Progetto dell’Istituto Agrario “Ulpiani”, il Pecorino per rilanciare Arquata del Tronto


Nello stand della Regione Marche a Vinitaly spazio agli istituti tecnici agrari di Ascoli e Macerata che hanno presentato 2 progetti per il rilancio dei territori terremotati attraverso il Pecorino e la valorizzazione degli antichi vigneti mezzadrili di Corridonia

Il rilancio delle zone pesantemente colpite dal terremoto del 2016 può avvenire anche attraverso progetti che mettano insieme la tradizione agricola marchigiana con le moderne innovative tecniche di coltivazione. E’ la sfida lanciata dagli studenti del sesto anno di corso (quello della specializzazione enotecnica) degli Istituti agrari di Ascoli e Macerata che martedì 9 aprile hanno portato e presentato nello stand della Regione Marche al Vinitaly due progetti che, tra tradizione, innovazione e le necessarie fantasia e abilità tipica dei giovani, rappresentano un mix enologico e professionali. Le aree prese a riferimento sono quella di Arquata e quella di Corridonia. Il progetto presentato dagli studenti ascolani punta sulla coltivazione del Pecorino, quello degli studenti maceratesi sulla valorizzazione degli antichi vigneti mezzadrili.

I ragazzi – ha sottolineato la vicepresidente della Regione Anna Casini presente all’incontro – hanno mostrato di aver riscoperto e amato la tradizione agricola marchigiana, hanno compreso che il futuro dell’agricoltura regionale è legato alla qualità e al territorio. Sono giunti a queste conclusioni, dopo studi che hanno valorizzato l’economia circolare mezzadrile, individuando una metodologia applicabile ai vitigni autoctoni sconosciuti o dimenticati, efficace per la loro ricoperta economica”.

I ragazzi del sesto anno dell’istituto tecnico Celso Ulpiani di Ascoli, una delle undici scuole italiane in cui la specializzazione di enotecnico è attiva dal dopoguerra, hanno presentato un progetto sulle zone terremotate, in particolare di Arquata del Tronto, incentrato sulla possibilità di valorizzare l’area terremotata dei Sibillini ripiantando il Pecorino antico. Il concetto sviluppato dai ragazzi è che la ricostruzione non può prescindere dalla valorizzazione dei territori. Si è puntato sulla coltivazione del vitigno del Pecorino in montagna, dimostrando che le remore sulla sua fattibilità sono superabili, adottando opportune tecniche sviluppate dagli studenti.

È stato quindi proposto alla Regione di ampliare il disciplinare del Falerio Pecorino con una sottozona denominata “Terra di Arquata”, esclusiva per le zone terremotate montane. Il suo successo può rappresentare un motivo di rilancio, di investimenti, di vanto per le Marche, oltre a un’opportunità per gli agricoltori di ritornare verso i Sibillini e, per la Regione, lo spunto per avviare l’iter legislativo. Non si è ragionato su una nuova Doc, perché il percorso sarebbe troppo lungo e difficile. Propongono di iniziare con una sottozona, per poi arrivare, entro dieci anni, a una Doc indipendente.

Anche il progetto dell’Istituto Garibaldi di Macerata è innovativo. Fa riferimento alla presenza di vecchi vigneti abbandonati, del periodo mezzadrile, che risalgono agli anni ’50 e anche precedenti. I ragazzi hanno creato un modello colturale per recuperarli, puntando non su una logica conservativa, ma di moderna valorizzazione di un patrimonio storico e biologico che sta scomparendo. L’idea è quella di partire dal passato per guardare al futuro, sviluppando opportunità occupazionali.

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