Scuola Malaspina, la sicurezza può attendere


Il sindaco sui social annuncia l’indizione di una gara europea che, però, riguarda l’affidamento dell’incarico per la progettazione dei lavori, solo il primo passo di un lunghissimo iter. Intanto studenti e personale scolastico continuano a frequentare un edificio a rischio…

L’annuncio, nelle settimane scorse, è arrivato direttamente dal sindaco Fioravanti sui social: “Indetta una gara europea per i lavori di miglioramento sismico dell’edificio scolastico Malaspina”. Che, poi, non pago attraverso i soliti giornali che si limitano a fargli da megafono, ha aggiunto che al massimo tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo aprirà il cantiere alla Malaspina e che nel corso del 2021 partiranno i lavori anche nelle altre scuole. E, a scanso di equivoci, è bene subito chiarire che non è assolutamente così, anzi, prima di diverso tempo ancora di cantieri nelle scuole cittadine non se ne vedranno. 

Chi ha seguito sin dall’immediato post terremoto le vicende legate alla sicurezza delle scuole cittadine, verificando i gravi errori e gli inaccettabili ritardi dell’amministrazione comunale (prima quella di Castelli, poi quella di Fioravanti),  ha ben chiara la situazione. E, sulla base dei fatti e degli atti ufficiali e non dei soliti improbabili proclami del sindaco, sa perfettamente quanto inattendibili sono quegli annunci e come non stiano affatto partendo i lavori alla scuola Malaspina (e non partiranno neppure entro fine anno o nei primi mesi del 2021), così come non c’è alcuna possibilità che entro la fine del 2021 partano i lavori nelle altre scuole. Nella migliore delle ipotesi qualche cantiere si vedrà entro la fine del 2023, mentre la maggior parte degli interventi partiranno non prima del 2024

Da tradizione anche la solita invettiva del sindaco contro la burocrazia che allungherebbe i tempi, un patetico tentativo di nascondere le reali responsabilità che sono tutte della precedente e della sua amministrazione. Per altro, come vedremo proprio gli atti approvati in questi giorni dimostrano come il Comune aveva la possibilità di accorciare i tempi ma, non si sa perché, ha preferito non sfruttarla. Sullo sfondo la conferma che anche nel corso di questo anno scolastico alunni e personale scolastico devono continuare a frequentare un edificio scolastico (la scuola Malaspina, esattamente come la scuola Sant’Agostino) che non è per nulla sicuro, con tutti i rischi che ciò comporta.

Al netto del proclama del sindaco Fioravanti, la “gara europea” indetta dal Comune per la scuola Malaspina riguarda l’affidamento dell’incarico per “la progettazione definitiva ed esecutiva” dei lavori che il primo cittadino continua a definire di “miglioramento sismico” ma che, in realtà, sono di adeguamento sismico. In caso contrario, infatti, saremmo di fronte ad un non senso, spendere oltre 4 milioni di euro (il finanziamento per l’intervento ammonta a 4,5 milioni di euro) senza neppure mettere realmente in sicurezza quell’edificio scolastico sarebbe un’autentica follia.

E’ singolare il fatto che ancora oggi l’amministrazione comunale non comprenda l’enorme differenza che esiste tra adeguamento e miglioramento sismico, ennesimo segnale di come in realtà della sicurezze delle scuole interessa poco o nulla. La gara, a procedura telematica aperta, è stata indetta con determina n. 2167 del 13 settembre scorso, con una previsione di spesa di oltre 300 mila (335.264 euro per l’esattezza). La stessa determina 2167 e il conseguente disciplinare di gara forniscono un quadro assolutamente chiaro ed esaustivo sia di quello che è accaduto dal terremoto in poi, sia di quello che sarà il lunghissimo iter da seguire prima di arrivare alla reale assegnazione dei lavori.

Prima di entrare nel dettaglio, è importante sottolineare come sarebbe “cosa buona e giusta” leggere sempre gli atti ufficiali per informarsi correttamente invece che fidarsi ciecamente delle dichiarazioni di questo o quel politico. In particolare la determina del 13 settembre ricorda come la scuola Malaspina “è stata danneggiata dai ripetuti eventi sismici che si sono verificati a partire dal 24 agosto 2016”, tanto da risultare (Scheda Aedes 4 novembre 2016) “edificio temporaneamente inagibile ma agibile con provvedimenti”. E che poi è stata inserita tra le scuole cittadine per le quali, grazie all’ordinanza del commissario straordinario del luglio 2017, sono stanziati oltre 30 milioni di euro per interventi di adeguamento sismico o ricostruzione.

Grazie alla precedente delibera n. 138 del 14 luglio scorso (che ha dato il via alla fase preliminare della progettazione) sappiamo anche che nel luglio 2018 l’ing. Michele Laorte è stato incaricato di effettuare la verifica di vulnerabilità sismica proprio sulla scuola Malaspina, il cui esito per nulla edificante (indice di rischio compreso tra 0,30 e 0,45 decisamente lontano da quell’indice di rischio 1 che vuol dire edificio sicuro) è stato comunicato al Comune nel dicembre 2018. Dagli atti ufficiali del Comune, quindi, emerge con assoluta chiarezza che l’amministrazione comunale già da fine 2018 era pienamente a conoscenza della situazione di rischio della scuola, avendo a disposizione i fondi per intervenire.

Poteva e doveva farlo subito ed ora, invece che di gara europea per la progettazione, staremmo a parlare di lavori se non finiti, quanto meno in corso. Non l’ha fatto perché ha perso tempo dietro un improbabile project financing che sin dalla sua presentazione era sin troppo evidente che non fosse in alcun modo percorribile, non fosse altro per il fatto che non rispettava alcune norme. Due anni persi, per inettitudine o per chissà che altro, per cercare di portare avanti un progetto voluto da alcuni privati che evidentemente non aveva i requisiti necessari. E la responsabilità di tale scellerata scelta è tanto di Castelli, che non lo ha subito respinto, quanto di Fioravanti, che ha impiegato quasi un anno per accantonarlo.

Per mascherare questa inconfutabile realtà, in quel post Fioravanti è tornato a cercare giustificazioni prendendosela con che “i tempi della burocrazia che non ci aiutano”.  Ma sono i dati presentati dal commissario Legnini qualche settimana fa a dimostrare che la burocrazia non c’entra nulla. Perchè oltre il 70% degli interventi sugli edifici scolastici, finanziati nel 2017 con gli stessi fondi che sono a disposizione delle scuole ascolane, sono in corso di effettuazione o, nella peggiore delle ipotesi, sono in fase di affidamento dei lavori. E ben 17 di quelli interventi sono già terminati. Considerando che la burocrazia è la stessa anche in quei comuni, è chiaro che la differenza è determinata da come si sono mosse le altre amministrazioni comunali.

Ma se qualcuno ancora avesse dei dubbi, a fugarle definitivamente ci pensa proprio la determina 2167 nella quale si svela che nel febbraio 2019 (quindi l’amministrazione comunale Castelli) “il soggetto attuatore (Comune di Ascoli) ha manifestato all’USR l’intenzione di non avvalersi della procedura accelerata” per l’intervento in questione. In altre parole, le varie ordinanze per la ricostruzione davano l’opportunità di accelerare e velocizzare la procedura tradizionale, almeno per quanto riguarda la progettazione.

L’amministrazione Castelli non ha voluto sfruttare questa occasione, ora non ha alcun senso prendersela con la burocrazia. Il sindaco Fioravanti, sempre nel suo post, spiega anche che il termine ultimo per la presentazione delle offerte è fissato alle ore 16 del 15 ottobre prossimo. Secondo quanto è previsto dal disciplinare di gara, solo dopo quella data si formerà la Commissione che avrà il compito di verificare e analizzare le offerte per scegliere poi a chi affidare l’incarico. Sperando che sia più celere della Commissione comunale che si è occupata degli incarichi per le vulnerabilità sismiche nelle scuole che ha impiegato 9 mesi per completare il suo impegno.

Dovranno poi passare 35 giorni dalla scelta dell’offerta più conveniente alla stipula del contratto che, di fatto, darà il via allo svolgimento dell’incarico stesso. In pratica, ben che vada, non prima di Primavera 2021 (e vogliamo essere ottimisti). Sempre il disciplinare di gara stabilisce, poi, che, a decorrere dalla sottoscrizione del contratto, l’incarico avrà una durata complessiva di 120 giorni, di cui 70 per la progettazione definitiva e 50, a decorrere dalla comunicazione dell’avvenuta approvazione del progetto definitivo, per la progettazione esecutiva.

E’ importante sottolineare, come specifica lo stesso disciplinare di gara, che quei 120 giorni complessivi sono da considerare “al netto delle interruzioni previste per l’ottenimento delle necessarie approvazioni e autorizzazioni” e per soddisfare eventuali prescrizioni degli enti chiamati a valutare il progetto. In altre parole, ci vorrà molto più che 4 mesi per completare tutto l’iter progettuale e poter finalmente effettuare il bando per l’assegnazione dei lavori.

Sulla base della determina n. 2167 sappiamo, infatti, che, una volta completato, il progetto definitivo dovrà essere trasmesso all’USR Marche per la verifica e la conseguente valutazione. Solo dopo che il via libera dell’USR, che potrà chiedere degli aggiustamenti e variazioni, potrà partire la seconda fase di progettazione, quella per il progetto esecutivo che poi, sempre dopo essere stato valutato dall’USR, sarà alla base del bando di gara per l’assegnazione dei lavori. In pratica ci vorrà ancora molto tempo prima che partano realmente i lavori. Con, sullo sfondo, l’esempio della scuola media Don Giussani (con il progetto definitivo presentato a novembre 2019 e, tra prescrizioni dell’USR e verifiche ulteriori del Comune, ancora in attesa del via libera definitivo.

In altre parole, sarebbe già un mezzo miracolo se i lavori alla Malaspina partissero entro la fine del 2021. “Noi non ci arrendiamo – conclude Fioravanti – continueremo a lavorare per garantire a bambini, ragazzi, famiglie, docenti, dirigenti e a tutto il personale scolastico scuole sicure”. Che però non saranno pronte prima di 2-3 anni. Tanto la sicurezza delle scuole può aspettare…

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