Sindrome cinese


Le accuse rivolte da Giorgia Meloni nei confronti dei cinesi, nel corso del programma “Non è l’Arena”, sono oltremodo vergognose non solo perché prive di fondamento ma, soprattutto, perché sono rivolte ad un popolo e ad una nazione che stanno provando ad aiutare il nostro paese

La domenica appena trascorsa è stata probabilmente la giornata più difficile da quando è iniziata l’emergenza coronavirus nel nostro paese. Anche se ampiamente previsti, i dati relativi all’andamento dei contagi e, soprattutto, il numero elevatissimo di deceduti (368 in un solo giorno) hanno lasciato il segno. A completare una domenica da dimenticare al più presto, in serata è arrivato l’indecente intervento contro i cinesi del leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni nel corso di “Non è l’Arena”, il programma di Massimo Giletti su La7.

Io a questo fatto che oggi qualcuno cerchi di descrivere i cinesi come salvatori che ci regalano le mascherine non ci casco. Diciamo pure che ci hanno portato il virus” ha dichiarato la Meloni nel corso del suo intervento. Poche parole nelle quali c’è un condensato di meschinità, pregiudizio, superficialità, disinformazione, il tutto condito con un pizzico di neanche troppo latente forma di razzismo. C’è davvero di che vergognarsi anche perché certe affermazioni arrivano da uno dei leader politici italiani più seguiti del momento che, almeno stando ai sondaggi, rappresenta un’importante fetta di elettorato.

E sono oltremodo vergognose perché, al di là del fatto che contengono affermazioni prive di fondamento (per non dire false…), sono rivolte ad un popolo e ad una nazione che, unico in questo momento, si è concretamente messo a disposizione per aiutare l’Italia in questo momento così difficile. Con fatti concreti, non a parole, e tra l’altro mentre le nazioni che dovrebbero essere più vicine a noi non hanno certo mostrato identica sensibilità, anzi. Per non parlare, poi, dei leader sovranisti “amici” della Meloni (a partire da Orban ma anche la Le Pen) che da subito ci hanno trattati come “appestati”.

Naturalmente nei loro confronti la segretaria di Fratelli d’Italia si è ben guardata dal proferire parola, prendendosela invece con chi in maniera concreta ha dimostrato grandissima solidarietà nei confronti del nostro paese (che pure, soprattutto all’inizio di questa emergenza, non sempre aveva avuto la stessa sensibilità), dimostrando anche quello straordinario senso civico che, purtroppo, non sempre gli italiani dimostrano.

A tal proposito l’esempio più emblematico viene dalla comunità cinese di Prato, quella che nelle settimane scorse era stata al centro di un allarme per il temuto rientro dalla Cina di alcuni di loro. Che, però, quando ancora non erano stati emanati i decreti del governo che hanno imposto restrizioni in tutto il territorio nazionale, hanno spontaneamente scelto l’auto isolamento una volta tornati in Toscana, evitando così il diffondersi di qualsiasi possibilità di contagio.

Al di là di questo esempio virtuoso (non dovremmo neppure sottolinearlo, purtroppo tanti italiani di ritorno dalle zone rosse non hanno avuto lo stesso senso civico con le conseguenze terribile che poi ne sono determinate…), bisognerebbe ricordare alla Meloni che sicuramente i cinesi non sono “i salvatori” ma quanto stanno facendo per l’Italia è solo da apprezzare e applaudire.

Quei cinesi che Giorgia Meloni continua a discriminare – scrive Fabio Salamida di Huffpost – oltre alle mascherine hanno mandato macchinari e soprattutto un team di esperti che ci sta offrendo un prezioso contributo per fermare il contagio, che sta affiancando le nostre autorità portando l’esperienza maturata a Wuham e in tutta la Cina. Non sono salvatori, sono un popolo che ci sta tenendo la mando perché sa quello che stiamo passando”.

Come molti sapranno (evidentemente meno la Meloni…) nei giorni scorsi è arrivato in Italia il vicepresidente della Croce Rossa della Cina Sun Shuopeng insieme a medici e ricercatori, portando anche equipaggi per macchinari respiratori, tute, mascherine, medici anti virus, sangue e plasma. Hanno raccolto tutto quel materiale in pochissimo tempo, non bisogna essere dei geni per comprendere in che condizioni di difficoltà l’hanno fatto. Con l’emergenza che nel loro paese è quasi agli sgoccioli ma ancora non è completamente terminata potevano tranquillamente fregarsene della situazione e delle necessità del nostro paese.

Non l’hanno fatto, anzi si sono e si stanno prodigando per darci in ogni modo una mano. Dovremmo apprezzarli e ringraziarli profondamente (e in realtà gran parte degli italiani, che fortunatamente hanno una differente sensibilità, lo stanno già facendo), non certo offenderli davanti gli schermi. E la cosa ancora più subdola è che la Meloni per cercare di dare un briciolo di fondamento ai suoi deliri racconti una storia priva di fondamento, cioè quella che i cinesi hanno portato il virus nel nostro paese.

E’ una colossale minchiata – commenta ancora Salamida – il virus, per quel poco che sappiamo, potrebbe essere arrivato in business class”. In realtà nei giorni scorsi l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, ha spiegato all’Adnkronos che “gran parte, se non tutta l’epidemia di coronavirus emersa il 21 febbraio nel Lodigiano è partita da qualcuno che si è infettato in Germania, verosimilmente al 24, 25 o 26 gennaio e che poi è venuto in quella zona dove ha seminato l’infezione, del tutto insosapevolmente o perché completamente asintomatico o perché ha scambiato i sintomi di Covid-19 per quelli di una normale influenza”.

Si potrebbero aggiungere molte altre considerazioni, ci limitiamo a sottolineare che se avesse un minimo di decenza la Meloni dovrebbe scusarsi per le sue vergognose dichiarazioni. In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo non dovrebbe accadere ma ci può stare di incappare in qualche dichiarazione fuori luogo. L’importante è avere la decenza di rendersene conto e scusarsi immediatamente (al momento, però, non ci risulta che ciò sia accaduto). Per la verità la leader di Fratelli d’Italia in questo periodo non parla moltissimo ma ha la straordinaria capacità di farlo sempre a sproposito.

Passi per il cambiamento di opinione sulla pericolosità del coronavirus (ora sostiene che il governo, chiudendo tutto, ha fatto quello che lei e il suo partito chiedevano da tempo, in realtà il 29 febbraio aveva tempestato i social con post per chiedere di riaprire tutto…), è un errore in cui sono caduti tantissimi politici italiani. Ma è bene ricordare anche che lo scorso 1 marzo, ad emergenza già ampiamente in corso, la Meloni chiedeva addirittura di andare a votare a maggio (proposta reiterata il 5 marzo), senza dimenticare le dichiarazioni recenti su Germania, Francia e l’Europa, come al solito condite da una serie impressionanti di imprecisioni.

Per quanto sgradevoli e inopportune fossero, quelle esternazioni rientrano nella norma della propaganda che, purtroppo, per certi politici non passa in secondo piano neppure in momenti come questi. Le affermazioni fatte domenica sera a La7, invece, sono qualcosa di diverso e di più grave perché offendono il sentimento di due popolazioni, quella cinese che ha mostrato una simile solidarietà nei nostri confronti, ma anche quella italiana che, avrà anche mille difetti, ma ha sempre dimostrato di conoscere perfettamente il senso della gratitudine.

Una donna piccola piccola” è stata definita da molti, dopo questa infelice affermazione, la Meloni. Che, pure, avrebbe la possibilità di dimostrare il contrario semplicemente ammettendo di aver sbagliato…

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