“Mai più morti a scuola, lo abbiamo promesso davanti alle bare dei nostri figli”


Video intervista con Antonio Morelli, presidente del “Comitato Vittime della scuola elementare di San Giuliano di Puglia” presente alla manifestazione per la sicurezza delle scuole che si è svolta venerdì 25 agosto a Teramo

Erano presenti venerdì scorso a Teramo come da anni sono presenti praticamente ovunque quando si parla di sicurezza delle scuole. Sono i genitori della scuola elementare di San Giuliano di Puglia, la scuola tristemente nota perché teatro della più grave sciagura degli ultimi decenni.

Quel maledetto 31 ottobre del 2002, poco dopo le 11:30, il Molise fu colpito da un terremoto di magnitudo 5.7 con epicentro proprio nei pressi di San Giuliano di Puglia. La scuola cittadina, ristrutturata appena un anno prima, crollò (e il crollo avvenne proprio nella parte di più recente ricostruzione…) e sotto le sue macerie persero la vita 27 dei 56 bambini che frequentavano la scuola elementare e una loro maestra. Da allora, da quella immane tragedia che ha stravolto le loro vite, i genitori che in quel dramma hanno perso i propri figli si sono riuniti costituendo il “Comitato Vittime della scuola elementare di San Giuliano di Puglia” con l’obiettivo di cercare di fare in modo che quello che è accaduto a loro e ai loro piccoli angeli non si ripeta mai più in Italia.

Siamo qui perché lo abbiamo promesso davanti alle bare bianche dei nostri figli: non saremo mai più costretti a piangere i nostri bambini” ha detto Antonio Morelli, presidente del Comitato, parlando in piazza a Teramo. Prima della manifestazione lo abbiamo intervistato e qui sotto troverete il video integrale dell’intervista. Da quanto ci ha riferito è chiaro che, purtroppo, quella tragedia non ha insegnato nulla e la situazione delle scuole italiane continua ad essere a dir poco precaria (ma, d’altra parte ce ne eravamo ampiamente accorti dopo le vicende legate all’interminabile emergenza sismica che ha colpito il centro Italia).

Morelli, che nel crollo della scuola ha perso la figlia di 6 anni, ha poi amaramente sottolineato come in questo paese, pur di fronte a queste gravi tragedie (provocate non dal terremoto ma da gravi errori commessi dall’uomo) non viene mai fatta giustizia. Per quella tragedia  sono sta­ti con­dan­na­ti in via de­fi­ni­ti­va, con pene da un mas­si­mo di 5 anni e mez­zo ad un mi­ni­mo di 2 anni e mez­zo, 5 per­so­ne: i co­strut­to­ri Car­mi­ne Abiu­so e Gio­van­ni Mar­ti­no, il pro­get­ti­sta Giu­sep­pe La Ser­ra, il capo uf­fi­cio tec­ni­co co­mu­na­le Ma­rio Ma­ri­na­ro ed il sin­da­co An­to­nio Bor­rel­li (che nel­la tra­ge­dia per­se una fi­glia di 6 anni).

Nessuno di loro, come racconta Morelli, ha fatto anche un solo giorno di carcere e, per giunta, nessuno di loro ha subito l’interdizione dai pubblici uffici. Davvero superfluo aggiungere altro

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