Una città per nulla smart


Nel rapporto “ICity Rate 2018”, realizzato dal Forum Pubbliche Amministrazioni per fotografare la situazione dei 107 capoluoghi nel percorso per diventare “smart” (intelligenti), Ascoli si colloca in 59^ posizione, dietro Macerata, Ancona e Pesaro e davanti solo a Fermo

Ascoli deve fare ancora tanta strada per diventare una città intelligente. E’ quanto emerge da “ICity Rate 2018”, il rapporto annuale realizzato dal Forum Pubbliche Amministrazioni (FPA) che fotografa la situazione delle città italiane nel percorso per diventare “smart” (intelligenti). Ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili. Nella graduatoria dei 107 capoluoghi di provincia, Ascoli si colloca in 59^ posizione, nella parte bassa della classifica, con un risultato, per quanto riguarda le Marche, decisamente peggiore rispetto a Macerata e Ancona (rispettivamente al 44° e al 45° posto), inferiore anche a Pesaro (51° posto) e leggermente migliore rispetto a Fermo (64° posto).

Ancora una volta Milano si conferma il capoluogo “più intelligente”, la città italiana più avanzata e che cerca di utilizzare in modo più esteso gli strumenti dell’intelligenza urbana per promuovere e gestire lo sviluppo in forme sostenibili. Dietro il capoluogo lombardo Firenze e Bologna, con le prime tre città che si distaccano di molto rispetto a tutte le altre realtà urbane, assumendo sempre più la valenza di riferimento. Prima di analizzare nel dettaglio la situazione del capoluogo piceno, cerchiamo di capire meglio di cosa stiamo parlano.

“ICity Rate” è il rapporto annuale che dal 2012 viene realizzato da FPA per aggiornare l’evoluzione dei capoluoghi italiani nel percorso verso città più intelligenti, cioè più vicine ai cittadini, più vivibili. Per realizzare il rapporto sono stati individuati e vengono analizzati 15 diversi ambiti della vita urbana e per ognuno di loro sono presi in considerazione un certo numero di indicatori che ne descrivono e misurano i diversi aspetti, sintetizzati in indici di ambito (in fondo all’articolo la classifica del capoluogo piceno nei 15 ambiti).

Complessivamente gli indicatori utilizzati per il rapporto 2018 sono 107, 16 in più rispetto all’anno precedente. I 15 diversi ambiti sono raggruppati in 5 grandi gruppi: ambiente, servizi funzionali, economia, società, governance. Come detto Ascoli nella graduatoria generale si colloca in 59^ posizione, nella parte medio bassa della classifica dove si trovano quasi esclusivamente capoluoghi di provincia del sud (ad eccezione di Alessandria, Imperia, Massa, Pistoia e Rovigo).

Analizzando i dati nel dettaglio, emerge innanzitutto che il risultato migliore il capoluogo piceno lo ottiene nel gruppo “ambiente” (34° posto) che racchiude gli ambiti “acqua e aria”, “verde urbano” e “suolo e territorio”. E proprio per quanto riguarda “acqua e aria”, che prende in considerazione la qualità dell’acqua (dispersione idrica, percentuale di acque reflue depurate, servizio idrico) e dell’aria (giorni di sforamento per Pm10, Pm2,5 e No2) Ascoli risulta in assoluto la città migliore d’Italia.

Meno edificante è, invece, il risultato nell’ambito “verde urbano” (percentuale di aree verdi, disponibilità di aree verdi pro capite, pianificazione del verde) nel quale però, nonostante il 65° posto, il capoluogo piceno risulta il migliore delle Marche. Complessivamente i risultati peggiori arrivano, invece, dai gruppi “società” (inclusione sociale, istruzione, attrattività turistica culturale) e servizi funzionali (rifiuti, energia e mobilità sostenibile) con, rispettivamente, il 64° e il 62° posto. Particolarmente significativi ed emblematici della situazione in cui si trova il capoluogo piceno i risultati negli ambiti “inclusione sociale” e “istruzione”.

Il primo, nel quale Ascoli si classifica al 71° posto, è determinato da una serie di indicatori molto importanti che riguardano la sofferenza economica (il numero di dichiarazioni tra 0 e 10 mila euro), la percentuale di popolazione a rischio di povertà, il disagio abitativo, il numero di sfratti l’emergenza ospedaliera (“emigrazione ospedaliera in altra regione per ricoveri ordinari acuti sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione”), la cura dell’infanzia, l’offerta sociosanitaria privata.

Risultato ancor più negativo per quanto riguarda “istruzione”, con l’80° posto in classifica (“maglia nera” nelle Marche), un ambito che ha come indicatori la percentuale di neet (giovani che non lavorano e non studiano), l’istruzione terziaria (la percentuale di laureati), l’accessibilità scolastica, l’offerta formativa universitaria, la densità dell’istruzione pubblica e la formazione continua. Complessivamente il capoluogo piceno risulta il peggiore delle Marche in ben 5 ambiti su 15.

Oltre a quello riguardante l’istruzione, nella “partecipazione civica” (cooperazione sociale, partecipazione sociale, indice di fiducia, partecipazione elettorale, equilibrio di genere nelle rappresentanze istituzionali, trasparenza siti web) nella “mobilità sostenibile” (percentuale di aree destinate a ztl, percentuale di parcheggi, km di piste ciclabili, percentuale di vetture a benzina e gasolio, mobilità elettrica, bike sharing, car sharing, offerta tpl, velocità tpl, numero incidenti), nella “gestione rifiuti urbani” (percentuale raccolta differenziata, produzione annua rifiuti pro capite, iniziative sui rifiuti) e “trasformazione digitale” (accesso banda larga, adeguamento digitale, servizi on line, wi fi pubblico, app municipali).

Solamente in  2 ambiti (“acqua e aria” e “verde urbano”) Ascoli è il miglior capoluogo delle Marche. Nel complesso l’immagine che scaturisce dal rapporto è quella di un capoluogo che deve fare tantissima strada per poter diventare una città “intelligente”, più vivibile sotto ogni punto di vista e attenta ai bisogni dei cittadini, e con una situazione di preoccupante arretratezza sia da un punto vista culturale (istruzione) che economico. Nulla di nuovo e di sorprendente, purtroppo…

“ICITY RATE 2018”

CLASSIFICA GENERALE: Ascoli 59^ posizione

Classifica Ascoli nei 15 ambiti

1) Acqua e Aria: 1^

2) Verde urbano 65^

3) Suolo e territorio: 37^

4) Gestione rifiuti urbani: 80^

5) Energia: 46^

6) Mobilità sostenibile: 59^

7) Solidità economica: 50^

8) Lavoro: 52^

9) Innovazione e ricerca: 42^

10) Inclusione sociale: 71^

11) Istruzione: 80^

12) Attrattività turistico-culturale: 31^

13) Partecipazione civica: 64^

14) Sicurezza e legalità: 33^

15) Trasformazione digitale: 90^

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