Storie di ordinario degrado


Viale De Gasperi, il biglietto da visita per i turisti che arrivano in città con i pullman, in condizioni di imbarazzante degrado, con la fontana abbandonata a se stessa, muretti cadenti, scritte ovunque e pensiline del “bike sharing” in condizioni inquietanti

La fontana una volta fiore all’occhiello della zona ed ora nel degrado più totale, abbandonata a se stessa, da tempo neppure pulita, addirittura con cartelli stradali nella vasca. Muretti lesionati e cadenti e ricoperti da scritte di ogni tipo. Bagni pubblici fuori uso e che rimandano un’immagine di assoluto degrado, pensiline dove in teoria dovrebbero esserci delle biciclette per il servizio di “bike sharing” ridotte in condizioni a dir poco inquietanti, simili ad un letamaio.

Non so voi, ma personalmente se mi capitasse di arrivare in una città e, al primo impatto, di trovarmi di fronte ad uno spettacolo del genere non ci penserei due volte, risalirei in macchina o sul pullman e me ne andrei di corsa, immaginando che se quello è il biglietto da visita con il quale città accoglie i turisti non vale davvero la pena di visitarla. Purtroppo un simile biglietto da visita si presenta da tempo a tutti quei turisti che giungono nella nostra città con il pullman ed hanno la sventura di scendere in viale De Gasperi. Che, a parte l’area con i giochi recentemente riqualificata (tanto per cambiare dopo un’interminabile attesa), è una delle zone simbolo del degrado cittadino.

Sono anni che le forze politiche chiedono un intervento urgente, la sua riqualificazione non è più rinviabile” afferma il consigliere comunale Francesco Ameli che ha presentato anche un’interrogazione con risposta scritta sull’argomento. “Nonostante i continui annunci – si legge nell’atto –  ad oggi non risulta alcun lavoro di miglioria della fontana, della pavimentazione e della zona verde ivi esistente”.

Ameli chiede quindi di sapere “se sono stati stanziati fondi per la riqualificazione della zona, se si l’esatto ammontare e la data di partenza dell’iter del suddetto stanziamento, l’inizio dei lavori di riqualificazione, la puntuale elencazione dei lavori di miglioramento della zona e se nel suddetto elenco siano presenti interventi di miglioria sulla balaustra, la zona dei bagni pubblici e più in generale un ripristino del decoro urbano lungo il viale, considerando anche lo stato di abbandono persistente fino all’ingresso dell’ascensore di via Torricella”.

E proprio nei pressi dell’ascensore c’è una delle pensiline dove dovrebbero esserci le bici a disposizione di turisti e cittadini sulla base del progetto “bike sharing”. “Il servizio fu inaugurato in pompa magna e realizzato tramite cospicuo finanziamento pubblico – afferma Ameli – furono realizzate 5 pensiline dotate di circa 20 bici a pedalata assistita e stazioni di alimentazione. Successivamente fi realizzato un punto di bike sharing anche nei pressi dell’ascensore di Porta Tufilla. Alla prova dei fatti, seppur dimostratasi un’ottima iniziativa, a causa della mala organizzazione del servizio la città oggi presenta le stazioni di bike sharing deturpate in ogni modo, con relative colonnine trasformate di fatto in cestini della spazzatura. Zero manutenzione, zero investimenti e comunicazioni per poterle usare. Come molte iniziative si usano fondi pubblici per “spot” della durata di qualche mese”.

Poi, come al solito, quell’iniziativa è finita nel dimenticatoio, anche tra gli atti comunali. L’ultima determina che si ricorda è la 1904 del 30 dicembre 2014 relativa al servizio di manutenzione, poi nulla fino all’aprile scorso quando, con determina n. 619 del 10 maggio 2017, l’amministrazione comunale ha deciso di affidare ad una ditta di Torino “il servizio di verifica del sistema bike sharing mediante il controllo dello stato di salute delle biciclette a pedalata assistita e delle 5 stazioni di alimentazione con stima degli interventi manutentivi necessari per riattivare il servizio, per l’importo di 800 euro oltre iva per 176 euro, per un totale di 976”.

Da allora, però, non si è saputo più nulla. Per questo Ameli ha presentato anche per questo un’interrogazione con risposta scritta per chiedere “quanti sono i mezzi a pedalata assistita funzionanti e fruibili dalla collettività, quanti quelli rubati, quanti quelli in manutenzione, a quanto ammontano le spese sino ad ora sostenute dall’amministrazione per la manutenzione delle biciclette e delle pensiline, se le stazioni di alimentazione e aggancio sono ancora funzionanti, se, anche a seguito del tavolo tecnico, sia intenzione dell’amministrazione di riattivare il servizio e a quali costi, se invece non vi sia intenzione di riattivare il servizio le ragioni di tali scelta, se le 20 biciclette del progetto turismo accessibile siano state effettivamente acquistate, se si a quali strutture alberghiere siano state destinate e in quale numero per ciascuna, se le eventuali bici rilasciate in comodato risultino tutt’ora presenti nelle strutture”.

In attesa di conoscere nel dettaglio le risposte dell’amministrazione comunale a questi e ai quesiti riguardanti viale De Gasperi sarebbe intanto cosa gradita se il Comune provvedesse quanto meno a rendere meno impresentabile tutta la zona.

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