Ceriscioli smentisce Castelli, niente tagli per la sanità ascolana


In un  comunicato stampa il sindaco Castelli aveva denunciato “tagli selvaggi al personale sanitario della provincia Picena”. “Nel 2019 non ci sarà alcuna riduzione del personale nella sanità marchigiana” replica Ceriscioli confermando i 2.541 i dipendenti dell’Area vasta 5

Niente tagli al personale sanitario regionale e, soprattutto, nessuna riduzione in vista per l’Area vasta 5 di Ascoli/San Benedetto. Che manterrà i 2.541 dipendenti attualmente in servizio. Lo assicura il presidente della Regione Luca Ceriscioli che, numeri alla mano, smentisce le pesanti affermazioni accusatorie del sindaco di Ascoli Guido Castelli. Che alcuni giorni fa, con un comunicato stampa “di fuoco” dall’inequivocabile titolo “Tagli selvaggi al personale sanitario della provincia Picena. Ecco i numeri”, aveva duramente criticato il presidente Ceriscioli colpevole, a suo dire, di voler ancora una volta penalizzare la sanità picena, addossando la maggior parte dei tagli proprio sull’Area Vasta 5 di Ascoli/San Benedetto.

Con la delibera n, 82/19 – scriveva il sindaco – Ceriscioli devasta il Piceno in materia di spesa per il personale sanitario. La Regione, infatti, è chiamata a misure molto severe per contenere il costo del personale ed ha stabilito che questa voce, così rilevante per il sistema sanitario marchigiano, passi da 617.202.546 di euro del 2018 a 610.279.000 nel 2019”. Un taglio consistente che, secondo il primo cittadino ascolano, in gran parte toccava proprio il nostro territorio.

Un taglio di circa 7.000.000 di euro – sosteneva Castelli – che Ceriscioli e il PD marchigiano hanno deciso di modulare riproponendo l’antico schema della discriminazione a carico del Sud delle Marche. Tutto ciò  in due mosse così riassumibili: il taglio viene addossato prevalentemente all’ASUR (- 6.831.246 di euro) e risparmia le Aziende Ospedaliere di Ancona e Pesaro; il taglio per più del 50% è caricato sull’area Vasta n. 5 di Ascoli/San Benedetto che si vede ridurre il costo del personale di ben 3.819.873 di euro. L’area vasta di Pesaro registra un taglio appena percettibile pari a € 44.261 e quella di Macerata beneficia addirittura di un incremento (pari a 1.364.698 di euro) esattamente come la direzione generale dell’Asur che viene premiata con un più 497.335 euro. Questi sono i fatti. Il resto sono chiacchiere”.

Al di là di una certa evidente contraddittorietà nelle cifre fornite dal sindaco Castelli (probabilmente una disattenzione dovuto alla foga con la quale il primo cittadino si è scagliato contro Ceriscioli), martedì 26 marzo, sempre con un comunicato stampa, è arrivata la replica del presidente della Regione. Che, senza mai citare il primo cittadino ascolano, numeri alla mano ribalta completamente le accuse. Ed è del tutto evidente che, se quelli forniti da Ceriscioli non sono numeri inventati, il sindaco di Ascoli ha clamorosamente “toppato”.

Non ci sarà alcuna riduzione del personale in sanità nelle Marche per il 2019 – scrive Ceriscioli – è anche bene ricordare che nel 2015, quando abbiamo iniziato il nostro percorso, la spesa del personale in sanità era pari a meno 17 milioni, rispetto al tetto del 2020 (614milioni). Noi abbiamo invertito il corso e siamo arrivati, anzi, a sforare di 4 milioni, avendo prodotto un investimento sul personale di 21 milioni. Questi sono numeri chiarissimi che ci dimostrano come la giunta regionale abbia messo risorse e creduto nella più forte azione mai fatta per la sanità pubblica.

Dall’inizio della legislatura abbiamo investito 200 milioni in macchinari all’avanguardia, abbiamo assunto 1200 professionisti per garantire un’assistenza di grande qualità in termini di attività, operatori messi in campo e tecnologie disponibili. Una operazione che ci ha permesso di ridurre anche la mobilità passiva. Di fronte a un così ampio e forte impegno sulla sanità pubblica risulta evidente che il ruolo del privato sia circoscritto a complemento dell’attività pubblica, solo ad integrazione di alcuni servizi. Nella nostra azione si inserisce la riforma del governo che finalmente ci garantisce la flessibilità sulla spesa. Questo ci permette di non dover rientrare come era invece previsto da un tetto che è nazionale e che quindi non dipende dalla Regione. Possiamo conservare così, per il 2019, gli stessi posti di lavoro che avevamo nel 2018, ovvero 14.207 dipendenti Asur”.

Stessi posti di lavoro, quindi, anche per l’Area Vasta 5 di Ascoli/San Benedetto che nel 2018 contava 2.541 dipendenti, numero che resterà tale (almeno secondo Ceriscioli) anche in questo 2019.

La proposta di modifica del tetto è in conferenza delle regioni – sottolinea il presidente della Regione – e, grazie al fatto che noi abbiamo i conti in equilibrio, avremo diritto a quei 4 milioni che ci mancavano: quindi garantiremo tutto il personale che abbiamo in servizio. Pertanto, non ci sarà nessuna riduzione nelle aree vaste, anzi stimiamo che grazie ai 4 milioni di flessibilità, alla fine del 2019, potremo contare su qualche professionista in più per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini. Nei primi giorni di aprile incontreremo le organizzazioni sindacali per un confronto”.

Al di là delle polemiche e dello scontro politico, è indiscutibile che si tratti di una buona notizia per la sanità picena. Naturalmente sempre sperando che alle parole e ai numeri forniti dal presidente della Regione corrispondano poi fatti concreti.

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