Teatro Filarmonici, riapertura tra le polemiche per la gestione


Dopo 17 anni di attesa, a febbraio dovrebbe finalmente riaprire lo storico teatro ascolano che il sindaco Castelli intende affidare in gestione, almeno inizialmente, all’Amat. “E’ una scelta inaccettabile per tutti gli ascolani” accusa l’ex assessore alla cultura Aliberti

Il 2018 dovrebbe essere l’anno della riapertura del teatro Filarmonici. Il condizionale è d’obbligo visto che anche il 2017, il 2016, il 2015, il 2014 (potremmo proseguire fino al 2001…) dovevano essere gli anni della riapertura dello storico teatro ascolano.

Che, in realtà, secondo gli atti ufficiali dell’amministrazione comunale (la “Relazione Performance 2016”) è già riaperto e pienamente funzionante da oltre un anno, visto che sindaco e assessori hanno considerato raggiunto (nel 2016) sia l’obiettivo della riapertura che quello della concreta fruizione (nella rete infrastrutture dei teatri). Chissà, forse nel mondo virtuale del sindaco Castelli è davvero così. Quel che è certo, però, è che nel mondo reale il teatro Filarmonici continua ad essere chiuso e, come tradizione di questa amministrazione comunale per ogni intervento e per ogni opera importante, come si avvicina la data fissata per la sua riapertura succede sempre qualcosa di imponderabile che determina un ulteriore slittamento. Ora, però, dovremmo davvero esserci.

Nel novembre scorso Castelli aveva annunciato che “da gennaio il Filarmonici potrà entrare in funzione. Grazie al finanziamento di quasi 7 milioni di euro del progetto Iti aree urbane, abbiamo i soldi anche per le attività culturali da attivare nel teatro”. In realtà ci sarebbe da capire cosa mai c’entri la riapertura del Filarmonici con “Iti aree urbane” (bando per la riqualificazione delle aree urbane), ma dopo 17 anni di attesa c’è poco da fare i pignoli, l’importante è che il teatro riapra realmente. Nei giorni scorsi, durante le festività natalizie, è stato ribadito che ormai è tutto pronto, che si tratta di questione di giorni e che presumibilmente a febbraio (un mese di ulteriormente slittamento era fisiologico, sarebbe stato brutto dopo 17 anni di rinvii e proroghe alla fine rispettare l’ennesima scadenza…) finalmente il teatro riapre.

Secondo quanto affermato dal sindaco non sarà, però, il Comune a gestire la nuova struttura ma inizialmente sarà l’Amat a farlo. “Cercheremo una gestione attraverso un bando – ha affermato Castelli – però l’espletamento del bando stesso ha tempi molto lunghi, per questo la mia intenzione è di affidare per un anno-un anno e mezzo la gestione all’Amat con la quale collaboriamo per la programmazione della stagione teatrale”. In altre parole il problema del bando sarà una questione che riguarderà il nuovo sindaco e la nuova amministrazione, visto che l’attuale legislatura finirà nella primavera del 2019.

Una soluzione che però è duramente contestata dall’ex assessore alla cultura Aliberti che in un duro post pubblicato sul proprio profilo facebook critica la decisione, chiedendo a gran voce che sia un’associazione cittadina ad occuparsi, almeno fino al bando, della gestione.

La decisione di far gestire il teatro Filarmonici all’Amat è inaccettabile per tutti gli ascolani che amano la loro città e per quelli che soffrono la mancanza di lavoro – scrive Aliberti – il teatro Filarmonici è degli ascolani che hanno speso tanti soldi per la sua ristrutturazione e che ogni anno pagano una quota annuale per associarsi all’Amat che non ha speso nulla per il Filarmonici. L’Amat, inoltre, è un’organizzazione che distribuisce spettacoli nelle Marche, prevalentemente nei Comuni, con sede ad Ancona. Nel cda dell’Amat c’è anche il sindaco Castelli che ha sempre indicato al primo posto della sua azione amministrativa il lavoro. Però il tasso disoccupazione, specialmente giovanile, è sempre aumentato sotto la sua amministrazione.

Ad Ascoli ci sono moltissime associazioni cittadine che potrebbero gestire il teatro Filarmonici a costi anche più contenuti e con soggetti più competenti, senza contare che così si creerebbe occupazione per i nostri concittadini e non per gli “stranieri”. Per questo ci domandiamo e vi domandiamo: vi sembra giusto che il sindaco di Ascoli, nato a Siena, vissuto a Offida, consigliere d’amministrazione dell’Amat con sede in Ancona, per altro in conflitto d’interesse, preferisca far gestire il nostro teatro a chi non è ascolano?”.

Scontata la risposta, almeno messa la vicenda in questi termini. Per questo sarebbe opportuno che per una volta il sindaco si degnasse di spiegare concretamente e seriamente la ragione per cui preferisce rivolgersi all’Amat, escludendo le associazioni cittadine. Naturalmente sempre nella speranza che a febbraio il teatro Filarmonici riapra davvero (anche nel mondo reale, non solo in quello virtuale dell’amministrazione comunale…) e non arriva l’ennesimo rinvio e l’ennesima proroga

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