Sedi scolastiche temporanee per tornare a scuola a settembre 2020


Il Comune è ancora in attesa c dei risultati delle verifiche di vulnerabilità sismica negli edifici scolastici e nel Dup, sulla sicurezza delle scuole, ammette che “non sarà un percorso immediato ma che richiederà tempo”. Unica soluzione per settembre le sedi temporanee

Ormai è certo che, fatti tutti gli scongiuri del caso, si tornerà a scuola solo a settembre. Ma, pur se può sembrare paradossale, siamo già in ritardo rispetto ai tempi necessari per fare in modo che effettivamente per quella data i nostri ragazzi possano tornare tra i banchi senza pesanti ed eccessive penalizzazioni. In particolare la situazione è estremamente critica ad Ascoli che già doveva fare i conti con i problemi legati alla sicurezza degli istituti scolastici, a cui ora si aggiunge l’inadeguatezza della maggior parte degli stessi se, come appare al momento molto più che probabile, bisognerà comunque fare in modo che nelle classi si possa garantire il cosiddetto distanziamento sociale.

Cosa praticamente impossibile in tantissime aule delle scuole cittadine, sia elementari, sia medie, sia superiori. Per questo non c’è tempo da perdere e tanto il Comune quanto la Provincia devono mettersi subito in moto senza esitazioni e con ben chiaro quanto c’è da fare per provare a farsi trovare pronti all’appuntamento di settembre. In tal senso nei giorni scorsi prima il consigliere comunale Francesco Ameli poi il segretario comunale del Pd Angelo Procaccini hanno lanciato un appello all’amministrazione comunale, proponendo la nomina di un commissario ad hoc per le scuole.

Ora il Comune di Ascoli ha una sfida da vincere – afferma Ameli – velocizzare i lavori per l’adeguamento sismico delle scuole cittadine per poter far andare i ragazzi a lezione in sicurezza proteggendoli dal virus e dai terremoti. Scelga da dove partire, ma inizi subito! La soluzione può essere anche quella di un commissario ad hoc in grado di velocizzare le pratiche visto la lentezza che abbiamo avuto per l’approvazione del progetto della scuola di Monticelli!”.

Se vogliamo sognare la ripresa delle attività scolastiche nel mese di settembre è inconcepibile non pianificare una riorganizzazione degli istituti scolastici e degli spazi didattici – aggiunge Procaccini – non possiamo pensare di risolvere tutto con uno slogan e proprio per questo faccio due proposte all’amministrazione: la costituzione di un tavolo tecnico Comune e Provincia per ripensare la città anche in funzione delle attività scolastiche e la nomina di un commissario che coordini la collaborazione tra le due istituzioni, che velocizzi la burocrazia riguardo gli appalti e l’approvazione dei progetti e che si preoccupi di coinvolgere tutte le componenti sociali”.

Il problema, però, è che l’amministrazione comunale “brancola nel buio”, costretta anche a fare i conti con la disastrosa eredità lasciata (per quanto riguarda la sicurezza delle scuole) da Castelli e dalla sua amministrazione. E la dimostrazione che il sindaco Fioravanti e la giunta siano in evidente difficoltà su questo tema è che nel Documento unico di programmazione (Dup) 2020-2022, approvato il 7 aprile scorso (delibera di giunta comunale n. 58), per quanto riguarda le scuole in pratica vengono riproposte le promesse fatte in campagna elettorale, senza alcuna indicazione su tempi e modi per provare a realizzarle e, soprattutto, senza fare alcun accenno alle ulteriori necessità che inevitabilmente sono sorte a causa dell’epidemia da coronavirus.

L’unico aspetto positivo è che non si fa più alcun cenno al project financing, la malsana idea partorita dal sindaco Castelli che, come unici effetti, ha avuto quelli di far perdere ulteriore tempo prezioso (praticamente un anno) e di tenere così per lungo tempo la nuova amministrazione prigioniera di un progetto “senza capo né coda. Per certi versi, addirittura, c’è un ulteriore passo indietro rispetto a quanto promesso prima delle elezioni. Nel programma elettorale del candidato sindaco Marco Fioravanti, infatti, a proposito delle scuole l’obiettivo dichiarato era quello di completare in 3 anni un intervento complessivo che prevedeva di buttare giù e ricostruire quelle danneggiate e ristrutturare quelle con danni lievi.

Poco meno di un anno dopo non c’è più un riferimento temporale ma si sottolinea che “non si tratterà di un percorso semplice e immediato ma che al contrario richiederà tempo e un lavoro costante e preciso”. Ovviamente Fioravanti non può dirlo, perché è dello stesso partito ed è ancora legato a lui, ma il vero nocciolo della questione è che ora anche il primo cittadino si è reso conto che ci vorrà del tempo per far fronte a tutti i danni commessi dal suo predecessore, Guido Castelli, che per 3 anni ha addirittura negato che esistesse un problema sicurezza per le scuole cittadine, quindi non ha fatto nulla e non è stato neppure in grado di utilizzare gli oltre 30 milioni ottenuti dal Comune di Ascoli, grazie alla Regione, per la ricostruzione post sisma nel settore dell’edilizia scolastica.

Salvo poi, proprio a fine mandato, tirare fuori quel project financing così pasticciato e impresentabile che chiunque conosce un minimo la situazione cittadina delle scuole sapeva perfettamente che era inutilizzabile e che, di fatto, ora anche l’amministrazione Fioravanti ha giustamente archiviato. Eliminata la scadenza temporale, nel Dup vengono riproposti in maniera molto sommaria e generica gli obiettivi e i principi citati un anno fa

L’unico punto certo restano gli oltre 30 milioni fermi da quasi 3 anni, poi si ripete che gli istituti scolastici che hanno subito danni lievi verranno ristrutturati, mentre per quelli con danni più rilevanti si studierà con i tecnici del settore “la migliore soluzione per risolvere la situazione”. Si parla ancora una volta di strutture provvisorie dove trasferire e mettere in sicurezza studenti e personale scolastico in attesa della realizzazione delle nuove strutture (o del completamento degli interventi di adeguamento sismico) ma, naturalmente, senza dare alcuna indicazione precisa.

Di nuovo, rispetto ad un anno fa, c’è una lunga ed inutile digressione sulle lentezze burocratiche. Che, però, al momento non ha alcuna attinenza con la situazione del capoluogo piceno che paga gli errori e i clamorosi ritardi del passato. Come dimostra il fatto che ancora oggi (aprile 2020) non sono pronte (e non sono a disposizione dell’amministrazione comunale) le verifiche di vulnerabilità sismica sugli edifici scolastici comunali, assolutamente indispensabili per poter programmare qualsiasi genere di intervento.

E’ del tutto evidente, infatti, che fino a che non si ha la piena contezza della condizione di tutte le scuole cittadine, fino a che non si sa con esattezza quali sono le scuole che possono essere rese sicure con un “semplice” adeguamento e quali devono essere ricostruite è impossibile anche solo ipotizzare come muoversi. Per questo sono assolutamente positivi gli appelli di Ameli e del Pd, sarebbe sicuramente un bel passo avanti nominare un commissario ad hoc per le scuole e promuovere un tavolo con la Provincia (che gestisce gli istituti scolastici delle scuole superiori).

Ma, vista la situazione, è assolutamente impensabile che si possa realizzare qualche intervento per settembre 2020 (anzi, è praticamente impossibile anche solo pensare che possano partire i lavori in qualche istituto). Quindi, per fare in modo che ragazzi e personale scolastico siano in grado di ripartire a settembre in strutture adeguate all’attuale situazione di emergenza e, soprattutto, in condizioni di sicurezza, l’unica strada percorribile dall’amministrazione comunale è quella di impegnarsi a trovare strutture provvisorie. D’altra parte è quanto aveva promesso proprio Fioravanti nel suo programma elettorale.

Non solo, nel project financing erano state anche indicate due strutture che avrebbero potuto essere sfruttate come sedi temporanee, l’ex Distretto militare a corso Mazzini e l’ex Mercato Coperto in via Recanati. Strutture che, secondo quanto scritto nella relazione dell’amministrazione comunale, potrebbero essere predisposte in poco tempo perché avrebbero bisogno solo di pochi ritocchi. Allora non c’è tempo da perdere, il sindaco e l’amministrazione comunale si impegnino da subito per fare in modo che quelle strutture possano essere pronte per settembre. O, in alternativa, dicano una volta per tutte che non solo il project financing ma anche la relazione comunale è assolutamente inattendibile e si impegnino immediatamente a trovare soluzioni alternative.

In 5 mesi è un’impresa più che possibile, se davvero si ritiene prioritaria la sicurezza dei ragazzi e del personale scolastico.

bookmark icon