Vaccini avanti adagio e con l’anomalia Marche


Rispetto alla settimana scorsa cresce la media giornaliera di  senza, però, raggiungere la fatidica soglia delle 500 mila dosi al giorno. Le Marche tra le regioni con la percentuale di somministrazioni più alta ma, misteriosamente, indietro su tutte le classi di età

Avanti adagio. E’ cresciuta, nell’ultima settimana, la media di dosi giornaliere di vaccini nel paese e nella nostra regione ma ancora non come si sperava. Così, sul piano nazionale, non si riesce ancora a raggiungere la fatidica quota di 500 mila vaccini al giorno, mentre le Marche (che secondo l’assessore regionale alla sanità Saltamartini sarebbero in grado di viaggiare ad una media anche di 15 mila dosi al giorno) per la seconda settimana di fila non riesce a centrare l’obiettivo delle 12 mila dosi al giorno. Ma quello della nostra regione, come vedremo, è un caso del tutto particolare e anomalo.

Partendo dai numeri nella settimana che va da domenica 2 a domenica 9 maggio complessivamente in Italia sono state somministrate 3.301.005 dosi di vaccino (da 20.652.663 vaccini di domenica 2 a 23.953.668 di domenica 9 maggio), con una media di 463.947 dosi al giorno (la settimana scorsa si era registrata una media di 420 mila dosi al giorno). Per quanto riguarda le Marche complessivamente sono state somministrate 78.602 dosi (da 564.016 a 642.078 dosi di domenica 9 maggio), con una media di 11.151 dosi al giorno (la settimana scorsa 10.150 al giorno).

In un quadro complessivamente per nulla chiaro, quello che emerge in maniera sin troppo evidente è che a 6 mesi dall’avvio della campagna la struttura organizzativa logistica non è ancora in grado di viaggiare ai ritmi che sarebbero necessari per rispettare gli step e i programmi che aveva inizialmente stilato il commissario straordinario Figliuolo.

Un problema cruciale che deve essere risolto entro fine mese se, come più volte ribadito dallo stesso Figliuolo, giugno sarà davvero il mese della svolta definitiva, con l’arrivo di un numero elevatissimo di dosi (tra 25 e 30 milioni). Perché quel numero di dosi vengano concretamente utilizzate bisognerà quasi raddoppiare la media di somministrazioni giornaliere che dovrà essere non inferiore alle 800 mila dosi al giorno. E perché ciò sia possibile bisognerà innanzitutto aumentare in maniera consistente il numero di punti vaccinali, attualmente poco più di 2500. Considerando che ogni punto vaccinale in media effettua tra i 150 e i 180 vaccini al giorno, per raggiungere la quota delle 800 mila dosi giornaliere sono necessari oltre 5 mila punti di vaccinazione.

L’alternativa (e probabilmente anche la soluzione più praticabile) è data da quegli accordi con gli ordini professionali e con le aziende di cui si è tanto (e troppo spesso a sproposito) parlato nei mesi scorsi e che ora, con le categorie più fragili che si apprestano ad essere messe in sicurezza, sarebbero quanto mai opportuni e necessari per riuscire a raggiungere certi numeri. Il problema è che, dopo che nelle settimane scorse il commissario straordinario a tal proposito sfornava praticamente un annuncio al giorno, al momento in concreto non c’è nulla. Quello della cosiddetta “annuncite”, però, è ormai sin troppo evidente che è un difetto che il gen. Figliuolo proprio non riesce ad evitare. Era stato presentato dai suoi sostenitori (politici e giornalisti) come un uomo del fare in questi mesi, invece, abbiamo scoperto questa sua predisposizione a sfornare annunci praticamente a getto continuo.

Il problema è che troppo spesso quegli annunci non sono stati confermati dai fatti concreti, dalla realtà. Non solo, in diverse circostanze quegli stessi annunci hanno avuto l’effetto, per nulla positivo per il commissario stesso, di far pensare che Figliuolo non abbia pienamente il polso della situazione. Quei suoi continui proclami con i quali nelle ultime settimane ha annunciato come avrebbe dovuto procedere la campagna di vaccinazione sono, ad esempio, risultati un vero e proprio boomerang. Perché poi la realtà dei fatti ha sempre dimostrato che la maggior parte delle Regioni si muovono in maniera assolutamente autonoma e per nulla non in linea con quanto annunciato dal commissario straordinario.

L’ultimo esempio in proposito è l’annuncio fatto da Figliuolo lo scorso fine settimana secondo cui da questo lunedì (10 maggio) si dava il via alle prenotazioni per gli over 50. Peccato, però, che in diverse regioni gli over 50 li stanno già vaccinando o, quanto meno, sono stati prenotati da giorni, mentre in altre non sono ancora nelle condizioni di farlo. In altre parole un annuncio assolutamente inutile che rafforza la sensazione che il commissario straordinario non abbia un granché il polso della situazione. Uno dei punti su cui Figliuolo era tornato più volte era stato proprio quello di armonizzare il più possibile l’andamento della campagna vaccinazioni tra le regioni, al punto che aveva annunciato che la struttura centrale era pronta a fornire uomini e mezzi a quelle regioni che, per qualsiasi ragione, fossero rimaste indietro o comunque avrebbero faticato a rispettare la tabella di marcia. Inutile dire che fino ad ora nulla di tutto questo si è visto.

Al di là di ogni altra considerazione, però, quello che è più importante è che di questo passo è praticamente impossibile riuscire a rispettare l’obiettivo che si erano fissati il governo e il commissario straordinario al momento della presentazione del piano vaccini, cioè il raggiungimento della copertura dell’80% della popolazione vaccinabile entro agosto 2021. Secondo l’osservatorio de “Il Sole 24 Ore” mantenendo la media di questa settimana ci vorranno ancora 4 mesi e mezzo (quindi fine settembre) per coprire il 70% della popolazione, per arrivare all’80% servirà almeno un ulteriore mese (quindi fine ottobre).

Per quanto riguarda le Marche, invece, sempre secondo l’osservatorio de “Il Sole 24 Ore” con questa media la copertura del 70% dei marchigiani arriverà qualche giorno dopo rispetto alla media nazionale (e per raggiungere l’80% bisognerà aspettare inizio novembre). Secondo quelle previsioni ben 9 regioni (Puglia, Abruzzo, Liguria, Basilicata, Molise, Campania, Lombardia, Umbria, Veneto) più la Provincia Autonoma di Trento raggiungerebbero quel traguardo prima della nostra regione, con la Puglia che in assoluta sarebbe la prima (dopo ferragosto).

Torniamo a quella che da settimane è la grande anomalia delle Marche, con Acquaroli e Saltamartini che rivendicano un primato di somministrazioni (in percentuale alle dosi ricevute) che, però, all’atto pratica si scontra con una realtà che vede la nostra regione sempre indietro nelle categorie da vaccinare. Per altro i dati ufficiali in tal senso parlano chiaro, in effetti le Marche sono sempre tra le migliori per percentuale di dosi somministrate rispetto a quelle ricevute. E, sempre in base alla popolazione residente, la stessa percentuale di dosi arrivate sono esattamente in linea con le altre regioni. Però, poi, all’atto pratico la nostra regione viaggia sempre in ritardo rispetto alle altre regioni.

Nelle Marche, ad esempio, solo sabato scorso (8 maggio) è iniziata la prenotazione per chi ha un’età compresa tra 60 e 64 anni mentre nella maggior parte delle altre regioni si stanno già da giorni non prenotando ma addirittura vaccinando le persone di quella classe di età. Stesso discorso per quanto riguarda gli over 50. Come abbiamo visto secondo Figliuolo da oggi (lunedì 10 maggio) si possono aprire le prenotazioni ma, in concreto, in diverse regioni già da qualche settimana si stanno prenotando le persone appartenenti a quella classe di età.

Nelle Marche, invece, anche in questo caso siamo decisamente indietro, visto che da questo lunedì possono prenotarsi solo gli over 50 con comorbidità (cioè con patologie senza un elevato grado di rischio), mentre per tutti gli altri la speranza (ma non la certezza) e che si possa partire con le prenotazioni entro domenica 16 maggio. E’ del tutto evidente, quindi, che c’è qualcosa (anzi, più di qualcosa) che non riporta, perché il primato delle somministrazioni (in percentuale) non si sposa con i ritardi nelle prenotazioni e nelle vaccinazioni di tutte le classi di età. Inevitabile, quindi, il sospetto che forse qualche dose di troppo è andata a chi non ne aveva diritto…

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