Petizione di Save the Children per chiedere verifiche e scuole antisismiche


La collaborazione tra Save the Children e il Comitato Scuole Sicure Italia, che già nel marzo scorso aveva presentato una bozza di petizione che è alla base di questa iniziativa, finalmente ha dato dei frutti. Verifiche, scuole antisismiche e gestione dell’emergenza i punti salienti

Andare a scuola è un diritto e un obbligo. Essere al sicuro è fondamentale”. Con questo semplice ma efficace slogan (che bisognerebbe far imparare a memoria a quanti ancora oggi, alla legittima richiesta di avere scuole sicure, rispondono con l’insopportabile “e a casa vostra siete al sicuro?”) Save the children Italia ha lanciato una petizione popolare per chiedere al governo e al Parlamento quello che in una società civile dovrebbe essere scontato e neppure oggetto di formale richiesta, cioè che i nostri ragazzi frequentino scuole sicure.

Una petizione che nasce dalla collaborazione e dal confronto che nei mesi scorsi le rappresentanti dell’associazione hanno avuto sul tema con il Comitato Scuole Sicure Italia (CSSI), con incontri e un fitto scambio di messaggi. Nel marzo 2017 la presidente del CSSI , Iride Luzi, aveva inviato alla responsabile dei rapporti con gli enti una bozza di petizione che, sostanzialmente, rappresenta l’ossatura dell’attuale atto presentato da Save the Children. Nel maggio scorso, poi, una delegazione di Save the children aveva fatto tappa ad Ascoli per incontrare (al Caffè Meletti) la stessa presidente insieme ad alcuni rappresentanti del Comitato e i rappresentanti dell’Assai (Associazione scuole sicure Abruzzo Italia) con in testa la presidente Leda Ragas (vedi articolo “Confronto il Miur e nuove norme per la sicurezza delle scuole”).

Nel corso di quell’incontro, al quale aveva partecipato anche l’ex sindaco di Appignano Nazzarena Agostini per testimoniare l’esempio virtuoso del suo comune, si era discusso di varie iniziative da portare avanti, compresa la petizione proposta e predisposta dal presidente del CSSI Iride Luzi. Che ora, dopo qualche mese, è stata finalmente presentata da Save the Children nei termini in cui era stata proposta allora. In particolare sono tre i punti chiave e le richieste principali dell’associazione: scuole antisismiche per tutti, a partire dalle aree a maggiore pericolosità; verifica degli edifici per mappare i pericoli per ogni scuola; sapere cosa fare in caso di emergenza: percorsi obbligatori di formazione e autoprotezione a scuola.

Secondo i dati elaborati per noi dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) – si legge  nella petizione di Save the Children – circa 4 milioni e mezzo di studenti tra i 6 e i 16 anni vivono in province totalmente o parzialmente rientranti in aree con pericolosità sismica medio-alta o alta. Ma le informazioni disponibili sullo stato degli edifici scolastici sono ancora oggi insufficienti: una larga parte delle scuole non è stata sottoposta a verifica di vulnerabilità sismica, nonostante sia obbligatoria per legge proprio in seguito a quella tragedia e i dati dell’Anagrafe dell’Edilizia scolastica risultano scarsamente affidabili per la valutazione della pericolosità, in quanto non aggiornati né completi riguardo ai dati strutturali degli edifici, essenziali per valutarne la vulnerabilità. Questo ha conseguenze inevitabili per la prevenzione.

La legge non aiuta a risolvere questa situazione: gli alti parametri antisismici previsti dalle norme sulle costruzioni si applicano solo quando si va a costruire un nuovo edificio o in caso di suo ampliamento, sopraelevazione o mutamento di destinazione d’uso. Eppure la maggioranza delle scuole italiane ha sede in vecchi edifici, per i quali non sono stabiliti obblighi generali di adeguamento antisismico a un parametro minimo determinato. Inoltre, cosa ancora più grave, anche se dalle verifiche emerge un pericolo per un edificio scolastico, non vi è per legge obbligo di intervento da parte degli enti locali proprietari”.

Ad Ascoli chi si preoccupa seriamente della sicurezza delle scuole conosce bene la realtà descritta da Save the Children, sa che negli anni passati Comune e Provincia se ne sono “fregati” della sicurezza dei nostri ragazzi, non effettuando le verifiche imposte per legge, mentre solamente la seconda ora, dopo l’emergenza sismica, ha avviato le verifiche stesse (il Comune ancora non pervenuto). Così come sappiamo bene che la mancanza di un obbligo di legge che imponga di intervenire in caso di pericolo è uno dei tanti paraventi dietro al quale si sono nascosti i nostri amministratori (in particolare il sindaco) per giustificare la propria inerzia.

Non possiamo restare indifferenti – prosegue il documento di Save the Children – è essenziale che i bambini, gli insegnanti, il personale scolastico e le famiglie che hanno i propri cari all’interno delle scuole possano considerare gli edifici scolastici dei luoghi sicuri anche in caso di sisma. A partire dal 2014, il Governo ha stanziato 9 miliardi e mezzo in materia di edilizia scolastica, un impegno importante e concreto.  Resta urgente un intervento legislativo che introduca un obbligo rispetto alla messa in sicurezza delle scuole in base a parametri antisismici minimi predeterminati e distribuisca le responsabilità tra livelli centrale e periferico”.

Segue, quindi, l’appello al governo e al Parlamento affinchè adottino misure, anche legislative, idonee ad assicurare i tre punti sopra citati. Partendo le scuole antisismiche per tutti “attraverso  la previsione per legge di obblighi e responsabilità istituzionali condivise tra livelli locali e centrale, garantire che un livello di sicurezza antisismica adeguato e standardizzato sia considerata requisito imprescindibile per la fruizione di una scuola, prevedendo tempi certi per un graduale adeguamento degli edifici non sicuri a partire da quelli situati in aree dove il pericolo è più elevato (zone 1 e 2 della classificazione sismica del territorio).

In particolare, agli enti proprietari degli edifici scolastici (Comuni e Province) va attribuito l’obbligo di provvedere entro un termine prefissato per legge a un intervento per la messa in sicurezza della scuola, in tutti i casi in cui dalle verifiche emerga un’alta vulnerabilità dell’edificio sito in una zona ad alta pericolosità sismica e di adottare eventuali provvedimenti urgenti necessari a dare una immediata collocazione alternativa alla popolazione scolastica, come la predisposizione di moduli scolastici rapidamente edificabili, l’accorpamento delle classi in scuole sicure, l’individuazione di edifici idonei a essere utilizzati per le funzioni scolastiche”.

Su questi ultimi temi, in particolare, il CSSI dall’inizio dell’emergenza sismica ha portato avanti una lunga battaglia, sollecitando gli enti locali (Comuni e Province). “Inoltre – prosegue la petizione – considerato il pericolo per le vite umane, in caso di inadempienza in capo al governo va previsto l’obbligo di intervenire sostituendosi nelle funzioni all’ente locale che si sottrae alle proprie responsabilità, con la possibilità di nominare commissari di livello statale o regionale”. Per quanto concerne la verifica degli edifici “è urgente garantire che Comuni e Province rispettino l’obbligo di effettuare verifiche di vulnerabilità in tutte le aree, a partire da quelle in cui la maggior pericolosità sismica (zone 1 e 2) si incrocia con una forte densità di popolazione in età dell’obbligo scolastico

E’ inoltre essenziale che il Governo assicuri l’avvio in tempi rapidi della nuova Anagrafe per l’edilizia scolastica e sia previsto in capo agli enti proprietari e a tutte le amministrazioni centrali e territoriali che dispongono di informazioni sugli edifici scolastici un obbligo di aggiornamento in tempo reale della stessa, con i dati strutturali necessari per le iniziative di verifica e prevenzione.  Inoltre, la trasparenza è fondamentale per la sicurezza: alle famiglie e al personale scolastico va sempre garantita un’informazione piena e accurata rispetto alle condizioni della scuola”. La petizione, infine, chiede una maggiore attenzione per l’emergenza, con in particolare percorsi obbligatori di formazione e autoprotezione a scuole

I percorsi formativi sulle misure di autoprotezione e le relative esercitazioni, e più in generale le tematiche della gestione delle emergenze di diversa natura – sostiene Save the Children – devono essere parte integrante dei curricula scolastici e dell’obbligo formativo professionale di insegnanti e di tutto il personale scolastico, con il coinvolgimento dei genitori nella conoscenza dei pericoli e dei comportamenti adeguati. Oltre a questo, la legislazione deve prevedere modalità di esercitazione e misure di autoprotezione a misura di bambino e rispettose di tutte le vulnerabilità, tra cui la disabilità e la fragilità sociale e culturale. 

I momenti di formazione ed esercitazione devono essere concepiti promuovendo sempre la piena partecipazione dei bambini e delle famiglie alla loro pianificazione e attuazione, per favorire la consapevolezza della collettività rispetto alle condizioni deli edifici, facilitarne l’effettivo coinvolgimento nella prevenzione e gestione delle emergenze, e nel lungo periodo, promuoverne la resilienza.  I Comuni dovrebbero approvare i piani di emergenza comunale, integrandoli con i Piani di emergenza delle scuole e i Piani di sicurezza dei centri di aggregazione giovanile, prevedendo misure specifiche per la gestione dei minori durante la fase dell’emergenza e post- emergenza”.

Richieste di assoluto buon senso e impossibile da non sottoscrivere, almeno in un paese civile. Per questo invitiamo tutti a sottoscrivere la petizione cliccando nel link qui a fianco ( https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/italia/petizione-scuole-antisismiche?utm_campaign=cmp-sa-pet&utm_source=fb&utm_medium=social&utm_content=1031_it_asili&utm_term=form)

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