Scandalo vaccini: spuntano 35 mila dosi in più non dichiarate, Regione nella bufera


Mercoledì 10 marzo Acquaroli annunciava che nelle Marche erano state consegnate 176.810 dosi, di cui 155.014 somministrate (87,7%). Ma secondo i dati ufficiali del Servizio Sanità della giunta regionale le dosi consegnate sono 35 mila in più (211.740) di cui 146.317 somministrate

Traballa la posizione, già decisamente precaria, del governatore marchigiano Acquaroli e dell’assessore alla sanità Saltamartini. Perché se sono veri i dati sui vaccini citati dai consiglieri regionali del Pd Anna Casini e Antonio Mastrovincenzo, siamo di fronte ad un vero e proprio scandalo che getta ulteriore discredito sulla Regione e sulla sua gestione fallimentare della pandemia e della campagna di vaccinazione. Per altro quelli citati dai due consiglieri regionali sono dati ufficiali, forniti dal Servio Sanità della Giunta regionale – Regione Marche, firmati dalla direttrice dr.ssa Lucia Di Furia. Ed evidenziano qualcosa di molto grave, cioè che alla Regione sarebbero state fornite molte più dosi di vaccino di quelle dichiarate dalla stessa giunta regionale e registrate poi sul sito del governo che fornisce giornalmente i dati sull’andamento, generale e per regione, della vaccinazione.

Non solo, sarebbero errati (in questo caso ovviamente gonfiati) anche i numeri relativi alle dosi somministrate nei punti vaccinali delle Marche. Mercoledì 10 marzo proprio il governatore Acquaroli annunciava con enfasi, sulla propria pagina facebook, che “ad oggi sono 176.810 le dosi consegnate, di cui 155.014 quelle somministrate per una percentuale dell’87,7%” (in realtà sul sito del ministero le dosi somministrate erano leggermente inferiori, 154.734). Un dato a dir poco anomalo e in palese contrasto con il fatto che, per tutte le categorie che sono attualmente oggetto di vaccinazione (over 80, personale scolastico, forze dell’ordine, persone con fragilità) la nostra regione risultava invece sempre in coda, in qualche caso addirittura la peggiore o quasi.

Ora, però, i dati ufficiali forniti dal Servizio Sanità della Giunta regionale, in risposta ad una richiesta di accesso agli atti dei due consiglieri, racconta una storia completamente differente e, per certi versi decisamente inquietante. Perché le dosi consegnate alle Marche sarebbero molte di più,svela che le dosi di vaccino consegnate alle Marche sono molte di più, esattamente 211.740, ben 34.930 di quelle dichiarate da Acquaroli. E, sempre secondo il Servizio Sanità, al 9 marzo erano 146.317 le dosi somministrate, un dato che di fatto rende incompatibile il numero dichiarato il giorno successivo (155 mila) perché neppure nei sogni e nei proclami più infondatamente ottimistici di Acquaroli e Saltamartini le Marche sarebbero in grado di effettuare 9 mila vaccini in una sola giornata (con 15 punti di vaccinazione neppure con un miracolo stile “moltiplicazione dei pani e dei pesci” sarebbe possibile).

Che ci fosse qualcosa che non riportava lo avevano ampiamente sospettato i consiglieri regionali Casini e Mastrovicenzo che, per questo, avevano sollevato 2 quesiti nella loro istanza di accesso agli atti: il numero di dosi, suddivise per tipologia di vaccino, ricevute e quelle somministrate per categoria di persone. Le 2 pagine di risposta (foto al centro dell’articolo), firmate dal direttore del Servizio Sanità fanno chiarezza su entrambe le richieste, con tanto di indicazione, per ogni tipologia di vaccino, della data di consegna, del numero di flaconi e delle conseguenti dosi, mentre per la somministrazione delle dosi sono suddivise per categorie (con anche l’indicazione del tipo di vaccino utilizzato).

Quello che emerge è che complessivamente le Marche hanno ricevuto 156.980 dosi del vaccino Pfizer, 13.400 di Moderna e 41.360 di Astra Zeneca, per un totale di 211.740 dosi. Per quanto riguarda le dosi somministrate, invece, al 9 marzo ammontano a 146.317 di cui 135.578 Pfizer e Moderna e 10.739 di Astra Zeneca (nella foto la suddivisione nelle varie categorie). Secondo quanto scrive la direttrice del Servizio Sanità, quindi, sono sbagliati (e non di poco) i dati forniti da Acquaroli e dalla giunta regionale sulle dosi ricevute ma anche a quelle somministrate. E i due clamorosi ed imbarazzanti errori messi insieme fanno tutta la differenza del mondo, perché il rapporto tra dosi somministrate e dosi consegnate crollerebbe sotto il 70%, con solamente la Sardegna che sta facendo peggio delle Marche.

Mancano all’appello 35 mila dosi – accusano Anna Casini e Antonio Mastrovincenzo – con cui potevano essere vaccinate persone anziane e fragili. Per altro il totale delle dosi inutilizzate sarebbe quindi pari a 65 mila unità. E in base ai numeri del Servizio Sanitario Regionale il rapporto tra dosi somministrate e dosi consegnate scenderebbe vertiginosamente dall’87,7% dichiarato dall’assessore Saltamartini al 69,1%. E’ evidente che qualcuno dovrà spiegare ai marchigiani e agli organi competenti come sia possibile uno scarto così ampio tra quanto riporta il Servizio Sanità e quanto viene dichiarato ufficialmente dalla giunta.

Da giorni Saltamartini sui media si vanta della sua presunta virtuosa gestione dei vaccini, ma a giudicare dai numeri forniti dalla stessa Regione la situazione è ben diversa e drammatica. Ciò spiegherebbe forse perché nelle varie classifiche delle somministrazioni per categoria le Marche sono così in basso. Ora qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di aver fornito al Ministero dati totalmente differenti e di aver raccontato un’altra storia ai marchigiani che invece meritano maggiore trasparenza e rispetto”.

E’ quasi superfluo sottolineare che siamo di fronte ad un fatto che, se confermato, sarebbe di una gravità inaudita, in considerazione del clamoroso ritardo della Regione nella vaccinazione di tutte le categorie (assolutamente inaccettabile se fossero davvero ben 65 mila le dosi inutilizzate). Dopo ore di attesa, nel tardo pomeriggio di giovedì 11 marzo con un comunicato stampa firmato dall’ufficio stampa della giunta regionale è arrivata la risposta della Regione che ribadisce che le dosi sarebbero 176.810. E’ però oltremodo significativo il fatto che la replica in una così importante vicenda non sia firmata da nessun membro della giunta, né il governatore Acquaroli né l’assessore Saltamartini ci mettono la faccia.

Ed in effetti leggendo il comunicato si capisce perfettamente il perché. “In riferimento alla questione sollevata in merito alla quantità di dosi vaccinali ricevute dalla Struttura Commissariale – si legge nel comunicato – si conferma che le dosi totali a disposizione della Regione Marche sono 176.810, come correttamente riportato nella tabella nazionale del Governo. L’equivoco è frutto di un conteggio interno delle dosi per flacone effettuato sulla base della massima sfruttabilità e non sulla base di quanto espresso nel foglietto illustrativo di ogni tipologia di vaccino. Applicando la metodologia di conteggio governativa, le dosi complessivamente rese disponibili dal Governo Italiano alla data del 9 marzo 2021 sono pertanto: dosi Pfizer – 125.810; dosi Moderna – 13.400 – dosi AstraZeneca – 37.600 (10) Totale dosi – 176.810”.

Va innanzitutto evidenziato che non c’è alcuna replica in merito alla dosi somministrate inferiori rispetto a quelle dichiarate, quindi una sorta di ammissione di colpa che già sarebbe sufficiente per determinare importanti conseguenze (perché è inaccettabile, sempre ma ancora di più in un momento come questo, che rappresentati istituzionali forniscano, ai cittadini e al governo, dati “farlocchi”). Per quanto riguarda le dosi consegnate, invece, la spiegazione, per la verità molto approssimativa, della giunta regionale si poggia su un presunto conteggio errato delle dosi per flacone, senza però indicare chi sarebbe il responsabile di quello che comunque sarebbe un errore inaccettabile.

Per altro, visto che quel presunto conteggio sbagliato, è stato certificato (con la firma) dalla direttrice del Servizio Sanità è evidente che comunque la principale responsabile dell’eventuale errore sarebbe proprio la dr.ssa Di Furia (scelta e nominata, il 20 dicembre scorso, proprio dal governatore Acquaroli e dalla giunta regionale). In realtà, però, la spiegazione fornita dalla giunta regionale non è in alcun modo è assolutamente infondata e, se errore di conteggio c’è stato, a commetterlo eventualmente è stata proprio la giunta regionale stessa. Clamorosamente smentita dai fatti. Detto che, per quanto concerne il vaccino Moderna, il numero di dosi non è in discussione (in entrambi i documenti ammonta a 13.400), la differenza sarebbe determinata quasi completamente dal presunto errore di calcolo delle dosi Pfizer, secondo la giunta regionale ben 31.170 rispetto alla corretta “metodologia di conteggio governativa”.

La realtà, però, è completamente opposta, il conteggio di dosi corretto è proprio quello riportato nella risposta all’istanza di accesso agli atti firmata dalla direttrice Di Furia che considera 6 dosi per ogni flacone. Invece per la giunta regionale, almeno secondo quanto scrive in quel comunicato, per ogni flacone Pfizer andrebbero considerate 4,8 dosi (è questo il dato che scaturisce dividendo il numero di dosi citati nel comunicato con il numero di flaconi consegnati alla Regione). E se già quel numero suscita qualche perplessità, a fugare ogni dubbio c’è quanto ha stabilito la massima autorità farmaceutica nazionale, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che il 29 dicembre 2020 ha dichiarato che da ogni flacone Pfizer devono essere ricavate 6 dosi e non, come nei primi 2 giorni di vaccinazione era stato erroneamente indicato, 5 (infatti nella prima consegna Pfizer vengono indicate 200 dosi su 40 flaconi, poi già da quella del giorno successivo si passa a 6 dosi per flacone).

Anzi, a voler essere pignoli, successivamente l’Aifa si è spinta addirittura oltre tanto da scrivere sul proprio sito che da ogni flacone si devono ricavare “almeno” 6 dosi. Quindi non ci sono dubbi che il conteggio esatto non è certo quello citato dalla giunta regionale, con quel riferimento alla “metodologia di conteggio governativa” che, di conseguenza, diventa a dir poco paradossale, quasi comico. Non ci sono, invece, indicazioni ufficiali sulle dosi da ricavare da ogni flacone Astra Zeneca, se le 11 considerate dal Servizio Sanità o le 10 della giunta regionale.

Ma è del tutto evidente che, in un caso o nell’altro, non cambierebbe nulla perché si tratterebbe di una differenza di meno di 4 mila dosi (3.760 per la precisione) che non inciderebbe in alcun modo perché eventualmente farebbe scendere le dosi consegnate alle Marche a 207.980, comunque ben 31 mila in più di quelle dichiarate dalla giunta regionale. In altre parole, siamo quasi alla toppa che è peggio del buco…

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