La vergogna dell’eccidio dimenticato


Assordante e sconcertante silenzio da parte dei rappresentanti del governo in occasione dell’anniversario della strage di Sant’Anna di Stazzema, l’infame eccidio nazi-fascista nel quale furono trucidati 560 inermi civili tra donne, anziani e bambini

Da un governo incredibilmente “logorroico” come quello attuale, con alcuni dei suoi principali esponenti (in particolare i ministri leghisti Salvini e Fontana) che quotidianamente parlano e, molto spesso, “straparlano” di tutto, domenica 12 agosto era lecito attendersi quanto meno due parole su Sant’Anna di Stazzema. Perché quella è una delle date più drammatiche e strazianti della storia del nostro paese, come ha sottolineato il presidente Mattarella lo spaventoso eccidio compiuto in quel paese toscano “costituisce uno dei vertici di più sconvolgente disumanità che la guerra seppe toccare, destando orrore tra gli orrori”.

E’ una cicatrice per la nostra nazione, per tutto il popolo italiano che non si rimarginerà mai. E, a maggior ragione chi da mesi millanta la sua primaria attenzione nei confronti degli italiani, con l’efficace slogan “prima gli italiani” (valido, però, solo quando in ballo ci sono gli extracomunitari perché in tante altre occasioni, quest’ultima così come la vicenda Regeni, viene con disinvoltura dimenticato dallo stesso leader della Lega), aveva il dovere di spendere almeno due parole in occasione di questo tristissimo anniversario.

 Le parole di Mattarella, il silenzio del governo

Lo ha fatto il presidente della Repubblica e, subito dopo di lui, anche il presidente del Senato Casellati e quello della Camera Fico. Solo un assordante e colpevole silenzio, invece, da parte del governo, neppure una parola da nessun esponente dell’esecutivo e, tanto meno, dal presidente del Consiglio “facente funzioni” Conte.

Senza troppi giri di parole, non stupisce che il sempre più loquace Salvini abbia perso la parola proprio in questa occasione, così come c’era da aspettarsi il silenzio più assoluto dagli esponenti del Carroccio al governo. Non è certo un mistero o una novità che Salvini e la Lega da mesi strizzino l’occhio all’estrema destra, ai movimenti che in qualche modo sono legati al ricordo nostalgico del ventennio fascista. E, di conseguenza, per questo evitano anche solo di parlare di vicende che infastidiscono l’estrema destra (la strage di Bologna il 2 agosto scorso, ora l’anniversario di Sant’Anna di Stazzema). Stupisce, invece, il silenzio anche degli esponenti di governo del M5S, quasi a non voler in alcun modo disturbare e infastidire l’alleato leghista.

La seconda guerra mondiale, d’altra parte come tutte le guerre, ci ha lasciato in eredità storie di incredibile e sconvolgente disumanità. Ma quella di Sant’Anna di Stazzema è qualcosa che addirittura va oltre la più terrificante disumanità.

Il ruolo determinante dei fascisti nell’infame eccidio

Perché quello compiuto il 12 agosto del 1944 fu un eccidio infame, che colpì la popolazione inerme, soprattutto donne, anziani e bambini, perpetrato senza alcuna motivazione, neppure (come è accaduto per altri episodi simili) quella della rappresaglia o della punizione nei confronti di chi aveva in qualche modo aiutato e coperto i partigiani. Che, per altro, già diverse settimane prima del drammatico eccidio avevano lasciato la zona.

Alla base c’era semplicemente la volontà dei nazisti di vendicarsi, di lasciare una scia di morte e devastazione mentre, sotto l’avanzata delle truppe alleate, pian piano si ritiravano dal nostro paese, di terrorizzare e colpire la popolazione inerme. A rendere ancora più atroce e spaventoso quell’eccidio fu, però, il fatto che fu compiuto dai nazisti con la fattiva e fondamentale collaborazione dei fascisti. Un’infamia che resterà indelebile su chi per anni ha parlato di patria e, poi, senza alcuna motivazione legata al conflitto in corso, ha collaborato e aiutato i nazisti nel loro sanguinario e ignobile disegno nei confronti dell’inerme popolazione civile.

All’alba di quel drammatico 12 agosto 1944 tre reparti della 16. SS Panzergrenadier Divisione “Reichsfuhrer SS” accompagnati e spalleggiati da un gruppo della 36^ brigata “Mussolini” travestiti con divise tedesche salirono a Sant’Anna, mentre un quarto reparto chiudeva ogni via di fuga a valle sopra il paese di Valdicastello. Gli uomini del paese (nell’estate 1944 Sant’Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco come “zona bianca”, ossia località adatta ad accogliere sfollati), credendo che i tedeschi erano venuti solo per deportarli, fuggirono e si rifugiarono nei boschi, mentre donne, vecchi e bambini restarono nelle loro case sicuri che non gli sarebbe capitato nulla.

Il ruolo dei fascisti della 36^ brigata Mussolini fu fondamentale e decisivo, furono loro di notte a guidare le divisioni naziste verso gli impervi e difficili sentieri e mulattiere che portavano a Sant’Anna di Stazzema (i reparti nazisti si mossero alle 3 notte, lungo 4 direttrici differenti, dalla zona di Pietrasanta e alle 6 avevano già circondato Sant’Anna). E sempre loro guidarono i nazisti nel rastrellamento casa per casa, tra le varie abitazioni sparse nelle alture e difficili da scoprire.

Ci sono, tra l’altro, le inequivocabili testimonianze di alcuni sopravvissuti sul ruolo non solo di collaborazione svolto da questo gruppo di italiani “rinnegati”. Che parteciparono fattivamente all’eccidio, alle esecuzioni casa per casa, spesso accompagnando la strage con insulti di ogni tipo nei confronti delle vittime inermi (raggelante è la testimonianza di una superstite che ha raccontato come uno dei fascisti, ad un’anziana donna trascinata fuori casa che chiedeva di tornare a prendere almeno gli zoccoli, ha urlato “brutta vecchiaccia di ben altro ti devi preoccupare, muoviti cagna” prendendola per i capelli prima di ucciderla a colpi di pistola). I nazistifascisti rastrellarono i civili, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra, bombe a mano, colpi di rivoltella e altre modalità di stampo terroristico.

Ben 130 bambini tra le vittime

Più di un centinaio di persone (circa 150) furono strappati a forza dalle proprie case e condotti sulla piazza della chiesa. Erano ancora intorpiditi dal sonno, molti di loro mezzi vestiti e non opposero alcuna resistenza, convinti che il loro destino era quello di essere portati via da quei luoghi, non certo barbaramente uccisi. Li ammassarono prima contro la facciata della chiesa, poi li spinsero in mezzo alla piazza dove poi furono trucidati dalle mitragliatrici piazzate intorno alla piazza.

Tra le circa 150 vittime uccise in piazza c’era anche la più giovane vittima, Anna Pardini di appena 20 giorni. La rinvenne agonizzante ma ancora viva la sorella maggiore Cesira, miracolosamente superstite della strage. La piccolissima Anna era tra le braccia della madre che aveva cercato disperatamente di proteggerla con il proprio corpo. Morì pochi giorni dopo nell’ospedale di Valdicastello.

Dopo aver seminato morte e terrore, i nazifascisti prima di andarsene diedero fuoco praticamente a tutte le case del luogo e, non paghi, infierirono anche su alcuni cadaveri, in particolare di bambini. Sette di loro furono ritrovati bruciati, dopo essere stati uccisi a colpi di rivoltella, nel forno che era stato preparato quella mattina per cuocere il pane. Altri bambini furono ritrovati appiccati, con un bastone, sui muri di casa.

Alla fine, in appena mezza giornata, secondo le cifre ufficiali furono uccisi 560 civili (ma il numero potrebbe essere più alto), di cui 130 bambini. L’ufficio informazioni del comando tedesco parlò di un’operazione di rastrellamento nella quale erano stati uccisi 270 banditi, 68 erano stati presi prigionieri e 208 uomini sospetti erano stati assegnati al lavoro coatto.

Ciò che in realtà era chiarissimo sin da allora, cioè che non si trattò di rappresaglia (ovvero di un crimine compiuto in risposta ad una determinata azione del nemico), venne poi confermato con assoluta certezza dalle indagini della procura militare di La Spezia che stabilì che si tratto di un atto terroristico premeditato e curato in ogni dettaglio per annientare la volontà della popolazione soggiogandolo grazie al terrore. E con la partecipazione attiva a quell’eccidio, i fascisti scrissero la pagina più infame della loro collaborazione con l’occupante nazista. Come ogni anno nell’avvicinarsi del 12 agosto e, ovviamente, in quella stessa data a Sant’Anna di Stazzema e nelle località della zona si svolgono tutta una serie di eventi e manifestazioni per commemorare quell’infame strage.

Da sempre tutte le principali istituzioni hanno sempre partecipato o comunque hanno fatto sentire la propria vicinanza e la propria condivisione alla piccola comunità toscana. Quest’anno, invece, il nuovo governo ha cancellato dalla propria memoria questa tragica ricorrenza. Come se quelle 560 vittime innocenti non fossero italiani. Davvero un bruttissimo segnale

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