Se la sicurezza delle scuole si trasforma in una grande farsa…


Silenzi e imbarazzo del Comune per l’esito poco rassicurante delle prime verifiche di vulnerabilità sismica (Malaspina e Borgo Chiaro). Intanto dopo quasi 3 mesi è ancora lungi dal terminare la procedura per l’assegnazione degli incarichi per le verifiche nelle altre 13 scuole

Lo abbiamo detto più volte, non possiamo che ribadirlo. Se non fosse una cosa terribilmente seria, c’è in ballo la sicurezza dei ragazzi e di tutto il personale scolastico, la farsa sulle verifiche di vulnerabilità sismica sulle scuole cittadine sarebbe una delle pagine più comiche scritte da questa amministrazione comunale. Che, per altro, si arricchisce con continuità di nuovi episodi, sempre incredibilmente paradossali. E’, infatti, dei giorni scorsi la notizia (riportata da un quotidiano locale) che sarebbero arrivati i risultati delle prime due verifiche effettuate, quelle sulla scuola Malaspina e sulla Borgo Chiaro, mentre il 14 febbraio scorso (determina n. 375) si è di fatto conclusa la prima fase del lentissimo bando di gara per assegnare le verifiche su altre 13 scuole cittadine.

Ed in entrambi i casi non mancano certo spunti surreali, talmente bizzarri che si fa perfino fatica a credere che siano veri. Alla fine, però, quello che emerge con chiarezza è che, a 2 anni e mezzo dal terremoto che ha acceso l’attenzione sul problema della sicurezza delle scuole, nel capoluogo piceno, per quanto riguarda le scuole comunali, siamo ancora ampiamente in alto mare. Non che in generale la situazione sia rassicurante, anzi. Però l’amministrazione comunale ascolana da questo punto di vista è rimasta terribilmente indietro.

Basterebbe pensare, ad esempio, che la Provincia di Ascoli ha già effettuato le verifiche in tutte le scuole di sua competenza e in due di queste sono già in corso i lavori per l’adeguamento sismico (in un altro paio di scuole dovrebbero partire a breve) che termineranno tra qualche mese. Quando, cioè, nelle scuole comunali saremo (almeno si spera) nella fase iniziale delle verifiche. L’unica nota positiva in tutta la vicenda è che, di fatto, sarà la prossima amministrazione comunale (quella che scaturirà dalle elezioni comunali della prossima primavera) a dover portare avanti gli interventi per la sicurezza delle scuole. E possiamo già con certezza prevedere che sicuramente le cose almeno un po’ miglioreranno.

E non perché siamo improvvisamente diventati dei veggenti, molto più semplicemente perché, di fronte all’imbarazzante disinteresse dimostrato in proposito dal sindaco Castelli e dalla sua giunta, di fronte al nulla fatto in questi anni, chi verrà dopo è automatico che comunque non potrà che fare meglio. Ma, allo stesso tempo, avrà il duro compito di partire praticamente da zero, dovendo fare anche scelte difficili e non più rinviabili.

Andando nello specifico alle novità di questi giorni, secondo quanto riportato da un quotidiano locale le verifiche effettuate alla Malaspina e Borgo Chiaro hanno evidenziato come nessuna delle strutture sia sicura, con entrambe che sarebbero ampiamente al di sotto del limite previsto dalle norme per considerare un edificio pienamente sicuro. Va, però, specificato che l’indice di rischio per considerare una scuola (un edificio) sicura è pari ad 1 e non, come riportato erroneamente, a 0,8. “In tutta Italia un edificio antisismico ha indice 1, ad Ascoli abbiamo avuto il condono, da noi è 0,8” commenta ironicamente il locale Comitato Scuole Sicure. Che, amara ironia a parte, chiede all’amministrazione comunale di fare chiarezza (e figuriamoci se il sindaco o l’assessore Brugni si degneranno di farlo…).

Perché sono state fatte due verifiche al di fuori di quelle previste e appaltate e da chi? E quanto è questo indice di rischio venuto fuori? Basso quanto?”. Mistero, soprattutto quello relativo all’indice di rischio delle scuole, fondamentale per capire che tipo di intervento è necessario predisporre per garantire la sicurezza e, ovviamente, l’investimento economico richiesto. Per quanto concerne gli altri interrogativi sollevati dal Comitato Scuole Sicure a far parzialmente luce aiuta la determina n. 2144 del 20 luglio 2018 con la quale è stato affidato l’incarico allo studio Laorte, per un complessivo impegno di spesa di 45 mila euro.

Nella determina si fa presente che l’amministrazione comunale ha predisposto e presentato la propria candidatura per un bando emanato dal Miur per erogare contributi finalizzati alle verifiche di vulnerabilità sismica sulle scuole ricadenti nelle zone sismiche 1 e 2.

Il progetto complessivo per il quale è stata formulata la predetta candidatura – si legge in determina – riguarda 18 edifici comunali destinati a scuola. In attesa di conoscere l’esito di tale bando si ritiene opportuno e necessario avviare comunque interventi di analisi di vulnerabilità, su alcuni edifici, in modo da sviluppare dei casi studio” E la scelta è caduta sulle scuole Malaspina e Borgo Chiaro perché, secondo il Comune, i due edifici “rappresentano per collocazione, tipologia costruttiva e dimensione dei casi campione”.

Nella determina viene, poi, spiegato che “in considerazione del valore economico dell’appalto inferiore ai 40 mila euro” si è proceduto mediante affidamento diretto, dopo “un confronto fra due operatori economici abilitati al bando servizi categoria di abilitazione” (e la scelta è stata fatta sulla base del criterio del prezzo migliore).

Tutto abbastanza chiaro, se non fosse per il fatto che è difficile considerare inferiore ai 40 mila euro un incarico da 45 mila euro… In ogni caso dopo oltre 7 mesi le verifiche sono terminate con quel risultato per nulla incoraggiante, anche se non è ancora dato sapere con esattezza in che misura. Nel frattempo, sempre molto lentamente, a dicembre è finalmente partita la procedura per affidare gli incarichi per le verifiche nelle altre scuole. Che, nel frattempo, dalle 18 iniziali sono scese a 15 (Malaspina e Borgo Chiaro comprese).

Il bando con procedura telematica, indetto con determina n. 3675 del 13 dicembre 2018, è stato suddiviso in tre lotti: : il pri­mo per gli edi­fi­ci in mu­ra­tu­ra ( Pri­ma­ria di Pog­gio di Bret­ta, In­fan­zia/​Pri­ma­ria Vil­la San­t’An­to­nio, Pri­ma­ria San­t’A­go­sti­no, Pri­ma­ria Ma­ri­no del Tron­to, Pri­ma­ria via Spe­ran­za, In­fan­zia San Gae­ta­no e Pri­ma­ria Ve­na­gran­de), il se­con­do per gli edi­fi­ci in ce­men­to ar­ma­to grup­po A (Pri­ma­ria Don Bo­sco, Pri­ma­ria via Na­po­li, Pri­ma­ria To­fa­re, In­fan­zia Col­lo­di) e il ter­zo per gli edi­fi­ci in ce­men­to ar­ma­to grup­po B (In­fan­zia/​Pri­ma­ria Don Gius­sa­ni e In­fan­zia Pog­gio di Bret­ta).

Com­ples­si­va­men­te l’im­por­to to­ta­le del ban­do è di 161.730 euro, di cui 60.090 euro il pri­mo lot­to, 55.080 il se­con­do e 46.560 il ter­zo. E già semplicemente per quanto concerne la spesa è inevitabile sollevare delle perplessità. Perché, se per le verifiche in due scuole (Malaspina e Borgo Chiaro) si è resa necessaria una spesa di 45 mila euro, è difficile comprendere come per ben 7 scuole (il primo lotto) siano sufficienti 60 mila euro.

Allo stesso modo non si capiscono le ragioni che hanno spinto l’amministrazione comunale a seguire una procedura così lunga e lenta, partita il 13 dicembre scorso e, dopo 2 mesi e mezzo, ancora lungi dal terminare. Il 14 febbraio scorso, con determina n 375, sono stati approvati i verbali di ammissione alle successive fasi della gara di 30 operatori (12 per il primo lotto, 5 per il secondo e 13 per terzo) tra i quali poi verranno scelti i tre che si occuperanno dei rispettivi lotti. Inizialmente, con un certo infondato ottimismo, avevamo previsto che le verifiche non sarebbero partite prima di metà-fine febbraio.

In realtà, nella migliore delle ipotesi, bisognerà attendere metà-marzo, quando saranno trascorsi quasi 4 mesi dall’avvio della procedura di assegnazione. Che, nel surreale mondo dell’amministrazione comunale, richiede più tempo dello svolgimento delle stesse verifiche. Perché, secondo quanto riportato nel bando, “le pre­sta­zio­ni del­l’ap­pal­to de­vo­no es­se­re ese­gui­te nel ter­mi­ne com­ples­si­vo di n. 90 gior­ni na­tu­ra­li e con­se­cu­ti­vi, de­cor­ren­ti dal­la data del ver­ba­le di con­se­gna del ser­vi­zio”.

E se è già abbastanza paradossale che per l’amministrazione comunale è sufficiente lo stesso numero di giorni per effettuare le verifiche in 7 o in 2 scuole, ci sarebbe l’esempio delle verifiche alla Malaspina e alla Borgo Chiaro che dovrebbero far riflettere. Quell’incarico è stato assegnato a luglio e solo a fine febbraio ci sono (ci sarebbero) i risultati. Quindi sono stati necessari 6-7 mesi per completare le verifiche in due scuole. Come si possa pensare che bastino invece 90 giorni per farle in 7 edifici è un mistero. Soprattutto, però, è l’ennesima conferma della superficialità e della mancanza di serietà con la quale l’amministrazione comunale affronta e ha sempre affrontato un problema così delicato come la sicurezza delle scuole.

Amaro e tagliente il commento finale del Comitato Scuole Sicure che si rivolge all’assessore Brugni. “Tutte le volte che ci siamo sentiti, caro assessore, non poteva dirci come vi stavate muovendo, quali erano i programmi? Ma non è che c’era qualcosa di poco trasparente da coprire? O forse magari improvvisate e non c’è programmazione”.

Quella, in realtà, come abbiamo ampiamente visto non c’è in nessun settore della vita amministrativa. Ma, ovviamente, mai come in questo caso mal comune non fa certo mezzo gaudio…

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