Piano vaccini, era meglio quando si stava peggio…


Mentre si susseguono annunci, proclami e presunti aggiornamenti del piano vaccinale, i dati ufficiali confermano che la campagna di vaccinazione in Italia sta procedendo incredibilmente a rilento e che fino ad ora non è stato raggiunto nessuno degli obiettivi fissati

“Figliuolo aggiorna il piano vaccinazioni” titolavano tutti i principali giornali italiani martedì 13 aprile. Magari sarà anche segno della capacità del Super generale di adeguarsi con rapidità all’evolversi dei fatti. Certo, però, se ad un mese esatto dalla sua approvazione il piano vaccinale è già stato aggiornato più volte qualche interrogativo è lecito porselo. Anche perché, lo dicono i fatti e i dati ufficiali, non si può certo dire che la campagna di vaccinazioni sta procedendo al meglio. Non a caso secondo l’Italia al momento è al 42° posto per dosi somministrate in relazione agli abitanti, dietro anche a paesi come il Marocco, la Lituania l’Uruguay e naturalmente a tutti i principali stati europei, con una media inferiore a quella dell’Unione europea.

Secondo il monitoraggio dell’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control) con la media di dosi giornaliere tenuta dall’Italia nelle ultime settimane il nostro paese impiegherà 8 mesi e 21 giorni per raggiungere l’obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione. Per arrivare a quella quota (che equivale a poco più di 42 milioni di persone) bisogna somministrare complessivamente più di 84 milioni di dosi. Al momento del suo insediamento e alla presentazione del nuovo piano vaccini Figliuolo ha sempre promesso e assicurato che l’obiettivo sarebbe stato raggiunto per fine agosto-inizio di settembre. Per l’Ecdc, invece, con questa media bisognerà attendere la fine del 2021, esattamente il 30 dicembre, per raggiungere il 70% della popolazione vaccinata in Italia.

Volendo essere ottimisti si può legittimamente ritenere che si arriverà a centrare l’obiettivo prima di fine 2021 perché è presumibile che nelle prossime settimane crescerà notevolmente la media giornaliera di dosi somministrate. Guardando, però, alla situazione con realismo non si può che essere preoccupati e quello che appare certo è che sicuramente si andrà oltre la data fissata da Figliuolo. Perché per raggiungere il 70% di vaccinati entro fine agosto il nuovo piano vaccinale prevedeva una progressiva crescita della somministrazione di dosi giornaliera (per altro simile a quella del piano Arcuri) che doveva portare entro la seconda metà di marzo ad una media di oltre 300 mila dosi al giorno e da questa settimana (14 aprile) a 500 mila somministrazioni al giorno.

Entrambi gli obiettivi non sono stati centrati, anzi, rispetto a quello delle 500 mila dosi dal 14 aprile siamo terribilmente indietro. Non solo, il monitoraggio Ecdc basa la sua previsione pessimistica sulla media tenuta dopo Pasqua di quasi 270 mila somministrazioni al giorno. Ma nei primi 3 giorni di questa settimana in realtà l’Italia ha addirittura fatto peggio, sono state somministrate poco più di 700 mila dosi (705.551), con una media di 235 mila dosi al giorno. Nel diluvio di annunci e proclami, tutti nel segno del più sfrenato e immotivato ottimismo, si sparano cifre, si fissano obiettivi che non solo i fatti dimostrano che non sono realistici ma che anche da un punto di vista matematico non sono coerenti.

L’esempio più lampante è quanto sta accadendo nelle Marche, dove l’assessore alla sanità Saltamartini nel fine settimana scorso aveva annunciato che le Marche erano ormai intorno alle 12 mila dosi al giorno, quota necessaria per arrivare a vaccinare 900 mila marchigiani entro fine luglio. In realtà con 12 mila dosi al giorno a quota 900 mila vaccinati non si arriverebbe prima di metà-fine settembre. Per altro i dati ufficiali forniti dalla Regione dicono che in questa settimana si sta viaggiando ad una media inferiore alle 10 mila dosi al giorno (l’ultima giornata 9.700). Non solo, secondo quanto ha riferito dal governatore stesso, Acquaroli avrebbe ricevuto una telefonata di complimenti da Filuiolo per aver quasi completato la prima dose per gli ultra 80enni (che doveva terminare, da programma regionale, a metà marzo…), mentre addirittura secondo le proiezioni del ministero le Marche in questi giorni dovrebbero completare anche la seconda dose agli over 80.

I dati, quelli ufficiali e reali, raccontano altro e dicono che al 15 aprile su 136 mila over 80 presenti nelle Marche è stata somministrata la prima dose a 98.937 anziani (72,7%) , mentre la seconda dose l’hanno ricevuta 55.458 persone (40,7%). La verità è che la confusione regna sovrana e che il moltiplicarsi di annunci, proclami, affermazioni e ordinanze da parte del commissario Figliuolo finiscono per accentuare il caos, anche perché spesso si rivelano inutili “doppioni”. Come, ad esempio, l’ordinanza del 9 aprile scorso che, per come è stata riportata da stampa e tv, avrebbe finalmente stabilito la priorità (per le vaccinazioni) agli anziani.

In linea con il piano nazionale del ministero della salute approvato con decreto 12 marzo 2021 – si legge nell’ordinanza – la vaccinazione rispetta il seguente ordine di priorità: persone di età superiore agli 80 anni, persone con elevata fragilità e, ove previsto dalle specifiche indicazioni contenute alla Categoria 1, Tabella 1 e 2 delle citate Raccomandazioni ad interim, dei familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari, persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni e, a seguire, di quelle di età compresa tra i 60 e i 69 anni. Parallelamente alle suddette categorie è completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario, in prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del COVID-19 e di tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private”.

Al di là del fatto che è surreale che una simile ordinanza arrivi il 9 aprile (quando in teoria la vaccinazione degli over 80 doveva essere quasi alla conclusione), praticamente quella stessa priorità era già stata stabilita nel piano strategico per la campagna di vaccinazione predisposto dal precedente commissario Arcuri ed operativo dal 2 gennaio scorso. Quel piano prevedeva, infatti, che dovessero essere vaccinati in via prioritaria “gli operatori sanitari e sociosanitari, i residenti e il personale dei presidi residenziali per gli anziani e le persone di età avanzata a partire dagli over 80, poi gli over 70 e gli over 60”. C’è bisogno di far rispettare le priorità, non di replicare inutili ordinanze. Stesso discorso per quanto riguarda l’approvvigionamento dei vaccini.

Martedì 13 aprile Figliuolo ha annunciato che “nel trimestre che va da aprile a giugno avremo 45 milioni di dosi”, poi il giorno successivo ha sottolineato che grazie ad un accordo dell’Ue con Pfizer avremo nel trimestre altre 7 milioni di dosi aggiuntive. Il piano vaccini presentato a marzo, però, prevedeva già quella quantità di dosi (quasi 54 milioni di dosi), quindi nulla di nuovo. Semmai la conferma di quanto sosteniamo da tempo, cioè che i ritardi e il procedere decisamente a rilento non dipendono certo dalla carenza di dosi. A fine marzo l’Italia aveva ricevuto più di 12 milioni di dosi, ora da aprile a giugno riceveremo altre 52 milioni di dosi. Abbiamo visto che per raggiungere il target fissato da Figliuolo è necessario raggiungere 84 milioni di somministrazioni entro fine agosto.

Considerando che nel terzo trimestre (luglio-settembre) da piano vaccinale ne sono in arrivo oltre 80 milioni, di dosi a disposizione ce ne sono in abbondanza. Questo a dimostrazione che, come ripetiamo da tempo, il vero problema non è certo la carenza di dosi (ci sono e ci saranno a sufficienza) ma l’assoluta inadeguatezza degli aspetti logistici-organizzativi del piano vaccinale. D’altra parte basta guardare l’aggiornamento giornaliero dei dati fatto dal ministero che, al 15 aprile, ci dice che ci sono quasi 3 milioni e mezzo di dosi non utilizzate. In altre parole, servono molti più punti di vaccinazione (al momento, secondo i dati forniti dallo stesso Figliuolo, ce sono poco più di 2 mila, ne servono almeno il doppio per sperare di avvicinare quota 500 mila dosi al giorno) e anche più medici e infermieri vaccinatori.

Non se ne parla, si finge di ignorare che questo sia il vero problema anche perché per settimane l’informazione quasi unanimemente e gran parte della politica hanno sparato a zero sulle famose primule, sul bando per assumere 15 mila tra medici e infermieri voluti da Arcuri, ritenendoli inutili, festeggiando come non mai quando Figliuolo, appena insediato, ha messo in soffitta entrambe le iniziative, con la previsione di sostituirle con hub vaccinali militari, con migliaia e migliaia di militari e personale preso da protezione civile e associazioni di volontariato. In realtà, come abbiamo visto, nulla di tutto ciò si è poi concretamente realizzato. Così siamo arrivati ad aprile, cioè nel mese in cui secondo tutti e due i piani vaccinali (quello precedente di Arcuri e quello attuale di Figliuolo) avremmo raggiunto quota 500 mila dosi al giorno, con una situazione logistica che non consente di raggiungere l’obiettivo fissato.

Nessuno può dire con certezza se, seguendo il piano Arcuri, ce l’avremmo fatta. Il dato di fatto incontestabile, però, è che il piano Figliuolo da questo punto di vista fino ad ora ha fallito. Certo poi ci sarebbe da parlare anche delle gravi inefficienze delle Regioni che, piaccia o no, sono in concreto le principali responsabili del funzionamento della campagna vaccinale. Però se poi il generale Figliuolo, che inizialmente si era detto pronto ad intervenire per supportare le Regioni che erano indietro, telefona per complimentarsi (almeno secondo quanto sostiene Acquaroli), invece che per spronare a far meglio, con una Regione che è indietro di almeno un mese rispetto al programma iniziale (per quanto riguarda gli over 80) allora c’è poco da fare…

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