Ospedali nel caos e over 80 lasciati senza vaccino: cronaca dell’ennesima giornata da dimenticare per le Marche


Ambulanze con pazienti covid ferme 14 ore davanti al Pronto Soccorso del Torrette, over 80 avvisati solo all’ultimo minuto che non c’erano più i vaccini, strutture sanitarie al collasso: venerdì da incubo per le Marche. Ma Acquaroli sostiene che “si intravede una fase nuova”….

La fredda cronaca di un venerdì “da cani”, l’ennesimo giorno difficile per la nostra regione chiuso nel modo peggiore possibile, in maniera a dir poco disarmante. Una giornata che si è aperta con l’attesa delle decisioni del Comitato tecnico scientifico e, di conseguenza, della cabina di regia del ministero della salute, anche se in realtà nessuno (ad eccezione del governatore Acquaroli che, un paio di giorni fa, aveva assicurato che nel fine settimana non ci sarebbero state ulteriori restrizioni e, anzi, si aspettava “buone notizie”) aveva dubbi sul fatto che tutta la regione diventasse zona rossa (a partire da lunedì 15 marzo), come poi puntualmente è accaduto. Intanto, però, la mattinata si è aperta con due notizie sconfortanti.

La prima arriva dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie che ha inserito le Marche tra le zone europee a maggior rischio contagio (chissà, magari era questa una delle buone notizie che si aspettava il presidente della Regione…). La seconda è una denuncia, di inaudita gravità, che arriva dal presidente regionale dell’Anpas Andrea Sbaffo che racconta come, nella notte, tra ambulanze con all’interno pazienti covid abbiano atteso il ricovero per 14 ore davanti al Pronto Soccorso dell’ospedale Torrette di Ancona. “Tra l’altro è stata lasciata ai nostri volontari la totale responsabilità della gestione dei malati, in condizioni precarie, con i motori dei mezzi accesi per il riscaldamento e le bombole di ossigeno in esaurimento” spiega Sbaffo che racconta come le tre ambulanze sono arrivate nel piazzale del Pronto Soccorso del Torrette tra le 20:50 e le 21 e sono rimaste in attesa tutta la notte, con i pazienti assistiti dagli equipaggi dei volontari Anpas e Croce Rossa per 14 ore, fino a questa mattina fino a quando poi finalmente sono stati ricoverati.

C’era il modo di evitare una cosa del genere – prosegue il presidente dell’Anpas – si poteva e si doveva correre ai ripari per tempo, già nei giorni scorsi c’erano state situazioni del genere, con le file di attesa per i ricoveri diurni che hanno raggiunto fino a 6-7 ore. Non è un problema di posti letto, è una questione di organizzazione”. Sbaffo ha poi ricordato un episodio non meno sconcertante accaduto due notti prima, quando a causa della chiusura del Pronto Soccorso di Torrette 4 ambulanze sono state inviate all’ospedale di Civitanova e 2 a quello di Macerata.

Quindi per buona parte della notte ben 6 ambulanze non erano presenti nella propria postazione, lasciando scoperta una parte consistente del territorio di Ancona” ha concluso il presidente dell’Anpas. “E’ inaccettabile la situazione che si è venuta a creare all’ospedale Torrette – ha commentato amaramente l’ex assessora regionale Manuela Bora – la denuncia di Andrea Sbaffo è da far tremare le vene ai polsi ed è tanto più grave in quanto, oltre alle circostanze di oggettiva difficoltà legate al diffondersi del contagio a causa dell’inerzia della giunta Acquaroli, le lunghissime attese registrate sono state causate da disorganizzazione”.

In tarda mattinata, poi, la quotidiana comunicazione del Servizio Sanità ha confermato come i contagi continuino a correre in quasi tutto il territorio regionale, con 874 nuovi positivi (286 in provincia di Ancona, 207 a Pesaro-Urbino, 197 a Macerata, 81 a Fermo e 66 ad Ascoli) con un rapporto positivi/testati molto elevato, pari al 24,5%. Solo un anticipo dei dati sconfortanti del pomeriggio, che delineano un quadro sempre più preoccupante, con un incremento costante e consistente soprattutto negli ultimi 8 giorni. Come ormai purtroppo avviene da giorni ancora una volta i decessi sono in doppia cifra (11), ma se possibile sono i numeri della situazione nelle strutture sanitarie che spaventano. Sono arrivati a 111 i pazienti in terapia intensiva, con una crescita in 14 giorni di ben 40 unità. Situazione identica per le terapie semi intensive, passate da 160 del 28 febbraio a 204 del 12 marzo, mentre i ricoveri non intensivi sono 315, 80 in più rispetto a 15 giorni prima. Complessivamente il totale dei ricoverati è di 784, erano 645 il 2 marzo.

Sarebbe ampiamente sufficiente per chiudere la giornata nel più totale sconforto, ma purtroppo c’è di peggio. Proprio nelle stesse ore in cui venivano resi noti i dati giornalieri, la consigliera regionale ascolana Anna Casini sui social denunciava la gravissima situazione che si è verificata nel corso della giornata con le vaccinazioni.

Oggi nelle Marche meno della metà degli over 80 è stata vaccinata – scrive la Casini – anziani che solo poco prima della somministrazione hanno saputo che non c’erano più dosi Pfizer e Moderna ma solo AstraZeneca. Molti di loro sono stati accompagnati nei punti vaccinali da figli o nipoti, perché come sapete è ancora impossibile essere vaccinati in casa, e impauriti hanno chiamato i loro medici di base per sapere cosa fare, ma neppure loro avevano informazioni. Alcuni anziani disorientati hanno preferito tornare a casa, mentre altri, avendo patologie gravi, sono stati ritenuti non idonei per la somministrazione di AstraZeneca.

Neppure gli operatori erano stati informati della mancanza di vaccini Pfizer e Moderna: dalla Regione nessuna indicazione in merito. Gli anziani sono una nostra risorsa e nelle Marche ne sono già morti più di 2000, non tutelarli e lasciarli allo sbando è incivile. Ci chiediamo e chiediamo a tutti voi: ma perché la Regione ha vaccinato 20.000 non sanitari, non affetti da patologie gravi e sicuramente di età inferiore ai 67 anni, con dosi di Pfizer invece di usarle per gli anziani con più di 80 anni? Ci sono le dosi di vaccino Pfizer per i richiami da fare agli anziani che hanno già fatto la prima dose?”.

Una vera e propria vergogna, solo l’idea che davvero possa essere accaduta una cosa del genere, che davvero anziani di oltre 80 anni che hanno fatto un simile sforzo, un così grande sacrificio, si siano trovati a vivere una situazione del genere, senza poter essere poi vaccinati. E, purtroppo, in pochi minuti tutti i dubbi vengono fugati, la denuncia della Casini trova ripetuti e inequivocabili riscontri, con un susseguirsi di testimonianze da parte di chi ha vissuto direttamente questa vergogna.

Sono stata dalle 11 alle 13 seduta su una sedia con babbo 88enne per sentirmi dire che il vaccino Pfizer era finito ed era disponibile solo quello Astra Zeneca che lui non poteva riceverlo, date le sue patologie” scrive una donna. “Oggi con molti sacrifici – scrive un uomo sotto il post dell’ex vicepresidente della Regione – i miei zii erano riusciti a portare mio nonno, che da ieri ha 88 primavere, in Ascoli per la vaccinazione. Nonno non esce di casa da un anno ormai e non cammina da tempo. Avevamo fatto richiesta per la vaccinazione in casa: nessuna chiamata. Allora, scoraggiati, abbiamo prenotato per portarlo ad Ascoli (noi siamo di Colli). E poi oggi questa sorpresa: niente Pfizer e Moderna, il personale che sconsigliava la somministrazione di Astra Zeneca, il medico di famiglia occupato che non poteva rispondere. E’ andata proprio come ha scritto Anna Casini e mio nonno ha dovuto affrontare un viaggio non facile per nulla. Siamo sostanzialmente tornati a ieri: in un limbo di sconforto ed incertezze”.

Quello che chiediamo – conclude la consigliera regionale ascolana – non è di essere la Regione più virtuosa, come si ostina a dimostrare l’assessore. Chiediamo e continueremo a chiedere in tutte le sedi utili chiarezza e trasparenza. Perché se qualcosa è stato nascosto, se l’emergenza è stata affrontata con superficialità e disorganizzazione è giusto che i cittadini lo sappiano ed è giusto che chi di dovere se ne assuma la responsabilità”.

Già, quanto meno servirebbero delle spiegazioni e, se possibile, delle rassicurazioni da parte del governatore marchigiano o dell’assessore alla sanità. Invece nulla, nessun cenno a quanto accaduto, nessuna informazione che possa rassicurare chi, non solo over 80, domani e nei giorni prossimi dovrà recarsi nei punti vaccinali per effettuare la prima dose di vaccino o la seconda. In compenso, però, in serata arrivano le nuove dichiarazioni del presidente Acquaroli che annuncia: “Marche rosse per due settimane ma si intravede una fase nuova”.

No, ora davvero è troppo, dopo una giornata del genere, dopo aver verificato la drammatica situazione in cui versa il più importante ospedale marchigiano, dopo aver scoperto l’ennesima vergogna del piano vaccinale, dopo aver appreso dai dati ufficiali la situazione sempre più preoccupante delle strutture sanitarie marchigiane, non è davvero possibile ascoltare e leggere certe dichiarazioni. Ormai hanno capito quasi tutti i marchigiani che, purtroppo, il governatore Acquaroli e l’assessore Saltamartini non sono assolutamente in grado di fronteggiare questa delicata situazione. Non c’è rimedio alla loro incapacità (almeno in questo specifico settore). Però qualcuno potrebbe almeno convincere il presidente della Regione a parlare il meno possibile, ad evitare certe “infelici” affermazioni che, al termine di una giornata del genere, suonano a dir poco in maniera beffarda…

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