Sicurezza delle scuole: “facciamo finta che… tutto va bene!”


“Il sistema funziona” hanno dichiarato il sindaco Castelli e l’assessore Brugni nei primi giorni di scuola, citando le verifiche di vulnerabilità sismica, i lavori alla Luciani e quelli alla Don Giussani. Che, però, sono l’emblema del fallimento del Comune in questo settore…

Nessuna verifica di vulnerabilità sismica effettuata sui 23 edifici scolastici cittadini, con appena 2 incarichi affidati ad un anno e mezzo dalla manifestazione d’interesse per formare elenco di professionisti. La prima parte della riqualificazione della scuola media Luciani ancora da completare (manca il certificato antincendio) dopo oltre 2 anni (cioè in un arco di tempo che per il Comune doveva essere sufficiente per completare primo e secondo stralcio).

L’iter per l’adeguamento sismico della scuola media Don Giussani (Monticelli), inagibile dopo il terremoto, ancora in altro mare dopo 2 anni (siamo ancora fermi al progetto di fattibilità), con la prospettiva, nella più ottimistica delle ipotesi, di vedere partire i lavori non prima della prossima primavera-estate. Si potrebbero aggiungere ulteriori sconfortanti considerazioni ma già così la situazione delle scuole cittadine è sufficientemente chiara e, purtroppo, davvero disarmante.

Eppure, nonostante l’evidenza contraria, come da copione all’apertura dell’anno scolastico è andata in scena nel capoluogo piceno la solita stucchevole commedia del “facciamo finta che… tutto va bene”.

L’operazione è riuscita ma il paziente è morto…

Nei primi giorni di scuola, i rappresentanti dell’amministrazione comunale hanno visitato le scuole cittadini, mettendo in scena questa indecente commedia. “Possiamo dire che il sistema funziona” hanno dichiarato all’unisono il sindaco Castelli e l’assessore Brugni. Un’affermazione così evidentemente fuori dalla realtà che, se non stessimo parlando di qualcosa di terribilmente serio (la sicurezza delle scuole), sarebbe da considerare altamente comica, alla stessa stregua della famosa battuta “l’operazione è riuscita ma il paziente è morto”.

In questo caso il paziente (le scuole) probabilmente ancora non sono morte ma sono in un pietoso stato di coma irreversibile, di cui ha piena e totale responsabilità l’amministrazione comunale. Per cercare di motivare quell’insensata affermazione (“il sistema funziona”) sindaco e assessore hanno parlato del fatto che sono stati affidati i primi incarichi per le verifiche di vulnerabilità sismica, citando poi i lavori alla scuola media Luciani e quelli, a loro dire, prossimi alla Don Giussani.

Difficile capire se queste surreali affermazioni, completamente avulse e smentite dall’inconfutabile realtà dei fatti, ci sia una sorta di incoscienza o una straordinaria dose di “faccia tosta” che determina, nei due amministratori, una sorta di convinzione di poter dire qualsiasi amenità, nella convinzione che gli ascolani sono così “boccaloni” da credere a tutto, anche contro ogni evidenza.

Quello che, però, è certo e indiscutibile è che, proprio ciò che sindaco e assessore citano a supporto di quel “il sistema funziona”, in realtà sono la più emblematica e imbarazzante dimostrazione del fallimento di questa amministrazione comunale in questo specifico settore.

Verifiche di vulnerabilità sismica: un ritardo di appena… 15 anni!

In un paese sempre molto propenso a dimenticare, non è assolutamente fuori luogo ricordare che in realtà secondo le norme le verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole andavano obbligatoriamente fatte entro il 2013. Il Comune di Ascoli, come purtroppo tanti altri enti pubblici, non si sono minimamente preoccupati di rispettare quella scadenza, infischiandosene della sicurezza dei ragazzi che frequentano le nostre scuole (e, ovviamente, anche di tutto il personale scolastico).

Poi, dopo il terremoto del 24 agosto, il problema della sicurezza delle scuole e, di conseguenza, la necessità quanto meno di capire il grado di sicurezza degli edifici scolastici (possibili, appunto, solo con la verifica di vulnerabilità sismica) è finalmente diventato una priorità. In uno dei tanti decreti post terremoto è stato imposto a Comuni e Province di effettuare obbligatoriamente le verifiche di vulnerabilità sismica entro il 30 giugno 2018. Scadenza che poi, in sede di conversione del decreto, è slittata al 31 agosto 2018.

Il 1 giugno 2017 l’amministrazione comunale ha pubblicato sul proprio sito internet la manifestazione di interesse per formare un elenco di professionisti a cui affidare gli incarichi. All’incirca nello stesso periodo, identica cosa aveva fatto anche la Provincia di Ascoli. La differenza, non di poco conto, è che tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018 la Provincia ha completato le suddette verifiche in tutte le scuole di sua competenza (e in un paio di queste sono già partiti o stanno partendo i lavori per l’adeguamento sismico).

Per quanto riguarda il Comune, da allora praticamente è sceso il silenzio, rotto periodicamente dal sindaco o dall’assessore per annunciare l’imminente avvio delle verifiche che, però, puntualmente non si verificava. Poi, finalmente, a fine luglio con determina n. 2144 sono stati affidati i primi due incarichi, per una spesa complessiva di 45 mila euro, per effettuare le verifiche presso la scuola Malaspina e la scuola Borgo Chiaro.

A dir poco singolare il fatto che nella determina non si fa riferimento al citato decreto post terremoto ma, addirittura, all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 che per prima aveva sancito l’obbligatorietà delle verifiche stesse la cui scadenza, di anno in anno, era poi stata fissata per fine 2013. Non meno singolare il fatto che nella determina si parli di un progetto complessivo che riguarda 18 (e non 23) edifici scolastici e anche che non viene in alcun modo citato l’elenco di professionisti che doveva essere stilato, sulla base della manifestazione di interesse del 1 giugno 2017.

Al di là delle tante anomalie di quella determina, resta il fatto che al 31 agosto 2018 il Comune non ha effettuato alcuna verifica ma ha solamente affidato l’incarico per 2 su 23 edifici. Nei giorni scorsi, poi, il “milleproroghe” licenziato dal Parlamento ha spostato quella scadenza al 31 dicembre. Ma la sostanza non cambia di molto, a quella data nella più ottimistica delle ipotesi il Comune avrà concretamente realizzato appena 2 verifiche e, magari, avrà affidato l’incarico per effettuarne un altro paio. In poche parole un disastro.

 

Non meno imbarazzanti, poi, sono i riferimenti alla scuola media Luciani e alla scuola media Don Giussani. Due vicende di cui ci siamo ampiamente occupati e che, in realtà, sono l’emblema non certo di un sistema che funziona ma, al contrario, dell’incapacità di questa amministrazione di programmare e rispettare le scadenze fissate.

Lavorare con lentezza: gli esempi della Luciani e della Don Giussani

Senza dilungarci troppo e senza ricordare l’indecente teatrino che l’ha proceduto, in questa sede basterà ricordare che l’intervento sull’ala est della Luciani è partito nel giugno 2017 e, secondo quanto previsto da tutti gli atti ufficiali del Comune, doveva completarsi in 6 mesi (quindi entro dicembre 2017). Invece solo pochi giorni prima dell’avvio del nuovo anno scolastico, con “appena” 9 mesi di ritardo, è stato portato a termine.

In realtà neppure completamente perché solamente il 12 settembre scorso, con determina n. 2593 è stato affidato l’incarico ad un professionista esterno “per la redazione della documentazione necessaria ad ottenere il certificato di Prevenzione Incendio nell’ambito dei lavori di miglioramento sismico scuola media Luciani – Corpo Est”.

Quanto al secondo stralcio dei lavori, quello relativo al corpo ovest, quelli che secondo il cronoprogramma del Comune dovevano partire a giugno 2018, l’11 settembre scorso (con determina n. 257) è stato approvato con incomprensibile ritardo il progetto esecutivo (il progetto preliminare era stato approvato quasi un anno e mezzo prima, nell’aprile 2017…) con il conseguente avvio della procedura per l’assegnazione dei lavori.

Che, per altro, prevede un iter decisamente lungo che prevede innanzitutto la pubblicazione per 15 giorni di un avviso di indagine di mercato nell’Albo on line del Comune, sul sito internet del Comune, su quello del ministero delle infrastrutture e sul sito “Contratti Pubblici” della Regione per la selezione degli operatori economici. Poi, successivamente, nel caso (assai probabile) pervengano numerose manifestazioni di interesse, si procederà al sorteggio per scegliere i 25 operatori da invitare al bando vero e proprio.

Tempi lunghissimi, quindi, ulteriormente allungati dal fatto che ad oggi (28 settembre) il citato avviso di indagine di mercato non è stato ancora pubblicato né sul sito del Comune né, tanto meno, sugli altri siti citati. Ci vorranno, quindi, mesi prima che vengano affidati lavori che, di conseguenza, presumibilmente partiranno al termine di questo anno scolastico, quando ci sarà la nuova amministrazione comunale (e con un anno di ritardo…).

Se è a dir poco fuori luogo citare l’esempio della Luciani a supporto di quel “il sistema funziona”, è addirittura da folli menzionare anche la Don Giussani. Sulla quale sarebbe molto più opportuno far calare, per decenza, un religioso silenzio. Ce ne siamo occupati qualche settimana fa (vedi articolo “Lavorare con lentezza: 14 mesi per approvare un progetto di fattibilità pronto… 14 mesi fa”) e in questa sede è sufficiente ricordare che per quella scuola, inagibile dopo il terremoto e inserita nel luglio 2017 nel primo programma delle opere pubbliche per la ricostruzione, già nell’estate 2017 era pronto il progetto di fattibilità per l’adeguamento sismico.

Che, però, il Comune di Ascoli ha approvato solamente il 6 settembre scorso (delibera n. 185), dando così il via al lunghissimo iter prima della progettazione definitiva ed esecutiva, poi del bando per l’affidamento dei lavori. Nei giorni scorsi, poi, sul sito internet del Comune sono stati comunicati i 5 operatori che, a seguito di avviso di pre informazione, sono stati sorteggiati e invitati a presentare “offerta economicamente più vantaggiosa” per l’aggiudicazione dell’incarico per la progettazione.

Ad essere molto (e immotivatamente) ottimisti prima di fine estate – inizio autunno 2019 è impensabile che possano partire i lavori. Quel che appare certo è che, a meno di un improbabile miracolo, non sarà certo questa amministrazione ad affidarli. Con l’ulteriore consapevolezza che, chi verrà dopo Castelli e Brugni, difficilmente (almeno in questo settore) potrà fare peggio di chi li ha preceduti…

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