Disastro vaccini, Marche nel caos


Imbarazzo al Palazzetto di Monticelli, con tantissimi anziani che dopo una lunga attesa sono stati rimandati a casa per la sospensione di Astra Zeneca e la mancanza di dosi Pfizer e Moderna. Ancora irrisolto il pasticcio sul numero di dosi consegnate alle Marche

La settimana con le Marche in rosso è iniziata, almeno per quanto riguarda i vaccini, in maniera semplicemente sconfortante e come era terminata la precedenza, cioè nel caos più completo. Mancano pochi minuti alle 17 e il palazzetto di Monticelli che da sabato è il nuovo punto di vaccinazione per il territorio ascolano è gremito di anziani over 80 che sono in attesa di effettuare il vaccino, tra chi deve fare la prima dose e chi invece deve effettuare il richiamo. E questo cambio di sede, fino a venerdì le vaccinazioni si effettuavano alla Casa della gioventù, contribuisce a creare ulteriore confusione, come se non ce ne fosse già abbastanza. Perché agli over 80 che hanno effettuato la prima dose è stato detto (e scritto) che la seconda dose sarebbe stata somministrata sempre alla Casa della gioventù e nessuno si è degnato di avvisarli, con un semplice messaggio (visto che l’Area Vasta ha a disposizione i numeri di cellulare di chi si è vaccinato), del cambio di sede.

Certo il Comune di Ascoli e la stessa Area Vasta lo hanno scritto ripetutamente sui social (e sui giornali). Ma, almeno fino ad ora, non c’è per i cittadini l’obbligo di accedere ai social stessi o di leggere i giornali locali… Per altro l’amministrazione comunale aveva sottolineato che il cambio di sede era stato deciso anche perché nel Palazzetto di Monticelli si potevano istituire fino a 10 punti di vaccinazione. Benissimo, peccato però che lunedì 15 marzo i punti di vaccinazione erano solamente 3, esattamente tanti quanti erano alla Casa della gioventù. In ogni caso, tra il personale sanitario si nota una certa agitazione, con lunghi e continui conciliaboli che lasciano capire che qualcosa sta accadendo.

La somministrazione delle dosi, che comunque procedeva già piuttosto lentamente, è bloccata. Quando, dopo diversi minuti, riparte in realtà riprende solo per la somministrazione delle seconde dosi Pfizer. Qualche istante ancora e il mistero è svelato: l’Italia ha deciso di sospendere in via precauzionale la somministrazione del vaccino Astra Zeneca. La dottoressa che comunica ai tanti anziani presenti in attesa che chi deve prendere la prima dose dovrà tornare a casa e verrà richiamato dall’Area Vasta lo fa nel migliore dei modi possibili, mostrando la necessaria sensibilità che una situazione così imbarazzante e paradossale merita, ripetendo di comprendere perfettamente il disagio che ciò comporta e chiedendo per questo ripetutamente scusa, pur non essendo (né lei né il personale sanitario presente al Palazzetto) in alcun modo responsabile della situazione che si è creata.

Ed evidentemente questa sensibilità deve essere stata percepita pienamente dai presenti, visto che, nonostante il comprensibile scoramento, non ci sono rimostranze e proteste, solo qualche ulteriore richiesta di spiegazioni. Eppure la rabbia è molto diffusa, tanto che subito fuori dal Palazzetto lo scenario cambia radicalmente. Il governatore Acquaroli, l’assessore Saltamartini e tutti coloro che ancora hanno il coraggio di difenderli avrebbero dovuto osservare gli sguardi desolatamente rassegnati di quegli anziani, quell’umiliante sensazione di essere stati trattati senza alcun rispetto. E ci riferiamo ad Acquaroli e Saltamartini perché solo chi è ottusamente accecato dal tifo di parte può non rendersi conto di quanto forti e quanto gravi siano le responsabilità dell’amministrazione regionale in questo incredibile caos che sta caratterizzando la campagna vaccinale nelle Marche.

Perché di certo lo stop ad Astra Zeneca provocherà qualche intoppo e qualche ritardo in tutte le regioni, ma nelle Marche peserà e sta già pesando come un macigno perché si procede a tentoni, senza la capacità di programmare seriamente, nel più assoluto pressapochismo, tra imbarazzanti dimostrazioni di incompetenza, a suon di improbabili proclami per nulla aderenti alla realtà. Ma anche perché nelle Marche lo stop ad Astra Zeneca vuol dire stop alla campagna di vaccinazione, ad eccezione della somministrazione delle seconde dosi agli over 80 che hanno già ricevuto la prima dose Pfizer. Lo conferma poco dopo un laconico comunicato stampa della Regione.

Sono sospese tutte le nuove vaccinazioni, sia per i cittadini over80, sia per il personale scolastico docente e non docente sia per le forze dell’ordine. Saranno invece garantiti i richiami per i cittadini over 80 già vaccinati con Pfizer e Moderna nelle scorse settimane, che potranno recarsi nei punti di vaccinazione così come da programma per il completamento del ciclo vaccinale” si legge nel comunicato. Nelle Marche ci sono solo dosi di Astra Zeneca, a parte quelle Pfizer e Moderna per la seconda dose, e quindi bisogna fermare una vaccinazione che già procedeva a rilento e con incredibile ritardo rispetto a quasi tutte le altre regioni.

Dove, ad esempio, gli anziani non autonomi e i disabili vengono regolarmente vaccinati in casa, a differenza di quanto avviene nella nostra regione, dove per quelle categorie l’alternativa è attendere ancora non si sa quanto tempo oppure fare uno sforzo immane per recarsi in uno dei pochi punti di vaccinazione allestiti nelle Marche. Come ha fatto, ad esempio, Gianluca di Acquasanta che, dopo una lunga e inutile attesa, ha deciso di prenotare la vaccinazione (prima dose) proprio per lunedì 15 marzo per la madre 84enne che è quasi sempre a letto e che per quel poco che si muove in casa usa la sedia a rotelle. Chiudendo il negozio per accompagnarla e facendosi prestare un furgoncino idoneo a trasportare la con donna con la sedia a rotelle.

Franco, invece, si è fatto un’ora di macchina per accompagnare il padre 86enne ad Ascoli da Montegallo, visto che la Regione se ne è fregata delle zone interne non prevedendo punti di vaccinazione in quelle zone. Per entrambi la terribile beffa di aver fatto uno sforzo e una fatica per nulla, vista l’improvvisa sospensione. Duro e comprensibile il loro sfogo contro la Regione, incapace di organizzare adeguatamente il piano vaccinazione e autrice di errori imbarazzanti. Non è infatti un caso che nelle altre regioni sono più avanti su tutto, con la vaccinazione degli over 80, con le vaccinazioni a domicilio (che incredibilmente nelle Marche non sono ancora partite), con i medici di base che in alcune regioni già effettuano i vaccini, con in diverse regioni anche la vaccinazione degli over 70 che è già partita. E’ il frutto dell’incapacità di chi governa la Regione, con l’aggravante di alcuni sconfortanti errori che hanno ulteriormente peggiorato la situazione.

Come l’utilizzo del vaccino Pfizer anche per vaccinare in maniera prioritaria un numero record di “personale non sanitario” (20 mila persone). Per non parlare del pasticcio sulle dosi in più o in meno ricevute dalla Regione. Che, comunque siano andate le cose (sia che sono stati forniti dati “taroccati”, si che si sia trattato di un errore di conteggio), gettano ulteriore discredito sulla Regione. Perché anche assumendo per buona la spiegazione postuma fornita dalla giunta regionale, cioè un differente conteggio delle dosi per ogni flacone, saremmo di fronte ad un clamoroso errore che penalizza pesantemente i marchigiani. Non ci sono dubbi in proposito, l’Aifa ha più volte rimarcato che, per quanto riguarda il vaccino Pfizer, bisogna almeno conteggiare 6 dosi per ogni flacone. Invece la Regione ha deciso di ricavarne solo 5 per flacone, facendo così perdere oltre 30 mila dosi che ora sarebbero state quanto mai fondametali.

Chiediamo ad Acquaroli e Saltamartini solo di dire ai cittadini la verità, tanto ormai è evidente che un piano vaccini regionale non esiste” commenta amaramente la consigliera regionale ascolana Anna Casini dopo aver ricordato tutti gli errori e le inefficienze commesse dalla Regione. Ce ne sarebbe quanto mai bisogno, così come sarebbe opportuno che con la massima trasparenza Acquaroli e Saltamartini rendessero noto sulle dosi a disposizione ancora inutilizzate quante sono Astra Zeneca e quante Pfizer e Moderna. Anche perché, guarda il caso, dopo le polemiche dei giorni scorsi sul numero di dosi effettivamente consegnate alle Marche, magicamente lunedì sera il numero ufficiale (secondo quanto riportato sul sito del governo) è salito a 214 mila (in pratica quasi come quello prima comunicato poi rettificato dal Servizio Sanità), con poco meno di 40 mila dosi ancora inutilizzate. E basta fare due calcoli sulla base dei dati relativi alle varie categorie vaccinate per rendersi conto che quei numeri non coincidono in alcun modo con il numero di dosi ufficiali comunicato dalla Regione.

Difficile, però, che il governatore marchigiano e l’assessore alla sanità trovino il coraggio per fare finalmente chiarezza. Intanto nella giornata di martedì in quasi tutte le altre regioni italiane, pur con qualche disagio per il caso Astro Zeneca, prosegue la somministrazione di vaccini, anche per chi deve effettuare la prima dose. Nelle Marche, invece, va avanti solo per chi deve fare la seconda dose, tutti fermi gli altri. Superfluo aggiungere altro

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