Non ci resta che piangere…


Dopo la colossale “figuraccia” con l’idrossoclorochina del novembre scorso, nuove sconfortanti esternazioni degli assessori regionali Saltamartini e Latini, con l’esponente leghista ascolana che addirittura definisce il vaccino contro il covid una “sostanza tossica”

Uno propone di giocare con il numero dei tamponi per evitare spiacevoli conseguenze. L’altra definisce il vaccino una sostanza tossica e, dall’alto di non si capisce quale competenza in materia, vuole addirittura abolire la quarantena per chi è contagiato. Se non stessimo parlando purtroppo di una cosa terribilmente seria, che da oltre un anno e mezzo sta condizionando la nostra vita, ci si potrebbe “sbellicare” dal ridere di fronte alle nuove perle dei più sgangherati assessori regionali della storia delle Marche, Filippo Saltamartini e Giorgia Latini, due involontari ma esilaranti comici che non avrebbero nulla da invidiare alle più note coppie della storia della comicità italiana, da Totò e Peppino a Gianni e Pinotto, da Ciccio e Franco a Cochi e Renato.

Lui è assessore regionale alla sanità, lei alla cultura e già solo questo è un ulteriore motivo per sorridere, perché Saltamartini non ha alcuna competenza (e ha ampiamente dimostrato di capirci poco o nulla) in campo sanitario, mentre la cultura e Giorgia Latini sono notoriamente due mondi paralleli che non sono mai destinati ad incontrarsi. I due già nei mesi passati si erano resi protagonisti di affermazioni a dir poco surreali, che avevano dimostrato (se mai ce ne fosse stato bisogno) quanto fossero inadeguati.

Come dimenticare, ad esempio, quando a novembre prima Saltamartini, poi la stessa Latini avevano invocato nelle Marche l’utilizzo della terapia a base di idrossiclorochina, sospesa dall’Aifa e bocciata da tutti i più importanti studi scientifici (vedi articolo “Dilettanti allo sbaraglio”). “L’idrossiclorochina è stata bandita dall’Aifa ma ha dimostrato la sua utilità, come è successo per il protocollo utilizzato per il presidente Trump e per i tanti malati della prima ondata pandemica” aveva addirittura scritto sui social l’assessora alla cultura, mentre l’assessore alla sanità sottolineava come “da esperienze internazionali, come la cura del presidente Trump, si è dedotto che non ci sono conseguenze così negative con l’idrossiclorochina”.

Peccato che è sarebbe bastato informarsi un po’ per scoprire che in realtà Trump non si era certo curato con l’idrossoclorochina ma, con un cocktail di anticorpi, Regn-Cov2, provenienti in parte da persone guarite e in parte realizzati in laboratorio, insieme all’antivirale remdesivir, per la modica cifra di un milione di dollari. Dopo quella colossale “figuraccia”, i due assessori per qualche mese si sono contenuti. Poi nei giorni scorsi prima l’allucinante intervista rilasciata dalla Latini ad un quotidiano locale, con affermazioni che definire “deliranti” è un eufemismo, poi la “genialata” di Saltamartini. Che, come accusa la consigliera regionale Anna Casini, “gioca con i numeri e propone di annacquare i risultati”.

Se ci avvicineremo alla soglia critica aumenteremo il numero di tamponi per abbassare il rapporto” ha dichiarato ad un quotidiano locale l’assessore regionale alla sanità che, poi, sui social ha cercato di mettere una “toppa” a quella sconfortante affermazione. Intanto, però, mentre Saltamartini “gioca con i numeri” continuano, soprattutto nella provincia di Ascoli, i disservizi e i problemi per le vaccinazioni.

Negli hub vaccinali del Piceno – accusa la Casini – la Regione manda a casa i cittadini che devono fare la  seconda dose, con il personale che, come spesso è accaduto, deve mettere la faccia per coprire le  manchevolezze di chi dovrebbe organizzare una campagna del genere nel minimo dettaglio. A causa della mancanza di una adeguata programmazione si rischia infatti di  negare un diritto sacrosanto, quello del vaccino. È inaccettabile prendere in giro i cittadini e il personale sanitario, sopratutto considerate le temperature di questi giorni. Le immagini del centro vaccinale vuoto mentre la variante delta corre e ci avviciniamo ai giorni più “caldi” dell’estate sono una ferita per la sanità e la prevenzione del Piceno”.

Ferite se possibili ancora più profonde sono quelle inferte alla sanità regionale dalla Latini con le incredibili dichiarazioni rilasciate ad un quotidiano locale (e non smentite). Nelle quali, in buona sostanza, l’assessora dichiara di essere contraria al green pass, alla vaccinazione obbligatoria per il personale sanitario, all’uso dei tamponi e delle mascherine in classe. Sarebbe già sufficiente così, ma la Latini va oltre e, dall’alto di non si capisce bene quali competenze, vesti i panni dell’improbabile scienziata che conosce meglio di chi studia e ha studiato da decenni la materia.

Così mentre l’Oms, tutte le agenzie del farmaco internazionali, virologi e infettivologi sostengono che è fondamentale immunizzare anche i ragazzi sopra i 12, l’ex parlamentare leghista spiega che per loro il vaccino non serve. Poi, nonostante Aifa, Ema e Fda proprio recentemente hanno ribadito che la sperimentazione è stata ampiamente completata, la Latini definisce sperimentale il vaccino, per poi addirittura sostenere che probabilmente in caso di contagi non serviranno più le quarantene. Per completare il quadro, probabilmente quasi senza volerlo, ecco tornare fuori le origini e le posizioni più intransigenti no vax della Latini (che, da assessore comunale alla cultura, aveva anche organizzato un convegno no vax ad Ascoli) che addirittura definisce il vaccino una sostanza tossica.

Non intossichiamo l’organismo quando è sano se non è nell’età a rischio” afferma l’assessore regionale alla cultura. Davvero non ci sono parole, definire deliranti farneticazioni simili affermazioni è addirittura riduttivo. “Ma questi geni che governano la nostra regione come pensano di mandare a scuola in presenza i nostri ragazzi? Con la sola imposizione delle mani come il mago Oronzo” commenta sarcastica la parlamentare marchigiana Alessia Morani. L’ironia inevitabilmente corre sui social, dove le dichiarazioni dell’assessora hanno scatenato i commenti più sarcastici e pungenti.

Quando la scienza incontra la politica esce fuori Giorgia Latini” scrive qualcuno su facebook strappando un inevitabile sorriso. Molto amaro, però, perché l’esponente leghista ascolana fa parte della giunta regionale, anzi, inspiegabilmente è stata richiamata dal Parlamento (dove quanto meno era inoffensiva e poteva sparare tutte le “baggianate” che voleva…) per far parte della sconclusionata compagine governativa regionale che, non a caso, tanti danni ha fatto e, purtroppo, tanti ne continua a fare nella gestione della pandemia. Al di là di ogni altra considerazione, ciò che maggiormente preoccupa è che manca poco più di un mese all’inizio del nuovo anno scolastico, con tutte le inevitabili difficoltà che bisognerà affrontare a causa di un virus che continua a condizionare la nostra vita.

Se poi si pensa che a gestire la ripartenza saranno Totò (Saltamartini) e Peppino (Latini), nonostante l’innegabile comicità dei due c’è davvero poco da ridere…

 

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