Altro che scuole, al Comune interessa solo la sicurezza dei suoi dipendenti


In Consiglio comunale il sindaco Castelli dice ancora una volta no alle verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole cittadine. Poi, però, spende oltre 50 mila per effettuare la verifica stessa su parte dell’ex distretto militare destinato ad ospitare alcuni uffici comunali

Chi se ne frega dei ragazzi che vanno a scuola e di tutto il personale scolastico, l’importante è garantire la massima sicurezza possibile (sacrosanto) ai dipendenti comunali, da sempre considerati dal sindaco e dall’amministrazione comunale cittadini di categoria superiore.  E’ davvero incredibile quanto è accaduto questa settimana al Comune di Ascoli. Dove, nell’arco di un paio giorni, si è passati da “le verifiche di vulnerabilità sismica? no grazie!” alla “massima urgenza di effettuare la verifica di vulnerabilità sismica”.

Martedì 13  giugno il Consiglio comunale ancora una volta ha detto no all’effettuazione delle verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole cittadine, ritenendole “inutili”. Due giorni dopo, però, sull’albo pretorio on line del Comune è stata pubblicata la determina per l’individuazione “con massima urgenza” del professionista a cui affidare l’incarico per la verifica di vulnerabilità sismica su parte dell’ex distretto militare, destinato a ospitare alcuni uffici comunali. Una clamorosa contraddizione che, in realtà, è solo apparente. Anzi, si potrebbe dire che mai come in questo caso in fondo l’amministrazione comunale ha dimostrato massima coerenza.

Infatti non è certo una novità che al sindaco e all’amministrazione comunale interessa poco o nulla della sicurezza delle scuole e, di conseguenza, dei ragazzi. Lo hanno dimostrato ampiamente in tutti questi anni, ben prima dell’inizio dell’emergenza sismica, infischiandosene di quanto imposto dall’OPCM (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri) 3274 del 20/03/2003 che obbligava le amministrazioni comunali ad effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica “negli edifici di interesse strategico” (innanzitutto le scuole), non preoccupandosi per 14 lunghi anni non di effettuare interventi, ma addirittura neppure di verificare il reale stato degli edifici scolastici cittadini.

Così come non è una novità che per il primo cittadino i dipendenti comunali da sempre sono dei cittadini di altra categoria, di serie A, a cui è giusto riservare ogni genere di privilegio. Anche quello di garantire loro per anni, in maniera esclusiva, l’ampio parcheggio all’interno di palazzo Colucci (con tanto di sbarra per vietare l’ingresso a tutti gli altri e tessera riservata per potervi accedere), da sempre oggetto delle richieste dei residenti in quella zona. Che, pur pagando il costo annuale del permesso di sosta, non avevano spazi sufficienti per parcheggiare e, per questo, chiedevano di poter usufruire del piazzale di palazzo Colucci.

Che, però, è rimasto sempre un feudo invalicabile e riservato dall’amministrazione comunale all’esclusiva casta dei dipendenti comunali. Ai quali sindaco e assessori ora si preoccupano di garantire la massima sicurezza possibile, preoccupandosi di far immediatamente effettuare, nell’edificio in cui presto verranno trasferiti alcuni di loro, quelle verifiche di vulnerabilità sismica sempre negate alle scuole cittadine (e più volte definite dal sindaco stesso inutili).

Proprio martedì 13 giugno, tra l’altro, quel no alle verifiche era stato ribadito in Consiglio comunale. Dove, dopo una lunga attesa (era stata presentata a fine gennaio, oltre 4 mesi fa…) era stata finalmente posta in discussione e, successivamente, a votazione la mozione sottoscritta dai consiglieri comunali Ameli, Acciarri e Bellini del Pd, Manni e Tamburri del Movimento 5 Stelle, Balestra e Pierlorenzi di Identità e Azione e Viscione dell’Udc che chiedeva all’amministrazione comunale di impegnare parte dei proventi della vendita di Piceno Gas Vendite (circa 13 milioni di euro) per effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole cittadine.

Chiedevamo che dove non interviene lo Stato – spiega il consigliere comunale Francesco Ameli – intervenga il Comune con parte dei soldi ricavati dalla vendita di Piceno Gas. In altre parole chiedevamo delle garanzie”. Richiesta più che ragionevole , assolutamente da sottoscrivere, che oltretutto avrebbe permesso di accelerare (se dopo 14 anni di attesa si può parlare di accelerazione…) e magari di effettuare quelle verifiche prima dell’avvio del nuovo anno scolastico, in modo quanto meno di avere un quadro completo del reale stato di salute degli edifici scolastici cittadini.

Invece niente, dall’amministrazione comunale (e dai consiglieri “paletta” della maggioranza) è arrivato l’ennesimo no. “Dicono che la nostra richiesta è superata dal decreto sisma, che impegnare risorse comunali per cose che paga lo Stato è folle” spiega lo stesso Ameli. Sarebbe sin troppo semplice ricordare che il decreto sisma in realtà dice semplicemente che quelle verifiche devono essere fatte entro il giugno 2018, che se davvero a sindaco e amministrazione comunale interessasse un pò la sicurezza dei ragazzi e del personale scolastico avrebbero immediatamente sottoscritto quella richiesta, in modo da fare tutto prima dell’inizio del nuovo scolastico (poi eventualmente sarebbe arrivato il rimborso dei fondi utilizzati da parte dello Stato).

Ma ormai si è ampiamente capito che la sicurezza delle scuole è l’ultima (o la penultima) delle preoccupazioni del sindaco. Che, quando ha davvero a cuore la sicurezza di qualcuno (come, appunto, i dipendenti comunali), non esita non solo a fare le verifiche ma anche ad investire molti più fondi di quanto prevedibile.  Come ha fatto con la determina n. 656 del 15 maggio scorso, “Restauro dell’ala di proprietà comunale dell’ex distretto militare per il trasferimento degli uffici comunali. Affidamento incarico per verifica di vulnerabilità sismica del complesso ex distretto militare di Ascoli Piceno al prof. ing. Luigino Dezi”.

Un atto che suona  quasi canzonatorio nei confronti di chi in questi mesi ha portato avanti la battaglia per la sicurezza delle scuole, chiedendo a gran voce almeno quel genere di intervento ma sentendosi sempre ribattere che quelle verifiche in realtà sono superflue, quasi inutili. “Come stabilito dalle normative vigenti  (OPCM 3274 del 20/03/2003, OPCM 3431 del 3/05/2005, DM 1475 del 14/09/2005, DM del 14/01/2008) – si legge nella determina – corre l’obbligo di effettuare lo studio di vulnerabilità – verifica sismica degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, e assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso“.

Sarebbe sufficiente già così, ma c’è di più perché nel proseguo della determina si legge anche c’è “la necessità di dover procedere con la massima urgenza”. Certo i bambini e gli adolescenti che frequentano le scuole materne, elementari e medie cittadine possono aspettare anche un altro paio di anni. Anzi, possono tranquillamente fare da “cavie” in quei “collaudi” che, come ha scritto il sindaco (che dovrebbe vedere l’espressione sconfortante che hanno tecnici ed esperti del settore quando qualcuno ricorda loro questa sua insensata affermazione) le scuole fanno periodicamente con le scosse di terremoto. Però quando si parla dei dipendenti comunali, della loro fondamentale e prioritaria sicurezza, allora non si può aspettare un minuto, bisogna procedere con la “massima urgenza”.

Lo ha messo per iscritto l’amministrazione comunale ma, d’altra parte, l’ha dimostrato con i fatti , anzi con gli atti. Il 27 aprile 2017, con delibera di giunta comunale n. 66, vengono approvati i progetti preliminari, definitivi e il relativo studio di fattibilità dei lavori per il “restauro dell’ala di proprietà comunale dell’ex distretto militare per il trasferimento degli uffici comunali” (per un importo complessivo di 746.465,65 euro) e meno di un mese dopo, il 15 maggio successivo, viene affidato l’incarico per effettuare la verifica di vulnerabilità sismica. Un procedimento lampo, troppo importante assicurare la massima sicurezza ai dipendenti comunali.

Non c’è tempo da perdere al punto che non è neppure importante provare a non spendere troppo. Già perché per quell’unica verifica di vulnerabilità sismica l’amministrazione comunale spende addirittura 50 mila euro (50.366,28 euro per l’esattezza), nonostante il sindaco in Consiglio Comunale un paio di mesi fa aveva affermato che ogni verifica costava non più di 20 mila euro (e, in effetti, la Provincia non ha speso più di 10-12 mila euro per ogni incarico affidato per effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole di sua competenza).

Però per la sicurezza di un centinaio (forse anche meno) di dipendenti comunali non si può certo badare a spese, tanto poi si risparmia (non facendo nulla) su quella di migliaia di studenti… Ci sarebbe anche da evidenziare il solito paradosso e l’ennesima dimostrazione di incapacità di programmare di questa amministrazione. Che, prima redige il progetto per l’intervento, poi solo dopo si preoccupa di fare la verifica di vulnerabilità sismica il cui esito, lo capisce anche un bambino, potrebbe rendere inutile il progetto stesso e obbligare a ripartire dall’inizio.

Ma non è certo una novità, non è certo la prima volta che l’amministrazione comunale procede senza criterio, ormai ci siamo rassegnati a questo modo di agire. Più difficile, invece, accettare  che nella folle scala di priorità di sindaco e assessori al primo posto ci sia la sicurezza dei dipendenti comunali (che, intendiamo, è giusto garantire), mentre quella di migliaia di studenti è mestamente in coda…

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