Risultati deludenti e “follie”: il triste declino di Romano Fenati
Il gravissimo e ingiustificabile episodio di Misano è il punto più basso di Fenati che solo 4 anni fa era considerato un giovane talento e il futuro del motociclismo italiano. E che ora, dopo i risultati deludenti, con questo sconsiderato gesto ha messo a rischio la sua carriera
Era il 1 giugno 2014 quando Romano Fenati vinceva al Mugello dopo una gara perfetta e si candidava come principale aspirante al titolo di campione del mondo di Moto 3. Il pilota ascolano era uno dei giovani prospetti più interessanti del “circus” ed era considerato il futuro del motociclismo italiano. Il centauro marchigiano era il pupillo di Valentino Rossi, che aveva da poco fondato la sua accademia per coltivare i giovani talenti italiani e vedeva in Fenati il suo allievo migliore.
Quattro anni dopo quel fantastico trionfo Fenati è un pilota inespresso e che ora vede a serio rischio la propria carriera. Da quella vittoria al Mugello l’ascolano ha iniziato un lento declino, intervallato da brevi segnali di ripresa, che lo ha portato domenica a commettere un gesto gravissimo in pista: premere la leva del freno della moto di un altro pilota a 250 km/h. Gesto che gli è valso una bandiera nera immediata e due gare di squalifica e che potrebbe avere grosse ripercussioni sul proseguo della sua carriera.
Gesto folle, Fenati indifendibile
E, se per la mancanza di risultati c’erano sempre state motivazioni valide, per la follia di domenica non c’è alcuna giustificazione e il pilota ascolano non è in alcun modo difendibile. In ogni caso se Fenati troverà qualcuno che punterà su di lui il prossimo anno (ha già un contratto ma dopo questo episodio è a serio rischio rescissione sia per il proseguo della stagione che per il 2019), dovrà cercare di analizzare la sua carriera e di capire i suoi errori se vorrà costruirsi un futuro a certi livelli.
In realtà già dopo quella vittoria al Mugello il resto della stagione 2014 era stato un disastro. Ad esclusione di una vittoria ottenuta in condizioni particolari ad Aragon, Fenati raccolse poco e niente. Colpa di una moto che aveva vari problemi di affidabilità ma anche del pilota che si dimostrò poco lucido e privo di tattica. Ad un giovane si può perdonare a volte la mancanza di tali caratteristiche, ma l’anno dopo il rider ascolano non ha mostrato segnali di maturazione ed è rimasto coinvolto in brutto episodio, con un calcio dato ad un avversario in pista.
La stagione 2015, chiusa poi al quarto posto e con una sola vittoria, quindi si è rivelata deludente sia sotto il profilo dei risultati (ma qui ha comunque colpa il team che non ha fornito un mezzo all’altezza al pilota) che dal punto di vista della maturazione agonistica, con Fenati che è peggiorato invece di migliorare, mostrando di non correre lucidamente e macchiandosi di un primo episodio antisportivo.
Il divorzio da Rossi e la svolta mancata
Nel 2016 invece c’è stato l’evento che avrebbe potuto svoltare in meglio la carriera di Fenati. Rossi lo ha cacciato dalla sua accademia e all’ascolano non sarebbe potuta andare meglio. In cinque anni il campione di Tavullia si è mostrato totalmente incapace di gestire un’accademia per giovani piloti, bruciando molti più talenti di quanti ne abbia effettivamente coltivati (Bagnaia e Morbidelli a parte gli altri hanno combinato pochissimo) e affidando ruoli importanti a gente che capisce poco di motori.
Ancora oggi non sono chiare le circostanze del licenziamento di Fenati ma abbiamo pochi dubbi sul fatto che la maggiore responsabilità sia di Rossi. In ogni caso il 2017 era sembrato l’anno della svolta. Tante vittorie e tanti podi, secondo posto in classifica e finalmente il passaggio in Moto 2. Promozione che poi si è trasformata in un incubo. Fenati è un rookie che corre in un team di rookie, la moto non è un granchè e l’ascolano ha avuto sfortuna. In ogni caso fin qui ha ottenuto veramente poco quest’anno e, quindi, è giusto attribuirgli delle responsabilità.
Ma cercare di far cadere un avversario in un punto di massima velocità, è un comportamento che non ha scusanti. Fenati, dopo una lunga discesa, ha toccato il punto più basso della sua carriera. Un tale gesto non è solo antisportivo e ingiustificabile ma anche molto pericoloso. Solo il caso ha fatto sì che il suo avversario sia rimasto in piedi e che non si sia fatto male, altrimenti un vergognoso gesto di stizza verso un rivale si sarebbe trasformato in un tentato omicidio. Due gare di stop per tutto ciò sono oggettivamente poche e sarebbe stata auspicabile una sanzione più dura (uno stop fino a fine stagione magari).
Valentino Rossi e il trionfo dell’ipocrisia
In ogni caso anche in questa circostanza si è già visto e sentito il peggio del peggio, nel solito festival dell’ipocrisia. Tutti sono concordi nel condannare il gesto del pilota ascolano ma alcuni piloti hanno rilasciato dichiarazioni troppo forti e che ci si potrebbe aspettare di sentire da tifosi della peggior specie. Per non parlare dei classici auguri di morte e simili sui social. Giusto criticare quello che ha fatto Fenati, che ha commesso un errore grosso e ancor più grave perchè recidivo, che merita di essere punito pesantemente, ma non si può trattare alla stregua di un criminale quello che è, ricordiamolo, un ragazzo di soli 22 anni.
Le dichiarazioni peggiori le ha rilasciate, tanto per cambiare, proprio Valentino Rossi. Che ha criticato pesantemente il rider ascolano (e fin qui è impeccabile) e ha usato subdolamente questo episodio per giustificare il licenziamento di Fenati del 2016, gettandogli addosso colpe che non aveva e definendolo un pilota ingestibile. In ogni caso fa strano sentire Rossi parlare di anti sportività altrui, quando il pesarese ha costruito la sua carriera su una serie di scorrettezze (tra cui quella clamorosa con Marquez in Malesia) e solo pochi giorni fa si è macchiato di un patetico teatrino in conferenza stampa.
Il futuro ora è più nero che mai per Romano Fenati. L’ascolano non sa se potrà mai più salire su una moto, visto che anche i contratti già firmati vacilleranno per colpa del suo gesto sconsiderato. Molto facile che una moto in qualche campionato la troverà anche se difficilmente nel motomondiale. In ogni caso Fenati dovrà imparare forzatamente la lezione. Il periodo che sarà inattivo dovrà servigli per capire i suoi errori e per imparare a non ripeterli. Se saprà sfruttare il proprio disastro per costruirsi una carriera decente ne saremo solo contenti. Altrimenti verrà ricordato solo come un pilota scorretto e antisportivo. (DDS)