Telenovela scuole sicure: bocciatura “a scoppio ritardato” per il project financing


Dopo un teatrino durato 18 mesi, tra analisi, approfondimenti, richieste di rimodulazioni e riformulazioni, con delibera n. 77 del 14 maggio scorso il Comune ha bocciato il project financing. Sulla base di due norme che erano già in vigore quando il progetto è stato presentato…

Se il buongiorno si vede dal mattino, la sensazione è che passata (almeno si spera…) l’emergenza coronavirus al Comune di Ascoli tutto torna come prima. In realtà già da alcuni giorni si erano avute le prime avvisaglie da parte del sindaco Fioravanti, con provvedimenti (ordinanze su pista ciclabile e chiusura chiese) a dir poco discutibili e solite dichiarazioni impregnate di inutile propaganda. Ma la conferma definitiva si è avuta giovedì scorso (14 maggio) durante il Consiglio comunale, quando il primo cittadino ha annunciato il definitivo abbandono del project financing sulle scuole, fortemente voluto dal precedente sindaco Castelli e poi sposato anche dall’attuale amministrazione comunale.

Era l’occasione giusta per fare finalmente una doverosa autocritica, per ammettere i gravissimi errori e gli inaccettabili ritardi del precedente sindaco e della passata amministrazione. Invece è andato in scena il solito imbarazzante teatrino, con l’ennesimo patetico tentativo di scaricare colpe che sono ben chiare su altri, dalla solita burocrazia che rallenterebbe tutto al governo che, non si capisce per quale dannato motivo, avrebbe dovuto chiudere non uno ma tutti e due gli occhi per far passare un progetto che, così come è stato (male) concepito, non rispettava le norme in materia.

Che, vale la pena sottolineare per chi non l’avesse capito, esistevano da prima che il progetto fosse partorito (e quindi l’amministrazione comunale era tenuta a conoscerle), non sono certo state approvate successivamente per mettere i bastoni tra le ruote al Comune di Ascoli. La cosa più paradossale, però, è che in realtà poche ore prima del Consiglio comunale la giunta comunale aveva approvato una delibera nella quale, in maniera a dir poco disarmante, in pratica si ammette il gran pasticcio commesso.

In altre parole quell’atto ufficiale del Comune è un clamoroso e imbarazzante atto di accusa, soprattutto nei confronti della precedente amministrazione comunale guidata da Castelli ma, in parte, anche nei confronti di quella attuale. E’ la dimostrazione di quanto in realtà chi conosce bene tutta la vicenda che ruota intorno alla sicurezza delle scuole cittadine già sapeva, cioè che il Comune ha perso inutilmente quasi 3 anni di tempo per inseguire un progetto che, oltre che a dir poco discutibile nei contenuti, sin da quando è stato presentato era chiaro che non era utilizzabile perché opno rispettava le norme.

Le 34 pagine della delibera n. 77 del 14 maggio 2020 (“Valutazione della proposta di finanza di progetto, presentata ai sensi dell’articolo 183 del D.Lgs n. 50/2016 e dell’Ordinanza del Commissario Straordinario per la Ricostruzione Sisma 2016 n. 47 del 10 gennaio 2018”) sono la più sconfortante e al tempo stesso emblematica dimostrazione dell’incapacità, del pressapochismo, della superficialità con cui si muove su questo terreno da anni l’amministrazione comunale. In sostanza la delibera stabilisce la “non fattibilità” della proposta di project financing sulle scuole “ai sensi e per gli effetti dell’articolo 183 comma 15 del D. Lvo 50/2016 ed articolo 2 dell’Ordinanza del Commissario Straordinario 47/2018”.

Come è riportato nella relazione istruttoria allegata alla delibera, quella proposta, formulata da alcune ditte ed imprese di costruzioni, è stata acquisita dal Comune il 27 dicembre 2018, quando già quei due articolo che hanno determinato la “non fattibilità” erano entrambi ampiamente in vigore (risalgono rispettivamente al 2016 e a gennaio 2018). Quindi il sindaco Castelli e la sua amministrazione avrebbero dovuto immediatamente chiudere il discorso e respingere la proposta.

Non l’hanno fatto, così come non l’ha fatto Fioravanti e la sua amministrazione che per altri 8 mesi ha allungato questo indecente teatrino. Che, leggendo quanto è riportato nella citata relazione istruttoria, assume contorni a dir poco paradossali. Nella ricostruzione di questa ennesima telenovela che vede protagonista il Comune di Ascoli, la relazione istruttoria fa partire la vicenda dall’Ordinanza del Commissario Straordinario per la Ricostruzione n. 56 del 10 maggio 2018 con la quale vengono definitivamente individuati gli interventi oggetto del finanziamento (tra cui, appunto, le scuole cittadine).

In realtà che ci fossero a disposizione una trentina di milioni di euro per la messa in sicurezza delle scuole del capoluogo piceno era già noto da diversi mesi prima, dalle ordinanze dello stesso Commissario Straordinario di luglio e settembre 2017. In questo lungo arco di tempo l’amministrazione comunale avrebbe potuto preparare un piano di interventi, soprattutto finalmente avrebbe potuto effettuare le necessarie verifiche di vulnerabilità sismica per avere il quadro della situazione e sapere perfettamente quali edifici potevano essere semplicemente adeguati e quali, invece, dovevano essere ricostruiti.

Ancora, poteva (come hanno fatto tante altre amministrazioni comunali avvedute e attente) mobilitarsi per chiedere i fondi per le strutture provvisorie, indispensabili per consentire a studenti e personale scolastico di andare a scuola in assoluta sicurezza, in attesa dell’avvio e poi del completamento degli interventi di adeguamento (o, dove necessario, di ricostruzione). Poteva, invece per oltre un anno (dalle ordinanze del 2017) non ha fatto nulla. E non certo per colpa della “solita” burocrazia o per chissà quale altro motivo.

Semplicemente perché l’allora sindaco Castelli doveva portare avanti la manfrina delle scuole cittadine che non avevano avuto problemi (mentre intanto il Comune era costretto ad effettuare interventi per milioni di euro per far fronte ai danni riportati dalle scuole stesse per il terremoto…). Una sceneggiata che è costata carissima perché il grave ritardo accumulato in quel periodo ha poi determinato la disarmante situazione attuale.

Poi, dopo oltre un anno di nulla, come detto il 27 dicembre 2018 l’amministrazione comunale acquisisce la proposta di partenariato pubblico privato in questione. Che, incredibilmente, nella relazione illustrativa generale prevede “di dare attuazione all’Ordinanza del Commissario Straordinario per la Ricostruzione n. 47 del 10 gennaio 2018”. Cioè una delle due norme che in realtà è alla base della (tardiva) bocciatura. Che, come detto, doveva essere immediata da parte dell’amministrazione comunale che, invece, inspiegabilmente decide di farla propria anche se è già consapevole che c’è qualcosa che non quadra.

Come dimostra il fatto che, da quel 27 dicembre 2018, inizia uno stucchevole e sconcertante interminabile balletto fatto di richieste (da parte del Comune) di rimodulazione della proposta e di chiarimenti, di analisi, approfondimenti, di note e riformulazioni da parte del soggetto proponente. Senza dimenticare i vari pareri e interventi chiesti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Mef, all’Anci, al Commissario di governo.

A rendere il tutto ancora più paradossale il fatto che, come si legge nella relazione istruttoria della delibera n. 77, l’amministrazione comunale spiega che la ragione per cui si ricorre allo strumento del partenariato pubblico privato è per “consentire di dare seguito alla ricostruzione in tempi molto brevi rispetto ai tempi delle procedure ordinarie”.

Peccato, però, che in questi 18 mesi nei quali l’amministrazione comunale era impegnata ad inseguire un improbabile project financing, la maggior parte degli altri Comuni beneficiari di identico finanziamento per le scuole (per intenderci quelli “meno furbi” del Comune di Ascoli che hanno seguito le procedure ordinarie) hanno predisposto progetti definitivi, in molti casi hanno già avviati i lavori e, addirittura, alcuni di loro hanno già completato gli interventi.

Ora, dopo la tardiva bocciatura del project financing, l’amministrazione comunale praticamente è costretta a ripartire da zero (con “appena” 3 anni di ritardo…), con i risultati delle verifiche di vulnerabilità sismica che finalmente dovrebbero essere pronti ma anche con la certezza di aver perso definitivamente il treno dei finanziamenti per le strutture provvisorie che, invece, sono fondamentali nell’attesa (inevitabilmente lunga) che il piano di adeguamento e ricostruzione delle scuole venga avviato e completato.

Nel Consiglio comunale di giovedì 14 maggio il sindaco Fioravanti ha annunciato che “entro 10 giorni comunicheremo il cronoprogramma sulle progettazioni e sulle gare” per le scuole cittadine. Nulla, invece, è stato detto per quanto riguarda le sedi temporanee che, vista la situazione, sono al momento la vera emergenza per poter consentire un eventuale ritorno tra i banchi a settembre.

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