Il terremoto dimenticato: chi è senza peccato…


Nella conferenza stampa per fare il rendiconto a 3 anni dal terremoto (tenuta ad Ancona e non nei luoghi del cratere…) il presidente Ceriscioli attacca duramente il governo che fino ad ora non ha mantenuto le promesse. Ma qualche responsabilità le ha anche la Regione…

E’ triste e deprimente doverlo sottolineare, ma non c’era certo bisogno dell’intervento del presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, per rendersi conto che il governo Conte ha fino ad ora clamorosamente fallito e, soprattutto, non rispettato nessuna delle sue promesse per quanto riguarda il post terremoto.  Eppure il governatore delle Marche ha sentito la necessità di sottolinearlo, incentrando gran parte della conferenza stampa indetta (con un po’ di anticipo…) per fare il punto sulla situazione dei luoghi colpiti dal terremoto a 15 giorni dal terzo anniversario.

Prima di raccontare, dati alla mano, ciò che ha riferito il presidente Ceriscioli è giusto, però, fare una premessa sottolineare un aspetto che, a nostro avviso, non è poi così irrilevante. La conferenza stampa per fare il rendiconto a 3 anni dal terremoto si è svolta nella sede regionale a Palazzo Raffaello (Ancona). Può sembrare un particolare di poco conto ma a nostro avviso una simile conferenza stampa si sarebbe dovuta svolgere se non in uno dei luoghi maggiormente colpiti (pensiamo ad Arquata, ad esempio) quanto meno in uno dei capoluoghi delle due province maggiormente colpite (quella di Ascoli e di Macerata).

Sarebbe stato un bel segnale da parte della Regione da diversi punti di vista. Innanzitutto per dimostrare una concreta vicinanza ai territori colpiti e, poi, per consentire a tutti i giornalisti e gli operatori dell’informazione di quei luoghi, che da 3 anni seguono le vicende di quei territori e conoscono alla perfezione tutti i disagi, tutti i problemi, tutte le difficoltà che chi ancora risiede lì deve affrontare, di partecipare e, ovviamente, di confrontarsi con il presidente e con gli assessori presenti (Casini, Cesetti, Sciapichetti), anche ponendo domande ed interrogativi scomodi.

Invece Ceriscioli ha scelto la comoda sede di Palazzo Raffaello, quindi senza doversi spostare e, soprattutto, potendo confrontarsi per la maggior parte con giornalisti del capoluogo regionale che, non ce ne vogliano i colleghi, non possano certo avere concretamente il polso della situazione. Può sembrare un aspetto poco importante ma, a volte, anche i particolari che sembrano irrilevanti in realtà sono oltre modo significativi.

Passando, invece, ad analizzare il contenuto della conferenza stampa come anticipato Ceriscioli ha sottolineato, anche con sferzante ironia, quello che chi vive in quei territori purtroppo ha già capito da tempo. Nella migliore delle ipotesi il governo si è dimostrato completamente incapace di mantenere le tante promesse fatte in campagna elettorale e, soprattutto, di dare l’agognata accelerazione alla ricostruzione e alla ripresa (i più maliziosi sostengono, invece, che dopo le elezioni se ne sono fregati dei “terremotati”…).

Anzi, a guardar bene se possibile con alcune decisioni incomprensibili l’attuale governo ha creato ulteriori problemi ai residenti nel cratere (credito d’imposta, busta paga pesante, solo per citarne alcune), come se non fossero già sufficienti quelli (enormi) che già c’erano e che lo stesso governo non riesce in alcun modo neppure a lenire un po’.

Siamo a tre anni dal sisma e ad oltre un anno dall’insediamento del nuovo Governo che si era impegnato in campagna elettorale ad essere promotore di una svolta – ha esordito Ceriscioli – era stata promessa un’accelerazione delle procedure attraverso la semplificazione, più personale a servizio della ricostruzione e risorse per poter andare avanti.  Invece ci siamo trovati con il governo dello “zero”. In un anno non ha semplificato le norme, nonostante gli emendamenti richiesti dalle Regioni con le Marche capofila e infatti il ritmo della ricostruzione procede esattamente come procedeva prima, quando le risorse erano tante, ma ci eravamo accorti che andavano cambiate le regole”.

Tutto assolutamente condivisibile, ad eccezione dell’ultima parte. E’ vero che i precedenti governi hanno stanziato molte risorse ma sarebbe più corretto ammettere, invece di usare certi giri di parole, che le norme e le regole varate nei 2 anni successivi al terremoto sono risultate inadeguate e spesso cosi confusionarie da complicare, invece che semplificare, le cose. E in questo qualche responsabilità ce l’hanno anche le Regioni, ammetterlo sarebbe stato un bel segno e una fondamentale dimostrazione di capacità di autocritica.

Non è stata data nessuna unità di personale di più – aggiunge il presidente della Regione – neanche quelle previste e finanziate. Abbiamo chiesto a più riprese di sbloccare le 120 persone che devono arrivare all’Ufficio speciale per la ricostruzione, ma senza risultato. Il fatto è che se non ci sono persone in più e le regole  restano quelle di prima, in termini di accelerazione, anche la ricostruzione va a zero. Devo inoltre aggiungere che zero sembra essere  l’interesse rispetto alle preoccupazioni e all’ansia della popolazione.

Stesso discorso in termini di vicinanza a questa gente. Un esempio concreto è la visita del Papa a Camerino  per incontrare i terremotati alla quale non era presente nessun rappresentante del Governo. Il tema del sisma è stato derubricato dall’agenda di Governo”. “E’ un atteggiamento probabilmente volto a scaricare su qualcun altro le responsabilità – ha poi concluso Ceriscioli – su chi c’era prima, su chi è sul territorio, nei confronti dei Comuni e delle Regioni e via dicendo. Ma qui ci sono responsabilità specifiche e noi il nostro lavoro lo stiamo facendo, ma senza personale e semplificazioni si va a rilento: in media 1.200 pratiche l’anno rispetto alle 5.000 che vorremmo poter evadere.

L’ abbiamo detto un anno fa e lo ripetiamo oggi. Speriamo che giornate come l’evento del Papa e il terzo anniversario del sisma possano svegliare l’attenzione del Governo e far comprendere quando siano importanti le loro responsabilità e il dialogo con il territorio e le comunità. A tal proposito vorrei esprimere tutto il mio sostegno a questi marchigiani davvero straordinari, con una grande capacità di resistenza. Noi continueremo a batterci per loro: vogliamo ottenere quello che  spetta loro di diritto, poter tornare a casa. Con i tempi e le regole di oggi non ci riusciremo mai e quindi abbiamo bisogno che il governo ci ascolti. L’impegno ce la metteremo tutto e chiederemo anche ad altri attori di attivarsi assieme a noi perché siamo convinti che questa sia una battaglia trasversale.  Non ne voglio fare un fatto contro questo o quel Governo.

Il precedente ci ha dato tante risorse, ma anche tanta burocrazia. Quello che deve fare il Governo attuale è togliere la burocrazia che è ancora lì. Eliminarla è interesse di tutti. Se questo avverrà il prossimo anno saremo qui a ringraziarli per aver finalmente messo in moto qualcosa. Ad oggi questa soddisfazione non la possiamo esprimere, anzi resta una forte preoccupazione perché quel cambio di passo che non c’è”.

Nel corso della conferenza il presidente Ceriscioli, con il supporto di alcune slides, ha fornito alcuni dati, a partire dai 1.600 milioni di euro stanziati dai governi precedenti per emergenza e ricostruzione (“rispetto a quei fondi il governo attuale fino ad oggi ha preso zero impegni per le Marche” sottolinea il governatore). Per quanto riguarda la Regione nel complesso in questi 3 anni ha destinato all’emergenza 904 milioni di euro(nella foto la suddivisione per le varie voci), mentre per quanto riguarda ricostruzione sono state autorizzate 27191 pratiche per quella privata (415 mlioni di euro) e 223 progetto per quella pubblica (121,5 milioni di euro).

Inoltre nell’ambito del piano di sviluppo rurale sono stati emanati bandi per 93 milioni di euro ed erogati 23 milioni di risorse a 3.277 aziende, mentre per il Fesr (Asse 8) ammontano a 92 milioni le risorse stanziate attraverso i badi e, ad oggi, sono 315 i beneficiari pubblici e privati che hanno ricevuto 8 milioni di euro.

Ovviamente i numeri sono importanti ma, almeno questi, non cambiano certo la percezione di abbandono che si vive nelle zone del cratere. Che, siamo pronti a scommetterci, si animeranno di nuovo di politici e rappresentanti istituzionali nei prossimi giorni, in occasione del terzo anniversario. Per poi, purtroppo, tornare ad essere dimenticate…

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