Giocamondo non c’è, Viva Giocamondo!


Dopo le polemiche e le accuse lanciate da Melting Pot per la gestione del Cas di Carpineto, Giocamondo non presenta alcuna offerta per il nuovo bando per l’accoglienza. Ma tra le 9 proposte pervenute in Prefettura c’è quella della cooperativa Viva i cui vertici sono praticamente gli stessi…

Sorpresa e giallo all’apertura delle offerte delle buste fatte pervenire in Prefettura  da enti, associazioni  e cooperative per il bando di gara “per la stipula di un accordo quadro volto ad assicurare i servizi di accoglienza e i servizi di connessi ai cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, nell’ambito della provincia di Ascoli per il periodo 1/7/2017-31/12/2018”.

Nove le offerte presentate per i 719 migranti (di cui 530 già nel nostro territorio)a cui dover garantire l’accoglienza, con l’assenza della cooperativa “Giocamondo” che gestisce il centro di Carpineto, al centro nei mesi scorsi di violente polemiche, culminate con l’annuncio, da parte della cooperativa ascolana, della presentazione di una denuncia  nei confronti di Melting  Pot (MP).

Che ad inizio novembre aveva pubblicato sul proprio sito un lungo e accurato approfondimento giornalistico sul Cas di Carpineto, firmato da Riccardo Bottazzo, che era un vero e proprio atto di accusa nei confronti di quella gestione. “Centro Oasi di Carpineto di Ascoli: un Cas all’olio di ricino” l’emblematico titolo  del servizio, con un sottotitolo se possibile ancora più duro ed esplicativo:  “Un’in­chie­sta met­te in luce le gra­vis­si­me ca­ren­ze del­l’ac­co­glien­za e gli abu­si che si com­pio­no nel Cas. Pro­prie­ta­rio del­l’im­mo­bi­le è l’I­sti­tu­to Se­mi­na­rio Ve­sco­vi­le, l’en­te ge­sto­re del cen­tro è una coo­pe­ra­ti­va vi­ci­na agli am­bien­ti del­la de­stra cit­ta­di­na”.

Dopo aver ricordato che anche l’attuale presidente del Consiglio comunale di Ascoli, Marco Fioravanti, ha fatto parte di Giocamondo, Bottazzo attraverso le testimonianze di alcuni operatori e ospiti racconta cosa accadrebbe “dentro le impenetrabili mura dell’Oasi”. Ed il quadro che emerge, almeno secondo l’articolo di MP (con il giornalista che sostiene che ci sarebbero anche della foto a confermare quei racconti), non è certo dei più edificanti.

Sotto accusa finiscono i turni di lavoro degli operatori, la presunta scarsa attenzione nei confronti degli ospiti del Centro ma anche le condizioni igieniche della cucina e del cibo, la gestione e la somministrazione dei farmaci, l’assistenza sanitaria. Giocamondo replica inizialmente con una nota, nella quale ovviamente smentisce categoricamente tutte le accuse, pubblicata integralmente sul sito di MP.

Che, poi, a febbraio, in un nuovo lunghissimo articolo, annuncia di aver ricevuto querela da parte di Giocamondo, sottolineando, però, di essere  “in pos­ses­so di una ric­ca do­cu­men­ta­zio­ne a so­ste­gno del­la ve­ri­di­ci­tà di quan­to scrit­to da Ric­car­do Bot­taz­zo. Tale do­cu­men­ta­zio­ne, for­ni­ta­ci da­gli stes­si ope­ra­to­ri di Gio­ca­mon­do e co­sti­tui­ta da foto, ap­pun­ti e par­ti­co­la­reg­gia­ti rac­con­ti” che questa volta vengono pubblicati a corredo dell’articolo. da allora più nulla si è saputo su questa vicenda che, di fatto, è praticamente finita nel dimenticatoio.

Fino, appunto, al nuovo bando della Prefettura che, inevitabilmente, ha suscitato curiosità perché si attendeva di vedere se la cooperativa ascolana aveva partecipato o meno. E, all’apertura delle buste, tra le 9 offerte pervenute in Prefettura non c’è quella di Giocamondo. Ci sono le Suore Oblate, Lella 2001 di Grottammare, Verso Probo di Vercelli, Opere Misericordia, Ama Aquilone, On the road, di Martinsicuro, Umana Solidarietà di Macerata, Ge.ho.Ris di Rieti e la cooperativa Viva di Acquasanta.

Discorso chiuso? Neanche per idea. Come si sa il paese è piccolo, le voci si diffondo abbastanza velocemente e, in questo caso, sussurrano che la cooperativa di Acquasanta sia comunque vicina a Giocamondo. Il cui presidente, Stefano De Angelis, contattato da un quotidiano locale, nega però qualsiasi vicinanza. “Giocamondo ha deciso di non partecipare, su Viva non so rispondere, non ci riguarda” avrebbe risposto De Angelis secondo quanto riportato da quel quotidiano.

Però le successive visure camerali evidenziano una realtà completamente differente e a dir poco sorprendente. Infatti il presidente della cooperativa Viva altri non è che lo stesso Stefano De Angelis, con il vicepresidente che è una delle consigliere di Giocamondo, mentre  le tre consigliere sono al tempo stesso anche consigliere di Giocamondo. In pratica, almeno per quanto riguarda i vertici delle due cooperative, non c’è alcuna differenza, Giocamondo e Viva (sempre da questo punto di vista) praticamente sono la stessa cosa.

Quindi c’è la volontà di continuare a fornire questo servizio nonostante le polemiche di cui abbiamo parlato, ma per farlo ci si presenta con un altro nome. Legittimo, per carità, ma è quasi superfluo sottolineare che questa situazione inevitabilmente aggiunge dubbi (e scatena nuove polemiche) su una vicenda che già sollevava non poche perplessità

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