Insulti e disinformazione non fermano Gino Strada, Medici senza frontiere e le Ong


Sui social e su qualche organo di informazione l’ennesima falsa crociata contro le Ong, accusate di disinteressarsi dell’emergenza coronavirus in Italia. Invece Emergency, Msf e altre Ong sono da giorni impegnate nelle zone più colpite del nostro paese

Li hanno insultati e messi alla berlina nei modi peggiori. Poi, però, nel momento del bisogno si sono rivolti a loro che, come sempre, hanno risposto immediatamente presente, perché chi è abituato a lavorare e spendersi senza esitazioni per i più deboli (o per chi è in difficoltà) non si lascia certo condizionare da queste cose. In qualsiasi altro posto al mondo non servirebbe neppure sottolinearlo, ma, in un paese in cui gli odiatori di professione non si fermano neppure di fronte ad una simile emergenza e nel quale una parte dell’informazione non perde occasione per dimostrare quanto inadeguata sia, è doveroso ricordarlo senza esitazioni.

Gino Strada ed Emergency, Medici Senza Frontiere (Msf) e molte altre Ong sono da giorni, da settimane, sui territori italiani più colpiti dal coronavirus mettendo a disposizione il fondamentale supporto di medici, infermieri, logisti, esperti nel controllo delle infezioni e decine di operatori. Dovremmo essere orgogliosi di tutto ciò, dovremmo essere fieri come italiani di aver concittadini come Gino Strada e Claudia Lodesani (infettivologa e presidente di Medici Senza Frontiere Italia).

Invece non solo non viene dato il giusto risalto alla loro opera ma, addirittura, c’è chi continua a montare indegne e indecorose campagne contro di loro, prive di fondamento. Passi per i soliti poveri “sfigati” che infestano i social con i loro insulti e con le loro “bufale” (nei giorni scorsi sui social si poteva leggere un presunto sfogo, attribuito prima ad un medico torinese, poi ad un medico lombardo, che recitava: “mi è arrivata questa dura riflessione, che cosa rispondono le anime belle della demagogica pseudo-solidarietà? Dove cazzo stanno i medi “senza frontiere” che fino a un mese fa s’imbarcavano sulle navi Ong per 10 mila euro al mese? Dove cazzo stanno i medici di Emegency? Dove cazzo sta il grande Gino Strada? Perché tutta sta gente a Bergamo non l’hanno vista mentre i veri medici professionisti delle nostre forze armate non sono bastati e ci sono voluti altri 300 medici spesso richiamati dalla pensione?”).

E’, invece, inaccettabile che qualcosa di simile, edulcorato nei termini ma simile nella sostanza, lo abbiano riproposto anche giornalisti e organi di informazione. Come Bruno Vespa, che in un video pubblicato su facebook accusa Msf e le Ong di essere sparite ora che ci sarebbe bisogno anche di loro. O come il quotidiano on line di “Fratelli d’Italia”, “Secolo ‘Italia”, che sabato 21 marzo titolava “Sos ad altri 300 medici. Ora Ong, Gino Strada e Msf salgano a bordo, anche qui ci sono vite da salvare”, rincarando la dose all’interno dell’articolo:

E ora, la domanda sorge spontanea: dove sono i medici senza frontiere che fino ad un mese fa s’imbarcavano sulle navi delle Ong per salvare vite a rischio nel Mediterraneo, disponendo di fondi e sbandierando il vessillo del buonismo. Del volontariato armato. Della necessità estrema? Dove sono i medici e i collaboratori di Emergency? Perché Gino Strada non batte un colpo? E dopo che i media di tutto il mondo aggiornano i bollettini della guerra al coronavirus che, fin qui, tra le migliaia di vittime civili, ha infierito anche su medici e infermieri in trincea? E dove sono Gino Strada e Medici senza frontiere, a parte un aiuto marginale fornito con aiuti alla popolazione e divulgazione di informazioni corrette. Non abbiamo ancora sentito di medici spediti al fronte degli ospedali in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna da parte loro”.

La prima e più elementare regola che un giornalista e un giornale dovrebbero rispettare è quella di verificare attentamente prima di dare qualsiasi notizia. Sarebbe bastato verificare per scoprire quello che, in realtà, chi fa informazione e non bassa speculazione politica sapeva già da tempo, cioè che Msf, Emergency e altre Ong sono da tempo attive nei territori più colpiti dal coronavirus. Sarebbe bastato pochissimo, senza neanche fare chissà quali ricerche approfondite, era sufficiente leggere le comunicazioni fornite da quelle Ong.

Abbiamo sentito questa mattina i vertici della Regione Lombardia e abbiamo offerto la nostra disponibilità a collaborare nella gestione dell’epidemia di Covid 19. Possiamo mettere a disposizione delle autorità sanitarie le competenze di gestione dei malati in caso di epidemie, maturate in Sierra Leone nel 2014 e 2015 durante l’epidemia di Ebola” aveva reso noto diversi giorni fa Emergency.

Abbiamo subito accolto la richiesta della Regione di intervenire a supporto dell’Azienda sanitaria di Lodi. In questo momento sono la lavoro nel Lodigiano 25 operatori di Msf tra medici, infermieri, logisti ed esperti nel controllo delle infezioni. Ma tutti i nostri operatori che non sono impegnati in missioni all’estero stanno dando il loro contributo in Italia, mettendosi a disposizione delle Azienda sanitarie del territorio” scriveva in una nota Claudia Lodesani.

Immaginiamo che Bruno Vespa e il “Secolo d’Italia” per natura facciano fatica a leggere le comunicazioni di quelle Ong. Ma in questo caso in loro soccorso sono intervenuti l’Ansa, che ha dato ampio risalto all’impegno presso l’ospedale di Lodi di Msf, e addirittura lo stesso assessore alla sanità della Lombardia, Gallura, che aveva annunciato l’accordo di collaborazione con Emergency.

Quindi, ricapitolando (per chi ha difficoltà a comprendere…), abbiamo già visto che gli operatori di Msf dai primi di marzo operano nella zona dove si è sviluppato il primo focolaio, nel Lodigiano, con la presidente Claudia Lodesani (per altro appena rientrata da una missione umanitaria ad Haiti) presente personalmente a Codogno. Emergency, invece, sin dall’inizio dell’emergenza collabora con il Comune di Milano (insieme alle Brigate di Solidarietà Attiva) per i servizi di supporto alle persone più vulnerabili e l’assistenza ai senzatetto, mentre medici, infermieri e logisti dell’Ong sono impegnati in diversi centri milanesi.

Non solo, grazie ad un protocollo d’accordo con la Regione (che ha aspettato 20 giorni prima di sottoscriverlo), medici e sanitari di Emergency operano anche nell’ospedale da campo di Bergamo, mentre altre 4 unità sono nell’ospedale di Brescia. Sempre la Regione Lombardia proprio in questi giorni ha chiesto all’organizzazione di Strada uno studio di fattibilità per la creazione di un altro centro di emergenza nella zona, mentre grazie all’accordo con la Regione i medici specializzati di Emergency insegnano ora ai colleghi lombardi le tecniche di contenimento del contagio, maturate negli anni passati sul campo.

Ancora, Action Aid ha messo a disposizione 70 propri attivisti, l’Ong Samaritan’S Purse sta realizzando un ospedale da campo a Cremona, dove ha anche portato medicinali e respiratori, mentre l’organizzazione no profit (che opera in Italia e in Medio Oriente per aiutare bambini e comunità in difficoltà) nei giorni scorsi ha consegnato 7 posti letto in rianimazione, 11 ecografi portatili, 24 ventilatori polmonari negli ospedali di Brescia, Bergamo e Varese, oltre a fornire supporto di vario tipo al personale del Policlinico di Milano (e hanno promesso presto la consegna di ulteriore materiale sanitario).

Decenza vorrebbe un bel video di Vespa e un articolo a tutta pagina del “Secolo d’Italia” per scusarsi per l’evitabile “cantonata”. Chissà perché siamo pronti a scommettere che non accadrà mai…

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