Gli effetti della crisi nelle Marche, aumentano i beneficiari di reddito e pensione di cittadinanza


Secondo i dati pubblicati dall’Inps, rispetto al 2019 aumenta del 27,7% il numero di cittadini marchigiani che usufruiscono del reddito e della pensione di cittadinanza. Nella provincia di Ascoli sono 7.227, 1.599 in più rispetto all’anno precedente

Aumentano quasi del 30% (27,7% per la precisione) i cittadini marchigiani che usufruiscono del reddito e della pensione di cittadinanza, i due sussidi introdotti dal governo nel 2019 tra le misure per il contrasto alla povertà e (ovviamente per quanto riguarda il reddito di cittadinanza) per il reinserimento nel mondo del lavoro.

E’ quanto emerge dal report sull’andamento delle due forme di sostegno nel corso del 2002, pubblicato nei giorni scorsi dall’Inps. Che evidenzia innanzitutto come con l’acuirsi della crisi socio-economica, provocata dalla pandemia covid 19, aumenta in tutto il paese il numero di cittadini privi di sostegno e ammortizzatore sociale di qualsiasi genere che sono costretti a presentare domanda per avere il reddito di cittadinanza (Rdc), così come dei pensionati con una pensione e un isee ai limiti della sopravvivenza che devono ricorrere alla pensione di cittadinanza (Pdc).

Complessivamente a fine 2020 erano 1.249.809 i nuclei familiari beneficiari di un uno dei due sussidi, con quasi 3 milioni di persone coinvolte. Significativo il fatto che, solo nel mese di dicembre, si sia registrato un incremento del 3,3% dei beneficiari delle due misure, nei numeri poco meno di 250 mila nuclei familiari in più. Ricordando che l’importo massimo previsto ammonta a 780 euro mensili, le somme medie ricevute dai beneficiari si attestano sui 528 euro (573 euro gli importi medi del Rdc, 253 euro del Pdc).

A livello territoriale sono Sud e Isole a farla da padroni, con 764.697 nuclei beneficiari (61%) e 1.871.651 persone coinvolte (65%), mentre al Nord sono 290.895 i nuclei e 583.930 le persone coinvolte e al centro 194.127 nuclei e 402.665 persone. Dal report dell’Inps emerge anche che nel 34% dei nuclei beneficiari è presente almeno un minore, con un importo medio mensile di 647 euro. Nel 17% dei nuclei è presente almeno un disabile (importo medio percepito 518), mentre il 15% dei nuclei percepisce un importo superiore a 800 euro mensili.

Per quanto concerne le Marche complessivamente sono 48.804 le persone che ricevono uno dei due sussidi, ben 10.589 in più (il 27,7%) rispetto al 2019, con un importo medio mensile che ammonta a 446,44 euro (37,75 euro in più rispetto al 2019). Per quanto riguarda il Rdc sono 45.791 i marchigiani che l’hanno percepito nel corso dell’anno precedente (erano 35.352 nel 2019) con un importo medio di 484,04 euro (+38,32 euro rispetto al 2019), mentre sono 3.013 quelli che hanno ricevuto la Pdc (erano 2.863 nel 2019) con un importo medio di 228,14 euro (10,33 euro in più rispetto al 2019).

Per quanto riguarda la provincia di Ascoli, come per tutte le altre province marchigiane si registra un cospicuo aumento dei beneficiari di questi due sussidi che passano dai 5.628 del 2019 ai 7.227 di fine 2020 (+ 28,4%). La quasi totalità di loro (6.698) ricevono il Rdc, con un importo medio di 482,71 euro (+30,67 euro rispetto al 2019), mentre sono solo 429 i beneficiari della Pdc con un importo medio di 253,25 euro (+14,55 euro rispetto al 2019). Il maggior numero di beneficiari dei due sussidi è nella provincia di Ancona (15.757 persone), mentre l’importo medio più alto di Rdc è nella provincia di Fermo con 509,69 euro

Risulta evidente – commenta il responsabile della Uil di Ascoli Piceno, Guido Bianchini – che con l’acuirsi della crisi dovuta agli aspetti socio economici e al COVID 19 tanti cittadini, privi di sostegno e/o ammortizzatore sociale di qualsiasi genere, sono costretti a presentare domanda per avere un sussidio per vivere.  Stessa cosa, anche se con numeri diversi, riguarda i pensionati ovvero coloro che hanno una pensione e un ISEE ai limiti della sopravvivenza.  I fruitori del sussidio sono in costante crescita (oltre il 25%) in tutte le provincie marchigiane a dimostrazione delle difficoltà della nostra gente.  Difficoltà e ricorso che aumenteranno poiché tra due mesi scade il blocco dei licenziamenti, urge assolutamente una proroga per evitare una bomba sociale e conseguentemente il rischio che questi strumenti implodano. 

Modeste sono le cifre percepite che andrebbero riviste se si vuole realmente effettuare la lotta alla povertà ed evitare le diseguaglianze sociali.  Occorre inoltre raggiungere una platea più ampia di beneficiari che ne hanno effettivamente bisogno eliminando eventuali beneficiari illegittimi che spesso ci sono.  È altresì necessario verificare i limiti e i margini degli interventi potenziali azioni per rendere lo strumento maggiormente efficace e accessibile alle famiglie bisognose.  Sono necessarie sinergie con le politiche attive e con i progetti sociali di utilità, magari con un maggiore collegamento con i Comuni, gli enti sociali e il Terzo settore.  

Con le politiche attive si può favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro; questo nasce con gli investimenti produttivi, con la formazione e il reinserimento nel mercato del lavoro.  Il Recovery Plan è una grande opportunità, dove anche il sindacato dovrà essere consultato, che non può andare persa se vogliamo rispondere a queste povertà”. 

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