La campagna contro le misure restrittive si trasforma in un clamoroso autogol


Mentre l’Italia è alle prese con una sorta di nuovo lockdwn, i giornali di destra e parte della Lega, con in testa Siri, lanciano una campagna contro le misure restrittive sulla base di uno studio scientifico pubblicato su Science. Che, però, dimostra esattamente il contrario

Proprio nei giorni in cui l’Italia si accingeva a tornare in una sorta di lockdown generalizzato, con la maggior parte delle regioni “rosse” e quelle che restano in arancione, è partita una vera e propria campagna contro le misure restrittive e il distanziamento sociale che, secondo un presunto studio scientifico, non servirebbero a contenere la diffusione del virus. Come al solito a dare il via a questa campagna sono stati alcune testate (anzi, sarebbe più corretto dire le solite testate…), come “Il Giornale”, “Libero”, “Affari Italiani”, pubblicando articoli in cui sostenevano che ci sarebbe uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Science” che dimostrerebbe che è necessario far circolare il virus per farlo diventare endemico e inoffensivo, altrimenti c’è il rischio che la pandemia possa durare 10-20 anni.

In altre parole, basta misure restrittive in una sorta di “liberi tutti”, senza minimamente curarsi del fatto che, dove questa strategia è stata attuata, i risultati sono a dir poco catastrofici (basterebbe pensare alla situazione del Brasile…). Ma, d’altra parte, perché mai quelle testate dovrebbero preoccuparsi di riportare i fatti e verificare la veridicità di quanto riportato, semmai quello è un compito che spetta a chi vuole fare giornalismo seriamente… Ovviamente, però, gli articoli di quei giornali hanno subito trovato vasto eco sui social, con una vera e propria campagna contro ogni tipo di limitazione, fondata sul semplice “sentito dire”.

Nulla di strano, è da tempo che funziona così nel mondo dei social dove trova la sua massima esaltazione la famosa citazione attribuita al ministro della propaganda nazista Josef Goebbels “ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità” (in realtà si tratta di una semplificazione di una frase inserita dal gerarca nazista in un suo articolo del 1941). Un po’ meno normale, però, è che quella che, come vedremo, in realtà è semplicemente l’ennesima sconcertante “bufala” venga ripresa e cavalcata con forza da un partito, per altro che fa parte della maggioranza che sostiene il governo che confermato, rinforzandole, le misure restrittive.

Stiamo parlando della Lega ed in particolare di uno dei suoi più noti e chiacchierati esponenti, l’ex sottosegretario Armando Siri. Che, dalla propria pagina facebook, ha rilanciato la “bufala” dell’inutilità delle misure restrittive, con l’aggiunta dell’esaltazione dell’efficacia dell’idrossiclorochina  e la teoria secondo cui le varianti che tanto stanno allarmando il nostro paese (ma tutto il mondo) in realtà dimostrerebbero l’indebolimento del virus. In realtà già il semplice fatto che a rilanciare certe strampalate tesi sia un personaggio come Siri dovrebbe essere sufficiente per avere non avere dubbi sull’assoluta infondatezza di certe strampalate teorie, come vedremo assolutamente prive del minimo fondamento.

Però è innegabile che, probabilmente anche per la comprensibile stanchezza che proviamo un po’ tutti dopo un anno di lotta contro la pandemia, questa infondata convinzione che le misure restrittive siano non solo inutili, ma addirittura dannose, ha preso piede rapidamente e sono numerosi coloro che, ingenuamente, la rilanciano chiedendo appunto un “liberi tutti” che, nella situazione in cui si trova ora l’Italia, avrebbe effetti devastanti.

Terapie domiciliari precoci, il Piemonte tra i primi a dare le linee guida – scrive Siri facendo riferimento all’idrossiclorochina – bravo e coraggioso l’Assessore Luigi Icardi. Le cure ci sono e possono evitare il ricorso agli ospedali. Le varianti dimostrano l’indebolimento del Virus che può essere più contagioso ma molto meno pericoloso. Razionalità e buon senso dovrebbero prevalere su suggestioni e allarmismo. Basta chiusure! È stato scientificamente e statisticamente provato che le limitazioni al normale svolgimento della vita degli individui non servono a contenere la diffusione del Virus che continua a fare il suo corso fino a che acquisirà nel medio periodo una natura endemica”.

Ricordando che in realtà l’Agenzia italiana del farmaco, l’Agenzia europea del farmaco e l’Organizzazione mondiale della sanità sono concordi nel ritenere che l’idrossiclorochina non ha effetti positivi contro il covid (l’ordinanza del Consiglio di Stato che ne autorizza l’utilizzo di basa sul principio che, non essendo certo che sia del tutto inutile, si preferisce comunque lasciare la possibilità del suo utilizzo) e che diversi studi hanno certificato che il virus non si è in alcun modo indebolito, per quanto riguarda la presunta inutilità delle misure restrittive è esattamente il contrario di quello che affermano Siri e quelle testate giornalistiche.

Perché non solo in realtà ci sono sia prove empiriche che studi scientifici che dimostrano inequivocabilmente quanto invece quelle misure siano fondamentali nella riduzione dell’incidenza e dell’impatto del virus, ma soprattutto il presunto studio a cui fanno riferimento Siri e quelle testate a sua volta dimostra esattamente il contrario, cioè che quelle misure sono indispensabili. Per quanto concerne le prove empiriche basterebbe vedere cosa è accaduto nel Regno Unito o anche in Spagna.

Nel Regno Unito, dove secondo quei giornali il rallentamento dei contagi è dovuto esclusivamente allo stato di avanzamento della campagna di vaccinazione), in realtà il crollo dei contagi si è avuto già alla fine di gennaio, dopo circa un mese di lockdown e quando la campagna vaccinale era ferma sotto il 3%. Ovviamente poi la crescita della percentuale di persone vaccinate (nel fine settimana si è raggiunto il 35%) ha contribuito e aiutato. Ma l’inversione di tendenza, il crollo dei dati si è avuto prima, con le misure restrittive.

Stesso discorso per la Spagna dove la drastica riduzione dei contagi è iniziata intorno al 10 febbraio, quando la campagna di vaccinazione doveva ancora partire concretamente (ed ora a marzo siamo poco sopra il 5%). Si potrebbe proseguire a lungo con gli esempi, per altro non bisognerebbe neppure andare troppo lontano, basta guardare a quanto è accaduto nel nostro paese ma anche a quello che sta accadendo ora, con in arancione (che in realtà sarebbero gialle ma per gli effetti dell’ultimo decreto automaticamente passano in arancione) e quindi in condizioni migliori rispetto alle altre regioni come Toscana e Umbria nelle settimane scorse in tutto o in parte in zona rossa.

Ci sono, poi, numerosi studi scientifici che lo confermano, i più accreditati sono quello pubblicato sulla prestigiosa rivista “Nature” a novembre 2020, nel quale si afferma, dati scientifici alla mano, che determinate misure restrittive sono indispensabili per diminuire la diffusione del virus, e quello pubblicato su “Lancet” a luglio 2020. Come anticipato, però, l’aspetto più paradossale della vicenda è che lo studio citato da Siri e da quelle testate giornalistiche conferma invece l’assoluta necessità delle misure restrittive. Pubblicato sulla rivista “Science” il 12 febbraio scorso, può far pensare il contrario solo ad una lettura superficiale o, peggio, ancora, se si leggono solamente le prime righe.

Lo studio parte infatti dall’osservazione secondo cui i 4 coronavirus umani comuni, che causano principalmente raffreddori, infettano praticamente tutti gli esseri umani tra i 3 e i 5 anni e, di conseguenza, verso di loro viene mantenuta una risposta immunitaria che fa si che le successive reinfezioni con questi coronavirus siano molto leggere. Partendo da questa base lo studio ipotizza che il virus covid 19 possa comportarsi in maniera simile (senza dimostrarlo, quindi è semplicemente un’ipotesi di studio), cioè che se lo prendessimo tutti da bambini, quando raramente ha effetti seri, finirebbe prima o poi per diventare un normale coronavirus del raffreddore. Superfluo, però, sottolineare che il calcolo di quel “prima o poi” fa tutta la differenza del mondo.

Dando per buone quelle ipotesi (che, ripetiamo, non sono comunque dimostrate), lo studio usa un modello matematico per calcolare in quanto tempo si potrebbe verificare questa transizione verso un coronavirus endemico e innocuo. Parliamo di anni e anni di tempo, nella migliore delle ipotesi una decina, nel corso dei quali inevitabilmente bisognerebbe mettere in conto un numero elevatissimo di morti, anche fino a 4-5 volte superiori a quelli che già si sono verificati attualmente. Non a caso sin dalle prime righe lo studio spiega che “questi risultati rafforzano l’importanza delle misure di contenimento comportamentali” concludendo che “il distanziamento sociale e un vaccino efficace sono cruciali, durante un’epidemia vergine come quella che stiamo vivendo, per il controllo e per uscirne”.

Certo non si poteva chiedere a Siri di leggere tutto lo studio, ma sarebbe stato sufficiente magari leggere le prime righe, invece di basare la propria inopportuna campagna sugli articoli di pseudo giornalisti che, evidentemente, a loro volta non hanno neppure avuto lo scrupolo di farlo. Così siamo arrivati al surreale paradosso, che può accadere solo in quel meraviglioso paese che è l’Italia, che chi chiede di smetterla con le misure restrittive porta a supporto della propria tesi uno studio che sostiene che quelle misure sono l’unico strumento (insieme al vaccino) per controllare e uscire dalla pandemia. Un capolavoro!

bookmark icon