Evasione tasse comunali: la telecamera della verità


Intervenendo al programma di Rai 3 “Agorà” il sindaco Castelli ha affermato che quello dell’evasione delle tasse comunali ad Ascoli è un problema serio, che priva il Comune di importante risorse per i servizi. Ma 6 mesi in Consiglio comunale aveva sostenuto l’esatto contrario…

L’evasione nella nostra città è modesta nei quantitativi e può essere governata in maniera dissuasiva, senza ricorrere ad interventi coercitivi”. “Quello dell’evasione 

comunale è un problema serio, è un’altra delle iniquità del nostro paese. Non funziona neppure la riscossione coattiva e poi mancano i soldi per alimentare le attività sociali”.

Sarebbe davvero interessante assistere una volta ad un serrato confronto tra le due persone che sostengono tesi così opposte e contrapposte. Chissà, magari si potrebbe capire chi dei due ha effettivamente ragione e in quale misura. Il problema è che un simile confronto purtroppo non potrà mai esserci. Per il semplice motivo che le due tesi, così palesemente agli antipodi (e, per giunta, inerenti entrambe la stessa città, Ascoli) sono sostenute dalla stessa persona: il sindaco Castelli. Che 6 mesi fa (luglio 2017) in Consiglio comunale, presentando la delibera con la quale il Comune affidava il servizio di riscossione coattiva delle entrate comunali all’Agenzia delle Entrate Riscossione (la “nuova” Equitalia), sosteneva che l’evasione nel capoluogo piceno (in riferimento a tasse e tariffe comunali) era praticamente irrilevante e facilmente gestibile “senza ricorrere a interventi coercitivi”.

Salvo, poi, fornire una versione completamente opposta nei giorni scorsi davanti alle telecamere in una delle tante apparizioni nei salotti televisivi (a proposito, non sarà anche e soprattutto per le ripetute “comparsate” in tv del primo cittadino, che esulano dal suo ruolo istituzionale, che nelle settimane scorse il Comune ha dovuto impegnare circa 7 mila euro per pagare i pedaggi autostradali e i permessi Ztl a Roma?). Chi come noi era presente in quel Consiglio comunale del 18 luglio scorso e, quindi, aveva ascoltato quelle rassicuranti affermazioni, è rimasto davvero sorpreso nell’ascoltare quello che Castelli ha affermato martedì 16 gennaio nel corso di “Agorà” (Rai 3).

Intervenendo in materia di evasione, il primo cittadino ascolano ha sottolineato quanto pesi il problema dell’evasione comunale, criticando poi pesantemente l’Agenzia delle Entrate Riscossione che ha preso il posto di Equitalia. E anche su questo argomento siamo di fronte ad una contraddizione non di poco conto, per altro non nuova, nell’operato del sindaco. Che nel 2012, in qualità di delegato Anci alla Finanza, lanciava il proclama “fuori Equitalia dai Comuni” sostenendo che “Equitalia sta diventando sempre più crudele, il trasloco sarà impegnativo ma è giusto cambiare” per quanto riguarda la riscossione dei tributi comunali.

Ed in effetti molti Comuni l’hanno fatto, quello di Ascoli da lui guidato, però, no. E quando Equitalia è stata sostituita dal nuovo ente (Agenzia delle Entrate Riscossione), identico nella sostanza ma con qualche inquietante potere in più, la sua amministrazione comunale non ci ha pensato due volte ad affidargli il servizio di riscossione coattiva. Una scelta che ora, davanti alle telecamere, lo stesso Castelli riconosce essere sbagliata.

Da sindaco confido ancora su Equitalia – ha affermato il primo cittadino ascolano, immediatamente corretto dalla conduttrice di “Agorà” Serena Bortone che gli ha ricordato che ora si chiama Agenzia delle Entrate – sbaglio perché devo cambiare, stiamo cercando di internalizzare questo rapporto. Ad esempio la riscossione coattiva delle multe stradali ad Ascoli l’abbiamo affidata ad Equitalia che fa un ragionamento molto discutibile. Siccome non conviene impegnarsi in maniera massiva e costosa, noi abbiamo una riscossione delle multe coattive che supera a malapena il 4%.

Questo significa che c’è un’altra iniquità in Italia, soprattutto sulle piccole pezzature (100, 200, 300, 500 euro) che sono tradizionalmente nel rapporto fiscale tra Comune e contribuente. Questa è una cosa veramente grave perché poi a me mancano i soldi per alimentare asili nido, attività sociali e quant’altro. Tutto ciò è una cosa ridicola, hanno cambiato le insegne di Equitalia ma hanno mantenuto tutte le inadeguatezze e non funziona”.

Giusto, assolutamente condivisibile il giudizio sul soggetto che ha sostituito Equitalia. Però non si capisce, e per certi versi è nella stessa misura una cosa ridicola, perché chi ha questa convinzione (e già 6 anni fa faceva la battaglia per uscirne fuori) continui ad affidarsi a quella struttura che ritiene così palesemente inadeguata. Allo stesso modo per i cittadini è difficile orientarsi e capire a quale delle due versioni di Castelli bisogna credere, se quella che in Consiglio comunale rassicura che non ci sono problemi riguardo l’evasione fiscale nel capoluogo piceno o quella che dagli studi televisivi ammette che, invece, rappresenta un grave problema per il Comune perché lo priva di risorse necessarie per sostenere servizi fondamentali per la città. La logica e il senso del rispetto delle istituzioni vorrebbero che la versione credibile sia quella fornita in un luogo istituzionale, nella civica assise.

La realtà, però, purtroppo è completamente differente. Infatti sappiamo bene che la verità, almeno per quanto riguarda l’entità del problema, è quella raccontata davanti alle telecamere che, ormai è noto, hanno per Castelli un fascino di gran lunga superiore rispetto ai luoghi istituzionali. E lo abbiamo sempre saputo ed evidenziato (vedi articolo “Evasione tasse comunali: Castelli smentisce… il sindaco di Ascoli!) per il semplice motivo che già allora, mentre il sindaco rassicurava tutti, c’era una delibera di giunta che forniva un quadro ben preciso di quanto grave fosse la situazione. Si tratta della delibera n. 120 del 14 luglio (“Variazioni di cassa al bilancio 2017-2019”) che evidenziava come il Comune ha incassato solo 2,5 degli 8 milioni di tasse comunali evase.

In quella cifra, per giunta, si fa riferimento solamente ad ici, imu e tassa rifiuti, non alle multe che, come ha evidenziato lo stesso Castelli ad “Agorà”, vanno ad aumentare la cifra dei mancati incassi. Quella delibera, però, ci dice che il primo cittadino anche di fronte alle telecamere di Rai 3 non ha detto completamente la verità perché non è affatto vero che i mancati introiti dell’evasione privano il Comune di risorse importanti per i servizi. Infatti, secondo quanto è riportato nella delibera n. 120, a fare le spese di quei mancati introiti sono alcune opere pubblicate programmate dall’amministrazione comunale ma che in tal modo non potranno essere finanziate.

Nel documento istruttorio di quell’atto vengono anche indicate quali sono: la riqualificazione dell’area Sacro Cuore, il completamento di 54 alloggi nella zona del Pennile di sotto, il restauro dell’ex distretto militare, i 27 alloggi Erap a Monticelli, il recupero dell’ex caserma Vellei, la riqualificazione dell’area Pennile di sotto, oltre ad un consistente taglio agli incentivi per il recupero del patrimonio edilizio residenziale.

In altre parole, va bene il fascino irresistibile delle telecamere. Ma raccontare per una volta come stanno realmente le cose sarebbe troppo…

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