Governo boccia proroga dei tecnici per il terremoto, Comuni nei guai


La commissione speciale del Senato boccia l’emendamento presentato da Forza Italia, a rischio oltre 700 tecnici specializzati. Sindaci in agitazione. L’appello dei sindaci di Folignano, Appignano e Visso: “Così si ferma tutto, la ricostruzione non si fa senza i tecnici”

Probabilmente avrà ragione (almeno si spera…) chi parla semplicemente di un rinvio per motivi tecnici. Di certo, però, in queste ore i sindaci del cratere sono in fibrillazione e non nascondono la propria preoccupazione, come se già non fossero sufficienti le preoccupazioni che già da tempo ci sono. Giovedì scorso la Commissione speciale del Senato che sta lavorando alla stesura del decreto legge terremoto ha bocciato l’emendamento presentato dai senatori di Forza Italia, su proposta e richiesta dei sindaci e dell’Anci, per la proroga dei contratti a tempo determinato dei tecnici assunti dopo il terremoto.

Si tratta di quei tecnici assunti soprattutto dai Comuni per aiutare a gestire il post terremoto e le enormi incombenze tecnico-burocratiche che altrimenti le amministrazioni non sarebbero in grado di smaltire. “Senza la proroga – sottolinea Marcello Fiori, coordinatore nazionale enti locali di Forza Italiadi fatto verranno licenziati oltre 700 tecnici specializzati e in questo modo si paralizzerà tutta l’attività degli enti locali, impedendo di arrivare velocemente alla definizione delle pratiche per il terremoto e di agevolare la gestione dei servizi per le famiglie, per le attività sociali, per le scuole e per gli asili”.

“Senza tecnici la ricostruzione si ferma”

Quanto questi tecnici siano importanti e cosa vorrebbe dire per i Comuni se davvero non venissero riconfermati dovrebbe essere piuttosto palese. Ricordiamo diversi mesi fa ciò che affermava il sindaco Castelli nel corso di un Consiglio comunale, sottolineando quanto fossero fondamentali e imprescindibili i 4 tecnici che erano stati assegnati al capoluogo di provincia. Per questo non stupisce affatto che, una volta appresa la bocciatura, siano proprio i sindaci a lanciare l’allarme.

Spero che il voto contrario all’emendamento sia una scelta strategica politica e che a breve il Governo possa inserire una propria proposta che permetta di mantenere queste indispensabili figure all’interno degli uffici comunali per la ricostruzione – scrive il sindaco di Folignano Angelo Flaiani su facebook – perché non si ricostruisce a chiacchiere o con le visite sul territorio dei politici. Si ricostruisce con le persone che si occupano di territorio e permettono la ricostruzione. Folignano ha tre tecnici assunti a tempo determinato grazie alle norme per la ricostruzione. Due architetti ed un ingegnere. Hanno contratti a tempo determinato da 1200 euro al mese, si occupano esclusivamente di ricostruzione, privata e pubblica, e senza di loro il mio Comune, come tutti gli altri del cratere, non ha la possibilità di gestire la ricostruzione.

Se qualcuno pensa che si possa velocizzare la ricostruzione riducendo di 700 unità le persone che si occupano oggi di ricostruzione sta facendo un grave errore. Perché qui si ferma tutto. Dal pagamento dei Cas, all’approvazione dei progetti di ricostruzione privata, alla realizzazione della ricostruzione pubblica. Quindi, senza polemica, prendiamo questa bocciatura semplicemente come un campanello di allarme. Magari stanno facendo giochetti politici. Magari non volevano che una norma proposta da Forza Italia trovasse l’approvazione.

Tutto possibile. Però su questo argomento facciamo quadrato, soprattutto i parlamentari eletti nel nostro territorio. Manteniamo alta l’attenzione perché in caso contrario la ricostruzione diventa veramente un miraggio. Per tutti”.

Senza pregiudizi con il governo e le commissioni, dico solo che la ricostruzione senza i tecnici non si fa” aggiunge il sindaco di Appignano Sara Moreschini. Che, poi, risponde a chi, per la verità con argomentazioni improponibili e mostrando una scarsa conoscenza della materia in discussione, ha provato in qualche modo a legare la decisione (si spera momentanea) del governo al proclama lanciato nei giorni scorsi da Di Maio circa un presunto (e improponibile) censimento dei raccomandati nelle pubbliche amministrazioni.

Chi parla di raccomandati – aggiunge Sara Moreschini – non ha idea di come funzioni un concorso pubblico. Ad Appignano abbiamo fatto due concorsi seri, dove hanno vinto i migliori tra coloro che si sono presentati. Oggi due ingegneri lavorano accanto agli altri uffici, ognuno per le sue competenze. Per chiudere il prima possibile le pratiche della ricostruzione. Perché la parte che compete a noi non deve rimanere indietro di un solo minuto, per rendicontare le messe in sicurezza, per rendicontare il primo giorno del mese e pagare i cas senza indugi a chi ne ha diritto.

Sono orgogliosa di avere due giovani ingegneri coordinate da una giovane ingegnere responsabile dell’ufficio tecnico. Sono orgogliosa perché nel mio comune si è lavorato per fare concorsi puliti, limpidi e cristallini come sono certa che sia accaduto altrove”.

Sul terremoto il governo ha altre priorità

Sulla stessa linea di Flaiani e Moreschini il sindaco di Visso e senatore leghista Giuliano Pazzaglini secondo cui “queste figure sono indispensabili, sia per numero che, anzi, forse è anche troppo esiguo, sia per professionalità. Bisogna trovare soluzioni non solo economiche ma anche amministrative per il rinnovo dei contratti”. Pienamente condivisibile, magari se invece di dichiararlo allo stampa si impegnasse a spiegarlo al suo partito e ai suoi alleati di governo sarebbe meglio e più produttivo…

Da parte di alcuni esponenti “grillini” locali sono arrivate rassicurazioni, sostenendo in sostanza che si tratta semplice di un dettaglio tecnico, che l’emendamento non poteva essere adottato dalla Commissione speciale e che la questione è ancora aperta e verrà esaminata in sede di legge di bilancio. Un po’ differente, ma sempre con il tentativo di rassicurare, la versione data dal senatore della Lega Paolo Arrigoni.

Abbiamo approvato diversi emendamenti – spiega – ma per questo non c’era copertura finanziaria e quindi è stato rinviato. Il governo sa che questo problema dei contratti esiste e lo affronterà più avanti”. Troppo poco per rassicurare i sindaci, innanzitutto perché non vengono in tal modo fornite certezze sul fatto che il provvedimento verrà concretamente inserito e adottato.

Anche perché  così c’è il serio rischio di un allungamento dei tempi che ovviamente non aiuta nessuno, men che meno i Comuni. Ad accrescere il timore ci sono, poi, le dichiarazioni del viceministro Laura Castelli (M5S) che, unite a quelle di Arrigoni, forniscono un quadro molto preoccupante.  La Castelli ha, infatti, affermato in tema di terremoto il governo ha altre priorità verso cui stanziare le risorse.

Avevo invitato il presidente del Consiglio Conte ad evitare passerelle e occuparsi dei problemi urgenti e drammatici di queste comunità – conclude amaramente Fiori – purtroppo avevo ragione. Gradirei davvero di essere smentito, intervenga immediatamente e ponga rimedio a questo vergogna”.

Già, servirebbe una presa di coscienza e un intervento forte del presidente del Consiglio. Se solo esistesse davvero e non fosse solamente virtuale…

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