Nelle settimane scorse sindaco e dirigente comunale avevano assicurato che solo il Cas di gennaio 2018 era stata liquidato in ritardo, per effettuare i controlli sui presunti “furbetti”. Ma gli atti comunali dimostrano che ritardi di mesi si verificano sempre…
Non è accaduto solo una volta, a gennaio 2018, che il Comune ha pagato con estremo ritardo (4 mesi) il Cas alle famiglie ascolane terremotate. Proprio quando le polemiche esplose le settimane scorse sembravano ormai essere sopite e dimenticate, la pubblicazione di alcuni atti comunali sull’albo pretorio on line del Comune smentisce clamorosamente quanto affermato dall’amministrazione comunale stessa e, in particolare, dal sindaco Castelli.
Quello di gennaio 2018 non è certo stato l’unico caso, altre volte (il sospetto che sia quasi sempre è ora legittimo) il Cas è stato pagato con oltre 4 mesi di ritardo, come dimostra inequivocabilmente la determina n. 624 del 1 marzo scorso (ma pubblicata solamente venerdì 4 maggio sull’albo pretorio on line). Così quella che sembrava una questione chiusa si riapre con risvolti per certi versi inaspettati.
In realtà che ci fossero problemi con l’erogazione del Cas se ne parlava da tempo, con alcune famiglie che si erano già in passato lamentate per l’incomprensibile ritardo da parte del Comune. Poi a metà aprile il caso era deflagrato in seguito ad una dura nota di denuncia firmata da due esponenti del Pd, Angelo Procaccini e Francesco Ameli.
Da gennaio a metà aprile, 4 mesi diventano 3 settimane!
“E’ inaccettabile che il Comune di Ascoli sia sempre la pecora nera nel pagamento dei Casi ai terremotati, un ritardo che non può passare inosservato in quanto sono coinvolte più di 700 famiglie aventi diritto al contributo. Ad Ascoli, a differenza di quanto avviene negli altri comuni, si viaggia con un ritardo di 3 mesi. Come mai? Se questi soldi sono a disposizione del Comune perché non vengono erogati invece di costringere i cittadini ad anticipare le spese di affitto di tasca propria?” denunciavano i due, per la verità dimostrandosi anche troppo magnanimi con l’amministrazione comunale.
Perché, come ammesso dal Comune stesso e come confermato dagli stessi atti comunali, il ritardo in realtà è di oltre 4 mesi. “L’amministrazione non ha mai registrato particolari ritardi nella corresponsione del Cas (nonostante verifichi oltre 750 casi mensili) salvo quanto accaduto nell’erogazione del mese di gennaio” aveva risposto il 19 aprile il dirigente comunale, con un lungo comunicato stampa nel quale, dopo aver spiegato le modalità e le (presunte) tempistiche di erogazione del Cas, spiegava le ragioni per cui si era verificato il ritardo di gennaio (a suo dire l’unico).
In realtà il dirigente comunale nel comunicato parlava di ritardo di “circa 3 settimane”, ma, come per altro evidenziato nello stesso comunicato stampa, le famiglie ascolane il Cas di gennaio l’hanno riscosso nella seconda metà di aprile, cioè molto più che 3 settimane (più di 4 mesi).
“Come già più volte evidenziato – si legge ancora in quel comunicato – il ritardo dell’ufficio è stato causato dall’impegno profuso dagli stessi dipendenti per completare i controlli su tutte le domande Cas al fine di evitare pagamenti indebiti o dubi relativi a situazioni limite che sono attualmente oggetto di approfondimento circa la veridicità dell’autocertificazione resa”.
Ora ci sarebbe da chiedersi per quale singolare ragione l’amministrazione comunale si sia ricordata solo dopo tutto questo tempo di effettuare controlli che, in un paese civile, si sarebbero fatti all’inizio, prima ancora di erogare il contributo stesso. O, quanto meno, nel momento in cui lo scandalo sui presunti “furbetti” del Cas era già venuto a galla, cioè a giugno 2017 (vedi articolo “Gli sciacalli e i furbetti del terremoto”).
NOn solo gennaio 2018
La tesi riportata dal dirigente comunale nel comunicato stampa del 19 aprile, nei giorni successivi era poi stata rilanciata e rafforzata dal sindaco Castelli che, da consumato attore, aveva addirittura provato ad assumere gli improbabili panni della vittima. “Ci stanno criticando solo perché in un’occasione abbiamo ritardato il pagamento del Cas per andare a scovare i furbetti” aveva sottolineato con forza nel corso del convegno “Sisma, lo stato della ricostruzione e il ruolo dell’informazione” che si è svolto il 20 aprile a palazzo dei Capitani.
Anche nei giorni successivi il primo cittadino aveva più volte ribadito che l’unico ritardo nel pagamento del Cas era quello che si era verificato per la mensilità di gennaio 2018, criticando duramente gli esponenti dell’opposizione che avevano sollevato quello che a suo dire era un inutile polverone. Sembrava un discorso chiuso, quindi.
Poi, all’improvviso, venerdì scorso (4 maggio) ecco spuntare sull’albo pretorio on line del Comune la determina n. 624 del 1 marzo 2018 con la quale si provvede alla liquidazione del Cas del mese di dicembre 2017 (per una spesa complessiva di 562.274,20 euro). Ci sarebbe, in realtà, da sottolineare che qualche “sfortunata” famiglia ascolana ha dovuto attendere ulteriormente prima di ricevere il Cas di dicembre 2017, visto che con una successiva determina (n. 811 del 19 marzo) si provvede al pagamento del contributo stesso a quelle famiglie che ancora non l’avevano ottenuto.
Al di là di questo ulteriore “disguido”, resta il fatto che anche il Cas di dicembre è stato liquidato alle famiglie aventi diritto ben 4 mesi dopo. Quindi non corrisponderebbe al vero ciò che scritto il dirigente comunale e che ha sostenuto più volte il sindaco, almeno in un’altra occasione oltre a gennaio 2018 il Cas è stato liquidato con clamoroso ritardo.
Praticamente inevitabile, a questo punto, chiedersi se e in quante altre circostanze si sono verificati ritardi così consistenti. E andando a spulciare gli atti comunali emerge con chiarezza, almeno per quanto riguarda il periodo dopo l’estate scorsa (prima non ci sono atti comunali in proposito) che il ritardo consistente in realtà è la prassi.
Infatti il Cas di novembre è stato liquidato a fine gennaio 2018 (determina n. 128), quello di ottobre a fine febbraio 2018 (determina n. 572) quello di settembre a dicembre (determina n. 2200), quello di agosto in parte a fine ottobre (determina n.1756) e in parte a dicembre (determina n. 2201). Altro che “solamente gennaio 2018”, quindi, il ritardo nella liquidazione del Cas è praticamente una costante, almeno da diversi mesi a questi parte. Si va da 4 mesi-4 mesi e mezzo (gennaio 2018, dicembre e parte di agosto 2017) a 3 mesi-3 mesi e mezzo di ritardo. Non è, quindi, un problema di dare la caccia ai “furbetti”, come avevano cercato di far credere sindaco e dirigente comunale.
Nella migliore delle ipotesi si tratta della solita inefficienza dell’amministrazione comunale. La famiglie ascolane (soprattutto quelle direttamente colpite dalle conseguenze del terremoto) ringraziano…