Fioravanti come Castelli, la sicurezza delle scuole resta un miraggio


Il primo cittadino continua a sostenere che la sicurezza delle scuole è una priorità però il nuovo anno scolastico parte come quelli precedenti, in edifici scolastici che non sono sicuri e senza le strutture temporanee che, invece, lo stesso Fioravanti aveva promesso in campagna elettorale

Ci vuole una discreta dose di “faccia tosta” per continuare a parlare di sicurezza delle scuole quando, come ha denunciato nei giorni scorsi il locale Comitato Scuole Sicure, a poche ore dall’avvio del nuovo anno scolastico, ad Ascoli la situazione resta “uguale a 50 anni fa, la totalità degli edifici è senza vulnerabilità né certificazioni”. E, soprattutto, dopo aver già dimostrato che quelle in campagna elettorale erano solamente promesse fatte per strappare qualche voto in più.

Non sappiamo (e francamente poco ci interessa) se, come sostengono molti dei suoi avversari, sia in qualche misura vero che l’attuale sindaco sia praticamente “teleguidato” (un po’ come Ambra ai tempi di “Non è la Rai”) dal precedente primo cittadino (Guido Castelli). Di sicuro quanto a “sfrontatezza” e mancato rispetto delle promesse fatte, in così poco tempo ha già dimostrato di non essere da meno del suo predecessore. Non stupisce e non sconvolge più di tanto, purtroppo è da sempre la prassi di tanti (troppi) politici e amministratori nazionali e locali.

Però, nonostante ci abbiamo fatto ampiamente l’abitudine (sempre grazie a chi l’ha proceduto), è davvero imbarazzante che si possa continuare a giocare e speculare sulla pelle dei nostri ragazzi (e di tutto il personale scolastico), così come ha fatto anche lunedì 9 settembre il sindaco Fioravanti, sottolineando, a margine della sua partecipazione alla manifestazione indetta da Fratelli d’Italia a Roma contro il nuovo governo, come la sicurezza delle scuole sia una sua priorità.

Parole vuote e vane che, come abbiamo visto (vedi articolo “Sicurezza delle scuole, tempo scaduto”) e come vedremo, si sono già dimostrate assolutamente inaffidabili. Quella che era stata denominata dal precedente sindaco (e poi ripresa dallo stesso Fioravanti) l’operazione Scuole Sicure come avevamo ampiamente previsto si sta rivelando un totale fallimento, con il project financing per la ricostruzione delle scuole (il progetto pubblico-privato) fermo al palo e sul quale, dopo l’intervento del commissario straordinario per il terremoto Farabollini, si addensano nubi sempre più scure.

Un disastro, merito principalmente del sindaco Castelli che, di fronte al finanziamento di 23 milioni della Regione (attraverso l’ufficio sisma), ha voluto inspiegabilmente scegliere la strada del coinvolgimento del privato, sostenendo che con le procedure ordinarie ci sarebbe voluto un tempo lunghissimo per ogni scuola. I fatti e gli esempi di altri comuni (Folignano ma non solo) dimostrano esattamente il contrario e dimostrano quanto sbagliata e insensata fosse quella scelta. Fioravanti quel progetto pubblico-privato l’ha trovato e avrebbe dovuto avere il coraggio di accantonarlo, per seguire strade meno tortuose, smentendo clamorosamente il suo mentore.

Possiamo capire che non l’abbia fatto, d’altra parte come diceva Don Abbondio “il coraggio uno se non ce l’ha mica se lo può dare”. Quello che, però, è grave ed inaccettabile è che l’attuale sindaco aveva solennemente promesso in campagna elettorale che, in attesa della realizzazione dei nuovi edifici scolastici, avrebbe comunque garantito la sicurezza degli studenti in strutture provvisorie.

Il tema della sicurezza delle scuole cittadine – scriveva nel programma elettorale Fioravanti – rappresenta una priorità assoluta: mi impegno ad utilizzare gli oltre 30 milioni per l’edilizia scolastica post sisma per mettere subito al sicuro, con il coinvolgimento di professionisti ed imprese, i bambini e la loro crescita sicura attraverso sedi pubbliche temporanee e protette”.

A poche ore dall’avvio ufficiale dell’anno scolastico è ormai certo che quella promessa non è stata mantenuta, non è stata prevista neppure una “sede pubblica temporanea e protetta” per consentire agli studenti ascolani (e al personale scolastico) di svolgere in assoluta sicurezza il nuovo anno scolastico. L’abbiamo già sottolineato nei giorni scorsi, quello che ha promesso il sindaco di Ascoli ironia della sorte è stato realizzato a pochi chilometri dal capoluogo piceno, a Folignano.

Dove il sindaco Terrani ha fatto realizzare una struttura provvisoria a Piane di Morro, in attesa che venga realizzata la nuova scuola (dovrebbe essere pronta tra un anno e mezzo). Ma non è una novità che a Folignano sono avanti anni luce per quanto riguarda il tema della sicurezza delle scuole (ma anche in altri campi…) rispetto ad Ascoli. Dove, addirittura, ancora non si è stati capaci (non si è voluto, dopo tutto questo tempo non ci sono giustificazioni che tengano…) neppure di effettuare le verifiche stesse.

Non solo, le uniche due verifiche che sono state effettuate (Malaspina e Borgo Chiaro) hanno dato, non certo a sorpresa, risultati negativi, con entrambi gli istituti scolastici al di sotto della soglia minima della sicurezza. Quelle due scuole dovevano immediatamente essere chiuse, in attesa di un intervento di adeguamento sismico o, in alternativa, della realizzazione di nuove strutture, e i ragazzi trasferiti in moduli scolastici temporanei. Come è accaduto ad Ancona e Fano dove, nei giorni scorsi, dopo l’esito negativo delle verifiche di vulnerabilità sismica, sono state chiuse due scuole, l’istituto Raffaello e il liceo Nolfi, con i 2 mila studenti trasferiti in moduli scolastici temporanei. In realtà, però, nel capoluogo piceno il problema non si limita certo solo a quei due istituti.

Ad Ascoli non esiste una sola scuola con indice di vulnerabilità pari ad 1” afferma il presidente del Comitato Scuole Sicure Enrico Gaspari. Il discorso, purtroppo, riguarda sia le scuole di competenza del Comune (asilo, elementari, medie) che quelle di competenza della Provincia (scuole superiori). E l’unica soluzione possibile, in attesa di interventi di adeguamento sismico o della realizzazione di nuove scuole (che in qualche caso la Provincia ha avviato, mentre come detto in Comune è tutto fermo),  era appunto quella di mettere in sicurezza studenti e personale scolastico in moduli temporanei.

Il sindaco Fioravanti l’aveva promesso e non l’ha fatto. Già solo per questo dovrebbe avere il buon senso di tacere, di non continuare a prendere in giro i cittadini e gli studenti ascolani parlando della sicurezza delle scuole come di una sua priorità. E’ davvero triste constatare come, almeno da questo punto di vista, Ascoli e il territorio piceno (a parte l’eccezione di virtuosa di Folignano) rappresentino una sorta di terzo mondo. Lo è ancor più considerando che, comunque, nel resto del paese non che la situazione sia particolarmente rosea.

Dopo le scosse del 2016, che provocarono il crollo di decine di scuole (e tantissime altre subirono gravi danni) e non provocarono una strage solo per un fortuito caso (le scosse più violente si verificarono quando le scuole erano chiuse, per le vacanze estive il 24 agosto, perché era domenica il 31 ottobre), ci si era illusi che quella drammatica esperienza avesse insegnato qualcosa. Seguirono i soliti proclami, le solite promesse, solenni rassicurazioni di un radicale cambio di rotta.

Come al solito promesse vane, come dimostra il fatto che 3 anni dopo, alla vigilia dell’avvio del nuovo anno scolastico, la situazione rispetto ad allora non è quasi per niente cambiata. Anzi, per certi versi negli ultimi 12 mesi se possibile è addirittura peggiorata, visto che il tema della sicurezza delle scuole di fatto non è mai entrato seriamente nell’agenda del governo gialloverde e, addirittura, che lo stesso esecutivo Conte 1 ha incredibilmente chiuso Italia Sicura/Scuola, la struttura che aveva iniziato ad investire proprio in sicurezza.

Manca completamente un programma nazionale concreto, ci si muove sporadicamente, per iniziativa di qualche singolo ente (Comune o Provincia). Non dalle nostre parti, come dimostra quello che sta accadendo ad Ascoli ma anche in altri comuni.

Clamoroso, a tal proposito, è la surreale vicenda dell’asilo di via Adige a Castel di Lama, chiuso nei giorni scorsi a 3 anni di distanza dal terremoto. Una vicenda a dir poco imbarazzante, resa ancor più sconcertante dal solito teatrino del rimpallo delle responsabilità tra i vecchi e i nuovi amministratori (che, invece, hanno entrambi gravi responsabilità). E che in qualche modo, leggendo le dichiarazioni del sindaco Bochicchio, può essere considerata emblematica del fatto che i nostri politici, i nostri amministratori ancora non hanno ben compreso la serietà del problema.

Alla domanda di un cittadino, che gli aveva chiesto se si sentiva di assicurare che, in caso di scossa forte, la scuola non sarebbe crollata, il primo cittadino sui social ha risposto: “Paolo ti pongo la domanda in altra maniera. Tu sei sicuro che se viene un’altra forte scossa casa tua è sicura?”. Da far cadere le braccia, fino a quando questo sarà il modo di porsi dei nostri amministratori di fronte al problema della sicurezza delle scuole praticamente non c’è speranza…

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