Regione da commissariamento, pandemia quasi fuori controllo nelle Marche


Nonostante gli appelli lanciati 20 giorni fa, quando era evidente che la situazione stava peggiorando, il governatore Acquaroli non ha avuto il coraggio di assumere i necessari provvedimenti. Ed ora i dati ufficiali mettono paura e fanno temere il peggio…

Cronaca di un disastro annunciato. Mai come in questa circostanza avremmo preferito dover ammettere di esserci sbagliati, invece i fatti e i numeri degli ultimi giorni evidenziano inequivocabilmente che nella nostra regione sta accadendo esattamente quello che avevamo previsto nelle settimane scorse. E che è fin troppo ottimista il capogruppo regionale del Pd Maurizio Mangialardi quando afferma che “nelle Marche corriamo davvero il rischio che la pandemia vada fuori controllo”.

A giudicare dai dati se già non è accaduto siamo ormai ad un passo dall’essere fuori controllo. E se ci stiamo avviando verso il baratro le responsabilità sono in gran parte di un governatore assolutamente incapace a gestire una simile emergenza e ad assumersi le responsabilità che la situazione richiederebbe. E che non ha tenuto o non è stato in grado di tenere in considerazioni i ripetuti e continui appelli che 15-20 giorni fa gli hanno rivolto medici ed esperti del settore, ma anche politici e associazioni locali che chiedevano misure restrittive immediate e concrete, a partire dalla chiusura di scuole e università, per evitare quello che poi, purtroppo, puntualmente si è verificato.

Partiamo proprio dai dati che inchiodano in maniera imbarazzante Acquaroli alle sue responsabilità. Il 17 febbraio, nel primo monitoraggio effettuato dal Miur, nelle Marche c’erano complessivamente 236 classi, dalle elementari alle medie fino alle superiori, in quarantena dopo che si erano verificati dei casi di positività. Appena 15 giorni dopo le classi in quarantena sono diventate 368 (132 in più), mentre diversi comuni si sono sostituiti alla Regione, decidendo la chiusura di tutte le scuole, di ogni ordine e grado: Ancona, Jesi e Falconara in provincia di Ancona, Frontone e Serra Sant’Abbondio in provincia di Pesaro, Cingoli e Matelica in provincia di Macerata, Cupramarittima e Comunanza in quella di Ascoli (ma molti altri comuni, in particolare nell’Anconetano e nel Maceratese, si accingono a fare la stessa cosa).

Ma proprio in queste ore si moltiplicano le notizie di nuovi casi e nuovi classi costrette in quarantena in tutto il territorio regionale, compreso il Piceno (casi del genere si segnalano ad Ascoli e, numerosi, a San Benedetto).Intanto nella giornata odierna (giovedì 4 marzo) purtroppo si è stabilito nelle Marche il record di nuovi contagi in un giorno, ben 919 di cui 437 nella provincia di Ancona e 207 in quella di Macerata. D’altra parte nella giornata di mercoledì i dati della Fondazione Gimbe (riferiti al periodo dal 23 febbraio al 2 marzo) evidenziavano come tra le 24 province italiane che hanno superato la soglia di 250 contagi ogni 100 mila abitanti, oltre la quale scatta l’allarme, ce ne fossero due marchigiane, quella di Macerata e quella di Ancona con una media sconfortante di 435 positivi ogni 100 mila residenti. Una dato purtroppo destinato a peggiorare e non di poco.

Per altro solo 20 giorni fa la stessa Provincia di Ancona era ai limiti della soglia di guardia, intorno ai 250 contagi ogni 100 mila residenti. Se si fosse intervenuto tempestivamente allora, con i necessari provvedimenti, ora non saremmo fuori controllo. Significativo il fatto che non ci sia più tra le 24 province sopra la soglia quella di Perugia che 20 giorni fa era tra le peggiori. La zona rossa, seria e totale, adottata immediatamente ha sortito gli effetti sperati (così come il progressivo miglioramento sono altre province che 20 giorni fa erano in condizione critica). Ma nel complesso i dati sono peggiorati e stanno peggiorando su tutto il territorio.

A febbraio si viaggiava ad una media di 450 nuovi positivi al giorno, nell’ultima settimana la media è schizzata intorno a 600 al giorno. E, di questo passo, questa settimana avremo una media record di 700-800 nuovi positivi al giorno. Ancona in appena 3 giorni è passata da 711 a 883 positivi, Jesi da 311 a 486 ma incrementi sostanziosi si sono verificati in tutti i principali comuni, ad eccezione di Ascoli che ha fatto registrare una leggera diminuzione. Anche se la stessa provincia di Ascoli ha avuto e sta avendo una preoccupante impennata (quasi mille positivi e poco meno di 2 mila persone in quarantena), con situazioni allarmanti in alcuni comuni (Comunanza, Cupramarittima, Grottammare, Monteprandone) e la costante crescita del numero di positivi ogni 100 mila residenti, sempre più vicina alla fatidica soglia di 250 (mercoledì 3 marzo era a 215).

Quasi superfluo sottolineare che la situazione sta diventando drammatica nella provincia di Ancona ma ad allarmare è anche la provincia di Macerata, con un boom di nuovi contagi a Civitanova ma situazioni gravi in tanti altri comuni (Corridonia, Matelica, Porto Recanati, Tolentino, Montecosaro), mentre segnali preoccupanti arrivano anche dalla Provincia di Pesaro-Urbino. Sempre restando ai dati, come abbiamo più volte sottolineato anche la vaccinazione sta procedendo a rilento, con le Marche che sono tra le regioni peggiori e, dopo 12 giorni dal suo avvio, poco più di 30 mila over 80 a cui è stata somministrata la prima dose.

Si viaggia ad una media di non più di 2500 dosi al giorno, di questo passo la cosiddetta immunità di gregge effettivamente si raggiungerà entro giugno, come aveva detto l’assessore Saltamartini. Ma del 2022, non certo il prossimo giugno. Di fronte ad un simile contesto le responsabilità del governatore marchigiano sono evidenti e imbarazzanti. L’unica attenuante che gli si può concedere è il fatto di essere arrivato al governo della regione in quello che indiscutibilmente è il momento più difficile della storia delle Marche (ma anche del resto del paese).

Il problema è che Acquaroli ha purtroppo dimostrato, da subito, di non avere le capacità per gestire e affrontare una simile situazione, con l’aggravante che si è contornato di persone ancora meno adeguate (in primis l’assessore alla sanità Saltamartini). Un’incapacità a cui si è aggiunta la presunzione di non voler tener conto di quanto di positivo aveva fatto, sempre in termini di gestione della pandemia, la precedente giunta Ceriscioli. Provvedimenti ed interventi rapidi ed efficaci che andavano semplicemente riproposti fedelmente. Invece Acquaroli (e Saltamartini) hanno voluto seguire strade differenti, con le evidenti nefaste conseguenze (basterebbe pensare alla situazione che in questi mesi si è verificata negli ospedali marchigiani…) che ciò ha determinato.

Poi nel momento in cui la situazione stava progressivamente peggiorando, ma si era ancora in tempo quanto meno per attenuare le conseguenze, al governatore è completamente il coraggio di assumersi le responsabilità che chi ha il potere di decidere deve necessariamente assumersi in un momento come questo. Di fronte ad un quadro chiaro e in preoccupante evoluzione negativa, Acquaroli ha tergiversato, a differenza di quello che hanno fatto altri governatori regionali, non ha preso le decisioni necessarie preferendo lasciare ad altri (il governo ma anche i sindaci) l’onere delle decisioni più dure.

Basterebbe pensare all’ordinanza farsa di 15 giorni fa per la provincia di Ancona, quando era già sin troppo chiaro che bisognava adottare la zona rossa, con tutte le restrizioni conseguenti (compresa la chiusura di tutte le scuole di ordine e grado e dell’università). Un coraggio che il governatore non ha avuto neppure ora che è stato costretto ad adottare la zona rossa (fino a sabato prossimo…) ma limitandosi a raccomandare la chiusura delle scuole.

Anziché governare Acquaroli si limita a raccomandare, lasciando così l’onere delle decisioni ai comuni – accusa Mangialardi –  ancora una volta il presidente della Regione sceglie di non scegliere, ignorando le responsabilità attribuitegli dal suo ruolo istituzionale. Il risultato è che oggi, con un aumento esponenziale della curva dei contagi in tutto il territorio provinciale, ogni comune decide da sé se tenere le scuole aperte o no, creando caos e confusione tra i cittadini. Nessuno nega la difficoltà del momento, ma purtroppo la giunta regionale, con il suo passo fiacco e ondivago, continua a persistere nei propri errori, che hanno permesso al virus di dilagare liberamente, senza incontrare alcun efficace ostacolo”.

Siamo davvero ad un passo dal baratro e con un governatore che non ha la forza e la competenza per assumere le decisioni necessarie. Servirebbe un intervento immediato e deciso del governo Draghi che dovrebbe commissariare la Regione Marche (ovviamente per la gestione della pandemia). Purtroppo i fragili equilibri tra le forze politiche che reggono la maggioranza di governo non consentirà mai al presidente del Consiglio Draghi di assumere un provvedimento che, invece, sarebbe quanto mai necessario. Per evitare quel disastro verso il quale la nostra regione si sta ineluttabilmente avviando…

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