La repubblica dei “pinocchi”: nel 2019 crolla l’attendibilità dei politici italiani


Secondo il fast checking effettuato da “Pagella politica” nel 2019 sono risultate vere meno del 25% delle dichiarazioni dei politici italiani. A Matteo Salvini la palma del politico più bugiardo dell’anno, con appena 7 dichiarazioni su 41 analizzate che sono risultate vere

Per quanto riguarda la politica, il 2019 si può definire senza alcun dubbio l’anno del trionfo delle bufale. Non è certo una novità che i nostri politici proprio non riescono ad essere particolarmente sinceri. Ma nel corso di questo anno che si appresta a lasciarci in tal senso si è davvero esagerato. Il consuntivo delle verifiche (fast checking) fatto da “Pagella Politica” è a dir poco disarmante. Sulle 314 dichiarazioni analizzate nel corso del 2019 meno di un quarto (78) sono risultate completamente vere, mentre altre 78 quanto meno si sono avvicinate alla verità.

Questo significa che nel 50% dei casi i nostri politici non hanno detto la verità e, addirittura, nel 23% dei casi le loro dichiarazioni sono risultate delle clamorose “panzane”. Prima di andare più nel dettaglio, è opportuno ricordare come “Pagella politica” è la più autorevole piattaforma di fast checking (verifica dei fatti) che si preoccupa di raccogliere e verificare le dichiarazioni dei politici italiani. Per la verifica vengono scelte esclusivamente quelle che possono essere analizzate sulla base di fatti e dati certi e verificabili.

Nel dare giudizio finale sulla veridicità o meno vengono sempre citate le fonti dei dati su cui si basano le valutazioni “in modo da poter essere facilmente smentiti nel caso avessimo male interpretato i dati a disposizione” (cosa che, però, ad oggi non è mai accaduta). Sulla base di questo metodo, dopo l’attenta verifica “Pagella politica” attribuisce ad ogni dichiarazione un giudizio finale.

Si va dal “vero” per quelle assolutamente veritiere al “c’ero quasi” per quelle che si avvicinano alla verità, poi c’è il “ni” per quelle che deformano la realtà fino alle vere e proprie bugie che vengono catalogate come “pinocchio andante”, con l’ultima categoria (“panzana pazzesca”) che racchiude le bugie più clamorose. Nel 2019, secondo l’analisi di “Pagella politica” complessivamente sono state 72 le bugie certificate dei nostri politici, praticamente più di una a settimana, sei al mese.

Al leader del Carroccio Matteo Salvini spetta la palma del politico più bugiardo del 2019, con ben 18 dichiarazioni che sono risultate delle autentiche bugie (11 “pinocchio andante”, 7 “panzana pazzesca”). Nel complesso “Pagella politica” ha analizzato 41 dichiarazioni dell’ex ministro dell’interno e solamente 7 sono risultate vere, mentre altre 4 si sono avvicinate alla verità. Dopo Salvini nella classifica dei politici più bugiardi c’è Giorgia Meloni, seguita da Luigi Di Maio e Matteo Renzi.

Per quanto riguarda i partita, grazie anche al proprio leader la Lega è nettamente al primo posto con ben 27 bugie (più di 2 al mese), seguita dal M5S con 18 e dal Partito Democratico con 8. Bisogna infine ricordare che nel 2019 per la prima volta da quando c’è il fast checking di “Pagella politica” è stata verificata e analizzata una dichiarazione di una parlamentare del nostro territorio, l’onorevole ascolana della Lega Giorgia Latini. Che in un post al vetriolo contro il nuovo governo nel settembre scorso aveva parlato di “sbarchi alle stelle”.

Peccato per lei, però, che dopo un’attenta verifica basata sui dati ufficiali del Viminale “Pagella politica” ha stabilito che “la deputata leghista si merita pertanto una “pinocchio andante”. Di seguito alcune delle bugie clamorose che si sono meritate il giudizio di “panzana pazzesca”.

MATTEO SALVINI (Lega)“Solo 2 morti in mare dal mio insediamento al governo” (secondo i dati ufficiali sono oltre 1.200)

Il 31 maggio 2019, nel corso di un comizio in provincia di Napoli, l’allora ministro dell’interno Salvini per lodare le politiche di immigrazione del suo governo ha affermato che “da quando si è insediato l’esecutivo Conte grazie alle politiche attuate dal mio ministero ci sono stati solo due morti in mare”. In realtà i dati ufficiali sono ben differenti. Secondo quelli forniti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom) dall’insediamento del primo governo Conte (1 giugno 2018) alla data delle dichiarazioni di Salvini (31 maggio 2019) ci sono stati 1.225 migranti morti nel tentativo di raggiungere solamente le coste italiane. Dati praticamente identici, sempre riferiti allo stesso periodo, per l’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) che stima in 1.214 le vittime. Per la serie “se devi spararla, sparala grossa”…

GIORGIA MELONI (FdI) “Grazie a Pd e M5S reddito di cittadinanza a 3,6 milioni di extracomunitari ” (in realtà al massimo sono 700-800 mila)

Il 1 dicembre scorso la leader di Fratelli d’Italia ha scritto sui social che “Pd e M5S ora rendono ancora più facile a 3,6 milioni di extracomunitari in Italia richiedere il reddito di cittadinanza”, allegando a conferma della sua affermazione un articolo pubblicato il 30 novembre pubblicato da “Il Giornale” (fonte, come noto, autorevolissima…). Detto che, secondo i dati Istat, al momento sono circa 170 mila gli extra comunitari che ricevono il reddito di cittadinanza, la Meloni fa riferimento al decreto approvato a fine novembre dal governo che, dopo che la circolare dell’Inps del 5 luglio scorso aveva comunicato la sospensione dell’istruttoria delle domande dei richiedenti extracomunitari, ha individuato i paesi di provenienza che consentono di ottenere lo status di rifugiato politico (a cui non si applica il blocco dell’Inps). In concreto, al di là del fatto che quel decreto non “rende ancora più facile” (come dice la Meloni) ma semmai rende nuovamente possibile la richiesta del reddito di cittadinanza per i cittadini extracomunitari, si tratta di una misura che potenzialmente potrebbe interessare non più di 700-800 mila e non certo 3,6 milioni di extracomunitari.

LORENZO FIORAMONTI (M5S) “Gli stipendi degli insegnanti italiani sono i più bassi in Europa” (invece ci sono 12 paesi della Ue con stipendi più bassi)

 In un’intervista rilasciata a “Repubblica” il 13 ottobre scorso l’allora ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti ha dichiarato: “la legge di stabilità servirà, innanzitutto, per rinnovare il contratto degli insegnanti e aumentare i loro stipendi, i più bassi d’Europa, di almeno 100 euro lordi”. Quella degli insegnanti italiani che hanno gli stipendi più bassi d’Europa in realtà è una “favola” che viene più volte ripetuta. Che però a riproporla sia un ministro, per giunta dell’istruzione, è ovviamente oltremodo grave. Secondo il report della Commissione europea “Teachers’ anche School Heads Salaries anche Allowances in Europe” in Italia un insegnante appena assunto nelle scuole primarie guadagna in media 23.729 euro all’anno, nelle scuole secondarie 25.451 euro. Dopo 15 anni di carriera si passa rispettivamente a 28.568 e 31.962 euro, mentre a fine carriera il massimo stipendio raggiungibile è rispettivamente di 34.706 e 39.839 euro. In tutti i casi tra i 28 casi dell’Unione europea ci sono tra i 10 e i 12 Stati che in media hanno, per gli insegnanti, stipendi minori.

MASSIMO BITONCI (Lega) “Ogni giorno 7 operatori delle forze dell’ordine aggrediti da stranieri irregolari” (secondo i dati, riferiti agli stranieri senza distinzione, sono meno di 3 al giorno)

 Il 3 giugno scorso l’allora sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci su facebook scriveva che “ogni giorno 7 operatori delle forze dell’ordine vengono aggrediti da stranieri irregolari”, citando come fonte un articolo del quotidiano “La Verità” (molto più attendibile “Lercio”…) che a sua volta citava i dati dell’Associazione sostenitori ed amici della polizia stradale (Asaps). In effetti secondo i dati dell’Osservatorio dell’Asaps nel 2018 goli episodi di violenza contro operatori delle forze dellordine sono stati 2.646 (con una riduzione dell’1,8% rispetto al 2017), che in media significa 7 aggressioni al giorno. Che, però, non sono certo opera esclusivamente di stranieri irregolari. In realtà i dati dell’Osservatorio neppure fa la distinzione tra stranieri regolari (compresi, quindi, cittadini europei) e irregolari ma si limita ad evidenziare che meno della metà (il 45%) delle aggressioni sono opera di stranieri. Ed anche ammettendo che gli autori fossero tutti irregolari, saremmo ad una media inferiore a 3 al giorno

MATTEO SALVINI (Lega) “L’Europa vuole mettere fuori legge l’olio e il parmigiano italiano” (non è neppure in discussione una simile proposta)

 Il 15 dicembre scorso, nel corso di “Non è l’Arena”, il leader della Lega accusava l’Europa di voler mettere fuori legge olio e parmigiano italiano. “Un’altra genialata che sta arrivando da Bruxelles, il Nutriscore per dire ai consumatori che la dieta mediterranea fa male, che l’olio fa male, che i prodotti italiani fanno male mentre alcune bevande zuccherate fanno bene. Che nessuno si azzardi a mettere fuorilegge i prodotti del nostro mare e della nostra terra”. Una “bufala” colossale, rilanciata per qualche giorno dai soliti organi di informazione (e poi improvvisamente scomparsa) e anche da qualche sprovveduto amministratore del nostro territorio. La realtà è ben differente, come è spiegato nell’articolo “L’inventore di favole: il Nutriscore e il fantomatico complotto contro il cibo italiano”.

ALESSANDRO DI BATTISTA (M5S) “Su 10 proposte legislative 9 provengono dai Cinque stelle” (il M5S non è neppure il partito che ha presentato più proposte di legge…)

 Il 19 febbraio scorso, ospite della trasmissione “Di Martedì” Alessandro Di Battista, per difendersi dalle accuse di sudditanza nei confronti della Lega di Salvini, ha affermato che “come al solito in Italia si fa informazione in maniera scorretta, si vuole nascondere il fatto che in Parlamento su 10 proposte legislative presentate, 9 provengono dai Cinque Stelle”. Gli atti dei 2 rami del Parlamento, in realtà, smentiscono in maniera clamorosa l’esponente grillino. Dal giorno dell’insediamento del nuovo Parlamento (23 marzo 2018) al momento dell’affermazione di Di Battista (19 febbraio 2019) al Senato erano state presentate 964 proposte di legge, di cui meno di un quarto (219) dal M5S, mentre alla Camera i disegni di legge proposti erano stati 1.496, di cui solamente 279 da parte del M5S. Complessivamente, quindi, erano 2.460 le proposte di legge presentate in Parlamento e il M5S non era neppure il gruppo più propositivo, visto che Forza Italia (572) e il Pd (552) avevano presentato più proposte di legge rispetto al M5S (498) stesso.

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