L’indecente esposizione del corpo dei minori sui media


Indignazione e sconcerto per la copertina del settimanale “Gente”, con la foto della 13enne Chantal Totti con il lato B in mostra. Ma anche per il twitter di Sky tg 24 sul Festival di Venezia, con la foto di una bambina in mutande. Una vergogna che non ha giustificazioni…

Solo una settimana fa Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori, in un durissimo intervento aveva richiamato l’informazione al proprio dovere e al senso di responsabilità. “E’ inammissibile che, al di là della mancanza di rispetto delle leggi vigenti in materia di tv e minori, sia venuto meno anche il buonsenso che dovrebbe appalesarsi in tutti coloro i quali operano nel settore delle comunicazioni” aveva dichiarato commentando il twitter utilizzato da Sky tg 24 per presentare la Biennale del Cinema di Venezia.

Nell’immagine, con sotto la scritta “Mostra di Venezia 2020: il festival è donna”, si vede in primo piano una bambina in mutande, davanti ad una finestra e ad uno scaffale dove ci sono diversi uccelli, voltata di spalle e con lo sguardo rivolto all’operatore. In realtà quel monito e quella vicenda non hanno neppure attirato più di tanto l’attenzione dell’opinione pubblica. Che, invece, nel fine settimana è stata catturata dall’indecente copertina del settimanale “Gente” che ritrae la figlia tredicenne di Francesco Totti, Chanel, al mare in costume (con a fianco il papà), con il lato B generosamente in mostra.

A rendere il tutto ancora più stridente c’è il particolare della faccia pixelata, con lo strillo “Chanel è la gemella di mamma Hilary”. E, visto che il volto è coperto, praticamente tutti hanno interpretato che la somiglianza a cui il magazine fa riferimento sia soprattutto quella del lato B in primo piano.  In questo caso quasi immediata è scattata la rivolta sui social contro l’indegna spettacolarizzazione del corpo di una minore, con tanti che, però, hanno anche incolpato i due illustri genitori sostenendo che non si dovrebbe mandare una 13enne in spiaggia con un bikini così sgambato.

Osservazione che ha un suo fondamento, anche se basta frequentare una qualsiasi spiaggia per rendersi conto che, purtroppo, quello di Chanel non è certo un caso isolato anzi, di adolescenti con costumi così inopportunamente succinti se ne vedono a iosa, probabilmente in maggioranza. Segno evidente dei tempi su cui sarebbe opportuno aprire una riflessione. Ma, allora, è giusto e non criticabile il fatto che l’informazione, giornali e riviste, si adegui e segua la moda dei tempi?

Per chi, come chi scrive, ha un concetto del ruolo e del compito dell’informazione così rigorosi, la risposta è ovviamente scontata. Ma, a prescindere da ogni altra considerazione, in questo caso non possono esserci dubbi. Naturalmente è giusto interrogarsi sul fatto che servirebbe un atteggiamento differente anche da parte dei genitori (non solo quelli di Chanel Totti). Nulla, però, può giustificare una simile copertina, così come il twitter di Sky tg 24.

Per il quale, per altro, c’è l’aggravante che quell’immagine non è certo il manifesto ufficiale della Mostra del Cinema (come si può ben vedere) ma si tratta di un fermo immagine di un film in concorso (“Le sorelle Macaluso” di Emma Dante). Nessun alibi e nessuna giustificazione per “Gente” e per “Sky tg 24” e non solamente in virtù della Carta di Treviso, il protocollo firmato nel 1990 da Ordine dei giornalisti, Federazione della stampa e Telefono azzurro per disciplinare i rapporti tra informazione e infanzia (e dal 2016 parte integrante del “Testo unico dei doveri del giornalista”).

Che da una parte salvaguardia il diritto di cronaca, dall’altra pone l’accento sulla responsabilità che tutti i mezzi d’informazione hanno nella costruzione di una società che rispetti appieno l’immagine di bambini e adolescenti. Ed è del tutto evidente che, senza dover addentrarci nell’analisi più approfondita della Carta stessa, è sufficiente rifarsi ai suoi principi ispiratori per rendersi conto di quanto censurabili siano quella copertina e quel twitter. In un caso e nell’altro è del tutto evidente che non c’è alcun diritto di cronaca da salvaguardare (anche per quanto riguarda un settimanale che si occupa essenzialmente di gossip), così come è lampante che quella copertina, con quel lato B di una tredicenne in bella mostra non rispetti in alcun modo l’immagine di un’adolescente.

In Italia esistono quintali di leggi a tutela dell’immagine e della dignità dei minori – aggiunge Marziale – per altro certe immagini sono ancor più fuori luogo in un momento storico in cui la pedopornografia è in vertiginoso aumento, con orchi alla ricerca di immagini osè di bambini da far girare. Per questo sollecitiamo maggiore controllo, nella speranza che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni voglia intervenire con decisione per scongiurare il perpetuarsi di situazioni simili che stanno cominciando ad essere troppe”.

Ringrazio il direttore Monica Mosca per la sensibilità dimostrata mettendo in copertina il lato B di mia figlia minorenne, senza curarsi del problema sempre più evidente della sessualizzazione e della mercificazione del corpo delle adolescenti” hanno scritto Francesco Totti e Ilary Blasi. Per la serie “la toppa è peggio del buco”, semplicemente imbarazzante la replica della direttrice di “Gente”. “Sono molto amareggiata per le reazioni generate dalla pubblicazione della foto di Francesco Totti e della figlia Chanel – ha dichiarato all’Ansa Monica Mosca – come direttore ho sempre inteso valorizzare le donne e più in generale sostenere i valori della famiglia. Era l’intento anche di questa pubblicazione in cui si è voluto semplicemente ritrarre la famiglia Totti in un momento di normalità”.

Ma davvero la direttrice di “Gente” può ritenere che mettere in copertina, in bella mostra, il lato B di una ragazzina di 13 anni in qualche modo equivale a valorizzare le donne o, ancor più, a sostenere i valori della famiglia? E se davvero l’intento della sua pubblicazione era quello di ritrarre la famiglia di Totti in un momento di normalità poteva tranquillamente pubblicare qualsiasi altro genere di foto, anche in spiaggia, ma senza dover per forza mettere in bella mostra il lato B di un’adolescente.

Molto interessante, a tal proposito, leggere il commento di Aurora Ramazzotti che alcuni anni fa, quando aveva 15 anni, fu al centro di una vicenda simile (il settimanale “Oggi” pubblicò una sua foto, insieme alla mamma Michelle Hunziker, in bikini, anche in quel caso con il lato B in bella mostra).

Non erano tempi social per questo nessuno fiatò – scrive su Instagram – non credo che solo perché nessuno si è ribellato all’epoca debba normalizzarsi oggi una cosa che è sbagliata. Questa cosa ha inciso indelebilmente sulla mia crescita e non auguro a nessuno di passare quello che ho passato io. Ne sto pagando i conti ancora adesso. Benchè concordi con il fatto che oggi ci si indigni troppo per tutto, penso che si siano alcune cose per cui bisogna indignarsi”.

E, appunto, la pubblicazione di quelle foto è esattamente qualcosa per cui è assolutamente necessario indignarsi, a prescindere da eventuali provvedimenti che poi saranno presi a carico di chi le ha pubblicate. Perché è fondamentale che torni ad affermarsi con forza (ed essere poi rispettato fedelmente) il principio che i minori sono intoccabili, non devono in alcun modo essere utilizzati per biechi fini, in nessun caso, tanto meno per vendere qualche copia o acchiappare qualche click in più.

Invece, purtroppo, ormai da troppo tempo si sono rotti anche questi argini, non ci si fa più alcuno scrupolo di utilizzare i minori, anche i bambini più piccoli, se si ritiene che in qualche modo possano essere utili per la “causa”. Senza andare troppo indietro nel tempo, nei mesi passati abbiamo assistito all’indecente spettacolo di esponenti politici che hanno messo al centro della discussione anche i propri figli più piccoli pur di guadagnare due voti in più. Come non ricordare, ad esempio, la vergogna di quella bambina piccolissima esibita sul palco di Pontida per rendere più di impatto gli attacchi contro i propri rivali politici (speculando, per altro, sulla tristissima vicenda di Bibbiano). E’ del tutto evidente che non c’è una gran differenza tra quello indegno show e le vergognose foto di Sky tg 24 e di “Gente”. E l’indignazione in un caso e nell’altro dovrebbe essere identica. Sarebbe un primo importante passo verso un cambiamento che renderebbe un po’ più civile questo paese…

bookmark icon