Dopo le scuole, l’ex Carbon: si arricchisce la collezione di “figuracce” del Comune


Solo 20 giorni il sindaco aveva annunciato che, grazie ad un finanziamento di 10 milioni della Regione, nell’area dell’ex Carbon sarebbero sorte abitazioni a canoni calmierati e asili nido. Peccato che il progetto in questione sia stato bocciato dalla Regione stessa…

Il segretario comunale del Pd, Angelo Procaccini, ironicamente ha sostenuto che il sindaco Fioravanti usa la strategia del “vuoto pneumatico”, con continui e innumerevoli annunci e promesse quasi mai seguite da atti e fatti concreti. In realtà il problema è che negli ultimi tempi al “vuoto pneumatico” si sono aggiunte alcune sconcertanti figuracce che gettano ulteriore discredito, ovviamente sul primo cittadino, ma anche e soprattutto su tutta l’amministrazione comunale. La più clamorosa e imbarazzante è quella relativa all’ormai famosa Ordinanza Ascoli sulle scuole (come vedremo prossimamente di fatto completamente inutile) che Fioravanti (ma anche l’assessore regionale Castelli) ha spacciato come grande successo quando, invece, è del tutto evidente che è una delle più imbarazzanti umiliazioni mai subite dal Comune piceno che, in pratica, è oggetto di una sorta di commissariamento per la palese incapacità di portare avanti il programma di interventi finanziato da quasi 4 anni.

Ma nei giorni scorsi è arrivata anche quella relativa al bando regionale per le installazioni artistiche di light design per la valorizzazione dei centri storici, con il progetto del Comune di Ascoli, di cui si era parlato anche in relazione alla candidatura a Capitale della cultura, che si è classificato 31° su 37 ed ovviamente è stato escluso dai finanziamenti. Nelle ore scorse, poi, è arrivata la bocciatura/figuraccia probabilmente più cocente e pesante, quella relativa al cosiddetto housing sociale nell’area ex Carbon. Anche in questo caso il fallimento dell’amministrazione comunale è reso ancora più imbarazzante dalla cosiddetta “annuncite” del sindaco.

Che 20 giorni fa, con la solita enfasi aveva appunto annunciato che, grazie ad un finanziamento di 10 milioni da parte della Regione, nell’area dell’ex Carbon sarebbero sorte abitazioni a canoni calmierati per le famiglie ed anche un asilo nido. Come ormai tradizione, qualche quotidiano locale, che assomiglia sempre più all’organo ufficiale dell’amministrazione comunale più che ad un quotidiano indipendente, era addirittura andato oltre, dando per certo quel finanziamento e titolando a tutta pagina: “Ex Carbon: da fabbrica a quartiere con abitazioni a canone agevolato per famiglie”.

Il giorno precedente quel roboante annuncio e quel titolo altisonante il sindaco Fioravanti e la giunta comunale, con delibera n. 123 del 3 maggio, avevano deciso di aderire all’Avviso per Manifestazione di interesse approvato dalla Regione con delibera n. 483 del 20 aprile che destinava fondi (30 milioni di euro) per la realizzazione di interventi di edilizia residenziale sociale nei territori danneggiati dal sisma iniziato il 24 agosto 2016. Nella stessa delibera veniva stabilito che la proposta progettuale da presentare alla Regione riguardava l’area ex Carbon con il futuro acquisto di immobili da adibire “alla locazione permanente con canone sociale degli alloggi previsti”.

A tal fine la giunta ha anche approvato lo schema di “Contratto preliminare di compravendita di beni futuri soggetti ad opzione da sottoscrivere con il soggetto attuatore del PRU Ex Carbon, la società Restart Srl, avente per oggetto l’acquisto dell’intera piena proprietà degli immobili da destinare ad edilizia residenziale sociale per una superficie totale di 3.280 metri quadrati, per un prezzo totale di poco superiore agli 8 milioni di euro (8.127.020 per l’esattezza). Al di là del fatto che il 3 maggio era l’ultimo giorno utile per partecipare al bando regionale, sarebbe buona cosa se il sindaco e l’amministrazione comunale prima di partecipare ad un bando avessero la decenza di leggere (e magari cercare anche di comprendere) i requisiti che vengono richiesti nel bando stesso.

Perché se in questo caso l’avessero fatto avrebbero immediatamente compreso che era inutile partecipare (e ancor più fare proclami, facendo credere a qualche sprovveduto che quel finanziamento fosse cosa fatta). Invece, come se niente fosse, sindaco e giunta hanno presentato alla Regione un progetto improponibile, facendo credere per giorni che fosse praticamente certo che venisse accolto e finanziato. Invece, ovviamente, è stato bocciato perché nell’area in questione non ci sono appartamenti già realizzati (condizione espressa in maniera chiarissima nel bando) ma solo vecchi capannoni ubicati su un’area inquinata da bonificare. In altre parole, il progetto del Comune verte su un “acquisto di cosa futura” che non rientra negli interventi finanziati con il programma regionale.

Per altro – sottolinea la consigliera regionale Anna Casini – su quell’area non si può costruire perché la Restart non ha mai firmato la convenzione con il Comune per attivare il Piano attuativo ed è ancora aperto il ricorso al Tar. Parliamo di 24 ettari, destinati già a servizi per il quartiere Luciani dal vecchio piano Benevolo, che pur essendo inquinati e abbandonati, sono nel cuore della città e un’amministrazione degna di questo nome dovrebbe risolvere il problema per non sottrarre ai cittadini i servizi che meritano”. Al di là dell’ennesima imbarazzante figuraccia del sindaco Fioravanti e della sua giunta, resta lo sconcerto per una vicenda, quella legata all’ex Carbon, che da 20 anni attende di essere sbloccata.

Tra le tante promesse (fino ad ora puntualmente non mantenute) fatte in campagna elettorale ovviamente Fioravanti non aveva trascurato neppure l’area ex Carbon che per il primo cittadino era destinata a “diventare il più grande polmone di sviluppo per Ascoli Piceno, città del futuro”. “In questa zona che raddoppierà le dimensioni di Ascoli in termini di utilizzo, si creerà una possibilità occupazionale che potrebbe addirittura superare i posti di lavoro che dovrebbero essere generati dall’intera Area di crisi complessa del Piceno” scriveva nel suo programma elettorale Fioravanti, rivendicando con orgoglio il fatto che il progetto per quell’area portava la firma del centrodestra. A cui ora, dopo 2 anni di nulla, è giusto attribuire la responsabilità per quello che al momento è evidente che è un clamoroso fallimento.

Abbiamo sempre sostenuto che dovesse prevalere l’interesse pubblico – afferma la consigliera regionale Casini – e che le volumetrie dedicate alla costruzione di abitazioni private dovessero essere ridotte in quanto esagerate in una città che si spopola anno dopo anno e che ha migliaia di appartamenti vuoti.  Allora perché non cambiare impostazione? Perché non dare una visione alla città? Arriveranno le risorse del PNRR che si aggiungeranno a 7,8 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente (da usare per la bonifica della vasca di prima pioggia e da recuperare a spese di chi ha inquinato). Perché tutto questo non può trasformarsi in una grande possibilità per ampliare l’offerta di servizi pubblici e al tempo stesso immaginare nuove destinazioni d’interesse anche per la proprietà?”.

Noi vogliamo mettere al centro un tema che deve essere risolto – aggiunge il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Francesco Ameli – già 20 anni fa si parlava della bonifica dell’area. Bisogna pensare alla realizzazione di un parco o ad una destinazione pubblica della zona. Possono essere la soluzione ad una situazione di stallo che va avanti da troppo tempo, la bonifica è in ritardo e ogni anno viene rimandata. E’ nostra intenzione proporre un’iniziativa al Comune, anche un Consiglio comunale aperto, se ce ne sarà data la possibilità, avanzeremo le nostre proposte al Comune”.

A maggior ragione dopo questa brutta figura e vista la situazione di stallo, sarebbe importante che il sindaco e l’amministrazione manifestassero una certa disponibilità e una necessaria apertura.

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