hanno avuto una piccola base economica con la quale poter vivere, cosa che ha permesso a diversi di loro di non imbarcarsi in lavori stagionali irregolari, mal pagati, con turni umanamente improponibili e senza contratto.

La politica avrebbe dovuto prendere di mira questo aspetto, avrebbe dovuto ribadire l’importanza del lavoro stagione, retribuito in maniera adeguata, come possibilità di crescita, magari mettendo da parte anche qualcosa per la pensione, ma al tempo stesso denunciare e combattere lo sfruttamento, con lavori sottopagati, senza contratto e con anche rischi per la propria salute.

In un simile scenario, come scrive correttamente Giorgia Bonamoneta “le possibilità sono due: gli imprenditori possono mettere tutti in regola, offrire alle persone un contratto regolare e ben pagato, con tutti i diritti previsti dallo Stato, oppure possono trovare una scusa e lamentarsi”. I dati ufficiali dell’Inps dicono che, fortunatamente, in molti, la maggior parte, hanno scelto questa strada. E che i soliti “tromboni” della politica italiana hanno perso l’ennesima occasione per tacere…

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