Elezioni europee e comunali: l’esercito dei “trombati”


Fuori dal Parlamento europeo Santanchè, Kyenge, Bonino, Gardini, Alberoni e  i Mussolini. Debacle per il Popolo della Famiglia e Forza Nuova, doppia beffa per Nogarin. Gioia Tauro respinge il “turbofanzzista” Diego Fusaro, bocciature eccellenti anche ad Ascoli

Passata la lunga abbuffata di dati e di nominativi dei fortunati che ce l’hanno fatta, come tradizione di ogni post elezione arriva il momento più triste o più divertente (dipende dai punti di vista) dell’elenco dei “trombati” illustri, cioè di quei politici e di quei personaggi noti che non hanno centrato l’obiettivo e non sono stati eletti. Una lista abbastanza corposa sia a livello nazionale (in riferimento alle elezioni europee) sia a livello locale, con numerosi esponenti politici o personaggi cittadini di spicco che sembravano avere la strada spianata e che, invece, sono rimasti al palo.

In tutta onestà dobbiamo ammettere che in alcuni casi abbiamo appreso con viva soddisfazione di determinate bocciature. E, con altrettanta sincerità, non possiamo negare che alcune di queste “soddisfazioni” sono arrivate proprio dalle elezioni comunali ad Ascoli, pur in un quadro generale decisamente imbarazzante. Evidentemente persino nel capoluogo piceno c’è un limite oltre il quale non si può andare.

Parlamento europeo “off limits” per i Mussolini

Ma partiamo da quanto accaduto a livello nazionale, dove innanzitutto c’è da “festeggiare” la cocente bocciatura dei Mussolini, Alessandra (che si presentava con Forza Italia) e Caio Giulio (che si presentava con Fratelli d’Italia). Entrambi non hanno ottenuto i voti necessari per entrare al Parlamento europeo, un piccolo ma significativo segnale positivo. Così come il fatto che tra i “bocciati” in Europa ci sia anche Daniela Santanchè, nonostante l’exploit del suo partito (Fratelli d’Italia). Certo questo significa che, non andando a Bruxelles, dovremo continuare a tenercela nel nostro Parlamento, ma d’altra parte non si può avere tutto dalla vita…

“Trombata” dagli elettori anche l’ex ministro del Pd Cecile Kyenge che si era candidata nella circoscrizione Nord Est ma non è riuscita a strappare l’elezione. Addirittura beffa doppia per il sindaco “grillino” Filippo Nogarin. Che non si è ricandidato a Livorno, proprio per tentare la scalata a Bruxelles, ma ha finito per pagare la debacle del M5S che, nella circoscrizione Centro, ha perso così tanti voti da guadagnare solo due seggi (Nogarin è il primo dei non eletti).

Al danno si è aggiunta la beffa determinata dal fatto che la sua ex vicesindaco, Stella Sorgente, che doveva sostituirlo alla guida della città, alle elezioni comunali di domenica scorsa ha pagato pesantemente dazio (e pensare che secondo numerosi esponenti grillini Livorno era entusiasta dell’operato della giunta Nogarin…), rimanendo addirittura esclusa persino dal ballottaggio.

Tra gli altri bocciati eccellenti delle europee da ricordare anche Elisabetta Gardini (che era passata da Forza Italia a Fratelli d’Italia) e Francesco Alberoni.

Flop Adinolfi e Fiore, “turbobocciatura” per Fusaro

Discorso a parte va, invece, fatto per due esponenti politici che, almeno a nostro giudizio, non sono propriamente il massimo della simpatia. Parliamo di Mario Adinolfi e di Roberto Fiore per i quali parlare di esclusione dal Parlamento europeo appare addirittura una forzatura. Perché Adinolfi con il suo “Popolo della Famiglia”, unito agli ex alfaniani di Alternativa Popolare, si è fermato ad un magrissimo 0,4%. Decisamente pochino per anche solo ambire ad entrare a Bruxelles, ancor meno per chi con enfasi aveva dichiarato di puntare a diventare il quarto polo della politica italiana.

Peggio ancora ha fatto Roberto Fiore con Forza Nuova che ha ottenuto appena 40 mila voti, la metà di Casapound. Al punto che, al suo cospetto, persino il Partito Comunista di Marco Rizzo (che ha ottenuto 235 mila voti) può gonfiare il petto. Insieme ad un paio di bocciature eccellenti nel capoluogo piceno, il flop elettorale che più di ogni altro è da accogliere con soddisfazione arriva da Gioia Tauro.

Dove come candidato sindaco con la lista “Risorgimento Meridionale per l’Italia (che l’aveva presentato in questo modo: “filosofo che ha contribuito alla sedimentazione presso la pubblica opinione di un pensiero alternativo, contro le classi dominanti”), si era presentato il tuttologo “fancazzista” Diego Fusaro. Evidentemente, però, le sue turbo “supercazzole” non hanno fatto breccia tra gli abitanti del comune calabrese, al punto che alla fine ha ottenuto appena il 2,8% dei voti.

Complessivamente solamente 224 voti, per una bocciatura che più netta e cocente non si poteva. Anche se ci resta la curiosità di sapere chi sono i 224 “coraggiosi” che l’hanno votato…

Ex Pd con Fioravanti: boom Acciarri, flop Girardi

Venendo, invece, a quanto è accaduto ad Ascoli e ribadendo che il nostro è un giudizio strettamente di natura politica e, ovviamente, non personale (è necessario ribadirlo visto il livello di permalosità degli abitanti del capoluogo piceno), non possiamo non sottolineare con un po’ di soddisfazione la bocciatura di due candidati consiglieri illustri, Michela Girardi di “Insieme a Fioravanti per Ascoli” e Alessandro Antonini di “Noi siamo Ascoli”. Al di là delle spiegazioni, a nostro avviso per nulla convincenti, la clamorosa “giravolta” della Girardi è di quelle che nel nostro modo di pensare la politica è francamente inaccettabile.

Naturalmente tutti hanno il diritto di cambiare idea. Ma schierarsi con quella parte politica e con quegli esponenti contro i quali per anni si è combattuto è qualcosa che va oltre. Gli appena 95 voti ottenuti dalla Girardi sono il segno che la sua “giravolta” politica non è stata per nulla apprezzata. Ovviamente non è stata eletta ma alla fine potrebbe anche entrare in Consiglio comunale in caso di vittoria al ballottaggio di Fioravanti e nel caso che uno dei tre componenti della sua lista che la precedono dovesse essere scelto come assessore.

I “rumors” di queste ore dicono che tale onore potrebbe toccare all’altra “regina” delle giravolte, Monica Acciarri che, a differenza della Girardi, ha ottenuto ben 270 preferenze, risultando la prima della sua lista. Questo addirittura le potrebbe permettere di essere scelta come assessore in un’eventuale vittoria di Fioravanti.

Dall’ex presidente della Star agli ex bianconeri: tutte le esclusioni “eccellenti”

Un motivo in più per sperare che ciò non accada (anche se in realtà l’alternativa non è che sia molto più esaltante…). Ancora più sonoramente bocciato l’ex presidente della Start Alessandro Antonini che ha ottenuto appena 61 preferenze. Dopo la sua non propriamente esaltante esperienza a capo dell’azienda pubblica locale dei trasporti ci aveva molto stupito la sua candidatura, convinti che non sarebbe certo andata a buon fine. E per una volta ci abbiamo visto giusto.

Restando nel campo di Fioravanti, non ce l’ha fatta neppure l’ex bianconero Giorgio La Vista (Cittadini in Comune) che ha ottenuto appena 41 preferenze. Va, per altro, sottolineato come quelle di domenica 26 maggio non sono state elezioni positive per gli ex giocatori dell’Ascoli, visto che sono stati bocciati anche Domenico Agostini (M5S) e Osvaldo Mancini (Per Ascoli). Restando nel campo delle liste in appoggio a Fioravanti, non ce l’ha fatta ad entrare in Consiglio comunale l’avvocato Giuseppe Falciani che con 110 preferenze è solamente al 5° nella lista “Noi di Ascoli” (che, nella migliore delle ipotesi, porterà in Consiglio comunali 2 rappresentanti).

Fuori dal Consiglio comunale, nonostante la Lega sia la prima tra le liste che appoggiano Fioravanti (5 consiglieri comunali in caso di vittoria), anche Flavia Cenciarini che ha ottenuto appena 71 preferenze (ottavo posto). Sarebbe al momento fuori, ma potrebbe rientrarci in caso di vittoria di Fioravanti e conseguenti scelte in fatto di assessori nella sua lista, anche Alessio Rosa (Scelta Responsabile), finito al centro dell’attenzione per quanto accaduto a Claudio Travanti qualche giorno prima delle elezioni.

Pesante e indiscutibile, invece, la bocciatura della lista “Servire Ascoli”, addirittura al di sotto dell’1% (e quindi senza la possibilità, a prescindere dall’esito del ballottaggio, di portare propri rappresentanti in Consiglio Comunale), nonostante l’assiduo attivismo sui social del suo capolista Sergio Cinelli.

Passando nel campo delle liste di Piero Celani, rischia di rimanere fuori dal Consiglio comunale Simone Matteucci, il presidente della Commissione consiliare che si è occupata, negli ultimi mesi, della vicenda della Saba. Identico rischio corrono Gino Cacciatori e Paolo Nigrotti (rispettivamente terzo e quarto nella lista “Ascoli nel futuro”) e, addirittura, anche l’ex presidente del Consiglio comunale Umberto Trenta, con 101 preferenze solamente al quarto posto nella lista “Forza Popolare”. Per loro le porte del Consiglio comunale si riaprirebbero (o potrebbero riaprirsi, in base alla scelta degli assessori) solo in caso di vittoria di Celani al ballottaggio.

Deludente anche il risultato di Casapound che si ferma al di sotto del 2% , con il suo candidato sindaco Giorgio Ferretti (appoggiato anche dalla lista “Osa”) che si ferma al 2,57%, lontano dalla soglia per accedere in Consiglio comunale.

A dir poco singolare, infine, il fatto che ben 54 candidati consiglieri non hanno riportato alcuna preferenza.

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