Sicurezza delle scuole: risultati delle verifiche preoccupanti, Comune spalle al muro


Dai risultati delle verifiche di vulnerabilità sismica di 13 scuole cittadine emerge un quadro a dir poco preoccupante, con la maggior parte degli istituti scolastici cittadini nelle due classi di rischio più elevate (F e G). Ma il Comune brancola nel buio

Non c’è alcuna soddisfazione, quanto piuttosto un sentimento che varia dalla rabbia alla frustrazione, nel leggere gli esiti delle verifiche di vulnerabilità sismica di 13 scuole cittadine, finalmente pubblicati sul sito internet del Comune di Ascoli. Che evidenziano quello che chi da sempre si occupa seriamente di sicurezza delle scuole ripete almeno dal post terremoto, cioè che la situazione degli istituti scolastici cittadini è molto critica. Lo avevamo scritto già pochi giorni dopo la prima terribile scossa dell’estate 2016 (“Facciamo finta che tutto va ben…”, 4 settembre 2016), mentre il sindaco Castelli sosteneva che non c’era alcun problema, lo abbiamo ripetuto in continuazione in questi anni, mentre il primo cittadino e l’amministrazione comunale continuavano, pur di fronte all’evidenza contraria, a rassicurare tutti.

Insieme a noi lo ha gridato con ostinata e coraggiosa insistenza il Comitato cittadino “Scuole Sicure”, non limitandosi solamente a rivolgere continui e accorati appelli al sindaco ma anche proponendo soluzioni quanto meno per mettere in sicurezza studenti e personale scolastico. Tutto inutile, l’allora prima cittadino e la sua giunta hanno tirato su un autentico muro di gomma, costruito essenzialmente sulla negazione della realtà, già dopo alcuni mesi chiarissima (due scuole chiuse perché inagibili, milioni e milioni di danni), e su teorie che definire ridicole è un eufemismo (la più demenziale di tutte, quella che il sindaco Castelli ha continuato a ripetere negli anni secondo cui le scuole cittadine le verifiche di vulnerabilità sismica le avevano fatte e anche superate sul campo, nel corso della lunga sequenza sismica).

La speranza che con la nuova amministrazione comunale e con il nuovo sindaco Fioravanti qualcosa potesse cambiare è progressivamente scemata di fronte ad un primo cittadino per oltre un anno prigioniero di un improponibile project financing e, soprattutto, senza il coraggio e la personalità necessari per raccontare alla città e ai cittadini la verità, quale situazione disastrosa di colpevole ritardo ha ereditato dal suo predecessore (ma anche suo mentore). Così si è andati avanti sulla stessa linea, tra vuoti proclami, surreali invenzioni, patetici tentativi di scaricare le responsabilità, tutte dell’amministrazione comunale, su altri e promesse puntualmente poi non mantenute (con la complicità di gran parte della stampa locale che, come le tre scimmiette, “non vede, non sente, non parla”).

Per altro proprio la pubblicazione dei risultati di quelle verifiche di vulnerabilità sismica è la più emblematica e imbarazzante dimostrazione dell’inaccettabile ritardo del Comune. Quei risultati l’amministrazione comunale avrebbe dovuto averli (e quindi pubblicarli) nel 2017, come hanno fatto gli altri enti (Comuni e Province) colpiti dal terremoto, compresa la Provincia di Ascoli che nei primi mesi del 2017 ha avviato le verifiche stesse. Grazie soprattutto a Castelli ma anche all’attuale sindaco Fioravanti, il Comune di Ascoli arriva con quasi 4 anni di ritardo. Dovrebbero semplicemente vergognarsi gli attuali e i precedenti amministratori comunali, vergognarsi e chiedere scusa.

Andando, poi, ad analizzare i risultati emersi dalle verifiche stesse, detto che se quei dati sono ora pubblici lo si deve esclusivamente alla perseveranza del consigliere comunale Francesco Ameli che da tempo incalzava sindaco e amministrazione comunale e alla fine è stato costretto a presentare una formale richiesta di accesso agli atti, su 13 sedi scolastiche comunali ben 5 (primarie Don Giussani di Monticelli, Tofare, via Napoli e Don Bosco (in particolare le aule) e la scuola per l’infanzia di Poggio di Bretta) figurano nella fascia più critica, di massimo rischio (classe G), Nella classe di rischio immediatamente successiva (fascia F) troviamo la scuola per l’infanzia di Villa Sant’Antonio, le primarie Sant’Agostino, via Spranza, la palestra della Don Bosco e il blocco aule della secondaria Ceci (con il blocco palestra che invece è in classe E).

In classe D troviamo invece la Collodi in via Rossini e la Malaspina, mentre le primarie di Poggio di Bretta e Villa Sant’Antonio sono in classe C. Solamente la primaria del Marino e la materna San Gaetano sono nella fascia di rischio più basso, ovvero classe A.

Con la pubblicazione dei dati, ora la città potrà rendersi conto della grave situazione in cui destano le scuole comunali – commenta il capogruppo del Pd Francesco Ameli – addirittura ben 5 sono in classe di rischio G (la più elevata). Come pensare di garantire sicurezza a studenti e personale. A distanza di quasi 5 anni dal sisma il Comune di Ascoli è nella più totale immobilità. Nessun cantiere scolastico avviato, e nessun progetto su sedi alternative per le scuole visto che alcune saranno oggetto di demolizione e ricostruzione. Rabbrividisco nel pensare che ci possano essere persone in strutture che devono essere demolite e poi ricostruite. Nonostante gli “annunci” si brancola nel buio con fantomatiche scuole temporanee non ancora individuate.

Dopo aver perso anni dietro un irrealizzabile Project Financing sollecitiamo l’amministrazione affinché non si perda tempo. Si inizino subito i lavori approfittando anche delle chiusure dovute alla pandemia e si individuino sedi alternative nei pressi delle scuole attualmente utilizzate. Non possiamo pensare di svuotare il centro storico anche delle funzioni scolastiche, sarebbe la morte della città. Siamo a disposizione dell’amministrazione per un progetto condiviso, per questo chiediamo nuovamente all’assessore Acciarri di farsi promotrice di un incontro formale nel quale venga illustrato lo stato dell’arte del piano di ricostruzione delle scuole di Ascoli Piceno a partire da quali sedi alternative sono state individuate”.

Il vero problema, però, è che chi non si rende conto della situazione (o finge di non rendersene conto) è proprio il sindaco Fioravanti che prova a sminuire. “I risultati sono in linea con quello che si poteva prevedere – afferma – considerando che si tratta di edifici comunque risalenti a tanti addietro. Ma questi indici vanno letti in maniera corretta, non indicano la necessità di dover sgomberare subito una scuola ma ne misurano la sua potenziale durata nel tempo”.

Ovviamente le cose non stanno esattamente in questo modo, quanto meno gli edifici con le classi di rischio più elevate (G e F) non dovrebbero assolutamente ospitare studenti e personale scolastico. Allora delle due l’una, o il primo cittadino non ha la più pallida cognizione e conoscenza della materia di cui si sta parlando oppure continua a prendere in giro gli ascolani. Certo che poi quando afferma che “noi stiamo più avanti di tanti altri Comuni con progettazioni in corso o in affidamento per adeguare sismicamente 6 sedi scolastiche e ricostruirne 2” viene inevitabile propendere più per la seconda ipotesi, pensare che davvero Fioravanti considera gli ascolani dei “boccaloni” ai quali si può raccontare qualsiasi baggianata, tanto “se le bevono” senza batter ciglio tutte.

Perché in questo caso non ci sono dubbi, il primo cittadino sa perfettamente che non è così, non è affatto vero che quello di Ascoli è più avanti di tanti Comuni, anzi, è vero esattamente il contrario. L’abbiamo ricordato più volte (ma evidentemente il primo cittadino soffre di preoccupanti amnesie), secondo i dati forniti dal commissario Legnini oltre il 70% degli interventi sulle scuole finanziati dall’Ordinanza del Commissario straordinario n. 56 del 10/5/2018, quella che ha stanziato i fondi anche per le scuole ascolane, al 24 agosto 2020 erano terminati o in corso di effettuazione (ed è presumibile che in questi 6 mesi la percentuale è aumentata). Quindi è un’evidente corbelleria che il Comune di Ascoli sia più avanti, visto che da queste parti ancora non se ne parla (e non se ne parlerà per molto tempo ancora) di avviare anche un solo intervento.

Anzi, per essere precisi, solo in un caso (scuola Malaspina) è in corso (da ormai 6 mesi) la procedura per l’affidamento della progettazione, per tutte le altre scuole interessate da quel finanziamento non è ancora neppure partito l’iter per affidare l’incarico di progettazione. Quindi mentre i Comuni che sono più indietro hanno già terminato o sono sul punto di terminare gli interventi, quello che sta più avanti (il Comune di Ascoli) nella migliore e più ottimistica delle ipotesi vedrà aprire il primo cantiere tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.

Stendendo un velo pietoso sul comportamento di gran parte della stampa locale, che non ha il coraggio di raccontare quello che sta accadendo e si limita a fare da cassa di risonanza ai proclami del sindaco, un’ultima menzione merita la famosa ordinanza ad hoc che, secondo quanto affermato dal sindaco, era in procinto di emanare il commissario straordinario Legnini. Al di là del fatto che tutto è meno che un vanto che ci sia la necessità, solo per il Comune di Ascoli, di avere un’ordinanza ad hoc per poter accelerare (dopo oltre 4 anni è un eufemismo…), da quell’incontro sono trascorsi una ventina di giorni e Legnini ha emanato alcune importanti ordinanze, ma di quella per il capoluogo piceno non si ha più alcuna notizia. Il sospetto, visto che il commissario straordinario non ha mai confermato quell’ipotesi, che siamo di fronte all’ennesima “bufala” del sindaco è qualcosa di più che un semplice sospetto…

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