Ascoli capitale italiana della monnezza… e dell’incoerenza!


Nel 2015 Fioravanti partecipava al blocco stradale per impedire il trasporto dei rifiuti nella discarica a Geta, mentre il sindaco Castelli definiva quella del Bretta “la valle della morte”. Ora, invece, il sindaco di Ascoli ha chiesto e ottenuto che diventi la discarica provinciale…

Nel 2015, quando era presidente del Consiglio comunale, partecipava al blocco stradale per impedire il trasporto dei rifiuti nella discarica a Geta, mentre il suo compagno di partito (e allora sindaco di Ascoli) Castelli si trasformava in improbabile investigatore con video sulla valle del Bretta che addirittura veniva definita “la valle della morte”.

Lo stesso Castelli, diventato assessore regionale, nei mesi scorsi, con sindaci e cittadini, partecipava a Montalto alla manifestazione per dire no al biodigestore di Force e in difesa di quello “scrigno prezioso” della Valdaso. Ora, invece, Fioravanti, divenuto sindaco, ha addirittura chiesto (e ottenuto) di mettere ai voti che quella sulla valle del Bretta diventi la discarica provinciale, mentre Fratelli d’Italia (il partito del sindaco e dell’assessore regionale) esulta per la decisione di realizzare il biodigestore a Relluce.

E’ vero e assodato che la coerenza in generale non è una delle principali virtù dei nostri politici. Però in questo caso è davvero difficile non rimanere comunque sorpresi da simili imbarazzanti giravolte. Che, oltre a creare un profondo solco tra il capoluogo di provincia e alcuni comuni della vallata (Appignano, Castel di Lama, Castorano), provocano un’altra importante conseguenza. In attesa di capire quanto credibile e concreta sia la candidatura a “Capitale della cultura 2024”, intanto Ascoli, come sottolinea molto efficacemente il consigliere comunale Ameli, si è di certo guadagnata il titolo di “capitale della monnezza”.

Ironia a parte, è davvero difficile capire le motivazioni che hanno portato ad una simile giravolta. Che si è concretizzata nel corso dell’Assemblea territoriale d’Ambito Ato 5 che si è svolta mercoledì 11 agosto. Nella quale, oltre al Biodigestore a Relluce si è deciso che i rifiuti di tutta la provincia andranno nella Valle del Bretta, precisamente nella vasca zero di prossima realizzazione. “Il Comune di Ascoli – accusa Ameli – senza alcuna condivisione con il Consiglio comunale, non ha votato contro ma addirittura, insieme al Comune di San Benedetto e con tanto di nota ufficiale, ha chiesto di mettere a votazione come discarica provinciale quella sulla valle del Bretta”.

Fermo restando che il Comune di Ascoli ha sempre ritenuto il polo di Relluce strategico per tutto il ciclo integrato dei rifiuti e affermando che l’unica discarica di servizio per l’ambito è la proposta progettuale in corso di autorizzazione denominata vasca 7 in località Relluce, aderendo alla richiesta del Comune di San Benedetto e alle indicazioni formulate in discussione dalla maggioranza dei Comuni, per una responsabilità istituzionale visto l’imminente pericolo di commissariamento da parte della Regione Marche in caso di mancata approvazione delle linee guida nella seduta di mercoledì 11 agosto, ritengono con il Comune di San Benedetto di mettere a votazione nella prossima seduta dell’Ata solo la proposta quale discarica d’Ambito del PdA dell’impianto di discarica in corto di autorizzazione c.d. Vasca 0 di cui alla proposta progettuale allegato C presentata dalla Geta srl da realizzarsi nell’Alto Bretta in Ascoli Piceno” scrivono, nella lettera inviata il 9 agosto al presidente dell’Ato 5 (il presidente della Provincia Fabiani), i sindaci Fioravanti e Piunti.

Che bleffano in maniera sin troppo palese sul rischio commissariamento che, in realtà, scatterebbe in caso di mancata approvazione delle linee guida entro il 31 dicembre 2021 (quindi ci sono ancora quasi 4 mesi di tempo…).

Mentre gli ascolani sono in vacanza – incalza Ameli – Fioravanti e i partiti di destra hanno voltato le spalle ai tanti cittadini che avevano riposto in loro fiducia alle elezioni. Questa amministrazione ha tradito i tanti comitati che negli anni si sono battuti per avere una valle sulla quale poter pensare di investire, non in rifiuti ma in ambiente. Ricordo infatti che pochi anni fa, ad esempio, prese il via il Parco dei Calanchi, proprio per tutelare la zona dell’Ascensione. Progetto che però è stato fatto naufragare proprio dalla destra al governo di Ascoli Piceno.  Da cittadino, ancor prima che da esponente politico, noto come chi dovrebbe tutelare l’interesse pubblico si sia invece “distratto” e si lasci condizionare dagli interessi privati che difficilmente vanno d’accordo con quelli pubblici. Basti pensare che la Ascoli Servizi Comunali ha ben poco di ascolano, ma molto di fermano e pesarese.

Tempo fa Castelli chiamò la valle del Bretta “la valle della morte” e insieme a Fioravanti agitava folle contro chi stava cercando di risolvere l’emergenza rifiuti creata da Celani. Ora la destra quell’emergenza la vuole far diventare strutturale sul nostro territorio.  Come mai all’epoca si opposero a una discarica sulla valle del Bretta e oggi cambiano idea dicendo sì a progetti enormi? Ci meritiamo questo? Proprio mentre le problematiche ambientali tornano prepotentemente al centro del dibattito politico, l’unica soluzione che viene trovata è quella di costruire nuove discariche e nuovi poli dei rifiuti? Davvero questa maggioranza pensa che si risolvano così i problemi? Perché la destra non ha voluto ascoltare il grido di dolore proveniente dai sindaci di Castignano, Castel di Lama e Appignano?

Ieri in fretta e furia la seconda Assemblea di Ata in pochi giorni ha deciso la pianificazione degli impianti dei rifiuti dei prossimi trent’anni – aggiunge il sindaco di Appignano Sara Moreschini – per anni il nulla e ora si è deciso con la velocità di chi deve andare ad elezioni e non ne conosce ovviamente l’esito e, quindi, ordina di sbrigarsi. Addirittura volevano impedire anche la discussione ai punti e andare subito al voto i rappresentanti di Ascoli e San Benedetto. Il piano d’ambito approvato nel 2017 prevedeva che i territori dovevano essere coinvolti nella redazione dello stesso, era necessario ascoltare i nostri intendimenti, i problemi e le nostre volontà. Invece i punti all’ordine del giorno hanno previsto esclusivamente le proposte delle due società Ascoli Servizi Comunali e Picenambiente. 

La nostra richiesta (Appignano del Tronto, Castel di Lama e Castignano) di valutare insieme la redistribuzione dei carichi ambientali e quindi la condivisione degli impianti su tutto il territorio piceno non è stata minimamente presa in considerazione. Nessun territorio può essere vocato per sempre alla gestione dei rifiuti, è iniquo, scorretto, crudele e scellerato. Alla fine hanno deciso con nostro voto contrario, per il futuro di tutti. L’esito del voto porta ad un piano d’ambito con revamping dell’impianto tmb di Relluce con possibilità di trattamento di rifiuti fino ad 80.000 tonnellate.

Considerato che nel Piceno ne produciamo circa 30 mila, questo vuol dire che il resto arriverà con i camion da altre provincie e altre regioni. Una vasca di ambito nella valle del Bretta di circa 860.000 metri cubi nella valle dei calanchi, e un biodigestore a Relluce per il trattamento della frazione umida che tratta rifiuti ma che il sindaco di Ascoli, oggi, propone come la “Gardaland” della vallata del Tronto, questo perché probabilmente non si rende conto delle difficoltà dei confinanti e della desolazione che hanno creato negli anni accanto alla discarica. La vasca 7 di Relluce non è rientrata nel piano, ma se verrà approvata alla valutazione di impatto ambientale faranno pure quella per rifiuti non pericolosi sempre provenienti da chissà dove”.

A rendere ulteriormente desolante il quadro ci pensano, poi, lo stesso sindaco Fioravanti e Fratelli d’Italia che, probabilmente per spostare l’attenzione dalla sconcertante dimostrazione di incoerenza e dall’imbarazzante “giravolta”, esaltano quelle discutibili decisioni parlando con enfasi del fantomatico progetto “Ascoli Green”. “Un voto disastroso che mostra la vera anima di molti amministratori, cioè quell’essere ecologisti esclusivamente dentro i propri confini comunali” conclude amaramente la sindaca di Appignano Moreschini.

A Fioravanti chiedo di fermarsi e ridiscutere questa scelta e smentire la lettera da lui stesso firmata per l’individuazione della valle del Bretta come polo dei rifiuti, così da poter programmare insieme una nuova stazione amministrativa – afferma Ameli – perché con queste decisioni il territorio di Ascoli ancora una volta si caricherà il peso di dover smaltire il ciclo dei rifiuti non solo della nostra provincia ma anche delle aree limitrofe. In altre parole, sulla base degli atti scritti, a noi i rifiuti e a San Benedetto il nuovo ospedale”.

Soprattutto, però, di questo passo Ascoli rischia si diventare la capitale italiana, ma della monnezza e dell’incoerenza!

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