La “guerra” senza fine contro Giovanni Allevi


L’avvio del nuovo tour diventa per il “Fatto Quotidiano” l’ennesima occasione per gettare fango sull’artista ascolano, già in passato duramente criticato per la sua direzione dell’Orchestra sinfonica e per l’inno della serie A e addirittura definito “l’eroe dei cretini”

Non deve proprio andare a genio Giovanni Allevi al “Fatto Quotidiano”. Che non perde occasione per  gettare veleno sul musicista ascolano, qualsiasi cosa faccia. Bocciato per l’inno della serie A “O generosa” (poca inventiva e scarsa qualità compositiva fu il giudizio tranciante allora), irriso e “stroncato” lo scorso anno in occasione della sua esibizione come direttore di orchestra con l’Orchestra Sinfonica Italiana (“notiamo per l’ennesima volta, quanto il gesto di Allevi, più che direttoriale, sia semplicemente puerile, inesperto, goffo. Sembra di assistere al bimbo che, appassionato di classica e sinfonica, si mette da solo, con stereo alzato a tutto volume e bacchetta in mano, a simulare una direzione d’orchestra: la differenza sta nel fatto che Allevi, contrariamente al bimbo di cui sopra, un’orchestra si ritrova a dirigerla per davvero, e se il bimbo, destando tenerezza e affetto, fa ben sperare per un suo eventuale futuro musicale, il pianista pop desta solo imbarazzo, oltre che un pizzico di fastidio”), è finito nuovamente nel mirino del giornale diretto da Marco Travaglio in occasione del lancio del suo nuovo tour (“Equilibrium tour”) attualmente in corso.

Va detto che in realtà l’artista ascolano ormai è ampiamente abituato ad essere al centro delle discussioni e a subire attacchi di un certo tipo. Già nel 2008 Uto Ughi non fu certo tenero nei suoi confronti dopo che Allevi era stato protagonista del concerto di Natale al Senato (“Il successo di Allevi? Mi offende!” aveva dichiarato il violinista). Una polemica che si è trascinata per diversi anni e che, ad un certo punto, ha visto alcuni Conservatori italiani (a partire da quello di Mantova) schierarsi apertamente dalla parte di Ughi e contro l’artista ascolano. Che, poi, era finito nel mirino dei siti e dei blog di musica classica dopo che, in occasione delle celebrazioni di Italia 150, la Rai gli aveva affidato il compito di rivisitare l’inno di Mameli.

Polemiche e critiche  da parte di alcuni ambienti del mondo musicali furono sollevate anche quando, nel 2012, l’allora presidente della Repubblica Napolitano lo insignì del titolo di “Cavaliere al merito della Repubblica italiana”. Schermaglie normali e comprensibili che capitano spesso quando un’artista, per una serie svariate di ragioni, ottiene una certa visibilità, finendo così per attirarsi le critiche di molti colleghi, spesso mossi anche da una buona dose di invidia.

Quello che, invece, in parte stupisce è il vero e proprio accanimento del “Fatto Quotidiano” nei suoi confronti. Per carità, la libertà di critica è sacrosanta, il quotidiano di Travaglio ha tutto il diritto (e ci mancherebbe…) di esprimere la propria opinione, di non gradire Allevi. Ma in questo caso la “guerra” all’artista ascolano sembra diventata un’ossessione, in pratica gli viene riservato lo stesso trattamento utilizzato per i “nemici” politici del “Fatto Quotidiano” come Renzi e la Boschi. Ogni respiro, ogni pretesto è buono per scaricare una buona dose di veleno nei suoi confronti e nei confronti di chi “osa” considerarlo un artista a cui affidare determinati ruoli. Come detto l’ultima occasione per farlo è nata dalla presentazione del nuovo tour di Allevi, con tanto di video promozionale.

Un’opportunità che il quotidiano di Travaglio non si è lasciato sfuggire. E, non potendo aspettare eventualmente di “stroncare” l’esibizione di Allevi (cosa che presto, siamo certi, avverrà…), gli strali dell’articolo a firma di Fabrizio Basciano (pubblicato qualche settimana fa ma, chissà perchè, rilanciato nei giorni scorsi dalla pagina facebook del quotidiano) si sono riversati sul messaggio contenuto nello spot di lancio del tour. Che definisce Allevi un “prodigio della musica classica contemporanea”. Tanto basta per dare il via ad un lunghissimo ed interminabile “pippotto” nel quale l’autore spiega nel dettaglio il significato autentico della parola “prodigio”, stabilendo così a chi può esser rivolto e a chi no, e della definizione di “musica classica contemporanea” che, ovviamente, non può assolutamente essere riferita all’artista ascolano.

Il tutto per giungere alla conclusione, scontata e prevedibile, di accusarlo di creare volutamente confusione con tecniche di marketing che mirano ad ingannare. Nulla di nuovo, per la verità, già nel 2015 lo stesso Basciano (in occasione del lancio dell’inno della serie A) lo aveva definito un “mistificatore”. Quasi un complimento se paragonato al durissimo articolo, pubblicato a giugno 2016, sul blog del “Fatto Quotidiano”, a firma di Paolo Isotta (musicologo). Che, prendendo spunto dal concerto di Allevi a Napoli, ha colto l’occasione per sferrare un durissimo attacco nei suoi confronti, definendolo “l’eroe dei cretini”.

L’aspetto è da teen ager – scrive Isotta – una massa di capelli ricci indomiti, magliettine economicissime si fa fotografare scalzo sul pianoforte giacché i piedi nudi sono una cosa molto sexy – anche se i suoi lo sono poco, fidatevi di chi se ne intende. Una faccina da topolino finto-ingenuo; occhiali; ostentato entusiasmo verso tutto ciò che esiste. Ci è e ci fa. Questo sedicenne spaesato ha quarantasette anni ed è padre di famiglia. Non so quanto make-up in foto e in filmati vi sia; un uomo che sia tale si vergognerebbe a fare alla sua età, per soldi, la commedia del ragazzino Allevi si vanta dei suoi diplomi di Conservatorio e parla con spocchia di sé come di un compositore di altissima professione; del pari del pianista e del direttore d’orchestra. Come direttore e pianista non fa nemmeno ridere.

“In rete” si possono ascoltare sue composizioni e persine leggere sue “partiture”. Si sarebbe tentati di definirlo un artista della presa in giro, tanto sono velleitarie, rudimentali, al di sotto di ogni giudizio, vellicanti una sotto-percezione musicale da minorati. Se Allevi ne è consapevole, è un genio, perché fa i soldi e la dà a bere: e mi auguro per lui che lo sia. La tragedia è che – forse – egli crede in quel che fa e si prende sul serio. Il suo pubblico ha quel che si merita”.

“Avendo un po’ studiato il caso Allevi avevo deciso di avere la missione storica di smascherarlo – conclude Isotta – poi mi sono fermato a pensare. A chi dà fastidio costui, se il suo pubblico è fatto di teen-agers e cretini annessi e solo per loro si propina quale Titano degli anni Duemila?”. Non sappiamo se davvero Allevi dia fastidio a qualcuno.

Di certo, però, nei suoi confronti il “Fatto Quotidiano” ha quella che si suole definire una vera e propria forma di paranoia (in uno degli articoli degli anni passati addirittura si paventava il fatto che certi prestigiosi incarichi gli fossero stati attribuiti perché protetto da non meglio indentificati potentati economici, una sorta di “poteri forti” che operano in campo musicale…). Che, però, non sembra certo scalfire l’artista ascolano che, come al solito, sta ottenendo un ottimo successo di pubblico con il suo tour che proseguirà fino ad aprile – maggio.

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