Le pagelle ai tempi del coronavirus: promossi, bocciati, rimandati


“Promossi” i sindaci di Castel di Lama e Folignano Bochicchio e Terrani, don Pirri e l’on. Giorgia Latini (desaparecidos gli altri parlamentari del territorio). “Bocciati” il vescovo D’Ercole, il sindaco Piunti, Castelli e Antonini, “rimandati” Ceriscioli e Fioravanti

Fatti tutti gli scongiuri del caso, si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel. Dal 5 maggio è partita la cosiddetta fase 2 e, se tutto va come si spera, dal 18 maggio si dovrebbero ulteriormente allentare le restrizioni. In questi lunghi e difficili mesi molto si è discusso su come governo ed esponenti politici hanno affrontato l’emergenza coronavirus. Ora è arrivato il momento di fare un primo consuntivo anche su quanto è accaduto a livello locale. Una sorta di pagella per politici e amministratori (e non solo…) del territorio, per valutare il loro operato.

Tra i “promossi” c’è anche la deputata ascolana Giorgia Latini, l’unica parlamentare del territorio che ha continuato ad occuparsi di alcune importanti problematiche del territorio. Tra i “bocciati” innanzitutto il vescovo di Ascoli mons. D’Ercole (semplicemente imbarazzanti certe sue esternazioni) ma anche l’ex sindaco di Ascoli Guido Castelli. “Rimandato”, insieme al presidente della Regione Ceriscioli, l’attuale primo cittadino ascolano Marco Fioravanti.

PROMOSSI

Giorgia LATINI (deputato Ascoli). Le va riconosciuto l’indiscutibile merito di essere l’unica parlamentare del territorio ascolano che non è andata in quarantena (per gli altri deputati e senatori del Piceno dopo oltre 2 mesi sarà il caso di rivolgersi a “Chi l’ha visto”…), continuando ad occuparsi di alcune importanti problematiche del territorio. Certo in qualche caso è ricaduta nel vecchio vizio di cercare di attribuire al suo partito (la Lega) il merito di risultati ed iniziative che invece erano di altri (clamorosa la vicenda dei Dpi sequestrati a Bologna sbloccata dall’intervento del prefetto di Ascoli). Però, al di là dell’impegno, le va dato atto di aver anche fatto proposte ampiamente condivisibili, come quelle su alunni disabili e precari.

Matteo TERRANI (sindaco Comune Folignano). Sarà l’aria particolare che si respira nel comune ascolano ma, dopo Flaiani, Folignano sembra davvero aver trovato un sindaco di eguale spessore. Le avvisaglie si erano già avute nei mesi scorsi ed ora è arrivata la conferma. Importante punto di riferimento per la sua comunità, il suo è stato il primo Comune che ha interrotto il pagamento delle rette degli asili nido (ed ora ha predisposto analogo provvedimento per il trasporto scolastico). Da prendere come esempio anche per la gestione dei fondi per i buoni spesa che ha permesso all’amministrazione comunale di effettuare ben tre bandi, naturalmente con priorità alle situazioni più difficili. Molto oculata anche la gestione delle riaperture di parchi e aree pubbliche per l’attività motoria e sportiva.

Mauro BOCHICCHIO (sindaco Comune Castel di Lama). E’ del suo Comune una delle iniziative più importanti per aiutare cittadini e attività commerciali, i “Future Covid 19”, buoni acquisto ad un prezzo ridotto per prodotti e servizi di cui i cittadini potranno usufruire in futuro. Iniziativa che, per altro, ha avuto un grande successo, visto il boom di richieste (oltre 400) del primo click day. Non l’unica, però, messa in campo dall’amministrazione comunale che, nei limiti della disponibilità finanziaria, ha messo in campo anche altri interventi a sostegno delle famiglie in difficoltà per fare la spesa e per pagare l’affitto.

Donatella FERRETTI (assessore cultura Comune Ascoli). Le sue “lezioni” di filosofia virale sono state indiscutibilmente tra le cose migliori di questo periodo di emergenza. Non di meno per le “pillole d’arte” e le iniziative dei Musei civici di Ascoli. Inevitabilmente la pandemia ha stravolto e stravolgerà il calendario delle iniziative e i programmi culturali nel capoluogo piceno (così come nel resto del paese). E’, però, incoraggiante che a gestire questa difficilissima situazione in questo settore per il Comune di Ascoli ci sia finalmente un assessore sicuramente competente, cosa che praticamente non accadeva da decenni nell’amministrazione comunale ascolana.

Don Dino PIRRI (Grottammare). A parte papa Francesco, punto di riferimento straordinario in questo difficile periodo anche per i non credenti, servivano davvero esempi come quelli del giovane parroco di Grottammare per dimostrare che la Chiesa è ancora capace di stare vicina e di preoccuparsi seriamente dei propri fedeli in un momento difficile come questo. Alcune delle sue affermazioni in queste settimane (“Non usiamo il nostro popolo ma lo amiamo”, “Non ci sta a cuore il consenso ma il bene comune”, “Se sono credente e un fedele Dio non mi viene a dire “eh no, devi venire in chiesa”, puoi pregare anche in bagno, in cucina o in salotto”) dovrebbero essere prese da esempio, soprattutto da chi (ogni riferimento è puramente voluto) ha perso ogni residuo di spiritualità.

RIMANDATI

Luca CERISCIOLI (presidente Regione Marche). La vicenda del covid hospital di Civitanova pesa come un macigno su una gestione dell’emergenza che, per il resto, è stata più che positiva. Avrebbe potuto seguire l’esempio virtuoso dell’Emilia Romagna di Bonaccini, che in brevissimo tempo ha praticamente raddoppiato i posti di terapia intensiva, invece ha preferito quello della Lombardia di Fontana mediaticamente d’impatto ma rivelatosi un costoso e inutile bluff. Come se non bastasse l’aver chiamato, in una regione che ancora sta’ duramente facendo i conti con le inefficienze del post terremoto, quel Bertolaso che è l’emblema del fallimento dello Stato in queste circostanze è inaccettabile e incomprensibile. Un peccato perché per il resto praticamente non ha quasi sbagliato una mossa.

A partire dal fatto che gli eventi hanno poi dimostrato che, nell’iniziale “braccio di ferro” con il governo, era dalla parte della ragione. Pronta ed efficace la risposta nel momento in cui, in particolare nel Pesarese, si rischiava di ripetere quanto accaduto in Lombardia, azzeccate anche le scelte operate riguardo le strutture sanitarie regionali. Fondamentale l’aver riconosciuto concretamente, con uno stanziamento di 2 milioni di euro, lo straordinario impegno del personale sanitario, così come la dimostrazione di efficienza per le domande per la cassa integrazione.

Marco FIORAVANTI (sindaco Comune Ascoli). Ci ha stupito positivamente ad inizio dell’emergenza perché, per la prima volta da quando è stato eletto, ha dato l’impressione di essere adeguato al ruolo istituzionale che riveste.  Soprattutto nelle prime settimane si è mosso nel giusto modo, ponendosi come importante punto di riferimento per la città, evitando (a differenza di qualche altro componente della sua giunta) ogni inutile strumentalizzazione politica ma impegnandosi concretamente, per quanto nelle sue possibilità, a supportare i cittadini ascolani.

A differenza di qualche suo collega della costa ha gestito in maniera attenta e oculata i fondi del governo per i buoni spesa e non si è lasciato andare a dichiarazioni fuori luogo, non solo in materia sanitaria. Poi, però, sono arrivati una serie di “scivoloni”, le discutibili ed eccessive spese per la coreografia di palazzo dei Capitani e per le mascherine, l’ordinanza “comica” sulla riapertura di parchi e della pista ciclabile (per altro al momento non ancora modificata), la solita manfrina sulle scuole cittadine, che hanno fatto riaffiorare i dubbi. Nel mezzo anche il discutibile comportamento in occasione del 25 aprile, non tanto e non certo per la storia della mascherina, quanto per il mancato coraggio che sarebbe servito per prendere le distanze dall’indecente post del responsabile comunale della Lega, partito di maggioranza della sua coalizione.

BOCCIATI

Mons. Giovanni D’ERCOLE (vescovo di Ascoli). Non è certo una novità che mons. D’Ercole spesso sembra più un imprenditore, un manager piuttosto che un vescovo. Ma in questo periodo ha decisamente esagerato, svestendo completamente i panni dell’uomo di chiesa per vestire quelli del politico “aizza folle” che non si fa scrupoli di speculare anche sul dolore pur di attaccare e demolire il proprio avversario politico. E nel farlo se ne è infischiato di quanto sostenuto dal papa, dalla Cei, dalla Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti. Davvero fuori luogo e imbarazzanti alcune sue “sparate”. Come quella secondo cui “la chiesa non è luogo di contagio”, un’imbarazzante “bufala” ma, soprattutto, una gravissima mancanza di rispetto nei confronti degli oltre 50 parroci che hanno perso la vita in queste settimane. Per fortuna che il papa ma anche tanti parroci del territorio hanno dimostrato che la Chiesa può essere ben altra cosa…

Pasqualino PIUNTI (sindaco Comune San Benedetto). Deve essere rimasto decisamente scosso da questa emergenza provocata dalla pandemia. Altrimenti non si spiega come è possibile che, un primo cittadino solitamente così scrupoloso ed equilibrato, praticamente non ne abbia azzeccata una in questi 2 mesi. In particolare hanno suscitato non poche perplessità sia la decisione di confermare i parcheggi a pagamento sul lungomare a partire da giugno (e pensare che quando era all’opposizione si era sempre dichiarato contrario), sia la gestione dei buoni spesa, con un bando a dir poco discutibile. Non meno imbarazzanti certe dichiarazioni quanto mai inopportune, come quella con la quale invitava gli ascolani a non recarsi a San Benedetto a Pasqua (cosa per altro vietata dal lockdown), con tanto di infelice riferimento alla storica rivalità calcistica, per non parlare di tutte le incomprensibili esternazioni sulla situazione sanitaria e sulla divisione covid e no covid dei due ospedali dell’Area vasta 5.

Guido CASTELLI (ex sindaco Ascoli). Sinceramente fa quasi tenerezza, sembra un pugile “suonato”. La sua smania di apparire, di essere sempre e comunque al centro dell’attenzione l’ha portato in questi 2 mesi a disquisire ed intervenire praticamente su tutto, purtroppo per lui sempre e comunque a sproposito. Imbarazzanti alcune sue “figuracce”, come quella sui laboratori privati da utilizzare per i tamponi o le accuse rivolte al Tar, in merito alla vicenda dei buoni spesa a L’Aquila, poi rivelatesi completamente sballate. Non pago ha vestito i panni del moderno Cassandra, prevedendo sventure di ogni tipo. “La nostra regione uscirà per ultima dal tunnel perché qualcosa non ha funzionato nell’organizzazione regionale” ha previsto una quindicina di giorni fa (e invece le Marche, fatti tutti gli scongiuri del caso, è tra le regioni con la situazione migliore…).

Prima ancora, per l’esattezza il 1 aprile, aveva bocciato le misure adottate dal governo, sostenendo che si erano dimostrate inefficaci, salvo poi, una decina di giorni dopo, sostenere che se le cose in Italia stavano migliorando era solo per merito dei cittadini. Vengono i brividi solo al pensiero che, se la pandemia fosse scoppiata un anno prima, a gestire l’emergenza nel capoluogo piceno sarebbe toccato a Castelli  (la cui incapacità nel post terremoto ancora oggi è pagata a carissimo prezzo dalla città)

Andrea ANTONINI (responsabile comunale Lega Ascoli). C’è poco da dire sulle sue vergognose esternazioni in occasione del 25 aprile. Se non che è grave che né il sindaco Fioravanti né alcun dirigente regionale o nazionale della Lega si siano sentiti in dovere di prendere le distanze da simili farneticazioni. E che, al di là del fatto che ovviamente non sono condivisibili, il responsabile comunale della Lega dovrebbe avere il coraggio di comportarsi di conseguenza. Magari non è a conoscenza, però qualcuno dovrebbe avvisarlo che la nostra Costituzione e, di conseguenza, l’attuale Stato italiano è nato e si ispira proprio ai valori della Resistenza. E, allora, chi non li condivide dovrebbe avere almeno la decenza e la coerenza di non rivestire (o non aver rivestito) alcun ruolo istituzionale, come invece Antonini ha fatto per oltre 20 anni. Già ma la coerenza per troppi esponenti politici (o presunti tali) è un concetto sconosciuto…

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