Piano vaccini: facciamo finta che tutto va bene..


Il 29 aprile scorso per la prima volta superata quota 500 mila dosi al giorno, nel tripudio generale di stampa, partiti ed esponenti politici. Peccato, però, che la cosiddetta “svolta” sia durata un solo giorno e che di questo passo è impossibile raggiungere gli obiettivi fissati

Appena insediato come commissario straordinario, tra gli osanna generali e descrizioni da parte dei giornali quasi mitologiche, Figliuolo aveva garantito l’immediata svolta nelle vaccinazioni, promettendo di toccare la fatidica quota delle 500 mila dosi entro il 20 marzo (e da quel momento in poi di andare in progressivo crescendo). Il successivo 13 marzo, nel nuovo piano vaccinazioni, l’obiettivo era stato spostato al 14 aprile. Come sappiamo le cose non sono andate come si sperava, così il 24 aprile scorso lo stesso Figliuolo aveva stabilito il target, nazionale e per ogni regione, per la settimana successiva, ovviamente con il solito obiettivo delle 500 mila dosi al giorno che, secondo il generale, di certo si sarebbero toccate prima del 29 aprile.

Anche in questo caso non è andata esattamente come previsto, almeno non del tutto, perché la fatidica soglia delle 500 mila dosi è stata raggiunta (e ampiamente superata) solamente il 29 aprile, con ben 554.669 dosi somministrate. E tanto è stato sufficiente per far esplodere l’incontenibile entusiasmo di gran parte della stampa e di diversi partiti ed esponenti politici che, dopo aver esaltato in ogni modo il “Super generale” e aver previsto successi straordinari, finanche il raggiungimento della cosiddetta “immunità di gregge” addirittura ad inizio estate, di fronte ai risultati non proprio lusinghieri stavano cadendo in depressione nelle ultime settimane.

Così nelle ore successive al superamento della fatidica soglia, tutti a festeggiare la più volte annunciata (ma fino a quel momento solo sognata) “svolta”, con il susseguirsi dei ringraziamenti al generale Figliuolo ma anche al governo per il risultato conseguito, ovviamente senza far mancare paragoni e “frecciate” al veleno nei confronti di chi c’era prima. I più scatenati ovviamente i renziani che, attribuendosi gran parte dei meriti della nascita del governo Draghi e del successivo arrivo di Figliuolo, di conseguenza si sentono in qualche modo responsabili del risultato e del presunto successo ottenuto. “Mezzo milione di vaccini ieri. C’è stata la svolta, ci siamo. Grazie al generale Figliuolo, alla protezione civile di Curcio, al governo Draghi” scrive Matteo Renzi il 30 aprile.

Lasciando da parte il particolare (non propriamente irrilevante) che nell’euforia collettiva si finge di dimenticare che in realtà la fatidica soglia delle 500 mila dosi è stata toccata con estremo ritardo rispetto alle varie previsioni (che, in termini pratici, significa che bisogna ulteriormente e decisamente accelerare se si vuole davvero arrivare a settembre con l’80% degli italiani vaccinati), ovviamente non si può che essere soddisfatti di quel risultato. Non dimenticando, però, che l’obiettivo non era certo toccare quella cifra “una tantum” ma arrivare ad avere una media giornaliera di oltre 500 mila dosi, progressivamente da aumentare. E da questo punto di vista purtroppo non ci siamo affatto. Perché nella settimana che doveva essere quella del raggiungimento di quell’obiettivo in realtà la media è rimasta simile a quella della settimana precedente e, soprattutto, i giorni successivi a quello in cui si è superata quota 500 mila si è tornati ampiamente sotto quella soglia (nella giornata del 2 maggio addirittura sotto quota 400 mila dosi).

Nella fotogallery al centro dell’articolo è evidenziato l’andamento settimanale (secondo i dati ufficiali del ministero della sanità, presi a fine giornata) che evidenzia come complessivamente nella settimana che va dal 25 aprile al 2 maggio siano state somministrate meno di 3 milioni di dosi, per una media di circa 420 mila vaccini al giorno. Questo significa che il target fissato dal generale Figliuolo per la settimana non è stato affatto raggiunto. Stesso discorso per quanto riguarda le Marche, il cui obiettivo settimanale era quello di raggiungere la media di 12 mila vaccinazioni al giorno. Invece nella nostra regione nell’ultima settimana complessivamente sono state somministrate 71.051 dosi, con una media giornaliera di poco superiore alle 10 mila dosi (10.150 per la precisione).

Anche nelle Marche, come per l’Italia, c’è stato l’exploit di un giorno (il 29 aprile oltre 15 mila dosi) ma nei giorni precedenti e in quelli successivi non si sono neppure avvicinate le 12 mila dosi. Allora forse è arrivato il momento di avere un approccio meno puerile alla campagna di vaccinazioni, finendola di se fosse soprattutto una sorta di gara per dimostrare che chi c’è ora è più bravo di chi c’era prima. Anche perché, se si volesse davvero ridurre tutto ad una puerile gara, sarebbe sin troppo facile evidenziare che chi con il precedente governo e il precedente commissario l’Italia era tra le migliori in Europa per percentuale di vaccini, ora siamo tra le peggiori.

Meglio di noi (come percentuale di popolazione a cui è stata iniettata la prima dose) non solo Germania, Francia e Spagna ma anche Olanda, Austria, Ungheria, Slovenia, Belcio, Estonia, Islanda, Malta, Cipro, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lituania, Portogallo, Svezia, Norvegia, Liechtenstein, Lussemburgo. Non solo, se in Italia c’è chi esulta per aver raggiunto quota 500 mila, per una sola volta, a fine aprile, in Germania quella soglia è stata toccata già ai primi di aprile (ed il 28 aprile si è toccato il record di 1,1 milioni di dosi in un solo giorno), così come in Francia dove ora si viaggia sopra quota 600 mila. E allora, finendola di fare le stupide e improponibili gare da bambini e di comportarsi come ultras accecati, è il momento che si faccia una volta per tutte chiarezza sui tanti, troppi aspetti che non vanno e che continuano ad ostacolare questa campagna di vaccinazione.

Partendo dal dato matematico inoppugnabile che, proseguendo in questo modo, non c’è alcuna possibilità di centrare gli obiettivi della vaccinazione del 60% degli italiani entro luglio e dell80% per settembre. I numeri ci dicono che proseguendo con la media avute in queste settimane (sotto 450 mila dosi al giorni), quei target verrebbero centrati rispettivamente non prima di fine settembre e novembre inoltrato. Per raggiungerli bisogna da subito viaggiare ad una media di poco meno di 600 mila vaccini al giorno.

Perché ciò avvenga serve innanzitutto meno confusione, una più seria e reale programmazione che non venga modificata quasi giornalmente, un miglior coordinamento con le Regioni ed ovviamente la certezza della disponibilità delle dosi. Che secondo Figliuolo ci sono e ci saranno fuori da ogni dubbio, mentre per l’assessore alla sanità delle Marche, Filippo Saltamartini, non ce ne sono a sufficienza.

Speravamo nel secondo trimestre – ha scritto l’assessore sui social il 1 maggio scorso – di poter svoltare sulle vaccinazioni. Ma il calendario dei rifornimenti segnala ancora per maggio bonaccia. Dal 1 al 20 maggio arriveranno 220 mila dosi, molte meno di quelle che potenzialmente possiamo somministrare. Ieri abbiamo inoculato quasi 14 mila vaccini (in realtà erano stati più di 15 mila…), il programma per giungere in 2 mesi alla vaccinazione di 900 mila persone. Ma oggi, 1 maggio, siamo dovute scendere 3-4 mila dosi. E pure domani si dovrà calare. Probabilmente lunedì dovremo rinviare molte prime dosi. Anche io vorrei capire questi fantomatici milioni di sieri quando arriveranno”.

Detto che in realtà al 2 maggio, secondo i dati ufficiali riportati nel sito del ministero, nelle Marche risultavano quasi 90 mila dosi inutilizzate (651.330 consegnate, 564.016 somministrate), nelle stesse ore in cui Saltamartini si lamentava della carenza di dosi anche per il mese in corso, Figliuolo confermava che a maggio arriveranno 17 milioni di dosi (e allora non si capisce per quale motivo alle Marche andrebbero solo 220 mila dosi…), mentre altre 30 milioni di dosi arriveranno a giugno. Fidandoci del generale, è chiaro che allora le dosi ci sono, serve solo organizzarsi e coordinarsi meglio.

Serve soprattutto chiarezza, cosa che in questo momento manca completamente, come si evince anche dalle dichiarazioni dello stesso generale. Che continua ad annunciare accordi di ogni tipo per velocizzare e aumentare le vaccinazioni (con le aziende, con gli ordini professionali, addirittura ora anche con le scuole, con i medici di base, con le farmacie) che per ora, però, restano solo nelle intenzioni. Ed è chiaro che fino a che quegli accordi non diventeranno realtà, non c’è alcuna possibilità di raggiungere i numeri che servono, visto che i punti di vaccinazione sono ancora decisamente inferiori a quelli che servirebbero (2.464 in tutto il paese). Quello che lascia ulteriormente perplessi è che mentre Figliuolo fornisce alcune indicazioni, le Regioni proseguono ad andare per conto loro.

Il generale, ad esempio, proprio nelle ore scorse ha sostenuto che bisogna prima di tutto mettere in sicurezza la categoria degli over 60, poi si penserà come procedere, paventando l’ipotesi poi di non procedere più per fasce d’età ma di lasciare una sorta di libertà di vaccinazione senza prenotazioni (che, in realtà, non sembra un’idea brillantissima). Intanto, però, ci sono diverse Regioni che hanno già avviato le prenotazioni e, in qualche caso, anche le vaccinazioni per gli over 50. Per quanto riguarda le Marche, proprio per la presunta carenza di dosi, sono state bloccate le prenotazioni per la fascia di età da 60 a 64 anni e non si sa nulla su quanto verranno riaperte e su cosa accadrà poi per le altre fasce di età.

Eppure lo stesso Saltamartini e il presidente Acquaroli non perdono occasione per sbandierare il fatto che siamo tra le Regioni migliori per quanto riguarda le vaccinazioni. Siamo indietro rispetto alle altre regioni praticamente in tutte le fasce d’età però, per magia, siamo tra i migliori. L’ennesimo bizzarro paradosso che può verificarsi solo nella sempre più surreale e confusa campagna di vaccinazione…

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