Godot non è ancora arrivato: slitta la riapertura del Filarmonici, salta il concerto di Dente & Catalano


Prima gennaio, poi febbraio alla fine il 7 marzo, con il concerto di Dente e Catalano il 16 marzo. Invece slitta ancora la riapertura del Filarmonici, forse ad aprile. Problemi per la pratica antincendio che, però, secondo la determina doveva essere chiusa ad inizio gennaio

Il teatro Filarmonici è diventato maggiorenne ma non è una ricorrenza che merita di essere festeggiato. Con l’ingresso del 2018, infatti, sono ben 18 anni che il teatro cittadino aspetta di essere riaperto ma questa volta finalmente dovremmo esserci (dopo 18 anni di annunci e scadenze non rispettate il condizionale è d’obbligo).

A novembre era arrivato l’annuncio del sindaco Castelli:  “da gen­na­io il Fi­lar­mo­ni­ci po­trà en­tra­re in fun­zio­ne. Gra­zie al fi­nan­zia­men­to di qua­si 7 mi­lio­ni di euro del pro­get­to Iti aree ur­ba­ne, ab­bia­mo i sol­di an­che per le at­ti­vi­tà cul­tu­ra­li da at­ti­va­re nel tea­tro”. Lasciamo stare che non si è mai capito (né, ovviamente, il primo cittadino si è mai degnato di spiegarlo) cosa mai c’entri la riapertura del Filarmonici con “Iti aree ur­ba­ne” (ban­do per la ri­qua­li­fi­ca­zio­ne del­le aree ur­ba­ne), dopo 18 anni di at­te­sa c’è poco da fare i pi­gno­li, l’im­por­tan­te è che il tea­tro ria­pra real­men­te.

Immagino cosa starete pensando, siamo nella parte finale di febbraio è il Filarmonici continua ad essere chiuso. In realtà, però, durante le festività natalizie l’amministrazione comunale aveva ribadito che era quasi tutto pronto ma che la riapertura sarebbe slittata di qualche giorno, probabilmente a febbraio (un mese in più dopo 18 anni cosa sarà mai e, poi, dopo tutti questi ritardi e slittamenti rispettare per una volta una scadenza non sembrava corretto…). Il 23 gennaio scorso, poi, ecco che addirittura è stata finalmente, sia pure non ufficialmente la data, esatta. A farlo è stato il prof Stefano Papetti  nel corso della dell’incontro in Pinacoteca per la presentazione della nuova Fondazione Rete Lirica delle Marche.

Durante la conferenza stampa il sindaco, in realtà, non si era sbilanciato (e già questo era apparso un segnale preoccupante, visti i toni solitamente “leggermente pomposi” con cui il primo cittadino è solito accompagnare i suoi annunci) indicando genericamente marzo ma lasciando uno spiraglio aperto per una possibile anticipo a febbraio (“potrebbe anche essere febbraio”). Nel corso della visita della delegazione regionale (con in testa l’assessore regionale alla cultura Pieroni) Papetti aveva svelato che la riapertura era fissata per il 7 marzo.

Non solo, ad avvalorare e rendere credibile quella data è poi arrivata la notizia che addirittura era già stato fissato il primo evento da tenersi nel restaurato teatro: il 16 marzo una tappa del tour “Contemporaneamente insieme” di Dente & Guido Catalano. Ad ulteriore conferma del doppio evento (riapertura e concerto), il capogruppo del Pd Ameli su facebook aveva specificato che “il consorzio regionale Marche Spettacolo ha stanziato 15 mila euro per uno spettacolo dal vivo in occasione della riapertura del teatro”. Nei giorni successivi, poi, sul sito che promuove il tour (che ha preso il via il 20 gennaio) e su tutti i siti che si occupano di concerti in effetti è apparsa la data del 16 marzo ad Ascoli, al teatro Filarmonici.

Stavolta è fatta per davvero, tutti abbiamo pensato che questa volta non ci sarebbero state sorprese. C’è la data precisa della riapertura, c’è il concerto fissato per il 16 marzo, addirittura c’è il contributo appositamente stanziato da Marche Spettacolo non possono esserci dubbi. Già, non dovrebbero esserci. Però colpevolmente abbiamo dimenticato che da qualche tempo Ascoli è quel meraviglioso posto dove tutto può accadere, dove l’impossibile diventa magicamente possibile, dove non esistono date, scadenze, dove persino la matematica è una mera e contestabilissima opinione. I primi dubbi che qualcosa stesse accadendo sono iniziati ad affiorare nelle ultime settimane, osservando proprio il sito del tour “Contemporaneamente insieme”.

Mentre a fianco di ogni data c’erano tutte le indicazioni e i siti di riferimento per poter acquistare i biglietti, a fianco della data ascolana al Filarmonici non c’era alcuna indicazione. Poi, a metà della settimana scorsa improvvisamente la data di Ascoli è scomparsa e a quel punto i dubbi sono diventati un atroce sospetto. Che si è rafforzato ad inizio settimana quando, sempre sul sito del tour, è ricomparsa la data del 16 marzo ma non più al teatro Filarmonici di Ascoli ma al teatro Astra di Castelfidardo. Ironia della sorte, nel comunicato stampa in cui annuncia l’evento il Comune di Castelfidardo spiega che il concerto rientra nell’ambito del “Klang festival” promosso dall’Amat, dalla Regione e da vari comuni marchigiani, primo tra tutti proprio quello di Ascoli.

Ci sarebbe molto da dire su questo festival, almeno per quanto riguarda la partecipazione del capoluogo piceno, ma quello che qui ci interessa è che è del tutto evidente che lo spostamento del concerto da Ascoli a Castelfidardo significa una sola cosa: che il 7 marzo il teatro Filarmonici non riapre affatto. Dal Comune tutto tace, il sindaco Castelli non commenta e non spiega (e in fondo è meglio così, visto che quanto sta accadendo) ma da quanto riportano diversi quotidiani locali sembra che ora la riapertura slitti ad aprile.

Vedremo se di mese in mese riusciremo ad arrivare anche alla fine del 2018, quello che lascia ancora più sconcertanti è che, a quanto si apprende, il problema ora sarebbe rappresentato dalla pratica antincendio. In realtà spulciando tra gli atti ufficiali del Comune emerge come l’incarico per l’ottenimento del rilascio del certificato di conformità antincendio, per un importo di poco più di 5 mila euro, l’amministrazione comunale l’ha affidato il 24 novembre scorso con determina n. 2104 (“Lavori di completamento del restauro e adeguamento funzionale del teatro Filarmonici: affidamento dell’incarico per l’ottenimento del rilascio del certificato di conformità antincendio”).

Nella determina si legge che “il professionista in parola dovrà produrre quanto in narrativa precisato (cioè il certificato di conformità antincendio) entro 30 gg (trenta) giorni, a partire dall’esecutività della presente determinazione”. Più avanti viene sottolineato che “la presente determinazione è esecutiva dall’apposizione del visto di regolarità contabile”. Dall’albo pretorio on line sappiamo che questo è accaduto, e quindi la determina è diventata esecutiva, il 4 dicembre scorso.

Ciò significa che il certificato in questione doveva essere prodotto entro il 4 gennaio 2018. Questo, almeno, nel mondo reale, in una comunità civile dove 30 giorni equivalgono ad un mese e la matematica non è un’opinione. Quindi non in quel favoloso mondo che è diventato il capoluogo piceno e, in particolare, nel mondo surreale dell’amministrazione comunale. Ironia a parte sono passati due mesi e mezzo dall’esecutività di quella determina, da un mese e mezzo è scaduto il termine per la presentazione del certificato ma, guarda il caso, siamo ancora in alto mare. E se davvero la riapertura del teatro avverrà non prima di aprile, per magia 30 giorni saranno diventati 5 mesi.

Nulla di strano, cose che accadono con puntualità quasi svizzera da qualche anno a questa parte ad Ascoli. “L’attesa del piacere è essa stessa il piacere” sosteneva Gotthold Ephraim Lessing, il filosofo e poeta tedesco a cui, evidentemente, si ispira questa amministrazione. Che, basandoci su questa citazione, bisogna ammettere che in questi anni, per quanto riguarda le opere pubbliche, non smette mai di procurare “il piacere” ai cittadini ascolani…

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