Ingenti danni e nuovi edifici: il vero stato di salute delle scuole cittadine


A 9 mesi dal primo terremoto il sindaco continua a sostenere che le scuole cittadine hanno “brillantemente superato il collaudo rappresentato dallo sciame sismico”. Ma dagli atti ufficiali emerge un quadro completamente differente, con danni per oltre un milione di euro, 2 scuole chiuse e la necessità di realizzare 14 nuovi edifici scolastici

Ma non erano sicure le scuole cittadine? Non avevano brillantemente superato  il “vero e proprio collaudo rappresentato dallo sciame tellurico” come enfaticamente dichiarato (e messo per iscritto nella lettera inviata alla dirigente scolastica dell’Isc Luciani) dal sindaco Castelli? La domanda sorge spontanea dopo che nei giorni scorsi  la Regione ha reso noto che il Comune di Ascoli  ha chiesto circa 16,5 di euro per la realizzazione di ben 14 nuovi edifici scolastici. Che necessità c’è di realizzare nuovi edifici scolastici se quelli già presenti sono così sicuri? Perché chiedere di “sprecare” soldi pubblici dove non ce ne è bisogno (sempre sulla base di quanto dichiarato da 9 mesi a questa parte dal sindaco) e non lasciarli a disposizione di quei comuni, di quelle zone delle Marche che ne hanno più necessità?

Dire che non c’è alcuna coerenza tra quanto dichiara da quel dannato 24 agosto il sindaco e quello che poi invece fa è un eufemismo. Quel che è peggio, però, è che dopo 9 mesi di indegno e indecente “teatrino” su un argomento così importante e così delicato, come la sicurezza delle scuole, ora sta emergendo con assoluta chiarezza come certe preoccupazioni (espresse dal Comitato Scuole Sicure ma anche da tantissimi genitori) fossero più che fondate e come in realtà la situazione delle scuole cittadine è drammaticamente precaria. Ed il primo cittadino lo sa bene, così come tutta l’amministrazione comunale, nonostante i proclami e le incaute dichiarazioni che vanno nel senso opposto. Sa perfettamente quanto difficile e delicata sia la situazione delle nostre scuole, probabilmente al momento uno dei problemi e delle emergenze più grandi che gravano sulla nostra città.

Al netto di tutte le sue dichiarazioni di facciata, condizionate dall‘incauta presa di posizione iniziale tutta improntata ad un irrazionale e immotivato ottimismo, i fatti e gli atti ufficiali che vengono alla luce in questi giorni dimostrano in maniera inequivocabile quale sia la situazione. Dei 29 istituti scolastici di competenza del Comune 2 sono stati chiusi e dichiarati inagibili dopo la sequenza sismica del 24 agosto e di fine ottobre, altri 13 sono considerati dall’amministrazione comunale stessa inadeguati al punto che si chiede la realizzazione di nuovi edifici, mentre per quanto riguarda la scuola media Luciani, grazie ad un finanziamento chiesto ed ottenuto prima dell’inizio dell’emergenza sismica, a giugno partirà l’intervento di miglioramento sismico (fino a che gli atti non dimostreranno il contrario quello alla Luciani deve essere considerato un intervento di miglioramento, non di adeguamento sismico).

E’ il Comune stesso, quindi, che evidenzia come più della metà dei suoi edifici scolastici sono in condizioni tali da dover essere chiusi o dover essere ricostruiti ex novo. Ma, come vedremo in seguito, anche altri edifici, che pure non sono stati chiusi o che non sono oggetto di quel piano, non sono certo in condizioni migliori. Come sempre avviene, dopo le tante dichiarazioni (spesso assolutamente fuori luogo) del sindaco e dell’amministrazione, sono gli atti ufficiali, quelli comunali e quelli regionali, a delineare poi con chiarezza quale sia la reale situazione. Ed il quadro che emerge per il capoluogo piceno è a dir poco imbarazzante. Sin dall’inizio dell’emergenza sismica Castelli ha sempre cercato di far passare l’idea che non ci fossero problemi, che le nostre scuole fossero sicure, che fossero sufficienti le normali verifiche Aedes per essere tranquilli e sicuri.

Come ormai abbiamo ampiamente imparato a conoscere, in realtà quelle verifiche non sono assolutamente sufficienti, ci dicono semplicemente se la struttura esaminata dopo l’evento sismico è da considerare agibile, non certo che è sicura e che è certo che resisterà ad un nuovo o più forte episodio (cosa che, invece, solo le verifiche di vulnerabilità sismica sono in grado di dirci). Chi ancora aveva dubbi in proposito ha compreso  (almeno si spera…) quale fosse la differenza dopo che nel Maceratese due scuole che erano stati dichiarate agibili proprio da quelle verifiche Aedes, effettuate venerdì 29 ottobre, due giorni dopo sono crollate in seguito alla violenta scossa del 31 ottobre (fortunatamente era domenica e, quindi, le scuole erano chiuse).

A quel punto il primo cittadino, di fronte ad una simile evidenza, ha leggermente modificato il tiro, inventandosi l’improbabile e bizzarra tesi che, in realtà, le scuole cittadine si sono dimostrate sicure “sul campo” perché hanno retto bene ad una serie di violenti terremoti, addirittura uno di magnitudo 6.1 e uno di 6.5. Tesi davvero surreale che Castelli ha ribadito anche nella lettera inviata alla dirigente scolastica dell’Isc Luciani (“lo sciame tellurico ha rappresentato un vero e proprio collaudo per le scuole della nostra città”) e che, se non stessimo parlando di una cosa terribilmente seria, provocherebbe una generale ilarità. Il primo cittadino è troppo intelligente e preparato per credere ad una simile “corbelleria”, anche lui sa perfettamente che quelle avvertite nel nostro capoluogo, distante una quarantina di chilometri dall’epicentro del sisma, sono scosse neanche lontanamente  paragonabili a quelle avvertite nell’epicentro stesso, di ben altra intensità e forza distruttrice.

Però, e questo il sindaco lo sa bene, non manca mai un discreto numero di “boccaloni” che è pronto a prendere per buona anche la tesi più improbabile, più surreale. Al di là di queste considerazioni, però, a 9 mesi dalla prima scossa e sulla base di tutta una serie di atti ufficiali, ora possiamo avere un quadro assolutamente esaustivo e chiaro su quale sia la situazione delle nostre scuole. Tesi surreali a parte, siamo davvero sicuri che, come sostiene il primo cittadino, hanno risposto così bene? Che si può davvero parlare di collaudo “brillantemente superato”? Assolutamente no, la realtà dei fatti che emerge inequivocabilmente dagli atti ufficiali (soprattutto quelli comunali) delinea un quadro completamente opposto, mettendo in luce ancora una volta la superficialità, il pressapochismo, l’assoluta mancanza di una visione organica e di una seria programmazione con cui l’amministrazione comunale ha affrontato questo problema.

Limitandoci a quanto emerge dagli atti comunali, la situazione che emerge è piuttosto inquietante (per la condizione evidenziata dalle scuole cittadine) e imbarazzante (per l’assoluta incapacità dell’amministrazione comunale di affrontare seriamente questa emergenza). Analizzando attentamente proprio le schede delle verifiche Aedes e tutti i successivi atti comunali (delibere e determine) che da quelle schede sono scaturiti emerge un quadro per nulla edificante. Vediamo nel dettaglio, partendo dal presupposto che, come detto, per la distanza dall’epicentro, quelle avvertite nel capoluogo piceno sono state scosse di intensità decisamente inferiore rispetto a quei 6.1 e 6.5 che si sono riscontrati nell’epicentro stesso.

Dopo la prima scossa del 24 agosto , le verifiche Aedes sugli edifici scolastici cittadini di competenza del Comune avevano dato questo risultato: 21 istituti classificati A (cioè agibili), 8 classificati B (agibili con provvedimenti), mentre c’era l’inagibilità per la scuola materna –elementare San Domenico. Dopo la scossa del 31 ottobre, invece, le schede Aedes pubblicate il successivo 14 novembre avevano dato questo risultato:  9 istituti classificati B (scuola materna Malaspina, scuola media Ceci, scuola media Cantalamessa, scuola primaria Don Giussani, scuola materna San Filippo, scuola media Luciani, scuola elementare Cagnucci, scuola Tofare-Montessori, scuola paritaria Poggio di Bretta), 1 istituto (Isc Villa Sant’Antonio) classificato C (parzialmente agibile), gli altri istituti considerati agibili, ad eccezione della scuola media di Monticelli che veniva chiusa.

Sulla base di queste valutazioni, nelle settimane successive l’amministrazione comunale avviava tutta una serie di interventi per sistemare le scuole che avevano riportato danni, programmando gli interventi necessari. Ma già dalle delibere (n. 220, n. 221 e n. 222 del 15 novembre 2016 e n. 267 del 30 dicembre 2016) e dalle determine (n. 1571 del 16 novembre 2016 e n. 1891 del 30 dicembre 2016) emergevano delle clamorose ed evidenti discrepanze da quanto emerso dalle verifiche Aedes. Le scuole su cui si riteneva necessario intervenire con “lavori di somma urgenza per riparazione danni post sisma” erano ben 22. Questo significa che danni che necessitavano di un intervento di “somma urgenza” erano presenti anche in quegli edifici che le schede Aedes avevano classificato A (cioè agibili senza necessità di interventi).

Complessivamente, sulla base di quelle delibere e di quelle determine, la spesa prevista per tutti quei lavori di “somma urgenza” ammontava ad 1.066.000 euro.  E qui una prima inevitabile considerazione bisogna farla. Come si può parlare di “collaudo brillantemente superato” se, pur con scosse non così violente (almeno per quanto riguarda il nostro capoluogo),  si sono dovute chiudere 2 scuole e si sono verificati danni per oltre un milione di euro? Da quegli atti comunali, però, emerge molto altro, un’evidente e imbarazzante confusione generale, una sconfortante approssimazione e, soprattutto, la conferma evidente della scarsissima attendibilità di quelle schede Aedes. La confusione e l’approssimazione sono evidenziate dal fatto che, in diversi casi, l’amministrazione comunale è costretta a rivedere e ad aumentare, anche a distanza di pochi giorni, l’importo dei lavori di riparazione danni.

Clamoroso, a tal proposito, è il caso della scuola media Don Giussani (quella di Monticelli chiusa) per la quale inizialmente la previsione di spesa era di “appena” 50 mila euro, poi passati a 90 mila nel giro di pochi giorni. Quel che è peggio, però, è che poi quando si vanno concretamente a realizzare, molto spesso il costo degli interventi lievita decisamente. Solo per quanto riguarda le scuole Cagnucci, Tofare, Cantalamessa e Malaspina si è già verificato, rispetto alla previsione iniziale, un aumento di quasi 100 mila euro. Questo significa che alla fine il costo degli interventi di sistemazione dei danni risulterà decisamente più elevato di quello, già comunque molto significativo, preventivato.

Ad oggi sono complessivamente 55 (almeno sulla base delle determine comunali)  i “lavori di somma urgenza riparazione danni post sisma” terminati, con tanto di “certificato di regolare esecuzione e contestuale liquidazione”, nelle varie scuole cittadine e sono già oltre 900 mila gli euro spesi, con nella maggior parte dei casi evidenti maggiorazioni rispetto all’iniziale previsione di spesa. Mancano ancora da realizzare diversi interventi, praticamente certo che si spenderà molto di più rispetto a quanto inizialmente preventivato. Ma il dato a nostro avviso più rilevante è che quegli interventi dimostrano inequivocabilmente quanto poco affidabili possano essere considerate quelle schede Aedes a lungo sbandierate dal sindaco.

Come abbiamo già accennato, per la scuola media di Monticelli, chiusa in seguito a quelle verifiche, sono stati previsti lavori per la sistemazione danni per 90 mila euro. Ci sono scuole che, pur essendo state dichiarate agibili (o che, comunque, non sono state chiuse), hanno richiesto interventi di sistemazione danni ben più consistenti. E’ il caso, ad esempio, della scuola media Ceci (120 mila euro), della scuola elementare Malaspina (oltre 100 mila euro e la necessità anche di rifare i controsoffitti…), per non parlare della scuola di Villa Sant’Antonio (in realtà dichiarata parzialmente agibile), i cui lavori di sistemazione danni ammontano (almeno come previsione) a 220 mila euro. Siamo davvero certi che quelle scuole siano più sicure di quella di Monticelli chiusa?

Ancora più clamoroso, però, è il caso della scuola media D’Azeglio che, in base alle verifiche Aedes di novembre, era stata classificata A, cioè agibile senza alcuna prescrizione. Dagli atti ufficiali (delibere e determine), però, emerge che in realtà alla D’Azeglio sono stati programmati “lavori di somma urgenza riparazione danni post sisma” per ben 120 mila euro (al momento sono stati già portati a termine 7 interventi per circa 90 mila euro). Come è possibile che in una scuola dichiarata agibile senza alcuna prescrizione siano necessari lavori per 120 mila euro? E’ chiaro che c’è qualcosa che non torna, o quelle verifiche non hanno concretamente alcun valore oppure l’amministrazione comunale è impazzita e getta al vento tutti quei soldi per interventi non necessari.

A rendere la situazione ancora più paradossale c’è, poi, il fatto che proprio a novembre, mentre si programmavano gli interventi per sistemare i danni provocati dal terremoto, l’amministrazione comunale terminava di pagare i 400 mila euro spesi per effettuare i lavori di miglioramento sismico proprio alla D’Azeglio. Situazione per certi versi ancora più paradossale per quanto riguarda il fabbricato di via Sardegna dove si è deciso di spostare gli alunni della scuola media di Monticelli chiusa. Anche quel fabbricato era stato oggetto a novembre delle verifiche per le schede Aedes e anch’esso era stato dichiarato agibile senza alcuna prescrizione. Come per la D’Azeglio, però, nelle delibere di metà novembre per quella struttura sono stati previsti lavori per sistemare i danni per 61 mila euro. Cioè poco meno di quanto poi si è speso per sistemare la scuola media di Monticelli. Se non siamo alla follia davvero manca molto poco.

Al di là delle chiacchiere e dei proclami, dagli atti ufficiali del Comune emerge chiaramente come quelle scosse, pur non così violente come nelle zone dell’epicentro, hanno provocato danni non indifferenti alle scuole cittadine che, alla faccia del “collaudo brillantemente superato”, sono uscite dall’emergenza sismica con le “ossa rotta”. E la richiesta di 16,5 milioni di euro per la realizzazione di 14 nuovi istituti scolastici ne è l’ulteriore e definitiva conferma. Le scuole per le quali l’amministrazioni comunale chiede i fondi per realizzare nuovi edifici sono: scuola media Ceci, scuola media Cantalamessa, scuola Collodi, scuola Rodari, asilo nido “lo Scarabocchio”, scuola elementare Cagnucci, San Marcello A, San Marcello B, scuola infanzia Tofare Montessori, scuola elementare Luciani, scuola Venagrande, scuola San Gaetano, scuola “Falcone Borsellino” Villa Sant’Antonio, scuola “Latini” Mozzano.

Per sistemare i danni provocati dal terremoto in quelle 14 scuole il Comune fino ad ora ha già speso più di mezzo milione di euro. Che, però, evidentemente non è stato sufficiente per renderle completamente sicure, tanto da ritenere necessario realizzare nuovi edifici scolastici. Pur non brillando certo per programmazione, mai prima d’ora l’amministrazione comunale aveva mostrato una tale confusione, con tutti gli atti ufficiali che smentiscono in maniera clamorosa l’ottimistico “collaudo brillantemente superato” incautamente pronunciato più volte dal sindaco.

Non osiamo neppure immaginare cosa mai sarebbe dovuto accadere per sostenere che il collaudo non era stato superato…

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