La sicurezza delle scuole resta un miraggio ad Ascoli


Il sindaco Castelli, rispondendo ad un’interrogazione del consigliere comunale Manni, ammette che ancora non sono state realizzate le verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole cittadine. Su cui ora incombe anche l’allarme amianto

Ci ha ricordato lo straordinario Jack Nicholson nel film “Mars Attack” il sindaco Castelli quando, nei giorni scorsi, prima in un comunicato stampa poi sui social ha annunciato che ogni scuola cittadina avrà il suo albero di Natale. Per la precisione la scena nella quale il tre volte premio Oscar (nei panni di un improbabile presidente degli Stati Uniti), dopo che i marziani avevano ucciso in diretta tv numerosi membri del Congresso, praticamente disintegrato la sua sede e mentre si accingevano ad invadere il paese e la terra, chiedeva ai suoi collaboratori di mettere subito un vigile ad ogni semaforo per rassicurare la popolazione che tutto andava bene.

Fatte, ovviamente, le doverose proporzioni, la situazione in cui si trovano le scuole cittadine non è molto differente dalla vicenda descritta in quel film. Sono in condizioni a dir poco discutibili e il loro futuro è molto nebuloso.  La certezza, invece, è che non sono sicure perché, anche se ancora non sono state effettuate le verifiche di vulnerabilità sismica, è più che presumibile che nessun edificio raggiunge quell’indice di rischio 1 necessario per aver garantita la sicurezza.

E, come se non bastasse, ora emerge anche il pericolo amianto, con la sconcertante vicenda della scuola delle Tofare. In un simile contesto, ci vuole una buona dose di coraggio o di incoscienza per esultare in quel modo perché ad ognuna di loro è stato consegnato l’albero di Natale. In realtà c’è poco di che stupirsi, almeno per chi da sempre si occupa seriamente del problema della sicurezza delle nostre scuole.

Perché non è certo una novità e non è certo una sorpresa che al sindaco Castelli e all’amministrazione comunale poco o nulla interessi di questa che, invece, dovrebbe essere una delle priorità di un’amministrazione coscienziosa. E se qualcuno ancora non l’aveva capito, gli eventi degli ultimi giorni ne sono la più evidente e imbarazzante conferma.

Parliamo in particolare proprio della vicenda della scuola delle Tofare ma anche e soprattutto dell’ultimo Consiglio comunale nel quale era in discussione un’interrogazione sulla situazione delle scuole cittadine (e sulle verifiche di vulnerabilità sismica) presentata (nell’aprile scorso) dal consigliere comunale del M5S Giacomo Manni. E già solamente il fatto che, su un argomento così importante, siano passati 8 mesi prima di rispondere all’interrogazione è a dir poco emblematico.

Ma, come in alcuni casi accade, a volte una semplice espressione del viso dice di più di migliaia di parole. E sarebbe stato sufficiente osservare l’espressione del sindaco Castelli mentre leggeva il documento che gli ha preparato il dirigente comunale, arch. Galanti, per rispondere all’interrogazione, per capire come il primo cittadino sia così poco interessato al problema (oltre che palesemente poco informato, come dimostrano alcune sue smorfie ed espressioni dubbiose).

Al di là delle espressioni, però, c’è il succo di un intervento che, al netto dei soliti proclami propagandistici, delle solite teorie “bizzarre” (dopo 2 anni e mezzo ancora il sindaco ha il coraggio di riproporre la favoletta della “prova sismica naturale superata brillantemente” dalle nostre scuole, con milioni di euro di danni e due scuole inagibili…) e del tradizionale “scaricabarile”, provoca sconforto.

Perché il quadro che è emerge è davvero desolante, con l’ammissione che le verifiche di vulnerabilità sismica non sono ancora partite e chissà quando partiranno (quindi neppur l’ulteriore proroga al 31 dicembre 2018, concessa dall’attuale governo, verrà rispettata), che solo per 2 edifici (addirittura il sindaco neppure ricorda quali siano, la Malaspina e Borgo Chiaro) sono stati assegnati gli incarichi.

Ma, al di là di queste informazioni (che non sono certo secondarie), è davvero imbarazzante il solito pressapochismo che emerge, la totale confusione e l’incredibile mancanza di organizzazione e programmazione, oltre che la superficialità e il più totale disinteresse. Che è così clamorosamente evidente nel momento in cui il sindaco sottolinea come non esista alcuna norma che preveda con precisione cosa bisogna fare nel momento in cui risultasse che un edificio scolastico ha un indice di rischio inferiore ad 1.

Non serve che ci sia una norma che dica cosa fare – ha risposto sconsolato il consigliere comunale Manni – un edificio con indice di rischio 1 è sicuro e resiste, sotto ad 1 non è sicuro. Quindi va chiuso”. L’apice, però, si raggiunge nel momento in cui il sindaco spiega quello che definisce il progetto di razionalizzazione dell’offerta scolastica (non ancora approvato dal commissario straordinario per la ricostruzione), che prevede la realizzazione di 5 poli scolastici in cui confluiranno parte degli attuali 26 plessi cittadini.

Faremo le verifiche di vulnerabilità sismica e gli eventuali conseguenti interventi strutturali di adeguamento che si rendessero necessari – spiega il sindaco – solo su quelli tra i 26 edifici che continueranno ad essere utilizzati”. Da quanto ha riferito il primo cittadino dovrebbero essere 13 gli attuali plessi che continueranno ad essere utilizzati e sui quali, quindi, si faranno (non si sa quando) le verifiche di vulnerabilità sismica.

Questo significa che si procede al contrario. La logica e un briciolo di buon senso suggerirebbero di scegliere gli edifici scolastici sulla base del loro livello di sicurezza (che, come ormai anche i bambini lo hanno capito, può essere determinato solo attraverso le verifiche). Invece l’amministrazione comunale prima sceglie a caso (almeno per quanto riguarda la sicurezza) i 13 plessi, poi su quelli effettua le verifiche per capire il loro livello di sicurezza.

Pazzesco, potrebbe tranquillamente accadere che tra quelli scartati ci siano edifici di gran lunga più sicuri di quelli che invece sono stati scelti. Siamo alla follia, non c’è che dire, parlare di “dilettanti allo sbaraglio” è addirittura riduttivo. In realtà non serviva certo questa ulteriore clamorosa dimostrazione che, per altro, arriva pochi giorni dopo la surreale vicenda della sezione Montessori della scuola delle Tofare evacuata per l’allarme amianto.

Nella quale l’aspetto più rilevante lo ha evidenziato, in un post oltre modo significativo, il Comitato Scuole Sicure Ascoli. “Due anni fa – si legge nella nota del Comitato – in occasione del sisma tutte le scuole sono state ispezionate più volte. Possibile che, anche solo visivamente, non si fosse rilevato nulla relativamente all’amianto?”.

Possibilissimo, almeno dove c’è un’amministrazione che ha più volte dato prova di trattare con assoluta superficialità e di non considerare in alcun modo importante il problema della sicurezza delle scuole.

E’ legittimo pensare – chiede ancora il Comitato Scuole Sicure Ascoli – che la maggior parte delle scuole di Ascoli, essendo state costruite più o meno tutte tra gli anni ’50 e ’60, siano esposte allo stesso rischio? L’eternit, come dice il nome, è eterno, come le sue micidiali fibre. Qualcuno avrà controllato che le coperture siano integre?”.

C’è da augurarsi di si. Anche se, alla luce di quanto visto in questi due anni e mezzi, più che di ottimismo ci vuole una buona dose di incoscienza per crederlo realmente…

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