Il premio negato, un’occasione persa


Comune di San Benedetto e Coni si arrendono alle minacce di poche “teste vuote”, la “stella d’argento” per il secondo posto nel mondiale 2017 verrà consegnata a Fenati ad Ascoli e non nella tradizionale cerimonia si svolge a San Benedetto

Si sapeva da giorni e non ci sono state sorprese dell’ultimo momento, purtroppo. Romano Fenati non sarà presente oggi (mercoledì 5 dicembre) all’auditorium del Comune di San Benedetto alla cerimonia per la consegna da parte del Coni delle “stelle al merito” agli atleti della provincia ascolana.

A prescindere dalla legittima opinione che ognuno può aver maturato sulle ultime vicende del pilota ascolano, la sua assenza è una grave e pesante sconfitta, è un’imbarazzante dimostrazione di debolezza, un inaccettabile cedimento da parte di chi invece dovrebbe promuovere e battersi per affermare determinati principi. Che a San Benedetto (così come anche ad Ascoli) ci possa essere qualche “testa vuota” che è sempre pronta ad approfittare di ogni minimo pretesto per soffiare sul fuoco del campanilismo non stupisce (è così ovunque, purtroppo).

Quello che è inaccettabile è che Coni e Comune di San Benedetto si siano piegati subito ai ricatti e alle minacce di queste quattro “teste vuote”. E se l’amministrazione comunale sambenedettese esce malissimo da questa brutta vicenda, figura se possibile peggiore è quella rimediata dal Coni provinciale. Quella che si svolge mercoledì 5 dicembre a San Benedetto è la tradizionale cerimonia di premiazione degli atleti provinciali di fine anno.

Negli anni passati (e già questo potrebbe essere motivo di discussione) si svolgevano due distinte cerimonie, una a San Benedetto (in genere al palazzetto dello sport) per gli atleti della costa, una ad Ascoli per gli atleti dell’entroterra. Una sorta di discutibile e incomprensibile enfatizzazione ed esaltazione della divisione campanilistica di un territorio nel quale anche lo sport e i suoi valori, che solitamente dovrebbero unire, finiscono per diventare divisivi.

Fortunatamente, però, da quest’anno il Coni ha praticamente imposto un’unica premiazione e il delegato provinciale del Coni, Armando De Vincentis, ha scelto come sede San Benedetto. Tanti gli atleti che verranno premiati per meriti sportivi, cioè per i risultati ottenuti negli ultimi due anni (2017 e 2018). E naturalmente tra loro non poteva mancare Romano Fenati, premiato con la “stella d’argento”, visto che nel 2017 ha ottenuto il secondo posto nel moto mondiale.

Detto che, come ha sottolineato lo stesso De Vincentis, “i premi vengono decisi a Roma, sulla base delle indicazioni e dei risultati conseguiti” (quindi è il Coni nazionale a decidere, senza possibilità di interferenze…), a nostro avviso non avrebbe comunque alcun senso neppure discutere se sia opportuno premiare o meno il pilota ascolano sulla base di quanto accaduto a Misano nel settembre scorso.

Perchè, come abbiamo già detto, i premi vengono attribuiti esclusivamente sulla base dei risultati, quindi Fenati merita ampiamente quel riconoscimento per il secondo posto nel mondiale, e non sulla base di altri requisiti come il fair play o cose simili. Per questo è del tutto fuori luogo discutere di presunti e inesistenti requisiti e valori educativi legati al premio, oltre che decisamente da ipocriti. Perché se si volesse dare un valore in qualche modo “educativo” e “morale” (che, ribadiamo, non ha in alcun modo) all’annuale premiazione del Coni, allora per coerenza bisognerebbe andare a sviscerare e a passare ai raggi x tutta la carriera e tutti i comportamenti avuti in questi anni dai vari atleti annualmente premiati. E non siamo così sicuri che, in quel caso, avrebbero poi meritato tutti di essere premiati.

Provocazioni a parte, non si capisce per quale dannato motivo bisognerebbe usare una valutazione differente per Fenati, per un ragazzo di 20 anni che indiscutibilmente ha sbagliato. Ma, altrettanto indiscutibilmente, ha pagato pesantemente (molto più di quanto hanno pagato altri piloti che si sono comportati come o addirittura peggio di lui) il prezzo del suo errore e, per giunta, in qualche modo continuerà a pagarlo anche nei prossimi mesi.

Perché se è vero che comunque la Snipers gli ha dato la possibilità di tornare a correre nel motomondiale, è altrettanto vero che  dovrà ripartire da una categoria inferiore (Moto 3) rispetto a quella nella quale correva a settembre, prima del “fattaccio” di Misano. Senza entrare in altri discorsi che non ci competono (e che eventualmente saranno all’attenzione di chi di dovere) è francamente insopportabile l’accanimento che da qualche parte c’è nei confronti di Fenati.

Che, lo ripetiamo senza esitazioni, merita assolutamente di ricevere il premio del Coni e, soprattutto, doveva essere premiato a San Benedetto insieme a tutti gli altri atleti. E’ un errore grave da parte del Coni e del suo delegato provinciale aver ceduto su questo punto, un segno di preoccupante ed imbarazzante debolezza. Abbiamo ampiamente sottolineato come siamo certi che il pilota ascolano meriti quel premio. Ma sarebbe stato molto più dignitoso, pur se ovviamente non lo avremmo condiviso, se il Coni provinciale avesse deciso di non assegnargli il riconoscimento ritenendolo inopportuno sulla base di quanto accaduto.

Invece il Coni provinciale si è piegato alle presunte minacce sui social di quattro “teste vuote” e alle presunte obiezioni sollevate dal Comune di San Benedetto. Che, per altro, ha tenuto in questa vicenda una posizione a dir poco ambigua, senza prendere posizione ufficialmente ma di fatto spingendo perché il pilota ascolano non fosse premiato, quanto meno a San Benedetto.

Secondo quanto riportato dai quotidiani locali (compresi quelli di San Benedetto) De Vincentis avrebbe deciso di non premiare il pilota ascolano in quella cerimonia dietro suggerimento del Comune di San Benedetto, in particolare dell’assessore Tassotti, perché “alcun tifosi della Samb hanno scritto sui social che avrebbero protestato”. Su tutti i quotidiani locali le spiegazioni di De Vincentis sono “virgolettate”, quindi si tratta di dichiarazioni attribuite direttamente al delegato provinciale del Coni.

Va detto, per completezza di informazione, che la versione diverge leggermente tra i quotidiani ascolani e uno dei quotidiani sambenedettesi, secondo il quale De Vincentis avrebbe saputo dagli organizzatori “che c’erano persone non contente della premiazione di Fenati” e, quindi, avrebbe chiamato il Comune che avrebbe espresso preoccupazione (nella versione dei quotidiani ascolani il delegato Coni sarebbe stato contattato direttamente dal Comune). La sostanza, ovviamente, non cambia. Addirittura in quei quotidiani si parla di “motivi di ordine pubblico” ma, poi, è intervenuta immediatamente la Questura per smentire.

Il Questore – si legge in un comunicato – non ha mai espresso alcuna riserva, né altro parere e non è stato mai investito della problematica relativa alla cerimonia di premiazione”. Quindi semplicemente quattro stupidaggini scritte da pseudo tifosi della Samb sui social sono bastate al Comune per sollevare obiezioni e al Coni per cedere immediatamente, invece di pretendere che Fenati venisse premiato come tutti gli altri in quella cerimonia, non (come avverrà) poi ad Ascoli.

Un’imbarazzante dimostrazione di debolezza del Coni che non ha neppure provato a difendere i valori dello sport. “Lo sport unisce, non divide” ha sottolineato giustamente l’assessore allo sport di Ascoli Brugni. Lo avrebbe dovuto ribadire, con i fatti, anche De Vincentis. S

orvolando sulle imbarazzanti dichiarazioni fatte poi dal sindaco di San Benedetto Piunti (“Vedere Fenati nell’elenco dei premiati mi aveva sorpreso, al di là dei suoi meriti sportivi mi ha stupito dopo quello che era accaduto a settembre. Pure se tardiva ritengo saggia la decisione del Coni di non assegnare più il riconoscimento” ha dichiarato, come a voler far credere che è stato il Coni a non assegnare più il premio al pilota ascolano, e non San Benedetto a rimediare una “figuraccia”), la vicenda ha inevitabilmente avuto un eco nazionale, con la Gazzetta dello Sport che gli ha dato ampio risalto, sottolineando il deprecabile aspetto campanilistico.

A quel punto, allora, qualche quotidiano locale sambenedettese ha provato a spostare il tiro, a sottolineare che in questa vicenda non c’entra niente il campanilismo, la rivalità Ascoli-Samb. “Vorrei parlare con i tifosi della Samb per dire loro che se la stanno prendendo con un ragazzo di 20 anni” dichiarava alcuni giorni fa De Vincentis, almeno secondo quanto riportato da alcuni quotidiani locali. Ad inequivocabile dimostrazione delle vere ragioni di questa pessima vicenda.

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