Università e diritto allo studio, oltre 5 mila borse di studio per gli studenti marchigiani


Tra la somma inserita nel bilancio regionale e i soldi del fondo integrativo nazionale nelle Marche ammonta a 50 milioni di euro lo stanziamento per il diritto allo studio. E dal 1 gennaio 2018 sarà operativo il nuovo Ente regionale unico, l’Erdis, che sostituisce i 4 Ersu

Si può giustamente dire molto e parlare a lungo delle tante cose che non funzionano nel nostro sistema universitario. Ma oggettivamente bisogna riconoscere che negli ultimi tempi molto di positivo è stato fatto, in generale nel nostro paese e più in particolare nella nostra regione, per quanto riguarda il diritto allo studio. A partire dall’aspetto economico, che ovviamente è fondamentale perché se non ci sono le risorse necessarie tutto il resto diventa superfluo. E da questo punto di vista i passi in avanti sono notevoli.

Il Fondo integrativo statale per il diritto allo studio per il 2017 ammonta infatti a 217 milioni di euro, ben 50 in più rispetto all’anno precedente. Solo qualche anno fa la situazione era quasi tragica, negli anni 2010 e 2011 (governo Berlusconi) il fondo statale per l’università era stato drasticamente ridotto e ammontava addirittura a meno di 100 milioni di euro (per l’esattezza 96 nel 2010 e 98 nel 2011). Poi nel 2013 il decreto legge 103/13, poi convertito dalla legge 128/13, stabiliva che a partire dal 2014 l’ammontare annuale del fondo per il diritto allo studio non potesse essere inferiore a 150 milioni di euro. Quest’anno c’è stato un ulteriore cospicuo aumento (nel 2016 ammontava a 167 milioni di euro), con la novità che i soldi verranno erogati alle Regioni non più sulla base della spesa storica ma in base al proprio fabbisogno. Contemporaneamente da ottobre è partita la campagna di comunicazione per i ragazzi delle scuole superiori, per portare a conoscenza dei futuri universitari degli strumenti del diritto allo studio, con un apposito sito internet dedicato a questo tema (http://www.dsu.miur.gov.it/).

Senza dimenticare, poi, l’introduzione da quest’anno della no tax area che permette di non pagare l’iscrizione all’università a chi ha un reddito Isee fino a 13 mila euro (e agevolazioni sono previste fino 30 mila euro di reddito Isee). E che i progressi rispetto al passato sono notevoli lo testimonia anche la posizione delle associazioni che raggruppano gli studenti universitari che, per la prima volta dopo molti anni, hanno manifestato la propria soddisfazione, evidenziando comunque che ancora c’è molta strada da fare e che occorrerebbe in ogni caso cercare di aumentare le risorse.

In linea con il panorama nazionale anche la situazione nella nostra regione dove lunedì 4 dicembre è stata presentata la riforma che ha riunito i 4 vecchi Ersu (uno per ogni Università marchigiana) nell’Erdis (Ente regionale unico per il diritto allo studio) che sarà ufficialmente operativo a partire dal 1 gennaio 2018 .

Un sistema unico che consente agli studenti dei quattro atenei marchigiani di accedere alle borse di studio con le stesse modalità – ha spiegato il presidente della Regione Ceriscioli – prima ogni area aveva i suoi metodi, oggi tutti hanno ricevuto una risposta di tipo omogeneo e nessuno è rimasto fuori. Nonostante i timori del cambiamento, si sta dimostrando molto efficace un metodo che dà a tutti gli stessi diritti”. “Con questo nuovo ordinamento – ha  aggiunto l’assessore all’Istruzione e al Lavoro Loretta Bravi – viene migliorata l’erogazione dei servizi legati al diritto allo studio.  L’Erdis sarà ufficialmente operativo dal 1° gennaio 2018, ma il percorso di riforma è già a buon punto.  Siamo passati dai quattro Ersu all’ente unico per il diritto allo studio  secondo le direttive del MIUR e da quest’anno abbiamo una graduatoria unica per le borse di studio che ci ha permesso di uniformare il trattamento degli studenti dei quattro Atenei”.

La presentazione dell’Erdis è stata anche l’occasione per fare il punto sui fondi a disposizione e su come sono stati utilizzati. Anche in questo caso, come a livello nazionale, la differenza e il miglioramento rispetto agli anni passati è assolutamente evidente. Nel bilancio regionale, infatti, sono previsti per il diritto allo studio 42 milioni di euro ai quali si aggiungono gli 8 milioni di euro che dovrebbero arrivare dal Fondo Integrativo Statale, per un investimento totale di 50 milioni di euro. Solo 4 anni fa la situazione era completamente differente, visto che nel 2013, secondo quanto emerge dal “Rapporto sulla condizione studentesca” stilato dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari insieme al Miur, i fondi per il diritto allo studio nelle Marche ammontavano a 10 milioni di euro, di cui 5,5 inseriti nel bilancio regionale e 4,5 provenienti dal fondo statale.

Tra i vari dati forniti nel corso della presentazione, i più significativi sono sicuramente quelli relativi alle borse di studio e sugli interventi per la riqualificazione degli studentati (impegnati ben 10 milioni di euro per l’intervento). Complessivamente sono 5.414 gli studenti marchigiani che beneficiano delle borse di studio, per la gran parte (4.457) fuori sede ma anche pendolari (750) o residenti in sede (206). Per quanto riguarda le università il maggior numero di borse di studio sono state erogate ad Urbino (2.070), seguito da Ancona (1.330), Macerata (1.327) e Camerino (687).

Siamo particolarmente soddisfatti – afferma l’assessore Bravi – perché siamo riusciti ad erogare le borse di studio e nessun beneficiario è rimasto fuori”. “Una situazione quasi del tutto ottimale e sicuramente migliore degli anni precedenti – ha aggiunto il direttore generale dell’Erdis Brincivalli – i servizi alloggio e mensa sono garantiti per tutti. In base alla graduatoria di merito e reddito, inoltre, il 31% dei beneficiari avrà anche la quota in contanti per intero, mentre il restante 69% per il momento avrà il 55% della quota e la restante parte quando si potrà conoscere con esattezza l’entità del contributo statale”.

Da segnalare, infine, il contributo di solidarietà post sisma, con 3,6 milioni di euro già stanziati dallo Stato (2,3 per il 2016, 1,3 per il 2017) e 800 mila euro al momento previsti per il 2018.

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