L’unione di 25 associazioni per smascherare le “bufale” sul gender


Prende il via venerdì 21 aprile “50 Sfumature di Genere – Tra Scienza e Fantascienza: voci a confronto sulle questioni di genere”, un ciclo di incontri per fare chiarezza sul “fantomatico” gender e mettere a confronto le varie voci che si occupano di questi temi

Una ventata di aria fresca per una città troppo spesso (e quasi sempre a ragione) accusata di avere una mentalità troppo chiusa. E’ difficile da credere ma è nata e si svilupperà proprio nel capoluogo piceno una delle iniziative più importanti sul controverso tema degli studi di genere. Ancora più straordinario è il fatto che l’idea di organizzare una serie di convegni che, a partire da venerdì 21 aprile, si svolgeranno a Palazzo dei Capitani (il primo nella Sala dei Savi, gli altri nella Sala delle Regioni) è il frutto di un accordo e una collaborazione di ben 25 associazioni del territorio, con il patrocinio di 9 istituzioni.

E’ un’iniziativa partita dal basso – ha spiegato la consigliera di Parità per la Provincia di Ascoli Paola Petrucci –  da liberi cittadini e associazioni che sentono la necessità di fare chiarezza sul fantomatico gender. Da tempo si parla molto di questo argomento e si fa del vero terrorismo in materia, per questo c’era l’esigenza di fare qualcosa, di provare a fare chiarezza , di far nascere un confronto tra le varie voci che si occupano di questi temi”. Come ha spiegato la stessa consigliera il titolo dell’iniziativa “50 Sfumature di Genere – Tra Scienza e Fantascianeza: voci a confronto sulle questioni di genere” è volutamente ironico e fa riferimento alle tante bufale e chiacchiere che si sentono spesso sulla questione.

Ne abbiamo lette e ascoltate tante in questi mesi, probabilmente l’apice si è raggiunto proprio ad Ascoli il venerdì di Carnevale, con il convegno “Gender dalla scienza all’ideologia” e il farneticante monologo del portavoce del Comitato promotore del Family day, Massimo Gandolfini. Un’interminabile orazione da far venire i brividi, intrisa di luoghi comuni, nella quale sono stati mischiati ad arte argomenti che con il presunto gender non c’entrano assolutamente nulla (ma che servivano a creare un certo tipo di sentimento), corredata e conclusa con alcune affermazioni di assoluta gravità.

La prima secondo cui  l’ideologia gender verrebbe veicolata, sin dall’asilo e dalla scuola elementare, in maniera subdola con l’alibi di parlare di “grandi valori” come la lotta al bullismo, all’omofobia, al rispetto delle donne, alla violenza contro le donne. Che, il promotore del Family day dovrebbe saperlo bene, sono problemi reali della nostra società. Ed è grave mettere in discussione la necessaria opera di sensibilizzazione, che giustamente deve partire dalla scuola, in nome di un ipotetico e improbabile disegno segreto relativo al gender. La seconda, certamente non nuova, che vorrebbe addirittura il governo stesso attraverso la riforma sulla scuola (la “buona scuola”), promotore dell’insegnamento gender nelle nostre scuole. Lo ha ribadito ad Ascoli Gandolfini, lo scrive anche il portale “Osservatorio Gender”, entrambi facendo ancora riferimento al famoso comma 16 dell’art. 1.

Sottolineamo “ancora” perché già nel 2015, con circolare del 15 settembre 2015, il ministero intervenne per fugare ogni dubbio riaffermando che  “la finalità del suddetto articolo non è, dunque, quello di promuovere pensieri o azioni ispirate ad ideologie di qualsivoglia natura bensì quella di trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo i diritti e i doveri della persona costituzionalmente garantiti”. Al di là del pessimo show di Gandolfini non bisogna dimenticare come la “bufala” sul gender ormai da qualche anno sia diventata una dei cavalli di battaglia della parte più oltranzista del mondo cattolico che, soprattutto nel nostro paese, ha trovato un largo seguito. Non a caso è nato addirittura un portale “Osservatorio Gender” che spiega, con una buona dose di fantasia e di inventiva, cosa sia la fantomatica teoria del gender e chi vorrebbe veicolarla.

Secondo “Osservatorio Gender” i sostenitori della teoria gender distinguono tra sesso e genere, il primo è quello con il quale nasciamo, il secondo quello che diventiamo. Secondo tale tesi, l’ideologia gender nega l’esistenza per natura dell’essere maschio e femmina, che non sarebbe un dato oggettivo e reale ma solo un prodotto della cultura. Ne consegue che non esistono maschi e femmine ma ci sono semplicemente uomini liberi di assegnarsi il genere che percepiscono, al di là del loro sesso naturale. Sempre secondo “Osservatorio Gender”, a promuovere questa teoria sarebbe una potente governance mondiale in cui giocherebbero un ruolo fondamentale potenti Ong (organizzazioni umanitarie) come Amnesty International, Planned Parenthood e Greenpeace che si sarebbero infiltrate nei maggiori centri di potere internazionale.

Non solo, istituzioni come l’Onu, il Consiglio  e Parlamento europeo, l’Unesco, l’Unicef e l’Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbero tutte schierate per la promozione del cosiddetto “gender diktat”. Insomma un mega complotto internazionale che farebbe impallidire qualsiasi altro mega complotto, compreso quello per il famoso “Nuovo Ordine Mondiale”. La realtà, fortunatamente, è ben differente. Sappiamo, infatti, che la campagna, del tutto arbitraria, contro un presunto progetto fondato sul gender (mirante alla distruzione della famiglia e della società fondata su un presunto ordine mondiale) fu lanciata nel 1995 da Dale O’Leary, attivista cattolico dell’Opus Dei, che coniò la dicitura “teoria del gender” dalla arbitraria e forzata fusione delle definizioni gender studies (studi di genere) e queer theory (studi sugli orientamenti sessuali).

E’ fondamentale sottolineare, però, che “theory” non significa certo “teoria”, come si cerca di voler far credere, ma molto più semplicemente con quel termine si fa riferimento “all’insieme di studi teorici”.Tra l’altro, a differenza di quanto si cerca di far credere, gli studi di genere non negano l’esistenza di un sesso biologico assegnato alla nascita, né che, in quanto tale, influenzi gran parte della nostra vita. Sottolineano, però, che il sesso da solo non basta a definire quello che siamo, che la nostra identità è una realtà complessa e dinamica, un mosaico composto dalle categorie di sesso, genere, orientamento sessuale e ruolo di genere. Secondo gli studi di genere, quindi, il sesso è congenito e fisso (quindi nessuna negazione), il genere si definisce e si forma nel corso dello sviluppo della persona e all’interno di differenti culture e società. Di fronte a tante forzature, di fronte a tante costruzioni fantasiose e improponibili era davvero necessario e auspicabile ristabilire un po’ di chiarezza.

Ripercorremo la storia degli studi di genere – spiega Luca Perilli, vicepresidente dell’Agedo Marche – parleremo di educazione di genere, unioni civili e altro. Hanno aderito tutte queste associazioni perché c’è un gran bisogno di informazione e di apertura sui temi dell’orientamento sessuale, dell’omofobia, dell’uguaglianza e della non discriminazione andando oltre ogni tipo di discriminazione e affermando il vero valore dell’uguaglianza tra gli studenti e in tutta la cittadinanza”.  “E’ un’occasione  felice di confronto – ha affermato Laura Olimpi dell’Aied – su un tema fino ad ora molto mal trattato”.

Ascoli sarà al centro dell’attenzione nazionale, avremo anche la presenza di grosse personalità nazionale i cui nomi saranno svelati prossimamente” ha aggiunto Paola Petrucci che poi ha sottolineato come tra le associazioni organizzatrici ci sia di tutto, un universo davvero variegato. “Ci sono le associazioni di studenti, la Cgil, l’associazione “On the road”, l’unione degli atei ma anche la Chiesa Evangelica Metodista e numerosi cattolici. Nell’ultimo dei tre incontri in programma, tra l’altro, interverranno anche una teologa e un sacerdote”. In realtà nulla di strano, fortunatamente il mondo cattolico sa perfettamente che la fantomatica teoria del gender è un’invenzione dei “fondamentalisti” cattolici.

Non potevamo non dare appoggio ad un evento del genere – ha affermato il vicepresidente della Provincia Valentina Bellini – al di là del patrocinio da parte nostra c’è pieno sostegno proprio nel contenuto. Su questi temi a volte c’è troppo provincialismo”. Peccato che la stessa attenzione non sia venuta anche dal Comune, con il sindaco Castelli che, in una lettera, ha negato il patrocinio per “difetto di presupposti”. Un’occasione per un serio confronto, per un dibattito costruttivo, termini che, però, sappiamo bene provocano l’orticaria al primo cittadino, abituato ai monologhi, ai soliloqui senza interlocutori. E’ anche opportuno ricordare che il Comune aveva dato pieno e completo appoggio al delirante show di Gagliardini, con il primo cittadino che aveva addirittura fatto l’intervento per introdurre il farneticante monologo del promotore del Family day.

Naturalmente l’assenza del Comune nulla toglie a questa importante iniziativa (semmai conferma tutti i limiti di questa amministrazione comunale…) che prenderà il via venerdì 21 aprile alle 17 (Sala dei Savi) con l’incontro dal tema “Studi di genere e parità di genere: educare al rispetto. La scienza, l’educazione sessuale, la scuola e le famiglie” (gli altri due incontri sono in programma il 5 e il 17 maggio).  Dopo il saluto delle autorità e l’introduzione di Luca Perilli di Agedo Marche, interverrà la docente di Teorie dei Diritti Umani dell’Università per Stranieri di Perugia, prof.ssa Monia Andreani che relazionerà sul tema “Gli studi di genere: da oltre 30 anni il genere nel mondo e in Italia fa parte della cultura scientifica”.  Seguirà la relazione centrale di questo primo incontro a cura del dott. Marco Silvaggi, psicologo, sessuologo e clinico dell’Istituto Sessuologia Clinica di Roma. Concluderà la serie degli interventi la dott.ssa Laura Olimpi, medico pediatra, presidente dell’Aied Ascoli e promotrice del progetto “Nati per leggere”. Sono previsti intermezzi con brevi letture e monologhi teatrali, al termine degli interventi il dibattito con il pubblico.

Portare cultura significa anche portare ricchezza economica alla collettività interessata – ci tiene in conclusione a precisare, non senza una punta di polemica, la consigliera di parità Paola Petrucci –  ancor più significativo se queste iniziative si svolgono su un territorio come il nostro, martoriato dalla recente sequenza sismica. #50SfumaturediGenere ha un asso nella manica in più: non verrà speso neanche un centesimo pubblico, i relatori interverranno a titolo gratuito (solo due hanno chiesto un gettone di presenza poco più che simbolico), tutte le spese organizzative e di ospitalità (viaggi, vitto e alloggio degli illustri ospiti) saranno interamente a carico delle Associazioni e dei singoli partecipanti all’organizzazione: l’unione fa la forza! Renderemo pubblico il Bilancio dell’iniziativa quando tireremo le conclusioni della stessa, dopo il 17 Maggio. Ci chiediamo se la stessa sensibilità è stata dimostrata da altri ad Ascoli per i discutibili convegni già svolti sulle medesime tematiche”.

Di seguito le 25 associazioni che hanno aderito all’iniziativa:

ACU Gulliver, Agedo Marche Onlus, Aied Ascoli Piceno, Aradia Aps, Arci Libero Spazio “Stay Human”, Area Nuovi Diritti, Associazione studentesca La Fenice, Associazione studentesca Robin Hood, CGIL Ascoli Piceno, Chiesa Evangelica Metodista, Che Gender, Diritto Forte, Famiglie Arcobaleno, Femminismi, I Sentinelli di Ascoli Piceno, On The Road onlus, Osservatorio di Genere di Macerata, Rete degli Studenti Medi Marche, Rete Studenti Medi, Roma Rainbow Choir, UAAR Provincia di Ascoli Piceno, Unione degli Studenti, Unione degli Studenti Universitari.

Con il patrocinio di: Regione Marche, Provincia di Ascoli, Commissione per le Pari Opportunità Regione Marche, Consigliere di Parità per la Regione Marche, Consigliere di Parità per la Provincia, ISLM (Istituto provinciale per la Storia del movimento di Liberazione nelle Marche e nell’età contemporanea), Anpi Ascoli e Ordine dei Psicologi delle Marche

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